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V'È UNA RELIGIONE SUPERIORE CHE NON RIVELIAMO AL VOLGO...

 

Di Giovanni La Torre | 28.05.2012

 
Ne “I Misteri di Marsiglia” di Emile Zola (1840-1902) Clara Martelly, ragazza bella, di buoni costumi e timorata di Dio, aveva suscitato, suo malgrado, nell’abate Donadei degli appetiti che il prelato voleva soddisfare a tutti i costi. Non sapendo come indurre la giovinetta a sottomettersi ai propri desideri gli invia un biglietto, nascosto nel messale che la fanciulla aveva dimenticato nel confessionale, nel quale gli scrive tutto il suo amore e gli propone di scappare insieme:

“Vi amo, come la Santa Chiesa nostra madre ama le anime pure che vanno a lei. Vi sogno tutte le notti, e vedo me e voi, stretti in un amplesso celeste, salire al cielo dandoci angelici baci”.

Nel timore che la fanciulla potesse ritenere blasfema e sacrilega una simile supplica proveniente da un uomo in abito talare che ha consacrato la sua vita a Cristo, l’abate fa l’affermazione decisiva:

“Ah! Non resistete alla chiamata di Dio. Venite. V’è una religione superiore, che non riveliamo al volgo, la quale unisce a due a due le creature. …”.

Insomma per cercare di portarsi a letto la povera Clarina l’abate Donadei tirò fuori questa “religione superiore” negata al volgo ma rivelata agli spiriti superiori.

Quello che sta accadendo in Vaticano mi ha richiamato alla mente questa pagina di Zola perché molto probabilmente gli alti prelati protagonisti delle vicende di questi giorni, e i loro sodali, ripeteranno la frase di don Donadei a quegli ingenui che gli vanno a chiedere se il loro comportamento sia conforme al Vangelo.

Così avranno detto, o pensato, chissà quante volte.

Per esempio quando qualcuno gli chiedeva perché invitavano a votare per Andreotti che vantava amicizie come Ciancimino e Lima, e poi per Berlusconi bunga-bunga, o quando gli si chiedeva perché a De Pedis veniva data sepoltura in una chiesa mentre a Welby veniva negato il funerale religioso, perché la gerarchia invitava a non votare i politici che volevano i di.co. mentre non formulava lo stesso invito per quelli che dirottano verso la corruzione i fondi che dovrebbero andare agli asili e all’assistenza alla maternità, perché ai ricchi e ai potenti si consente la bestemmia “contestualizzata” nonché una morale sessuale diversa da quella ufficiale, perché nella Chiesa ormai comandano organizzazioni come Opus Dei e Comunione e Liberazione che con il Vangelo non hanno nulla a che fare e che gli preferiscono di gran lunga la gestione degli appalti e della finanza (e la stessa giustificazione della “religione superiore” si daranno gli esponenti di quelle organizzazioni), perché consentono allo Ior di riciclare il denaro delle tangenti e, addirittura, della mafia.

Ma la medesima cosa penseranno e dichiareranno tra loro quei politici sedicenti cattolici, i quali a parole dicono di difendere i valori cristiani, ma nei fatti li contraddicono quotidianamente, a cominciare da quelli sulla famiglia per finire a quelli sulla carità, che per loro vuol dire scambiarsi fraternamente tangenti.

Tutti costoro ritengono che la morale di Francesco d’Assisi sia una storiella adatta per la“religione del volgo” e non all’altezza di quella “religione superiore” rivelata solo a loro.

Una volta abbiamo sentito un “teologo” dell’ Opus Dei affermare che ciò che caratterizza un cattolico non sono le azioni messe in pratica nella vita ma “la fede nella Resurrezione di Cristo”.

Quindi basta credere in questo e poi si può fare di tutto.

Ma allora, perché stupirsi di quello che sta accadendo?