DAL CRISTIANESIMO AL CATTOLICESIMO
Per Rialtina
Il Cristianesimo è una religione monoteista[1] a carattere universalistico, originatasi dal Giudaismo nel I secolo, fondata sulla venuta di Gesù di Nazareth inteso come figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per la salvezza di tutti gli uomini, ovvero il Messia promesso, il Cristo.[2]
Gli aderenti al Cristianesimo sono chiamati cristiani. I cristiani si riferiscono al messaggio di Gesù Cristo con il termine "Vangelo" ("buona notizia o novella"), che indica anche i più antichi testi scritti sulla sua vita e predicazione.
Le tre divisioni principali della Cristianità sono il Cattolicesimo, l'Ortodossia orientale e le varie denominazioni del Protestantesimo. Il Grande Scisma del 1054 divise la Cristianità Calcedoniana fra la Chiesa Cattolica romana e la Chiesa Ortodossa. Il Protestantesimo nacque all'interno della Chiesa Cattolica a seguito della Riforma protestante nel XVI secolo.
Il Cristianesimo riconosce Gesù come il Cristo (Messia) atteso dalla tradizione ebraica e, nella quasi totalità delle sue denominazioni, come Dio fatto uomo.
Fonte:
it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo
Dal cristianesimo al cattolicesimo
Il secondo secolo costituisce una tappa decisiva perché segna il passaggio dall’età del cristianesimo primitivo alla età sub-apostolica, in seguito anche al prevalere delle comunità di cultura ellenistica, con la loro complessa eredità filosofica, le quali evidenziano un forte distacco dalla cultura giudaica e finiscono per incidere fortemente sulla formazione intellettuale della chiesa. Tra l'altro il cristianesimo ellenistico è largamente consenziente - a differenza di quello palestinese - con le forme politiche del proprio ambiente, senza per questo rinunciare ad un punto di vista escatologico (cioè relativo alla "fine dei tempi").
In passato la struttura delle comunità era estremamente aperta e informale, sia sul piano organizzativo che su quello teologico, e questo per varie ragioni.
Anzitutto era naturale che essendo quello di Gesù un "movimento" nuovo, esso non avesse ancora assunto una forma ben definita.
In più, nei primi decenni era assai radicato il convincimento che la "fine del mondo", rappresentata dal ritorno di Gesù, fosse assai vicina, dovesse cioè avvenire durante la generazione in corso. Per questo era marginale l’interesse a fornire la chiesa di strutture destinate a durare nel tempo.
Soprattutto poi vi era una fede radicata e profonda in Gesù Cristo e nella sua promessa che, nonostante la sua morte e risurrezione, egli fosse realmente presente nella chiesa e la guidasse per mezzo dello Spirito Santo.
Gradatamente però questa fede originaria si affievolì, privilegiando le strutture "mondane" e le organizzazioni create dall’uomo. Mano a mano che si espande, la chiesa cambia forma, modo di pensare e di parlare; non può più essere liberamente organizzata.
"Il pericolo maggiore - afferma Kaesemann (Appello alla libertà, indagine polemica sul Nuovo Testamento, Claudiana) - si ha sempre quando la chiesa si pone in primo piano facendo impallidire l'immagine di Cristo e trasformandola nell'immagine del fondatore, dell'eroe a cui rendere culto, dell'icona ecclesiastica, accanto alla quale con l'andar del tempo vengono collocate anche altre icone".
Come per tutte le cose umane poi, ciò che è sorto per necessità assume l'alone del legittimo.
Dice ancora Kaesemann: "Una cosa è decidere una linea di azione adatta a risolvere una situazione di emergenza; un'altra è trasformare ciò che ebbe una sua necessità in qualcosa di immutabile".
Questo cambiamento ebbe diverse ragioni, alcune delle quali nobili.
Vi era in primo luogo l’esigenza di propagandare la nuova fede, di spiegarne i contenuti e di renderla bene accetta anche in ambienti culturalmente assai lontani, come quelli dominati dall’ellenismo, difendendola dai fraintendimenti, dalle falsificazioni e dagli attacchi cui essa incominciava ad essere sottoposta, sia da parte delle autorità, sia da parte dei sostenitori della tradizione pagana, come pure dal popolino, superstizioso e male informato.
