In merito all’argomento :” VIVIAMO AVENDO IN MENTE IL GIORNO DÌ GEOVA”.
Sarebbe interessante capire il motivo di questa estrapolazione di quel versetto , proponendo un’interpretazione di tipo fondamentalista, facendole dire cose non esatte, ed in netto contrasto con le qualità di Dio, la cui primaria è l’amore.
Quando si legge un versetto lo si deve necessariamente collegare con il suo contesto, e solo allora si comprende cosa effettivamente quel versetto dice.
Ma questo non basta, si deve considerare anche il contesto Storico/Sociale, Letterale e così via, certe affermazioni sono a volte delle Iperbole, esse servono a farci capire dei concetti, delle verità.
Il passo preso in esame “"Samaria sarà ritenuta colpevole, poiché è realmente ribelle contro il suo Dio. Cadranno di spada. I loro propri fanciulli saranno sfracellati, e le loro stesse donne incinte saranno sventrate", non deve essere preso alla lettera, in quando lo stile del profeta è di tipo catastrofico, tale linguaggio così colorito serviva a far capire che quando ci si allontana da Dio, è inevitabile procurarsi grandi difficoltà, e cosa usare per far capire questo concetto così importante?, se non una dichiarazione molto forte, come,” i figli saranno uccisi per colpa dei genitori”, quindi tale scrittura incitava a riflettere sulla propria relazione con Dio, ma NON INDICAVA che la medesima fosse il proposito di Dio.
C’è un’altro particolare, il paragrafo afferma” ……..subiranno giustamente il trattamento riservato da Geova ai loro genitori (le radici), che sono responsabili dei figli minorenni.”
La mia domanda è : quanto il figlio è minorenne?”, lo intendiamo secondo le nostre leggi?, oppure quelle di un altro stato?
Vediamo com’era considerata la questione nell’antico Israele.
All’età di tredici anni il ragazzo raggiunge la maturità religiosa assumendosi, come Bar Mitzvah (figlio del comandamento), l’impegno di osservare i precetti della legge, e viene accolto fra gli adulti che guidano a turno la lettura della Torah nella Sinagoga. Nelle comunità riformiste anche le ragazze vengono chiamate alla lettura al compimento del dodicesimo anno.
Come notiamo in quel periodo la maggiore età era tredici anni, da noi a 18 anni, vuol dire che Dio uccide il figlio italiano di diciassette anni perché minorenne, mentre risparmia il tredicenne perché ebreo maggiorenne?.
Quindi prima di scrivere e di attribuire a Dio un’azione, bisogna riflettere bene quello che si dice.
Al contrario come ha ben evidenziato Sonnyp le scritture attestano l’esatto contrario.
(Deuteronomio 24:16) "I padri non devono essere messi a morte a causa dei figli, e i figli non devono essere messi a morte a causa dei padri. Ciascuno dev’essere messo a morte per il suo proprio peccato.
(Ezechiele 18:20) L’anima che pecca, essa stessa morirà. Il figlio stesso non porterà nulla a causa dell’errore del padre, e il padre stesso non porterà nulla a causa dell’errore del figlio. La medesima giustizia del giusto sarà su lui stesso, e la medesima malvagità del malvagio sarà su lui stesso.
Dio ci considera persone PREZIOSE, ed interagisce con ogn’uno di noi, affinché la relazione sia personale,e non delegata, anche se il figlio è un minorenne è UNA PERSONA, e come tale, PREZIOSA agli occhi di Dio, e non bisogna MAI dimenticare che il sangue versato da Cristo è per ogni persona, Bambini compresi.
Che dire dunque? a chi l'ubbidienza? a dei uomini" peccatori" o a Colui che ci ha fornito il Mezzo per la salvezza?, rispondere credo non sia difficile.
Franco
[Modificato da francocoladarci 19/03/2009 21:47]