00 08/12/2013 11:04
Hai fatto bene a fare questa precisazione, caro Piero. Io mi sono limitato a dare una definizione molto ristretta del senso che può avere il termine teologia. Ma è chiaro che può avere estensioni di applicazioni anche molto ampie.
Quello che dici è verissimo, sia per quanto riguarda la possibilità di accedere, grazie ad internet, ad una vasta gamma di informazioni per accrescere la propria cultura religiosa che per quanto riguarda la poca propensione, da un lato a studiare e leggere di più e, dall'altro, a cercare di stimolare i propri correligionari ad accrescere la propria conoscenza attraverso lo studio.

La tua propensione a farlo è lodevole, e non mi stupisco che tu incontri difficoltà fra gli stessi sacerdoti che (fortunatamente non tutti) invece di fare i pastori preferiscono essere dei funzionari della Chiesa, dimenticando la loro prima responsabilità. Credo che questo sia dovuta alla tua caratteristica personale (ricordo che anche da ateo cercavi di far valere le tue ragioni con argomentazioni logiche e provanti, basate su ricerche) e, forse, almeno in parte, a quanto hai ricevuto dentro l'organizzazione dei tdg. Dopo 10 anni, anche a me, non è passata la voglia di leggere la Bibbia ed informarmi, analizzare e provare a comprendere i testi sacri. E non dimentico che è proprio fra i tdg che ho ricevuto questo genere di "addestramento". Ovvio, senza una volontà propria e una predisposizione personale difficilmente si continua a farlo anche dopo la propria fuoriuscita. E la dimostrazione di questa affermazione è visibilie in quela larga fetta di fuoriusciti che, appena dismessi i panni da tdg, ha quasi una repulsione verso tutto ciò che è Dio, Bibbia o credo. Dal mio punto di vista la sola delusione per aver scoperto l'inganno non è sufficente a spiegare un cambiamento così drastico. Può essere una fase, ma il tempo dovrebbe aiutare a ritrovare un sano equilibrio interiore. Quando questo non succede, le colpe non vanno ricercate esclusivamente negli effetti devastanti che le sette hanno sui propri adepti. Altrimenti dovremmo essere tutti ricoverati. Noi siamo qui a testimoniare che non è così, e che si può rinascere dalle proprie ceneri.

Per questo tendo a spingere verso la ricerca della propria spiritualità, perché è dentro di noi che possiamo trovare le risposte. Dio, o in qualsiasi altro modo lo intendiamo, è capacissimo di parlarci direttamente. La religione assolve alla funzione di intermediario, fornisce un guida, un sentiero tracciato. Ma Dio non è solo quel sentiero. Altri popoli (ma anche singoli individui) possono sentirlo più vicino seguendo altri sentieri. La cosa importante è che la religione (qualunque essa sia) non si sostituisca a Dio. Questa caratteristica è tipica dei gruppi settari, cosa che noi sappiamo molto bene. E questo non esclude che ci sia anche chi, in piena consapevolezza e libertà, decida di aprirsi una nuova via, un sentiero tutto personale per ritrovare la "connessione" con ciò che sta al di là della sfera fisica.

Andrea



Più si è vuoti e più si ama emergere, come recipienti pieni di niente, che galleggiano sulla superficie dell’acqua.