00 26/03/2013 19:24
In sala ribadiva la morale, fuori faceva il magnaccio! VERGOGNA!
TRIESTE. Di giorno, assieme a due complici, gestiva una casa d’appuntamenti mascherata da istituto di bellezza. Di sera e nei giorni di festa. nella sua veste di ministro del culto di Geova, predicava il rigoroso rispetto della morale cristiana e l’obbedienza ai precetti della Bibbia. Aveva in pratica una doppia vita Moreno Furlan, una delle tre persone finite ai domiciliari con l’accusa di sfruttamento della prostituzione al termine delle indagini della Guardia di finanza, coordinate dal pm Pietro Montrone.

Indagini che hanno portato al sequestro dell’appartamento di via Belpoggio 4 dove, secondo gli inquirenti, avvenivano decine di incontri hard alla settimana. Furlan, 49 anni, impiegato in servizio alla facoltà di Medicina, fino alla sera prima dell’arresto ricopriva un ruolo di primo piano nella comunità dei Testimoni di Geova (comunità dalla quale il ”comitato giudiziario”, una sorta di tribunale interno, potrebbe espellerlo presto ndr). Aveva lo status di ”anziano della congregazione” ed era ministro di culto, attivo in particolare nella Sala del regno di Monfalcone, e oratore di grande fama.

Al punto che, oltre a tenere interventi nella Sala delle Assemblee di Trieste in via del Bosco, veniva spesso invitato a parlare durante incontri di più ampio respiro. Al centro delle sue orazioni, come detto, Furlan inseriva spesso richiami agli obblighi morali. Obblighi che lui stesso, se venissero confermate le tesi dell’accusa, avrebbe palesemente violato entrando in affari con gli altri due arrestati: Elisabetta Svara, ritenuta la vera ”mente” degli appuntamenti a luci rosse, e il convivente Alessandro Viezzoli. Secondo le indagini della finanza, il terzetto esercitava un controllo totale sulle ragazze che offrivano prestazioni sessuali in via Belpoggio.

Tanto che, quante cercavano di sfuggire al loro giogo e uscire dal giro per mettersi in proprio, veniva pesantemente minacciata. Una delle giovani prostitute ha riferito infatti ai finanzieri un chiaro gesto intimidatorio messo in atto nei suoi confronti: un giorno, mentre passeggiava con il figlio, sarebbe stata quasi investita da un furgone guidato da un conoscente dei gestori della casa d’appuntamenti, evidentemente ”assoldato” per metterle paura e convincerla a non andarsene.

A chi poi riusciva fisicamente ad allontanarsi dal centro massaggi posto sotto sequestro e decideva di prostituirsi in autonomia, i tre arrestati finivano per rendere la vita impossibile. Le ex dipendenti venivano infatti regolarmente denunciate alle forze dell’ordine o segnalate come ”lucciole” ai vicini di casa e agli amministratori dei condomini dove ricevevano i clienti. Il tutto per tagliar fuori dal mercato ogni possibile concorrenza, conservare una sorta di monopolio nel settore e difendere il business messo in piedi nel tempo. Business, hanno accertato le indagini, che fruttava circa 2 mila euro a settimana grazie al continuo via vai di clienti di ogni tipo: dal libero professionista al semplice operaio.

Uomini disposti a sborsare da 100 a 300 euro per un massaggio tantrico con molti extra. Che gli affari andassero a gonfie vele l’ha dimostrato anche il denaro, circa 10 mila euro in contanti, recuperato nell’abitazione di uno dei soggetti finiti in manette. Le perquisizioni, inoltre, hanno pure accertato la presenza di hashish a casa di Alessandro Viezzoli. Quanto al quarto uomo finito nella rete della finanza - l’unico per il quale il gip ha rigettato la richiesta di domiciliari formulata dal pm -, si tratta dell’insospettabile proprietario di una tabaccheria nel centro cittadino, che metteva a disposizione delle squillo il proprio appartamento di Ponziana in cambio di prestazioni gratis.



Fonte: