PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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L’UAAR si vergogna dei suoi fedeli e scarica il forum ufficiale

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2013 16:11
08/02/2013 12:02
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Non è assai nuovo l'articolo, ma un po' di sana controinformazione certo non fa mai male.




Nel 2010 il leader indiscusso dell’ateismo fondamentalista, il pensionato Richard Dawkins, è dovuto intervenire sul suo sito web e corrispettivo forum dopo essersi accorto dei continui e violenti insulti gratuiti che venivano rivolti verso i credenti, in particolare cristiani. Ha deciso così di moderare i suoi fedelissimi, pubblicando questo avviso: «Gli utenti sono da ora in poi pregati di presentare soltanto nuove discussioni che siano davvero rilevanti per la ragione e la scienza». Le reazioni degli utenti atei sono state di una violenza inaudita, arrivando a minacciare e augurare la morte al povero ex zoologo, il quale ha commentato desolato: «c’è del marcio nella cultura dello sfogo su Internet».

Una cosa abbastanza simile è accaduta al riferimento italiano dell’ateismo fondamentalista, ovvero l’associazione UAAR. Da quest’estate è infatti sparito dal suo sito web il collegamento al forum ufficiale dell’associazione, è impossibile accedervi se non attraverso i motori di ricerca di internet (anche se, una volta trovato, sul forum rimane il logo dell’UAAR e la scritta: “Forum di UAAR.it”). La conferma arriva da un thread comparso a giugno nel forum, intitolato “Importante: la UAAR scarica il suo forum. Questo”. Il primo commento spiega la situazione: «Una decisione della dirigenza UAAR stabilisce che il presente forum non sarà più ospitato dalla UAAR e non avrà più alcun collegamento ad essa. Pare che la scelta sia dovuta ad una questione di immagine: taluni di passaggio di qui pensano erroneamente che il forum coincida con le posizioni ufficiali della UAAR, quindi la UAAR, per evitare questo grave fraintendimento, non pensa nulla di meglio che scaricare il forum. P.S.: non è uno scherzo».

Le reazioni degli utenti -come si può parzialmente vedere- non si sono fatte attendere. Moltissimi -ancora una volta- hanno annunciato l’intenzione di stracciare la tessera associativa (si, perché per sentirsi atei razionalisti e appartenere ad una associazione che si autodefinisce “confessione religiosa” bisogna pagare!). Molti altri hanno confermato il loro pessimo giudizio e l’insofferenza verso le alte gerarchie dell’UAAR, ironizzando pesantemente sull’associazione e lamentandosi del completo disinteresse verso i propri associati, considerati gregge utile ad aumentare la propria visibilità (dopo 24 anni di presenza militante in Italia ancora sembrano in fase di partenza!). La questione principale dibattuta è proprio la mancanza di democrazia interna, sintetizzata in questo intervento: «Inutile sottolineare che in una associazione democratica, e la democrazia è il presupposto della laicità, una decisione del genere andrebbe messa ai voti fra tutti gli associati. Ma dirò di più: nel caso gli associati la bocciassero, i promotori della proposta, cioè gli attuali dirigenti, dovrebbero prenderne atto e farsi da parte». Un altro utente ha risposto: «Questo non è accaduto e non accadrà perché evidentemente la dirigenza UAAR se ne fotte della democrazia». E ancora: «l’UAAR oltre a non aver interpellato i soci, non ha nemmeno provveduto a fare adeguata informazione agli utenti di questo forum. Questo la dice lunga sulla considerazione che hanno dei soci e degli utenti del forum». Anche un ex militante in prima linea del circolo romano uaarino ha le idee ben chiare: «Posso garantirti personalmente che la dirigenza se ne strafrega di qualunque nostra intenzione, buona o cattiva che sia. Come dici tu: te lo posso assicurare avendoci parlato di persona. E’ e resta un problema di democrazia interna e soprattutto di ”controllo”. E Sua Maestà La Dirigenza vuole solo Sudditi, non Cervelli Pensanti».

L’utente “alec” ha avuto il merito di aver fatto emergere per primo quella che sembra essere per molti la vera motivazione di questa sorprendente scelta dei responsabili dell’associazione. Ha scritto infatti: «non basterebbe cancellare la discussione su Casapound che evidentemente tanto fastidio ha dato alla dirigenza?». Un secondo utente ha affermato: «Già in gennaio ho inteso prendere le distanze dall’associazione a causa del modo dozzinale e cialtrone con cui fu gestita la questione romana, per cui non posso stracciare una tessera che ho volutamente non rinnovato cinque mesi fa. Ma se potessi lo rifarei». Ma cos’è questa “questione Casapound”, detta anche “questione romana”? Ce ne siamo occupati a lungo anche a noi, come si può approfondire qui: il circolo principale dell’UAAR, quello di Roma, ha pensato di contattare i neofascisti di Casapound per proporre loro lo “sbattezzo” e probabilmente organizzare assieme degli eventi in cui presentare tale amenità, come è stato fatto per parcondicio anche con il centro sociale Acrobax, considerati gli “sfasciavetrine” di Roma per la loro partecipazione ad atti di terrorismo urbano e per usare il loro centro sociale come nascondiglio per le armi dei Blac Block (nello stesso edificio, l’ex cinodromo di Roma, l’UAAR ha presentato l’iniziativa “sbattezzo”). Tornando alla “questione Casapound”, Massimo Maiurana -membro del Comitato del Coordinamento dell’Uaar, nonché responsabile della comunicazione interna dell”associazione- ha giustificato l’iniziativa affermando: «va detto che casapound non è un’organizzazione violenta come lo sono altre, è un’organizzazione che qualche volta e’ stata coinvolta in episodi quantomeno discutibili, ma mi pare abbia fatto anche altro». Questa è dunque la vicenda che (anche dopo il nostro interessamento) grande disagio ha creato tra i soci e la dirigenza.

