00 16/02/2011 16:42
Re:
santapazienzauno, 16/02/2011 16.19:

Cari brian e Sonny,

Ma io so che il mio Redentore vive
e che alla fine si alzerà sulla polvere. Giobbe 19,25

Conoscere Dio personalmente implica una tale fiducia, nonostante le circostanze in cui ci troviamo, favorevoli o sfavorevoli che siano.


Anche le sofferenza fanno parte della vita del credente e non devono impedirci a riconoscere che Dio è amore. Ci scoraggiano i nostri insuccessi, le nostre debolezze, ma Lui ha vinto ogni cosa e ci offre la stessa vittoria: " Io sarò con te" Esodo 3,12

Non dobbiamo costruire la nostra fede sulle nostre autoconvinzioni, fondate sui sentimenti che provengono dalle delusioni e quant'altro, ma cercare di arrivare insieme ad apostolo Paolo a dire: "Io so in chi ho creduto".


È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno. Timoteo 1,12


[SM=x2477906]





Quanto da te qui inserito non ha alcun senso se rivolto a degli ex TDG.
Perchè?
Queste persone hanno avuto per 25-30 anni le tue medesime convinzioni e poi se ne sono allontanati avendole scoperte prive di fondamento.

Non volermene per quanto scritto, ma è la stessa cosa pure per me.

Le tue espressioni sopra riportate le sento risuonare come i sermoni dei TDG o della WTS.

Non sono questi i ragionamenti che potrebbero aiutare un ex TDG.
Quando una persona è stata TDG per 30 anni e poi ha scoperto gli altarini, i ragionamenti che cercano di infondere fiducia in un dio non hanno senso.

Ora l'onere della prova tocca al "creatore", ma uscendo dai soliti schemi che gli ex conoscono a menadito.

Qualsiasi ragionamento tu possa scrivere, o qualsiasi altro credente scriva, troverà riscontro certamente nelle Torri di Guardia studiate dagli ex TDG e suoneranno come semplice retorica ai loro orecchi.

Non volermene, ma mi sa che è così.

Un saluto.




"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una inutile speranza, riceve come ricompensa una serenità crescente".

da "Crisi di Coscienza" di Raymond Franz