00 28/06/2013 05:53
Ennesima vittima innocente immortalata a un dio inesistente!
Questa è la lettera scritta dal fratello della vittima.

Vorrei ricordare ai tdg, (testimoni di geova) che quando Dio chiese ad Abramo di sacrificare suo figlio, lo fermò all'ultimo momento!
Dio non è un pazzo come lo vorrebbero far dipingere i geovisti!
Dio non richiede nessun estremo sacrificio agli esseri umani non accettando sangue che invece può salvare una vita. Vedi Gesù, che con il suo ha salvato un mondo intero!

I tdg, sono povere vittime ignoranti che ubbidiscono alla pazza "guida" di un manipolo di uomini dalla dubbia senilità.
Questi pazzi, andrebbero veramente fermati da qualsiasi autorità preposta dalla società per garantire l'incolumità dei cittadini che cadono prede di questi movimenti alternativi distruttivi e sfasciafamiglie! Sarebbe veramente ora di fermare questo scempio!
Che vergogna! [SM=x2479882] [SM=x2479882] [SM=x2479882] [SM=x2479882] [SM=x2479882]
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“Domenica 23 giugno 2013 mio fratello Giacomo se n’è andato. Dieci anni fa gli avevano riscontrato l'epatite c e da allora si curava con l'interferone. Nell’aprile scorso però la sua situazione è peggiorata. E’ stato ricoverato in un ospedale a Melegnano, in provincia di Milano e dopo 15 giorni è stato trasferito al Policlinico del capoluogo lombardo. I medici dopo una settimana hanno detto subito che il fegato era da trapiantare e che avrebbe subito delle trasfusioni di sangue, cosa vietata però dai Testimoni di Geova di cui mio fratello faceva parte.

Lui era sempre seguito da un signore del comitato dei testimoni di Geova, non ricordo il nome. Mi sembrava un anziano che dava "consigli". Era sempre circondato da tanti fratelli spirituali. Insomma questi fratelli hanno deciso di trasferirlo a Modena perché a loro dire lì facevano trapianti senza trasfusioni.

Ma lui nel frattempo si era indebolito ulteriormente e dopo due settimane di accertamenti il chirurgo decide che non si sentiva di operarlo, perché avevano diagnosticato anche problemi al pancreas. A quel punto lo rimandano a casa, dicendo che a Bologna ci sarebbe stato un noto chirurgo che avrebbe potuto eseguire questa operazione su pancreas e fegato. Ma arrivato a Bologna e passati altri dieci giorni, il chirurgo dichiara che essendo passato troppo tempo ora l'operazione sarebbe stata rischio.

Mio fratello, penso insieme con la moglie e il comitato, decide di non fare nulla. Tornato a casa cade in bagno e si procura un ematoma alla cassa toracica, perdendo ulteriore sangue interno. Mi riferisce che anche in questo caso avrebbe potuto fare delle trasfusioni che l’avrebbero fatto sentire meglio. Ma niente. Dopo qualche giorno si aggrava e i fratelli decidono di farlo spegnere in una clinica/ fondazione, dove muore il 23 giugno.

Il dubbio che mi porto dentro è che forse avrei potuto fare qualcosa in più per lui, magari convincendolo che era in pericolo, che avrebbe dovuto ascoltare i medici invece dei suoi fratelli spirituali del movimento dei testimoni di Geova.

La rinuncia a non ricevere trasfusioni di sangue mi sembra una pratica sacrificale che poteva forse andar bene un secolo fa, quando regnava ancora l’ignoranza. Mi chiedo: è giusto che per un’interpretazione di una frase inserita nella Bibbia delle persone si lascino morire? Ognuno ha diritto di seguire le proprie convinzioni, ma quando c'è di mezzo la vita di innocenti le cose cambiano. La responsabilità di tutto questo qualcuno ce l'ha: non certo i signori che si aggirano per le strade delle nostre città con i volantini in mano, ma menti più evolute che per scopi personali cercano di ingannare le menti più deboli e incoscienti.

La morte di mio fratello mi pare un sacrificio, un sacrificio come quelli che avvenivano nei secoli scorsi e avvengono ancora adesso in nome di un Dio come al solito fatto a propria immagine. Mi auguro in futuro che le cose cambino e le persone possano riprendere la vita nelle proprie mani invece che riporla in quelle, sbagliate, degli altri”.


Mario Cannella

Ennesima vittima sacrificata a geova!