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PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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La Vergine Maria -, Corredentrice e Mediatrice

Ultimo Aggiornamento: 14/08/2013 19:14
20/07/2013 13:31
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Sant'Agostino ebbe a dire “ Dio crea te senza di te, ma salva te con l’aiuto di te”.
Dio nelle relazioni umane ha bisogno della cooperazione dell’uomo, ma la cooperazione non è imposta, non è obbligatoria, non è automatica, e soprattutto non è autoritaria, Dio “chiama” la sua creatura risponde, nel sua completa donazione al progetto di Dio.

Nella prima Alleanza Dio si fa dono al suo popolo, prospetta loro questa alleanza come lo è quella matrimoniale, lo fa essere una speciale proprietà, una nazione santa, un regno di sacerdoti tramite i quali adempiere la promessa ad Abraham, “ Per mezzo del tuo seme tutte le nazioni della Terra saranno benedette”.

Ecco il compito d’Israele, sposa di YHWH (Adonai) divenire “Co-operatrice” del progetto salvifico di YHWH (Adonai), Dio salva l’uomo per mezzo dell’uomo, l’uomo stesso ne diviene parte integrante senza il quale non poteva esserci nessuna salvezza.

Dio si fa uomo, affinché l’uomo si elevi a Dio, in principio era il Verbo ed il Verbo si è fatto carne, ma come poteva il Verbo farsi carne senza la partecipazione della carne, la sua umanità sarebbe stata possibile solo con la “Co-operazione” della sua creatura, perché vedete, Gesù Cristo (il Verbo) poteva ben esistere senza Tommaso, senza Cesare ecc, ma non poteva esistere senza la “Vergine Maria”, questa giovane ragazza è stata la sola cooperatrice con Dio affinché Dio potesse farsi uomo, nascendo come un bambino dopo nove mesi di gestazione.

Relegare dunque il ruolo di Maria ad un semplice “ recipiente” significa non aver capito cosa implica la cooperazione della creatura con il Creatore, sminuire colei che si è fatta dono per il progetto salvifico di Dio per l’umanità significa sminuire l’interezza di tale progetto, significa inoltre non attribuire alla creatura nessun ruolo di partecipazione, e che tutto dipenda esclusivamente da Dio, tale pensiero è errato, poiché anche nel Kerygma gesuano implica necessariamente la partecipazione dell’uomo (ovviamente si riferisce anche alla donna), se così non fosse il sacrificio di Cristo non avrebbe per l’uomo nessun valore. (tale argomento lo si evidenzia di più nella Teologia Sacramentale).

Perché dunque Maria è così importante nell'aspetto redentorio di Cristo?, perché proprio tramite Maria, Cristo porta a compimento il “ Progetto Shalom” di Dio, quel progetto che avrebbe di nuovo reso l’uomo “Figlio di Dio”, poiché tramite un uomo ed una donna, Adamo ed Eva, l’umanità fu resa estraniata da Dio, ma, proprio per mezzo dell’ultima donna, Maria e per mezzo dell’ultimo uomo Gesù Cristo, l’umanità fu resa di nuovo nell'unione di Dio, come non vi è stata separazione di cooperazione tra Adamo ed Eva così non vi è stata separazione cooperativa tra Cristo e Maria, Adamo fu responsabile della vendita dell’umanità, Eva ne fu cooperatrice, Cristo è il responsabile redentorio dell’umanità, Maria ne è stata sua cooperatrice, Cristo il Redentore, Maria ne è Corredentrice, se si dovesse separare Maria da Cristo, allora si separerebbe Cristo dall'umanità.

I protestanti di solito fanno questa obiezione.
Chiamare Maria «Corredentrice» significa metterla al¬lo stesso livello di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, facendo di lei quasi una quarta persona della Trinità, una dea o una quasi dea-divina, il che è una bestemmia all'orecchio di o¬gni vero Cristiano.
La Chiesa Cattolica con il termine “Corredentrice” non ha mai messo Maria allo stesso livello di Gesù Cristo, c’è una differenza infinita tra la divina persona di Gesù Cristo e la natura umani di Maria, La Chiesa ha fatto uso del titolo "Corredentrice" per riferirsi all'unica partecipazione della Madre di Gesù nell'opera della Redenzione umana, con il suo Figlio divino e sottostante a Lui.

