LA PRIMA EPISTOLA AI CORINTI
Anzitutto occorre fare una considerazione di carattere generale, ed è sull'armonia delle scritture.
L'apostolo Paolo scrisse a Timoteo di tagliare dirittamente la parola di Dio, cioè di imparare a conoscere, per guida dello Spirito Santo, il valore e posto di ciascuna parte.
Alla parola :"E' scritto" del diavolo nel deserto, Gesù rispose:"E' altresì scritto". Un soggetto va esaminato in tutta la scrittura e non isolatamente. Oltre a ciò, per non errare, bisogna tenere a mente che le scritture testimoniano di Gesù.
Perciò, in ogni discussione dottrinale dobbiamo domandarci come rimane la testimonianza di Lui; Tutte le dottrine sono provate al suo sangue, quindi ciò che lascia il valore di quel sacrificio a metà, attribuendogli solo alcune cose e non altre, ovvero insegnando e condividendo che ancora si debbano riverire ombre, non può essere dottrina fondamentale del Signore.
***************************************************
Un'altra osservazione, a nostro avviso,è, non necessario occuparsi di quando furono scritti i Fatti degli apostoli, e quando l'epistola ai Corinti. L'importante è seguire l'ordine degli avvenimenti, e non le date degli scritti..
Anche se fossero stati scritti dopo (il che non è chiaro), i Fatti servono a ricordare il movimento della chiesa primitiva, e farci notare lo sviluppo della dottrina di fronte alle altre pagine del nuovo testamento.
Comunque sia, non possiamo fare a meno di notare che quando c'è un'apparente discordia fra un passaggio scritturale e un altro, l'importante è esaminare tutti e due i passaggi, e comprenderne l'armonia.
Se vi è un campo nel quale è pericoloso avere dei pregiudizi, è proprio quello religioso.
La chiesa apostolica fu lenta ad uscire dal giudaismo; ci volle una speciale rivelazione, accompagnata da sofferenza, come abbiamo notato nel caso dell'apostolo Paolo; lo stesso dobbiamo notare la visione di Pietro, in casa di Simone, dove ricevette dal Signore ordine di andare ai Gentili; Pietro," vide il cielo aperto, ed una vela simile ad un grande lenzuolo, che scendeva sopra lui, legato per i quattro capi e calato a terra; nel quale vi erano animali terrestri a quattro piedi, e delle fiere, e dei rettili, e degli uccelli del cielo d'ogni maniera.
Gli fu indirizzata una voce che diceva:" Levati Pietro, ammazza e mangia. Ma Pietro disse:"In nessun modo Signore; io non ho mai mangiato nulla di immondo nè di contaminato. Ma la voce gli disse per la seconda volta: Le cose che Iddio ha purificate, non farle tu immonde".
Ammazza e mangia. qualcuno ha trovato in queste parole la ragione per sostenere il divieto di mangiare le carni soffocate, perchè secondo lui, la parola "ammazza", significa, fa scorrere il sangue.
Dall'esame della parola nel testo originale, il vero senso di quel comando è: "Sacrifica" (thuson), e mangia; la parola è la stessa usata per i sacrifici. Per dire "uccidere" la lingua greca ha un'altra parola.
Pietro era chiamato a fare sacrificio dei suoi pregiudizi, e imparare la vera e santa libertà dell'evangelo.
Praticamente l'apostolo non uccise nulla, così ognuno di noi, per crescere nella vera libertà dell'evangelo, deve sacrificare i propri pregiudizi e mangiare.
*****************************************************
Veniamo alla prima epistola ai Corinti. Apriamo il capo otto.
L'occasione di quei capitoli fu una domanda rivolta a Paolo circa le cose sacrificate agli idoli. Si tenga a mente che nel divieto di Fatti 15, il primo comando fu di non usare le cose sacrificate agli idoli.
L'occasione che ha dato luogo a quanto scritto, non è nata per le cose sacrificate agli idoli, bensi per le carni soffocate e per il sangue; ma potrebbe sorgere discussione anche intorno ai cibi offerti agli idoli, e, in alcuni luoghi, ci sono stati intoppi per erronea interpretazione della parola di Dio anche a questo punto.
Inoltre, siccome il comando fu dato nello stesso tempo e sotto lo stesso "è parso a noi e allo Spirito Santo", così l'avere chiaro questo punto aiuta a capire l'altro.
Siccome fu fatta questa richiesta a Paolo, vuol che nella chiesa di corinto c'erano di quelli che avevano conoscenza, e non avevano scrupolo alcuno di mangiare carne sacrificate agli idoli.; non erano loro afare i sacrifici, ma si avvalevano della vendita a buon prezzo e le mangiavano.
