00 02/12/2011 11:57
torno qui solo per fare corretta informazione, poi vi lascio di nuovo, visto i precendeti che ho avuto con sonnyp.



Le date:

Nel 2009 c'è il colpo di scena. La Bibbia Ed. san Paolo (stesso testo CEI 2008), nell'introduzione al libro Sapienza, assegna questa data: "tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I d.C. A confermarlo ci sarebbero le allusioni alla situazione storica del tempo, gli influssi filosofici (...) e letterari greci". E' la tesi di G. Scarpat, pur senza menzionarlo per non rammentare la dannosa datazione: dal 30 a.C. al 40 d.C.

sono corrette, ma non sono le date che preoccupano ma tutto il resto...

[SM=g7350] [SM=g7350] [SM=g7350]

Guardate un po' qui

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10022963

leggetevi un po' tutto:

anche se Freddie ha concluso bene in un unico post ecco faccio il copia/incolla:

Credo che occorra fare un pò il punto della situazione e ribattere, per quel poco che sò (come ho spesso scritto, non sono nè un biblista nè un teologo)ad un post che, francamente, porta avanti delle tesi che fanno parecchia acqua e al contempo ribatto alcune affermazioni a sostegno dell'articolo riportato. Anch'esse, a mio avviso, discutibili e soggette ad essere confutate.

Partiamo dall'inizio e cioè dal titolo dell'articolo che dà il titolo anche al post e che con interventi successivi Kelly70 tenta di sminuirne la portata dichiarando che la collocazione del Libro è un fatto marginale. Non è così, visto che tanto il titolo dell'articolo quanto il post iniziano con:

"Perché gli ultimi 10 libri dell' Antico Testamento non sono gli ultimi libri dell'indice della Bibbia?

Già Cristianlibera ha precisato che la collocazione del Libro NON E' fatta in base ad un ordine cronologico, ma secondo un ordine categorico. Affermazione valida perchè io stesso ho ricordato due esempi che riguardano l'A.T. e il N.T. Nel primo caso il primo Libro è Genesi, ma è riconosciuto che il più antico è il Libro dell'Esodo che compare come secondo nell'ordine. Stessa cosa nel secondo caso: il Vangelo di Matteo viene prima di quello di Marco, ma è quest'ultimo ad essere il più antico tra i due, ma vi compare come secondo.
Qual'è il motivo della presunta "arretratezza" del Libro della Sapienza?

Perché questi 10 libri - più vicini alla natività - sono stati retrocessi?
"Tutti i testi biblici che vanno dal III secolo a.C. alla nascita di Cristo non profetizzano l' avvento del Messia. Per nascondere l' intollerabile assenza, questi libri sono stati retrocessi affinché il lettore non scorga il vuoto profetico nei testi biblici più vicini a Cristo. Il libro Sapienza, ultimo in ordine temporale, è stato indietreggiato di 19 posti.
E simile sorte è toccata agli altri nove libri.
Proprio nel libro della Sapienza è racchiusa la più eclatante sconfessione biblica. Questo testo è stato scritto nella stessa epoca in cui è nato e vissuto Cristo (Introduzione La Bibbia - Ed. San Paolo, 2009), ma l'autore sapienziale non sa nulla di Cristo."


Ragionando solo con la logica mi viene da chiedere: Dov'è scritto che i testi biblici più vicini all'avvento di Cristo devono NECESSARIAMENTE profetizzare la sua venuta? Il vuoto profetico (o presunto tale) non dice un bel niente nè ha alcun significato in termini negativi. Inoltre, sostenere che nel Libro della Sapienza " è racchiusa la più eclatante sconfessione biblica" rasenta il ridicolo. Come è possibile che nel Libro dei Libri in cui è racchiusa la Parola di Dio (espressa nella parola umana) ci possa essere un libro o una frase che sconfessi la Parola stessa? E se fosse anche così, c'è da credere che quanti hanno dato vita al canone fossero talmente ciechi da non accorgersi del pericolo a cui andavano incontro. Al loro posto non l'avrei neanche preso in considerazione e non lo avrei accettato tra i Libri che compongono la Bibbia come hanno fatto gli Ebrei e i Protestanti per le loro Scritture sacre. Invece, dopo 2.000 anni arriva, fresco fresco, un tale (e quanti ne sostengono le tesi) che pretende di far aprire gli occhi a chi non vede questa presunta "discrepanza"!!!!
Ma cosa sappiamo sul Libro in questione? Il libro è stato scritto alle soglie del cristianesimo, in greco, forse ad Alessandria d'Egitto, nella seconda metà del I secolo a.C. (sulla questione delle date tornerò in seguito). Il suo autore è un Ebreo alessandrino, il suo è stato il tentativo di rafforzare l'impegno religioso della comunità ebraica ellenistica che era entrata in contatto con numerose culture politeiste e pagane e, se possibile, di convertire i pagani stessi. Proprio perchè non scritta in ebraico, l'opera non è entrata nel canone delle Scritture sacre degli ebrei e dei protestanti, mentre è stata accolta in quello cattolico con altri sei libri, detti "deuterocanonici". Il Libro è un piccolo trattato teologico, è un'esortazione alla fedeltà per gli ebrei dispersi fra i pagani nel mondo, è un testo di meditazione sulla Bibbia (in particolare sul Libro dell'Esodo), è un'opera "missionaria" indirizzata indirettamente ai pagani, perchè scoprano la bellezza del messaggio biblico. Al centro vi è il tema della Sapienza quale dono di Dio e forza creatrice insieme a Dio che pervade i fedeli e li guida nella loro esistenza e penetra anche il cosmo in tutte le sue meraviglie (quindi, è specificato quale sia il tema). Il fatto che non parli esplicitamente di Cristo non significa alcunchè. Del resto, chi mastica un pò di Bibbia sà che Essa è la storia millenaria del rapporto d'amore tra Dio e l'uomo e tutto l'A.T. è un "antefatto" che anticipa la venuta di Gesù in cui si adempiono pienamente le Scritture. Come individuo, l'autore - essendo un ebreo della tradizione giudaica - poco gli sarebbe interessato di Cristo, ma la sua opera comunque è ispirata perchè sfocia nel canto finale dei salvati, un inno che sigilla un testo pieno di luce e speranza; un ulteriore tassello nel cammino della salvezza dell'Uomo. Inoltre, la figura di Cristo viene richiamata, come specificherò più avanti (pertanto, non è vero che nell'opera non si sa nulla di Cristo).
Veniamo alla questione della data: senza ripercorrere pedissequamente la sequenza riportata de Kelly (che dimostra, semmai, che nel corso degli anni gli studi e le ricerche sono andati avanti man mano che nuove fonti, nuovi reperti, nuovi strumenti di catalogazione venivano
scoperti ed utilizzati), possiamo dire che il periodo ipotizzato della compilazione più volte citato e, a quanto sembra, supportato da Kelly (oggi, ripeto, fissato al I sec. a.C.) è collocato tra il 30 a.C. e il 40 d.C. Orbene, dalle mie parti, quando si fissa un intervallo di tempo tra due date (nello specifico, di 70 anni. E non è poco!) significa che ogni data compresa in quell'intervallo PUO' essere buona. Pertanto affermazione come questa:

quello che conta è la data in cui è stato scritto, cioè DOPO LA NASCITA DI GESU'.

oppure:

Nel 1967 il biblista Giuseppe Scarpat (in "Rivista Biblica", 15, pp. 170-189) analizza e indica come data di composizione di Sapienza: dal 30 a.C. al 40 d.C. Da tutti i critici è considerata un'indagine "su solide basi" e "di alto profilo scientifico". Ma i libri canonici della Chiesa non ne parlano. Perché? L’anno "40 d.C." sta a significare che Cristo era già morto!

Sono un'evidente forzatura. Essere stato scritto TRA il 30 a.C. e il 40 d.C. vuol dire che può andar bene anche il 20 a.C. o il 10 a.C. o l'1 a.C. così come può andar bene l'1 d.C. o il 20 d.C. o il 30 d.C. o il 40 d.C. Ovvio che a coloro a cui interessa sostenere la tesi dell'articolo postato tendono a spostare l'anno sempre più verso il 40 d.C. Ma lo fanno ARBITRARIAMENTE, senza avere una prova certa. La data della seconda metà del 1 sec. a.C. (o comunque, all'alba del cristianesimo) è quella su cui maggiormente convergono attualmente gli studi, non solo cattolici.
Per quanto riguarda il presunto "disconoscimento" tra l'autore, l'opera dello stesso e Cristo (qui le idee mi sembrano alquanto confuse) è evidente che si è sorvolato su alcuni versi del Libro.


Siamo proprio certi che il Libro della Sapienza sembra non considerare la venuta di Cristo? Forse, occorre leggere alcuni passi revelatori...

12 Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta.
13 Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
14 È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15 perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16 Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
17 Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
18 Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19 Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
20 Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».

(Sapienza 2,12-20)

Sebbene il soggetto sia genericamente il giusto, un lettore attento non mancherà di osservare che ciò che è scritto ancor più si adatta a Gesù, il Giusto per antonomasia, il Figlio di Dio a cui sono capitate ESATTAMENTE le situazioni sopra descritte.


13 Essa non abbandonò il giusto venduto,
ma lo preservò dal peccato.
14 Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e potere sui propri avversari,
smascherò come mendaci i suoi accusatori
e gli diede una gloria eterna.

(Sapienza 10,13-14)

Anche qui, se al giusto è riservato questo, ancor più al Giusto dei giusti...
Giusto...per capirci!!!!!


Quanto a questa affermazione:

Il vostro Messia esiste solo nell'immaginazione.

Qui non voglio entrare nel merito di una discussione che ci porterebbe fuori tema; dico solo che se Gesù fosse un frutto dell'immaginazione, non lo sarebbe più di un Vercingetorige. Ad essere stretti stretti che un Cristo è esistito lo si evince - soffermandoci solo sulle fonti non cristiane - da Flavio Giuseppe, Tacito, Svetonio. Di Vercingetorige non sappiamo di preciso quando è nato; non si conosce la sua tomba nè si hanno notizie certe del suo nome e scarse sono quelle della sua vita; l'unico a parlarne compiutamente è Giulio Cesare nel suo "De Bello Gallico". Eppure, del secondo non si dubita della sua esistenza, del primo sì (senza contare che il secondo fu comunque un capo e un condottiero che combattè contro Roma, mentre il primo era un oscuro rabbì di una lontana quanto declassata Provincia Romana)!!!!! Se questa è logica...
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un consiglio a tutti:

non abbocate sempre quando un Claudio o una Kelly vi vuol far manjà una balla colossale come questo articolo.

Cioè, se dovete perdere la vostra fede nel meravoglioso NOSTRO SIGNORE allora perdetela almeno per qualcosa di più consistente. [SM=g7362]