Inoltre, il termine “Corredentrice” è correttamente tradotto “la donna con il redentore” o ancor più letteralmente “colei che riacquista con il Redentore”, il prefisso “co” deriva dal La¬tino “cum” il quale implica un “operare insieme, contribuire ad ottenere un fine”, e non significa “uguale a, pari a”.

Quando l'angelo Gabriele la invita divenire la Madre di Gesù, Maria dà il suo libero consenso, il suo “fiat”, “avvenga di me quello che hai detto”, con il suo “fiat” ella co-opera in modo particolare all'opera della Redenzione dando al “Verbo” il suo corpo, strumento stesso dell'umana Redenzione, in Ebrei cap. 10,10 l’apostolo Paolo ci dice che tramite il sacrificio del corpo di Cristo siamo stati santificati per sempre, e il corpo di Gesù Cristo viene a Lui dato grazie alla particolare libera scelta ed attiva cooperazione della Vergine Maria, in virtù del¬l'aver dato la sua carne al “Verbo fatto carne”, sicché il corpo di Gesù è carne di Maria e il sua sangue è sangue di Maria, ed è grazie a questa libera donazione di se stessa che il corpo di Cristo è offerto come redenzione dell’umanità tutta, passato, presente, futuro.

La partecipazione di Maria come Corredentrice lo si evidenzia il Luca cap,2,34,35 “: "Ecco, Egli è posto per la caduta e per la risurrezione di molti in Israele e come segno di con¬contraddizione, sicché una spada trapasserà la tua anima ", come la lancia avrebbe trapassato il costato di Cristo così la spada avrebbe trapassato l’anima di Maria.
Ma il culmine del ruolo corredentrice di Maria, (ricordiamoci) ruolo subordinato a suo Figlio, ha luogo in modo particolare ai piedi della Croce, dove la totale sofferenza del suo cuore di madre, il quale cuore è unito in obbedienza alla sofferenza del cuore redentore del Figlio, come frutto di questa sofferenza redentiva, Maria viene data dal Crocifisso, come madre spirituale di tutti i popoli, "Donna, Ecco tuo figlio!" Poi disse al discepolo, "Ecco tua Madre! " Giov, 19,27.

Sorge dunque la domanda su cosa voleva dire Gesù Cristo in quel momento di sofferenza, come dobbiamo leggere ed interpretare tale frase, in senso letterale oppure va letta alla luce dell’insegnamento gesuano?.

Nel suo ministero Gesù usava spesso delle parabole dell’iperbole affinché l’ascoltatore potesse cogliere il nucleo dell’insegnamento, quella verità la quale sarebbe stata il fondamento del suo agire, il messaggio che Gesù annunciava era un messaggio celeste, spirituale, il modo di insegnare di Gesù ci obbliga ad analizzare tale affermazione sulla madre e sul discepolo che egli amava almeno su due aspetti, se l’interpretazione riguardava l’aspetto puramente terreno, affidare per il sostentamento della madre a Giovanni (l’apostolo che egli amava) visto che Giuseppe era morto e quindi il discepolo si faceva carico di ciò, oppure la frase di Gesù va letta in un altro contesto? Vediamo.
Maria come tutti gli ebrei aveva dei parenti i quali in ossequio alla legge potevano ben prendersi cura di lei, inoltre lei ben sapeva qual era l’epilogo della vita di suo figlio, altresì Gesù aveva avuto tutto il tempo affinché sua madre potesse essere affidata a qualche specifico parente, non era necessario aspettare gli ultimi minuti della sua vita per tale azione, inoltre dicendo “ecco tuo figlio” stabiliva una unione affettiva la quale andava oltre quello che normalmente sarebbe stato tra parenti.

Ma che dire “ecco tua madre”, tale frase se presa solo nel contesto affettivo non avrebbe avuto senso, Giovanni aveva il fratello Giacomo, la sua madre era presso la croce, perché affidarlo a Maria come se fosse orfano della sua vera madre?, evidentemente non era in questo senso che la frase doveva essere interpretata, allora vuol dire che tale frase va letta nel contesto del Kerygma, quindi doveva voler dire qualcos'altro.

