00 05/12/2011 00:08


Per me il discorso si chiude con quanto segue.
Mio giudizio finale: siamo alle solite ....... (credo sia chiaro cosa intendo).

Non sto a sottolineare i punti salienti, dato che mi trovo tra persone competenti.

E con chi non vuole vedere sarebbe perfettamente inutile.

Dunque, da Wikipedia, controllato anche altrove:

Il Libro della Sapienza o Sapienza di Salomone o semplicemente Sapienza (greco Σοφία Σολομώντος, sofía solomóntos, "sapienza di Salomone"; latino Sapientia) è un testo contenuto nella Bibbia cristiana (Settanta e Vulgata) ma non accolto nella Bibbia ebraica (Tanakh). Come gli altri libri deuterocanonici è considerato ispirato nella tradizione cattolica e ortodossa, mentre la tradizione protestante lo considera apocrifo.

È scritto in greco e la sua redazione è ipotizzata ad Alessandria d'Egitto tra il 30 a.C. al 50 d.C. dall biblista Giuseppe Scarpat (Rivista Biblica, 15, pp. 170-189, anno 1967), ad opera di un autore ignoto. La successiva tradizione cristiana lo ha pseudoepigraficamente attribuito al saggio re Salomone.

È composto da 19 capitoli con vari detti di genere sapienziale, con in particolare l'esaltazione della Sapienza divina personificata.

Data ed autore [modifica]

Non sono pervenute copie del libro della sapienza in lingua ebraica. Molti studiosi ritengono che la lingua usata e le idee espresse conducono ad un'origine greca del libro e che l'autore sia quindi un ebreo di Alessandria. Troviamo qui il greco più classico nella bibbia dei settanta.

Il libro si presenta come opera di Salomone, chiaramente indicato, escluso il nome, in 9,7-8.12; si presenta come un re (7,5; 8,9-15) e si rivolge ai re come a colleghi (1,1; 6,1-11,21). Di fatto però si tratta di un espediente letterario, per mettere questo scritto, come del resto l'Ecclesiaste o il Cantico dei cantici, sotto il nome del più grande saggio d'Israele.

L'autore del testo, è ritenuto dagli eruditi un esperto in filosofia, in religione e nell'etica. Si pensa che l'autore sia anche diverso dall'autore del libro del Qoelet anche se i due libri, come abbiamo già visto, vorrebbero condurre al medesimo autore. In particolare sembra che Sap 2,1 risponda in modo diretto alla problematica sollevata da Qoelet:




« Dicono fra loro sragionando: «La nostra vita è breve e triste; non c'è rimedio, quando l'uomo muore, e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi. » (Sapienza 2,1)




Tra i contributi principali del libro ci sono la fede nell'immortalità dell'anima e nell'eternità della Sapienza divina, nonché la presunta predizione delle sofferenze di Gesù.

Riguardo alla datazione, l'edizione 2009 della "La Bibbia Ed. san Paolo" (testo CEI 2008), accoglie la tesi dell bilista Scarpat ed assegna una data compresa «tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I d.C. A confermarlo ci sarebbero le allusioni alla situazione storica del tempo, gli influssi filosofici e letterari greci».



Dopodiche':
L' articolo completo - di uno storico israeliano che insegna all' Universita' di Tel Aviv (!) e mai o poco contraddetto dai suoi colleghi - e' su questo stesso forum.



Ma ecco che nel corso degli anni 1980 questi miti fondatori vacillano. Le scoperte “della nuova archeologia” contraddicono la possibilità di un grande esodo nel XIII° secolo prima della nostra era. Inoltre Mosè non ha potuto fare uscire gli ebrei dell’Egitto e condurli verso “la terra promessa” per la semplice ragione che all’epoca questa… era nelle mani degli Egiziani. Non si trova del resto alcuna traccia di una sommossa di schiavi nell’impero dei faraoni, né una conquista rapida del paese di Canaan perpetrata da elementi stranieri.

Non esiste neppure un segno dei sontuosi regni di Davide e di Salomone. Le scoperte del decennio passato mostrano l’esistenza, all’epoca, di due piccoli regni: Israele, più potente, e Juda, la futura Giudea. Gli abitanti di quest’ultimo regno non subirono nessun esilio nel VI° secolo prima della nostra era: solo l’élite politica ed intellettuale dovettero installarsi a Babilonia. Da questo decisivo incontro con i culti persiani sorgerà il monoteismo ebreo.


Ciao
Claudio
[Modificato da Claudio Cava 05/12/2011 00:13]





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer