Se i raggirati non ci fanno pena difficilmente faremo qualcosa per cercare di aiutarli. E questo dovrebbe farci riflettere, perché le persone che si fanno raggirare sono le stesse che cercano risposte alle loro inquietanti domande.
Si può scegliere di non "ascoltare" la voce interiore, che qualcuno chiama voce dell'anima, e vivere solo di razionalità e scienza. Io continuo a chiedere cosa me ne faccio di tanta scienza se non so perché sono qui...
Certo, ognuno rimane libero di scegliere a cosa dare ascolto. Ma il solo pensare che solo gli ingenui e gli allocchi siano le potenziali e possibili vittime delle sette manipolatrici è il primo e più grande errore che si possa commettere. Riporto, a vostro favore, un brano tratto dal libro "Cults in Our Midst", della dott.ssa Margaret T. Singer, una delle psicologhe ed exit counselor più quotate degli USA. Studia il fenomeno delle sette da moltissimi anni, e i suoi scritti sono molto illuminanti. Ecco cosa dice:
"Solitamente si ama pensare che i propri valori, ideali e opinioni sono inviolabili e completamente auto-determinati. Si può ammettere a denti stretti di essere leggermente influenzati dalla pubblicità. Ma a parte quello, si vuole preservare nel mito che gli altri sono deboli e facilmente influenzabili, mentre noi siamo forti. Anche se tutti sappiamo che la mente umana è aperta all'influenza – che sia o meno un pensiero confortante – la maggioranza di noi in modo difensivo e altezzoso proclama “Solo i pazzi, gli stupidi e i bisognosi entrano nelle sette. Nessuno potrebbe mai farmi commettere suicidio o picchiare i miei figli o donare mia moglie al leader di una setta. Nessuno potrebbe mai convincermi, con le sole parole, a fare una cosa del genere”. Quando sento dire cose del genere, chiedo tranquillamente “Vuoi scommettere?” Si coltiva anche la fantasia che i manipolatori affrontano direttamente, minacciano e litighano affinché i loro desideri vengano esauditi. Si immagina il Grande Fratello con ai piedi alti stivali da nazista, pistola puntata alla tempia del malcapitato che viene costretto a cambiare le proprie convinzioni, credenze, ad alterare la sua personalità e accettare nuove ideologie. La persona comune guarda dall'alto in basso chi entra in una setta, chi rimane invischiato in una truffa di qualche tipo o resta in un gruppo o in una relazione abusiva per molto tempo. Quelle cose accadono solamente agli sciocchi, si vanta, generando per sé stessa una categoria chiamata “Non io” in cui collocare le vittime di sette, truffe e influenza intensa. Esiste una avversione quasi universale ad accettare l'idea che noi stessi siamo vulnerabili alla persuasione. L'ho sentito dire da giornalisti, professori universitari, vicini, persone sedute di fianco a me in aereo, gente con cui ho parlato in strada, laureati, giardinieri, rappresentanti. Né l'educazione né tantomeno età o classe sociale proteggono da questo falso senso di invulnerabilità.
Nonostante il mito che le persone normali non vengono risucchiate dalle sette, nel corso degli anni è divenuto chiaro che chiunque è suscettibile alla lusinga di questi abili manipolatori. Di fatto la maggioranza di adolescenti e adulti presenti nelle sette proviene dalla classe media, ha una educazione medio-alta e non era seriamente disturbato quando vi è entrato.
I ricercatori indicano che circa i due terzi di chi entra in una setta proviene da famiglie normali senza grossi problemi, e nel periodo dell'ingresso dimostravano un comportamento adeguato alla loro età. Del rimanente terzo solo il 5-6% presentava difficoltà psicologiche importanti prima dell'ingresso. Il resto di questo terzo aveva depressione diagnosticabile collegata a perdita personale (ad esempio una morte in famiglia, non essere riusciti a farsi ammettere all'università o al corso di formazione prescelti, o una relazione andata a rotoli) o stava combattendo con problemi di carriera o sessuali legati all'età.
