00 07/12/2011 20:32

E' arrivato l' intervento di Polymetis, in privato e pubblicato qui:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10022963&...

Ho letto solo la prima pagina, mi sembra una discussione scema per vari motivi:
1)L'autentica datazione del libro della Sapienza oscilla tra I sec. a.C. e primo sec. d.C., quindi è impossibile date per certa la composizione nel I sec. a.C.
2)Non si vede perché un testo ispirato, anche se fosse del I sec. d.C., debba parlare di Cristo. Ispirazione non vuol dire "dettatura", questo è un concetto da TdG. Inoltre l'ispirazione può riguardare varie cose che DIo vuole farci conoscere. Così come i Vangeli ci narrano la vita terrena di Gesù. il libro della Sapienza ci narra qualcosa della vita pre-umana di Gesù, cioè ci danno una descrizione della Sapienza nel suo essere disincarnata.
QUindi non c'è nessuna contraddizione tra Sapienza e Vangeli, semmai si completano a vicenda. La prima parla di temi metafisici, i secondi della vita terrena di Cristo.

Ad maiora



Questa la mia risposta (ovviamente indiretta):

Tutto questo non fa altro che confermare il succo della questione: sono tutti aggiustamenti effettuati allo scopo di affermare una continuita' che esiste solo nella mente contorta dei fanatici dell' epoca, ma necessaria all' abbindolamento degli ignoranti.

Qui un piccolo assaggio:

Le incoerenze testuali [modifica]

Già dal XIX secolo molti studiosi hanno affermato che la struttura letteraria del vangelo manifesta una formazione progressiva, che partendo da un substrato giovanneo attraverso rimaneggiamenti successivi sarebbe approdata alla fisionomia attuale.

Prova di questa gestazione sarebbero tre aggiunte:
il prologo (1,1-18);
l'episodio dell'adultera che presentano a Gesù (7,53-8,11): ha lo stile tipico di Luca e spezza maldestramente il filo che collega il testo che lo precede con quello che lo segue. Esso,inoltre, manca in alcuni manoscritti antichi importanti;
il racconto dell'ultima apparizione (21,1-25): viene dopo la conclusione del capitolo 20.

Anche le numerose fratture e incongruenze presenti nel testo potrebbero essere un riflesso delle fasi di composizione dell'opera. Le principali sono le seguenti:
3,22 ("Gesù battezzava") è in contrasto con 4,2 ("Non era Gesù che battezzava, ma i suoi discepoli");
4,44 ("Gesù stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria") è una nota di intonazione sinottica, stonata nel contesto; infatti subito dopo, al versetto 4,45, si dice: "Quando però giunse in Galilea i Galilei lo accolsero con gioia";
L'ordine dei capitoli 5;6 dovrebbe essere invertito: il capitolo 5 è ambientato a Gerusalemme; il capitolo 6 inizia affermando: "Dopo questi fatti Gesù andò dall'altra riva del mare di Galilea" in accordo con il fatto che il capitolo 4 era ambientato a Cafarnao;
11,2 dice che Maria è quella che aveva unto i piedi di Gesù, eppure l'episodio viene raccontato nel capitolo 12;
in 12,36 si dice che "Gesù se ne andò e si nascose da loro". Poi i vv. 12,37-43 sono riflessioni teologiche dell'autore. All'improvviso al v. 12,44 si dice che Gesù. gridò a gran voce. A chi gridò, se era da solo?
14,31: dopo due capitoli di discorsi Gesù dice: "Alzatevi, andiamo via di qui", e poi invece per i cc. 15;16;17 continua il suo discorso.

A queste si devono aggiungere alcune ripetizioni e discordanze:
3,12-21.31-36 e 12,44-50 sembrano doppioni;
7,28 = 8,14;
7,34-36 è simile a 8,21;
la doppia chiusura finale, già notata sopra: 20,20-31 (dell'evangelista) e 21,24-25 (un altro che dà la garanzia).

it.wikipedia.org/wiki/Vangelo_secondo_Giovanni

Ciao
Claudio






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer