00 31/01/2012 15:12
Re: Re:
brian67, 31/01/2012 15.03:



Secondo la mia esperienza molti dimenticano, e infantilmente parlano o scrivono in buona fede.

Saluti Brian







Non dobbiamo neppure dimenticare la "Dissonanza cognitiva" che spinge il componente di una setta a negare l'evidenza.


Dissonanza cognitiva:

E ciò può accadere anche quando giungiamo tramite esperienze emozionali "a una soluzione per il successo della quale abbiamo pagato un prezzo piuttosto caro in termini di angoscia e aspettative, investiamo così tanto in questa soluzione che preferiremmo deformare la realtà per adattarla alla nostra visione del mondo piuttosto che sacrificarla a favore di quanto non può essere ragionevolmente ignorato." (Paul Watzlawick, La realtà della realtà, Astrolabio, 1976 Roma, p. 57)

Un esempio di dissonanza cognitiva è la "Grande Delusione" millerita del 22 ottobre 1844. Miller aveva indicato come data per la fine del mondo il 22 ottobre del 1844. Nell'imminenza di tale data molti milleriti avevano distribuito i loro beni ai poveri, rimandato matrimoni e interrotto cure mediche.
Quando alla fatidica data non accadde nulla di rilevante, furono ridicolizzati. (Massimo Introvigne, Mille e non più mille, Gribaudi Editore, Mialno 1995, p. 105)

Malgrado ciò il millenarismo avventista si espanse; si disse che si era attesa la cosa sbagliata per la data giusta, qualcosa era comunque accaduto nel regno invisibile, in Cielo. Gesù era entrato nella parte più santa del Santuario celeste (è il caso degli avventisti del Settimo Giorno).

Altri hanno considerato tale data sbagliata e con l'ausilio della numerologia e lo studio delle sacre scritture stabilirono un'altra data (è il caso dei Testimoni i Geova che continuano a spostare la data della fine del mondo).


I TcD si comportano ne più ne meno come i componenti di altre sette.




[Modificato da fiammaverde 31/01/2012 15:14]



"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una inutile speranza, riceve come ricompensa una serenità crescente".

da "Crisi di Coscienza" di Raymond Franz