Alcuni si intoppavano, e quindi si rivolsero a Paolo per ammaestramento. A questo punto sorge spontanea la prima osservazione: Se Paolo avesse predicato il divieto di fatti 15:29, e quel divieto fosse come uno statuto nella chiesa di Corinto, che bisogno c'era di domandare?
E se anche avessero dimenticato, che bisogno aveva Paolo di rispondere tanto a lungo come fece, invece di dire che si attenessero a ciò che era già stato ordinato?
E' chiaro dunqwue che di quel triplice divieto di fatti 15:29 nella chiesa di Corinto non c'era stata menzione.
Si legga con attenzione tutto il capitolo, e si troverà che il mangiare quelle carni, non era in se peccato, eccetto che si fosse mangiato come per devozione all'idolo, il che è idolatria; ed eccetto che si fosse dato intoppo a qualche fratello debole; infatti dice:" Ma guardate che questa vostra podestà non divenga intoppo ai deboli".
Avevano dunque podestà di poter mangiare. Poi l'apostolo prosegue dicendo:" Perchè se alcuno vede te che (e si intende te che hai conoscenza, e sai che l'idolo è nulla),essere a tavola nel tempio degli idoli, non sarà la sua coscienza che debole, edificata amangiare delle cose sacrificate agli idoli?"
Si vuol dire in sostanza che "tu mangi innocentemente, senza riverenza all'idolo, ma il debole comincerà a dubitare, e sarà ondotto a pensare che gli adoratori dell'idolo possano avere ragione,e potrà ritornare indietro.
Ora se qualcuno avesse mangiato nel tempio degli idoli, senza coscienza di dare culto agli idoli, e senza essere veduto dai deboli,non avrebbe commesso alcun peccato.
Voler discutere sul chiaro significato del capo otto della prima ai Corinti, è un voler chiudere gli occhi alla luce.
C'è poi chi osserva che anche nell'Apocalisse 2:14,20 è condannato chi mangia cose sacrificate agli idoli; è sicuramente un'errata interpretazione, perchè Balaam e Iezebel sono figuree di false dottrine e di miscuglio.
Il mangiare nelle feste Moabite, per cui perirono tanti Israeliti, fu causato direttamente dall'idolatria, e fu seguito da eccesso di immoralità, e da ciò venne l'ira di Dio.
Non erano sicuramente le cose innocenti in se stesse, che Iddio prendeva di mira (neppure allora, nell'antico patto), ma perchè quelle cose avevano legame allo spirito del mondo.
Mangiare è nella scrittura uno dei simboli di comunione, perciò il riferire a Balaam o Iezebel che diedero da mangiare cose sacrificate agli idoli, è lo stesso che dire: corruppero il popolo per trarlo dietro a idoli e demoni.
L'Apocalisse dunque non altera nulla di ciò che è stato detto nelle epistole di S. Paolo riguardo alla bene intesa.
libertà , a non giudicare altri sul mangiare o sul bere.
*****************************************************************
Nel nuovo Testamento non abbiamo alcuna lista di cibi che si può o non si può mangiare; ne è definito che
cosa sia cibo; vi sono in ogni tempo popoli che mangiano cose che altri avrebbero a schifo di toccare.
Nessuno può condannare altri per ciò che mangia; l'unica cosa che va presa in considerazione è "il come si
mangia", cioè se con o per ghiottoneria.
Al capo quinto dei Galati, la ghiottoneria viene messa fra le opere della carne.
In I Corinti 10: 25 leggiamo:" Mangiate di tutto ciò che si vende nel macello, senza farne scrupolo per la
coscienza"; ricordi qui di seguito che l'apostolo Paolo scrveva ai Gentili, e quindi si tratava di macelli tenuti
anche dai Gentili.
Il "senza farne scrupolo per la coscienza" significa che uno può avere scrupolo o ribrezzo di comperare alcune
cose; ma ciò non è per ragione di coscienza.
Per esempio, alcuni di noi non comprerebbero giammai alcune carni che ci fanno ribrezzo, e ciò a causa di
abitudini, e divesa civiltà, e non perchè fosse peccato. Nello stesso capitolo Paolo aggiunge:"Se alcuno degli
infedeli vi chiama, e volete andarvi, mangiate di tutto ciò, (non tutto ciò) che vi è messo davanto, senza farvi
scrupolo per la coscienza. Ma se alcuno vi dice:" Questo è delle cose sacrificate agli idoli; non ne mangiate,
a causa di colui che ve lo ha detto, e per la coscienza, non la tua personale, ma quella degli altri.
----------------------------------------------------------------
e questo studio vi ha edificato, fatelo leggere e meditare a qualche testimone che conoscete e preghiamo assieme che IDDIO gli apra il cuore.
A volte basta aprire un varco su un punto , per far cadere un intero castello.