Dialogo fra Manuel Noronha e suo figlio, tratto da
” Einstein e la formula di dio “
Manuel Noronha.
Il problema della possibilità che i computer possano o meno acquisire coscienza è legata a uno dei problemi della matematica, la questione dei paradossi autoreferenziali. Per esempio, stai attento a quello che stò per dire. Io dico soltanto bugie. Noti qualche anomalia in questo?
- In che cosa?
- In questa frase che ho appena finito di formulare. Io dico soltanto bugie.
Tomas liberò una risata.
- E’ una grande verità.
Il padre lo guardò con aria accondiscendente.
- La risposta è questa. Se è vero che io dico solo bugie, allora, avendo detto una verità, io non dico solo bugie. Se la frase è vera invece, lei stessa contiene una contraddizione al proprio interno. – Agitò le sopracciglia soddisfatto di se stesso. –Per molto tempo si è pensato che questo fosse un mero problema semantico, risultante dalla limitazione della lingua umana. Ma, quando questo enunciato è stato trasposto in una formula matematica, la contraddizione è rimasta. I matematici hanno passato molto tempo a cercare di risolvere il problema, sempre convinti che fosse risolvibile. Quest’illusione è stata distrutta nel 1931 da un matematico chiamato Kurt Godel, che formulò due teoremi, detti dell’Incompletezza. I Teoremi dell’Incompletezza sono considerati uno dei maggiori successi intellettuali del XX secolo e hanno lasciato i matematici in uno stato di shoc. –Esitò – E’ un po’ complicato spiegare in che cosa consistono questi teoremi, ma è importante che tu tenga presente che ….
- Tenta.
- Tento che cosa? Di spiegare i Teoremi dell’Incompletezza?
- Si.
- Non è semplice- disse scuotendo la testa. Riempì il petto d’aria come se cercasse di acquisire coraggio. – Il problema essenziale è che Godel ha provato che non esiste nessun procedimento generale che dimostri la coerenza della matematica. Ci sono affermazioni che sono vere, ma non sono dimostrabili all’interno del sistema. Questa scoperta ha avuto conseguenze profonde, rivelando i limiti della matematica e mostrando così una complessità sconosciuta nell’architettura dell’universo.
- Ma questo cosa c’entra con i computer?
- E’ molto semplice. I Teoremi di Godel suggeriscono, che per quanto sofisticati siano , i computer sono sempre sottoposti a limiti. Pur non riuscendo a dimostrare la coerenza di un sistema matematico, , l’essere umano riesce a percepire che molte affermazioni all’interno del sistema sono vere. Ma il computer, collocato di fronte a una tale contraddizione irrisolvibile, si bloccherà. Dunque i computer non saranno mai capaci di eguagliare gli esseri umani.
- Ah, adesso ho capito - esclamò Tomas. Assunse un’espressione soddisfatta. - Quindi papà mi stai dando ragione ….
- Non necessariamente , - disse il vecchio matematico. - Il grande problema è che noi possiamo presentare al computer una formula che sappiamo essere vera, ma della quale esso non può provare la verità. Tutto questo è vero. Ma è anche vero che il computer ci può fare la stessa cosa. La formula non è dimostrabile soltanto per chi sta lavorando dentro il sistema, capisci? Chi si trova fuori dal sistema riesce a provare la formula. Questo vale tanto per un computer quanto per un essere umano. Conclusione: è possibile che un computer sia intelligente quanto le persone e anche di più.
Tomas sospirò.
- Tutto questo per provare che cosa?
- Tutto questo per farti vedere che non siamo altro che computer molto sofisticati. Credi che i computer possano arrivare ad avere un’anima?
- Che io sappia, no.
- Dunque se noi siamo di computer molto sofisticati , anche noi non la potremmo avere. La nostra coscienza, le nostre emozioni, tutto quello che percepiamo è il risultato della sofisticazione della nostra struttura. Quando moriremo, i chip della nostra memoria e della nostra intelligenza spariranno e noi ci spegneremo. - Respirò profondamente e si appoggiò alla sedia. – L’anima, mio caro figlio, non è altro che un’invenzione, una meravigliosa illusione creta dal nostro ardente desiderio di sfuggire all’inevitabilità della morte.
"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una inutile speranza, riceve come ricompensa una serenità crescente".
da "Crisi di Coscienza" di Raymond Franz