00 18/11/2009 17:17
Il 3d si sarebbe dovuto chiamare "Ipocrisia o compromesso?". Non esistendo, come e' facile supporre e constatare, nessuna realta' aggregativa, di per se, perfetta per ognuno dei suoi aderenti, per ognuno si tratta di fermarsi, a scadenze, per tirare le somme e chiedersi: Cosa cercavo? Cosa cerco? Qual'e' il mio scopo in tale associazione di persone? L'associazione, cosi' com'e', e' funzionale al mio scopo? Posso, io stesso, interagire con essa, per far si' che le sue dinamiche di funzionamento siano quanto piu' vicine al mio concetto ideale?  Finche' l'associazione porta alla crescita di chi si pone queste questioni, finche' lo scopo personale e' coincidente con quello dell'associazione, finche' la vita di chi si fa tali domande trae giovamento dall'adesione all'associazione, finche', sulla bilancia a due piatti, gli aspetti positivi delle questioni elencate sono prevalenti, allora si sopporta un compromesso, si opera un adattamento della propria individualita' alle regole e alla teoria comune. Compromesso scivola nell'ipocrisia quanto maggiori saranno gli adattamenti, le rinunce alla propria individualita', della possibilita' di dire apertamente la propria opinione, di fare apertamente cio' che si vorrebbe ma non si puo'. Insomma compromesso e ipocrisia lungi dall'essere concetti antitetici, sono facce della stessa moneta che puo' essere spesa presentando un lato o l'altro a seconda di quanta convenienza resta da comprare, nella decisione di restare o no associati alla nostra realta' aggregativa.   [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]
[Modificato da nevio63 18/11/2009 17:22]