00 23/08/2012 12:05
nitfa

Il dichiararsi "ateo" potrebbe anche essere un'affermazione di comodo "io sono ateo per cui non ho leggi di carattere religioso da rispettare".



Ma questo solo nel mondo dei forum cioè dove nessuno ti conosce, hai ragione potrebbe essere.

Nella vita dove tutti sanno se sei ateo oppure no, non lo puoi fare.
Anche se un comportamento cosi la trovo schizofrenico a dire la verità.

Se invece intendevi che qualcuno diventa ateo per questo motivo, io posso solo ipotizzare, non essendo mai stata ateo, ma io direi di no.
In questo mondo che è ancora dominato dai credenti, essere ateo significa anche di essere controcorrente e di andare spesso e volentieri icontro a strani preconcetti e pregiudizi come che essere atei= essere cattivi , dunque la comodità derivante da quel vantaggio da te propinato secondo me non ne valerebbe certo la candela.
Chi diventa ateo non lo diventa da un giorno all'altro ma è un processo interno che secondo me è lungo eppure certe volete doloroso perchPé prnedere visione che in tutto quello che fino ad un certo punto hai creduto in realtà non esiste non è mica facile,
Dico questo cercando di mettermi nei loro panni, poi di sicuro io non lo posso sapere.




Il cristiano dichiarato invece è facilmente imputabile di ipocrisia in caso di incoerenza tra credo e azione. Peccatori lo siamo tutti atei e credenti perchè DIO in ciascuno di noi ha messo la scintilla dell'AMORE DIVINO anche se l'ateo coscientemente non vuole riconoscerlo; ma il fatto stesso che dica che DIO non esiste è una affermazione che DIO ESISTE, è soltanto alla ricerca di qualcosa che lo faccia ricredere. Comunque la vita è una lotta continua contro il male che è insito nell'uomo, infatti non sempre è facile scegliere di (compiere il bene che si vorrebbe fare e allontanare il male che non si vorrebbe compiere, come diceva l'apostolo Paolo).



concordo, più meno ciò che ho detto anch'io.



Comunque proprio perchè coscienti di essere tutti peccatori GESU' istituì il Sacramento della Confessione attraverso il quale riceviamo il perdono dei peccati commessi e con l'azione dello Spirito Santo ne usciamo rafforzati nella lotta contro il male che è in ciascuno di noi. Naturalmente ci deve essere vero pentimento e proposito di non ricadere nel peccato.



Non essendo cattolica la questione del sacramento della confessione non condivido il tutto, ma nemmeno voglio entrare nel merito della questione teolgica ma di dico:
Hai ragione qualsiasi confessione che facciamo a Dio o ad un intermediario come il prete deve essere accompagnato da un sincero pentimento e di voler cambiare rotta, e cosi anche quando chiediamo perdono al nostro prossimo.
Non chiedendo oggi perdono col pensiero nella mente di voler fare nuovamente lo stesso male.
Quello non è una vera richiesta di perdono ma solo di comodo.
[Modificato da Cristianalibera 23/08/2012 12:12]