Certi background familiari possono rendere alcuni giovani più vulnerabili di altri alla lusinga delle sette. Esse offrono soluzioni istantanee, semplicistiche e concentrate ai problemi della vita. Alcune famiglie promuovono inconsapevolmente una combinazione di incertezza e ribellione che fa sembrare la setta come la soluzione perfetta per i giovani alla ricerca di una scappatoia dalle frustrazioni della situazione familiare. In questo tipo di famiglia i ragazzi vengono costantemente incoraggiati ad essere avventurosi, indipendenti o controcorrente. Poi nel momento in cui i ragazzi diventato attivi o scelgono la loro compagnia o in qualche modo si ribellano, vengono redarguiti dagli stessi genitori per aver scelto l'attività o gli amici sbagliati, per aver fatto la cosa sbagliata o preso la decisione sbagliata. Spingendo i ragazzi a crescere troppo, o troppo in fretta, alcuni genitori tendono ad essere davvero di poco aiuto a questi giovani che devono affrontare una grande varietà di decisioni. I ragazzi si sentono abbandonati a se stessi e al contempo non hanno fiducia nella loro capacità di prendere decisioni. Si è scoperto che molti membri di setta provengono da questo background.
Un altro tipo di vulnerabilità, o fattore di stress, evolve quando la persona, specialmente adolescente o giovane adulto, si sente sopraffatto semplicemente dal numero di scelte che deve fare, dall'ambiguità della vita in quell'età, dalla complessità del mondo e dalla quantità di conflitti collegati ai molti aspetti della vita quotidiana. Oltre a dover affrontare la pressione delle decisioni personali, molti adolescenti vengono alle prese con i loro intenti, valori o credenze in generale. Molti ex membri hanno raccontato che certi corsi di studi frequentati alla fine delle scuole superiori o all'inizio dell'università hanno fortemente contribuito a questo sconcerto. Generalmente descrivono lezioni, insegnanti ed esperienze come destabilizzanti della loro idea del mondo, cose che li avevano lasciati terrorizzati dalla complessità di dover prendere decisioni apparentemente infinite. Sentendosi persi e soli, avevano sentito la necessità di aggregarsi a qualcuno e di trovare un modo semplice per far funzionare la vita. Senza avere l'intenzione di fare una scelta del genere, si erano ritrovati in un gruppo che offriva un cammino garantito e semplice da seguire, ... e sono molti gli studenti universitari che non hanno quella stabilità sociale e familiare che permette di respingere le seducenti lusinghe delle risposte semplici, e la cui suscettibilità al reclutamento nelle sette aumenta con l'aumentare della destabilizzazione della loro visione del mondo circostante. Qualcosa di simile accade a molti adulti. Oggigiorno molti adulti sono sopraffatti dalla confusione e dall'evidente freddezza della società: violenza insensata, senzatetto sempre più numerosi, mancanza di senso, la diffusa mancanza di rispetto per le figure autorevoli, disoccupazione ed emarginazione, instabilità e insicurezza del mondo del lavoro, perdita di comunicazione familiare, il regredire del ruolo delle religioni istituzionali e la mancanza di senso di comunità o addirittura del vicinato. Non meno confusi degli adolescenti, molti adulti maturi hanno sempre meno a cui aggrapparsi nella tecnocultura odierna. Che cosa può creare tutto questo, se non neofiti per la moltitudine di manipolatori e truffatori? Ciononostante rimane il fatto che a parte le condizioni socioeconomiche che creano turbamento e certi fattori familiari rilevanti, chiunque si trovi in uno stato di vulnerabilità, stia cercando compagnia e un qualcosa che abbia significato, o si trovi in un momento transitorio o di perdita personale è un buon bersaglio per il reclutamento settario. Sebbene la maggioranza di culti contemporanei reclutino principalmente giovani adulti, preferibilmente single, alcuni – in particolare le sette neo-Cristiane – cercano famiglie intere, e certi gruppi hanno come obiettivo le persone anziane. Che cosa offrono le sette alle persone sole, depresse o insicure? In un modo o nell'altro ogni setta afferma di offrire un miglioramento dello stato mentale, un stato dell'essere più profondo e una certezza di rettitudine morale, spirituale o politica. Questo presunto stato benefico può essere raggiunto solamente seguendo il cammino strettamente preordinato da un particolare maestro, guru o trainer. Per afferrare questo approccio alla vita il neofita – il bambino, il primaticcio, il membro in prova, il figlioccio spirituale, l'inconsapevole come certi gruppi etichettano il nuovo arrivato – deve abbandonare il suo senso critico, lasciarsi andare al flusso della forza, deve avere fiducia e fede infantile".
E' proprio questo l'inganno. Quanto più ci si crede forti, capaci di individuare la truffa e troppo intelligenti per cadere nella rete tessuta dai manipolatori, tanto è più facile essere raggirati, proprio perché ci si sente invulnerabili e, quidi, si abbassano le proprie difese. E, a questi livelli, ha davvero poca importanza che si tratti di una religione, di un movimento, di una setta o di un'organizzazione commerciale.
Più si è vuoti e più si ama emergere, come recipienti pieni di niente, che galleggiano sulla superficie dell’acqua.