Occorre dire che uno degli amministratori del Forum ufficiale dell’UAAR si è degnato di intervenire, escludendo che con lo “scaricamento” del forum si voglia insabbiare la “questione Casapound”, concludendo la spiegazione con una frecciatina spocchiosa verso gli utenti del suo Forum: «e ora stracciatevi pure le vesti», che altro non ha fatto se non aumentare le polemiche. Le parole del responsabile non hanno comunque convinto nessuno: «Di che cosa abbiamo paura (domanda da socio)? O meglio, a chi sta sulle scatole il forum (ri-domanda da socio)?», sono tornati a domandarsi gli utenti. Un altro ha tirato delle conclusioni personali: «o non sopportano l’opposizione interna (vedi casapound) e vogliono “sterilizzarla”…e allora sono poco democratici; oppure hanno delle capacità di programmazione strategica e di marketing (senza offesa) davvero limitate…ma sono tutti politici del PD per caso?». Stupisce osservare anche la presenza di un moderatore del Forum UAAR, tale “Boris”, prendere in giro l’associazione: «aspettiamo solo che gli augusti dirigenti ci dicano in quale riserva indiana dobbiamo pacificamente sloggiare, come e quando, e togliamo il disturbo. Dopodichè, ognuno farà come vuole [...]. In ogni caso quando tutto ciò andrà in porto straccerò la tessera dell’Uaar, me ne terrò scrupolosamente alla larga e farò di tutto perchè tutti quelli che conosco facciano altrettanto».

«Il problema è che in questo forum c’è una discussione in cui la dirigenza rimedia una figura barbina», ha commentato un utente molto attivo. «Questo in teoria non dovrebbe essere un problema. Ma che viceversa sia un problema, anzi sia il problema, lo si evince senza ombra di dubbio ricordando che questa dirigenza è la stessa che trova inaccettabile l’idea che un coordinatore di circolo si iscriva a titolo personale ad un blog ad essa non gradito! Se quella iscrizione fu insopportabile, figuriamoci la discussione su Casapound qui sul forum». Ecco che viene dunque sollevata una seconda questione, oltre quella “casapound”, ovvero l’epurazione di un gruppo di responsabili regionali per ridicoli motivi, come appunto la semplice iscrizione di uno di questi ad un blog critico verso la dirigenza UAAR. Una battuta di un utente riassume l’imbarazzo della dirigenza UAAR verso il suo forum: «Mi ricorda il comportamento di quei bambini che stanno perdendo a calcio e allora pigliano e si portano via il pallone».

Verso la fine del thread l’intervento di un moderatore chiarisce un po’ le cose: l’UAAR vuole sganciarsi dal forum perché «il peso delle discussioni interessanti vs. caciara/OT/trollaggio/insulti/battibecchi è enormemente spostato verso questi ultimi». Proprio come accaduto al forum legato al sito web di Richard Dawkins, anche la dirigenza UAAR è arrivata dunque a vergognarsi dello scadente livello di maturità ed educazione dei suoi fedelissimi, alla faccia della tanto sbandierata razionalità e tolleranza “laica”. A conferma di tutto questo, basta infatti leggere gli onnipresenti insulti reciproci tra gli stessi utenti uaarini sul forum, tanto che il moderatore è stato costretto ad intervenire nuovamente per chiudere definitivamente il thread di discussione, diventato una guerra tra utenti. Spettacolo davvero deprimente (di cui vi risparmiamo il dettaglio) per chi ha dovuto leggersi le 54 pagine di discussione sul forum dell’UAAR.

Tuttavia, come hanno intuito alcuni utenti, è possibile che la dirigenza UAAR abbia scaricato il forum sia per aver capito che lasciare esprimere i propri seguaci in modo pubblico è controproducente rispetto all’immagine di serietà e tolleranza che vorrebbe cucirsi addosso (meglio tenere tutto all’interno), sia perché in questo modo possono prendere le distanze da un mezzo di comunicazione ormai divenuto troppo scomodo, tramite il quale i responsabili vengono continuamente criticati dall’interno. Proprio grazie al forum, infatti, è stato possibile che i membri e simpatizzanti dell’UAAR si avvertissero tra loro degli intrallazzi dell’associazione atea con Casapound, delle purghe dei dirigenti eretici e di tante altre “brillanti” decisioni prese dalla dirigenza.

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