A questa meritoria opera di difesa e di pubblicizzazione si accinsero con grande zelo gli apologeti o Padri della chiesa, che produssero una serie di opere di rilevante importanza.
Tra gli autori più eminenti vanno ricordati Giustino Martire, Clemente Alessandrino, Origene, Tertulliano, Cipriano.
Nel complesso tutti questi apologeti esprimono soprattutto delle preoccupazioni pratiche e pastorali e ciò li porta spesso ad allontanarsi dal pensiero del Nuovo Testamento, a formulare errori e deviazioni dottrinali, che peseranno in maniera determinante non solo sulle scelte del loro tempo, ma anche su quelle dei secoli successivi.
L’insegnamento evangelico, basato sulla Grazia liberamente concessa da Dio e sulla salvezza acquisita dalla morte redentrice del Cristo, viene ridotto a dottrina morale e l’etica finisce per diventare moralismo, cioè un "valore" col quale far valere se stessi di fronte a Dio.
Nasce così tutta una casistica formale, basata su elenchi pedanteschi di vizi e virtù. Spesso si assiste a un miscuglio tra messaggio biblico, filosofia platonica e tradizioni orientali; talora Cristo è ridotto a maestro di virtù e la fede cristiana è razionalizzata.
I mutamenti più appariscenti si manifestano a livello della dottrina ecclesiastica, che apre le porte al cosiddetto vecchio cattolicesimo o cattolicesimo delle origini.
La chiesa, in altre parole, tende a diventare istituzione.
La salvezza non è più vista in funzione della Parola, dello Spirito e della fede; essa tende ora ad essere subordinata a una classe di mediatori, cioè il clero, che amministra i sacramenti, trasmette la tradizione, custodisce la pura dottrina e la sua corretta interpretazione. La chiesa diventa soggetto di potere.
Incomincia a far capolino il principio che il ministero cristiano, che dapprima era considerato come un semplice servizio, meriti un onore e una distinzione particolari: viene introdotto il concetto di successione del ministero apostolico. Si diffonde l’idea che lo Spirito possa essere trasmesso per mezzo di un atto sacramentale e questo assume un carattere di "mistero". Nasce una chiesa retta da funzionari: essa, intorno all’anno 200, ha già assunto una ben precisa caratterizzazione.
In conseguenza di questa enfatizzazione del clero e della gerarchia, a partire dall’anno 150 la figura del vescovo assume sempre maggiore autorevolezza, quale capo monarchico. Egli ha ora il controllo di una diocesi, cioè dell’insieme delle parrocchie di una zona.
Con gli altri vescovi partecipa ai Concili ecumenici, che stabiliscono il contenuto della dottrina, valida per tutte le comunità ecclesiali.
Sono quindi i concili ecumenici a detenere la massima autorità, giacché non è ancora emersa appieno la figura del papa; questa assumerà una crescente autorevolezza solo a partire da secoli ancora successivi.
Anche se il "vecchio cattolicesimo" è ben diverso da quello medievale e da quello contemporaneo, esso segna una svolta fondamentale, rappresentata dal fatto che il centro dell’interesse si sposta dalla figura del Cristo alla chiesa.
Il culto viene gradatamente trasformandosi e assumendo forme fisse, mentre si accentua il carattere misterico della funzione e quello magico dei sacramenti.
Dopo il terzo secolo incomincia a svilupparsi in maniera massiccia, nella coreografia del culto, l’adozione di elementi pagani, come altari, candele, incenso, processioni.
Lo stesso "segno della croce" deriverebbe da un’usanza esorcistica e magica, intesa a difendere dai demoni.
Anche l’evoluzione dei luoghi di culto è significativa. Agli inizi i cristiani si riunivano in case private; solo dopo il II secolo incominciano ad essere costruite delle vere e proprie chiese, che col tempo diverranno sempre più sontuose e splendide.
Di chiara derivazione pagana è anche il culto dei santi, che non sono più, secondo il significato originale, dei consacrati al Signore (in questo senso tutti i cristiani sono santi), ma esseri umani dotati di straordinarie e superiori virtù, fino a raggiungere la sfera della magia. Essi sarebbero in grado – qui sta un’altra pericolosa deviazione – di operare miracoli e di intercedere presso Dio a favore dei comuni mortali. Il culto dei santi e dei martiri assume forme di ossessivo fanatismo, riscontrabile anche ai giorni nostri; le loro reliquie, vere o più spesso presunte, raccolgono le deteriori espressioni della pietà popolare.
