00 25/02/2012 21:09
Re: Dicci, dai!
Sonnyp, 25/02/2012 19.56:


Avete mai partecipato o assistito ad un comitato giudiziario per immoralità sessuale commessa da una "sorella", magari pure giovane e nubile?



Questa è davvero interessante Fiamma. Raccontaci, dai, siamo tutto orecchi! Compresi quelli del Delemme di turno! Oggi ho visto parecchi visitatori di mia conoscenza che monitoravano il mio forum.... forse impareranno qualcosa della loro cara WTS!


Evidentemente l'argomento ha suscitato il loro interesse!!!!! Shalom.




Facciamo un esempio classico:

Come si comporta, di solito, un comitato giudiziario in caso di immoralità fra una “sorella” non sposata ed un uomo del mondo sposato, marito di una sua amica ?

1. Il Corpo degli Anziani accerta i fatti e dopo essere entrato in possesso delle prove dell’avvenuta immoralità , nomina il Comitato Giudiziario.

2. Comitato Giudiziario si incontra con la “sorella”, le fanno la romanzina (con l’aiuto di qualche scrittura biblica, di qualche articolo della Torre di Guardia, e del libro "Pascete il gregge di ...."), con l’intento di verificare se ha compreso la gravità di quanto fatto e capire se è pentita. Alquanto squallide sono alcune domande che tali anziani, di solito, rivolgono alla giovane donna, domande che sanno molto di voyeurismo.

3. La “sorella” deve produrre “frutti degni di pentimento”, che non dovrebbero limitarsi al semplice dire che è pentita, ma deve aver interrotto la relazione e...

4. Deve chiedere perdono alle persone offese, ed in questo caso alla moglie dell’ex amico, anche perché se per caso è incinta, un domani tutti potranno fare due + due e capire.

Qui la faccenda si complica un tantino.

Andare dalla moglie del tizio a chiedere perdono, può suscitare una reazione inconsulta (si dice così?) e la donna potrebbe reagire male a danno dell’altra e fare un putiferio (a volte questo accade, quando non accade di peggio).

Per cui è necessario valutare bene se è il caso di richiedere tale passo alla “sorella”.
Ma vi sono degli anziani che, pur di imporre la propria volontà, trascurano di fare una giusta valutazione delle conseguenze. (in realtà l’organizzazione, quando alle scuole degli anziani dava queste indicazioni, pareva avere come unico scopo quello di evitare possibili reazioni che avrebbero gettato discredito sull’organizzazione).

Se ne può dedurre che nel caso in cui ci fosse tale possibilità( discredito sulla congregazione), la bibbia passa in secondo posizione. Prima il buon nome dell’organizzazione poi l’applicazione della bibbia.(Non vi ricorda qualche cosa? Caso Messico- non più preghiere ne cantici alle adunanze e neppure uso della bibbia in predicazione; caso Bulgaria in sede europea di Strasburgo con successiva disposizione di dissociazione per trasfusioni e non più disassociazione, ecc…)

5 - Se sorgono problemi, anche se la “sorella” dichiara di essere pentita ed ha prodotto “opere degne di pentimento” come il chiedere perdono alla parte offesa, il Comitato giudiziario disassocierà comunque, per poter in seguito eventualmente sostenere di fronte a qualcuno che accusa i TcD di essere come gli altri, che la Tal dei Tali non è una TcD.

6 - Se oltre a questo c’è pure l’evidenza di una relazione immorale (evidenti segni di maternità-pancione?) motivo in più per disassociare comunque perché il fatto a conoscenza di troppe persone.

7 - Imperativo? Salvare il buon nome della Congregazione dei TcD.


NB- Questa era la prassi fino a qualche anno fa, prima che me ne andassi. Qualche cosa potrebbe essere cambiata, visti i continui cambiamenti di "intendimento".

Si sa la bibbia cambia!



[Modificato da fiammaverde 25/02/2012 21:11]



"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una inutile speranza, riceve come ricompensa una serenità crescente".

da "Crisi di Coscienza" di Raymond Franz