Cristo fonda la Sua Chiesa, egli è il fondamento mentre i suoi apostoli sono le colonne portanti di tale chiesa, essi erano coloro che dovevano annunciare il messaggio evangelico, quando, il loro maestro non fosse stato più con loro, l’unione di Gesù con i suoi discepoli era una unione forte, una unione con il Verbo fatto carne, infatti gli apostoli seguivano Gesù ovunque andava, essi erano alla sua sequela, la quale li avrebbero portati sotto la Croce, testimoni oculare della sofferenza, morte e redenzione dell’umanità, dovevano divenire “Co-operatori” della redenzione di Cristo annunciandone i “suoi detti ed i suoi fatti”, cooperatori della sua chiesa, luce nel mondo e strada per il Calvario, essi dovevano essere lì, insieme a colei causa della possibile incarnazione del Figlio di Dio, gli apostoli nella loro unità erano rappresentanti dell’umanità tutta la quale volge lo sguardo verso colui che lo guardo l’ha abbassato, affinché cedesse la propria vita per tutti noi.

Ma gli apostoli non c’erano, coloro che dovevano essere colonne granitiche hanno avuto timore, timore dell’uomo, coloro che sotto la croce si identificavano come la Chiesa di Cristo vennero sopraffatti dalla debolezza umana, quella debolezza che ci è comune a tutti noi e che a volte ci paralizza nel nostro agire.

Gli Apostoli, la Chiesa fondata da Cristo in quel momento non era con Cristo, non guardava il crocefisso, quella chiesa nella loro unità era assente, venendo meno a ciò che Gesù disse “Voi siete la Luce nel mondo”, ma se è vero che gli apostoli ebbero timore non l’ebbe un giovane apostolo, quell'apostolo che Gesù amava, gli era sotto la croce insieme alla madre di Gesù, ecco dunque colui che rappresentava la chiesa e colei che con la sua donazione rese possibile tutto ciò.
Per mezzo di Maria Cristo è venuto al mondo, per mezzo di cristo la Chiesa è venuta all'esistenza, Cristo, con “Donna (ricorda la donna di Genesi) ecco tuo figlio”, pone la chiesa sotto la protezione la custodia della “Donna”, sua “Co-Redentrice” la quale co-opera insieme con la Chiesa Apostolica per il fine, quel fine che Cristo stesso inchiodò sulla Croce, inchiodare il peccato con la sua morte, redimere l’umanità con la sua risurrezione.

Un’altra obiezione che i protestanti fanno è.
Chiamare la Madre di Gesù “Mediatrice” significa assumere un ruolo di mediazione fatto da altri oltre che da Gesù Cristo, ma il Vangelo dichiara chiaramente, in Timoteo 2,5 che, “vi è un solo Dio e un unico mediatore tra Dio e l'umanità, "l'uomo Gesù Cristo "”, e quindi, nessuna creatura può giustamente essere mediatrice.

La definizione del “mediatore” il quale termine indica essere nel mezzo, è una persona che interviene tra altre due persone al fine di riunire o riconciliare le due parti applicando questo termine a Gesù Cristo, san Paolo indubbiamente dichiara che esiste un solo mediatore tra Dio e l'umanità, e precisamente “l'uomo Cristo Gesù”, nessuno quindi raggiunge Il Padre se non per mezzo dell'unica, perfetta mediazione di Gesù Cristo.

Ma la domanda che emerge è, la singola perfetta mediazione di Gesù Cristo esclude la partecipazione della creatura con il creatore?, o piuttosto procura agli altri di partecipare in modo subordinato all'unica mediazione di Cri¬sto? In altre parole, la singola ed esclusiva mediazione di Cristo esclude la creatura dal partecipare a quella singola essenziale mediazione?, o piuttosto, la sua divina ed umana perfezione permette ad altri di condividere la sua unica mediazione in un modo subordinato e secondario?.

Ad esempio, c’è solo un vero Figlio di Dio, il quale è generato sin dall'eternità, preclude agli altri di essere chiamati “Figli adottivi?”, eppure il cristiano è chiamato ad essere “Figlio adottivo in Cristo”, facendo una condivisione per mezzo del battesimo, il quale permette ai figli (figlie) adottivi di condividere anche l'eredità del Figlio unigenito, che è la vita eterna.
Per questo motivo san Paolo ci ricorda, “ non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” invitando i cristiani a “partecipare, a prendere parte della divina natura”, per vivere nel solo Cristo, e come conseguenza nella vita della Trinità.

Senza partecipazione del cristiano si oscurerebbe o si sminuisce l’unicità del Verbo fattosi carne, ed è lo stesso principio è riguardo alla partecipazione all'unica mediazione di Gesù Cristo in un modo dipendente e subordinato.

Essere “mediatori” non è un qualcosa di sconosciuto nell'economia della salvezza, San Paolo ebbe a dire in merito a Mosè “E allora, perché la legge? Essa fu aggiunta a motivo delle trasgressioni, tramite un mediatore”, Maria dunque agisce in modo subordinato alla partecipazione dell’unico redentore Cristo.
Maria può giustamente essere chiamata, “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le grazie”, come colei che in modo singolare e unico condivide l'unica mediazione di Gesù Cristo, poiché nel suo libero consenso ha dato al Redentore un corpo agendo quindi, come mediatrice della Sorgente di tutte le grazie per il mondo intero.

Maria è dunque mediatrice?, certamente, mediatrice sta ad indicare una intercessione in favore di un altro, tutti noi ricordiamo il racconto delle nozze di Cana, Maria rendendosi conto che il vino era terminato e che quindi lo sposo si sarebbe trovato in grave imbarazzo secondo l'usanza e la cultura di quel tempo, all'apparenza sembrava una situazione irrisolvibile, Maria si fece dunque promotrice di una mediazione tra gli sposi e suo figlio, infatti rivolgendosi al figlio gli disse “non hanno più vino”, Maria pose dunque all'attenzione di Gesù il problema lasciando a lui i modi di risolverla, il miracolo della trasformazione dell'acqua in vino fu fatto solo ed esclusivamente a causa della mediazione di sua madre.

Bisogna comprendere che l'unico mediatore tra Dio e gli uomini è solo ed esclusivamente Gesù Cristo, ma gli uomini e quindi a maggior ragione Maria possono agire intercedendo tra gli uomini e Cristo, in tutte le apparizioni mariane c'è un aspetto fondamentale, la mediazione di Maria a favore del genere umano porta il genere umano nell'amore di suo figlio, di Cristo, il quale ha motivo del suo sacrificio intercede per i nostri peccati verso il Padre.
L'apostolo Paolo nelle sue lettere evidenzia questa necessità di pregare a favore gli uni verso gli altri, affinché possiamo essere uniti al Cristo il quale ci riporta nell'amore del Padre non più come figli estraniati bensì come figli adottivi.

Per concludere questa breve trattazione possiamo dire che Maria è “Corredentrice” con Cristo, essendo Cristo a tutti gli effetti suo figlio e quindi con tutti i diritti di una madre verso il proprio figlio, Maria non si esimò dal cedere il proprio figlio a favore dell'intera umanità secondo il progetto salvifico di Dio, ella abbandonò i suoi diritti materni verso il figlio, ella fu partecipe della passione di Cristo nella croce, soffrì con Cristo per Cristo e per tutta l'umanità, dobbiamo toglierci dalla mente quel concetto protestante la quale fa di Maria un semplice mezzo, un recipiente, un qualcosa da usare in quel momento per poi metterlo in disparte, ma non è così, Maria è mamma di Gesù, Gesù è figlio a tutti gli effetti di Maria, come voi siete legati in un modo profondo, di sangue, di affetti, in modo indissolubile, forte, verso i vostri figli, verso la vostra stessa carne, così Maria lo era verso Gesù, Gesù è stato il redentore del genere umano e Maria è colei che ha permesso tale redenzione, allora ben si applica a lei il titolo di “Corredentrice” essendo essa stessa partecipe in un mondo subordinato alla redenzione di tutta l'umanità.
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Maria e anche “Mediatrice”, a causa della sua partecipazione (in subordinazione) alla redenzione dell'umanità e quindi agisce in favore dell'umanità, portando gli uomini di buona volontà verso il proprio Figlio, perché, non dimentichiamo mai che, il Cristo risorto, Colui che siede alla destra del Padre sarà per tutta l'eternità Suo Figlio.

Tommaso de Torquemada













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