Incomincia a prendere risalto in quest’epoca anche un particolare culto nei confronti della Madonna (dal latino: mia signora), cioè della madre di Gesù; è facile riscontrare in esso delle derivazioni dai culti per le "dee-madri" delle religioni orientali.
Anche la vita etica subisce delle importanti trasformazioni; la severità iniziale cede gradatamente nei confronti del "mondo" e si viene formando una doppia morale: da un lato quella "inferiore",della gente comune; dall’altro quella "superiore", che esprime l’ideale del cristianesimo perfetto, riservato ai "santi" e agli asceti, i quali danno vita all’importante fenomeno del monachesimo.
Se numerose trasformazioni, avvenute nella chiesa con il cattolicesimo delle origini, sono attribuibili al desiderio di facilitare l’accettazione del cristianesimo da parte del mondo pagano, il rafforzamento in senso autoritario va attribuito soprattutto alla necessità di lottare contro le eresie, in particolare quella gnostica.
Questa necessità fu anche la molla principale che indusse a definire, in tempi abbastanza stretti, il canone del Nuovo Testamento. Vennero raccolti scritti relativi alla vita e alla predicazione di Gesù e alle prime vicende della chiesa, riconoscendo ad essi una particolare autorità e ponendoli sullo stesso piano di importanza dell’Antico Testamento.
Il canone (dal greco: regola, norma) è frutto di un processo graduale e collettivo, culminato intorno all’anno 200, anche se esso viene stabilito in via definitiva solo nel IV secolo.
E’ importante rilevare che la sua definizione non è frutto di un atto autoritario da parte di qualche concilio: infatti i concili di Laodicea (363), Ippona (393) e Cartagine (397) si limitarono a ratificare ciò che le varie chiese avevano già stabilito nella pratica, attraverso il riconoscimento di una autorità di fede per quei libri di cui risultava chiara l’origine apostolica.
Le diverse comunità, sparse nel bacino del Mediterraneo, prendevano visione delle copie dei libri che erano fatte ampiamente circolare e davano la propria valutazione, tenendo conto anche di quella delle altre chiese.
Fu questo un lavoro lento e assai laborioso, perché si trattava di trovare l’unità di giudizio di fronte a determinati libri da parte di tutte le comunità, istintivamente diffidenti verso ogni scritto "nuovo", anche perché sommerse da decine e decine di testi di vangeli, atti, lettere, apocalissi.
All’interno di questa vastissima produzione letteraria vennero così scartati gradatamente come "apocrifi" tutti quei testi non in grado di riscuotere l’approvazione generale e che erano di solito caratterizzati da forme fantasiose e leggendarie, infarcite di elementi giudaici, gnostici o di altra natura.
Del resto coloro che inizialmente diffondevano il messaggio evangelico, sia oralmente che per iscritto, oltre a possedere informazioni di prima mano, potevano controllarsi a vicenda, cosicché era abbastanza difficile che circolassero degli insegnamenti non risalenti agli apostoli.
Quando questo avvenne, l’opposizione delle varie comunità si manifestò tempestivamente, in maniera assai generalizzata, per cui gli insegnamenti divergenti furono messi al bando.
Aggiungo solo una mia riflessione: quando Gesù diede il mandato ai suoi discepoli di evangelizzare tutti i popoli (ovviamente dopo la discesa dello Spirito Santo) disse a Pietro "tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa", perchè si rivolse solo a lui e non anche agli altri undici? (perchè infatti i discepoli erano 12). Secondo me parlando terra terra questo vuol dire che come in tutti gli ambienti, siano essi sociali e civili c'è bisogno di qualcuno che abbia capacità dirigenziali e organizzative e che rappresenti il titolare, così è nella chiesa anche quì c'è bisogno di qualcuno (il Papa)che con l'aiuto dei ministri guidi il popolo di DIO secondo i Suoi insegnamenti e l'esempio di CRISTO.
Buona settimana a tutti.