00 22/07/2013 17:51
Interessante il pensiero di Vocenelbuio.
Una brevissima considerazione, in seguito argomenterò in modo più ampio.

Non è l’immagine, la statua che di per se fa essere idolatrica la persona, ma l’attitudine della medesima verso di essa, in numeri si racconta come gli ebrei furono attaccati dai serpenti, Dio disse a Mosè di costruire un serpente di rame, (ecco dunque l’immagine) affinché chiunque fosse morso dal serpente ma rivolgendosi con lo sguardo all'immagine del serpente sarebbe stato guarito, e così accadeva.

Il punto è che non era l’immagine del serpente che guariva, esso serviva a ricordare che Israele dipendeva da YHWH (Adonai), e che la sua salvezza era possibile solo riconoscendolo come il Signore, l’immagine del serpente di rame serviva a ricordare la loro dipendenza da YHWH (Adonai).

Possiamo affermare che gli israeliti peccassero di idolatria?, certamente no, mancava l’elemento prioritario, cioè, l’adorazione al serpente di rame come divinità.

Molto tempo dopo, gli ebrei cambiarono questa considerazione verso tale immagine, si ebbe una metamorfosi, il serpente di rame non era più l’oggetto il quale portava a Dio, ma divenne esso stesso il soggetto, “un dio”, una divinità, offrendogli incenso, e sacrifici, è evidente che in questo caso sussistette effettivamente l’idolatria, abbandonarono YHWH (Adonai) per un nuovo dio, motivo per cui il re Ezechiele fece distruggere l’immagine del serpente di rame.

Stessa sorte toccarono agli “ Urim e Tummim” insieme al “Efod”.
Evidentemente non è l’immagine o la statua di per se che rende idolatrici, ma l’attribuzione che gli si da.

Avremo modo di ampliare questo interessante argomento.
Tommaso de Torquemada
[Modificato da Tommaso de Torquemada 22/07/2013 17:57]



SALUS ANIMARUM SUPREMA LEX