PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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Il Mito di Gesù. Le favole su cui è stato costruito il Cristianesimo

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2011 16:41
02/12/2011 15:06
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Come al solito senza nessuna pretesa di verita' assoluta.

Ma secondo me, anche se a tratti un po' stonata, dovrebbe essere una buona...."sveglia". [SM=g7352]

Ciao
Claudio


QUALCHE CHIARIMENTO

Prima di addentrarci nel dettaglio, affatto semplice, degli eventi che hanno generato e costituito la base della leggenda di Gesù il Cristo, è necessario soffermarci su alcune importanti considerazioni.
Come abbiamo visto nella precedente Parte II, nel corso dei millenni innumerevoli religioni sono nate, si sono sviluppate ed alla fine hanno dovuto cedere il passo a nuove credenze che sono cresciute sulla carcassa di quelle che l'hanno preceduta. Se si osserva la storia delle religioni, tutte le volte che una religione [...]

rivelata s'è estinta, lo ha fatto di fronte all' incalzare di un altro culto:
lo zoroastrismo di fronte all' islam
il cattolicesimo ridimensionato dal luteranesimo
ecc.
ma solo il cristianesimo occidentale è regredito a favore dell' agnosticismo, cosa spiegabile con due ordini di motivazioni:
Il cristianesimo occidentale, distinguendo fra lo stato laico e lo stato religioso, fra cesare e papa, è stato, di conseguenza, lungamente travagliato dalla lotta fra papi e cesari, finendo con l'indebolirsi, dapprima di fronte a varie sette di nuova formazione, gli eretici prima e i protestanti dopo; in seguito, nel discredito generato dalle lotte fra cattolici e protestanti, s'è fatto spazio l'ateismo.


Il cristianesimo e' una religione sui generis, con libri sacri (specie l' Antico Testamento) che non c'entrano nulla con gli interessi organizzativi-repressivi della Chiesa; con scarse capacità di controllo dell'intellighenzia, cui sono state concesse (o non si sono potute negare) pericolose libertà nelle università del medioevo - fondate dalla Chiesa stessa - donde sono usciti i vari Hus, Wyclif, Lutero, Calvino: in effetti l'amore per la filosofia e la cultura è stato sempre uno dei talloni d'Achille del cattolicesimo e ben diceva Gregorio Magno:

che bisognava vergognarsi di insegnare la grammatica, dacchè tutte le religioni si basano sull'ignoranza.

Senonchè, sempre a proposito di vergogna, A. Gramsci affermava, dal carcere, che dovrebbe essere il cristianesimo a vergognarsi di sè stesso.

Non c'è stato nessun Copernico, nessun Ockham fra i bramini o i musulmani; il giainismo ed il buddismo sono stati fondati da appartenenti alla casta dei guerrieri.
(Rif. 725)


UNA COSTRUZIONE

Il cristianesimo non si è sviluppato di colpo a seguito della presunta venuta di Gesù ma da un concetto che esisteva da millenni, espresso in altri termini.
In effetti, come si puo' constatare dalla Tavola delle Analogie riportata a fine volume, la religione cristiana è stata costruita su numerosi dei, religioni, sette, culti e riti misterici che erano presenti sulla terra assai prima dell'attuale era cristiana, compreso il mondo ebraico, assai meno monoteista di quanto si voglia far credere, dove gli israeliti adoravano numerosi dei, inclusi il sole, la luna, le stelle e tanti altri presunti ospiti del "cielo".

La base fondamentale di tutti i miti (e quindi del cristianesimo) si ritrova dunque negli antichissimi culti solari. Non è un caso che si siano enumerati 12 patriarchi, 12 tribù d'Israele e 12 apostoli, essendo 12 il numero dei segni dello zodiaco, parte fondamentale dei culti solari, in quanto questi segni identificavano le 12 "case" attraverso le quali il sole passa ogni giorno e le 12 ore del del giorno e della notte.
Indubbiamente anche le 12 fatiche di Ercole, i 12 aiutanti di Horus, i 12 generali di Ahura-Mazda ed i 12 apostoli di Gesù sono simboli dei segni zodiacali e non corrispondono a nessun particolare interprete del dramma che si sarebbe svolto sulla terra nell'anno 30 (e.v.).

A questo proposito ribadiamo ancora che:
Le figure principali del cristianesimo derivano da divinità pagane esistenti in precedenza. Ad esempio, la triade padre-madre-figlio è presente in molte mitologie antiche: gli egizi avevano Osiride, Iside ed Horo; i romani Giove, Giunone e Minerva; i sumeri Enchi, Ninhursaga e Tammuz; i persiani Ahura Mazda, Anahita e Mitra, e via dicendo. Da notare che per i romani i due dei avevano una figlia anzichè un figlio per lontana eco dell'ormai remoto periodo matriarcale. Parallelamente altre mitologie avevano una coppia invece del trio: i lidi con Cibele ed Atti, i greci con Demetra e Persefone e così via.

Il fatto che alcuni popoli avessero un trio ed altri una coppia (senza il padre), avvenne perchè nella società in cui il maschio aveva maggior predominanza si affiancò in seguito alla madre, dea della natura, ed al figlio, dio della vegetazione, un dio maschio che facesse da capofamiglia. Addirittura in alcuni popoli il dio paredro (= compagno) della dea da figlio divenne marito perdendo così ogni alone di inferiorità o subalternanza: è il caso dei palestinesi (Asera ed Aleian-Baal), degli hurriti ("Ma" ed il dio delle tempeste), e forse anche dei paleomaltesi. Nella mitologia indiana post-vedica, infine, le tre divinità trinitarie erano tutte maschili: Brama, Visnù e Sciva.

La Dea Madre, o Grande Madre, è stata probabilmente la prima divinità immaginata dallo spirito umano; ma anche se ciò non fosse, il suo simbolismo è tuttavia una caratteristica predominante nei reperti archeologici del mondo antico, dalle Veneri gravettiane ....alle iscrizioni del Mediterraneo orientale, dell'Asia occidentale, della valle dell'Indo e dell'Egeo. Il culto si concentrò dapprima sul mistero della nascita, e perciò si mettevano in particolare risalto le funzioni della donna ....gli attributi sessuali erano esagerati e suggerivano l'idea della gravidanza e talvolta anche del parto. Il loro scopo era di stimolare la vita con un'abbondanza sempre maggiore, sia nel genere umano che negli animali e nella natura, sicchè la nascita e la generazione erano fuse in uno con la conservazione delle risorse alimentari da cui dipendeva l'esistenza.

Con lo sviluppo dell'agricoltura e della pastorizia e man mano che il culto progrediva, specialmente nel Vicino Oriente, si andò facendo sempre più chiaramente definita la figura di una dea che personificasse le funzioni materne. In un primo tempo fu la dea vergine che fece sentire la sua influenza predominante dall'India al Mediterraneo. In Mesopotamia ....le forze produttrici della terra avevano fornito nei tempi preistorici (quando la donna aiutava l'uomo a coltivare con zappe e vanghe, prima che venisse inventato l'aratro ed essa sostituita dalle bestie atte a tirarlo) una classe divina in cui predominava l'elemento femminile.
(E.O.James, Antichi dei mediterranei, cap. La dea Madre e le nozze sacre).
(Rif. 245)

Ora, il cristianesimo con il trio Dio-Spirito Santo-Figlio ricopre la posizione mitologica del trio post-maschilistico mentre colla copia Madre-Figlio ricopre la posizione mitologica della coppia pre-maschilista.

Il dio supremo d'Israele, il cui nome fu "Geova" (finchè non ci si accorse che era una lettura sbagliata delle consonanti di "Iahve'" colle vocali di "Adonai"), non era singolo (come sostengono i copti monofisiti) ma composto da più persone (cosa che ritroviamo nelle mitologie irlandese ed indiana) ed era nominalmente quello degli ebrei, cioè quello dell'antico Testamento.
Il dio di Israele era inizialmente un dio delle colline, delle montagne e del cielo (cioè delle cose alte come il fulmine, le nubi od il monte Libano, che svettando da lontano sul piatto Israele doveva suggerire un senso di superiorità e di potenza, come l'Olimpo sui Greci, l'Eta sui Cretesi, lo Jotunheim sugli Scandinavi, ecc.) ed era il patrono di Gerusalemme - uno dei rilievi maggiori della Giudea - e della sua casa regnante, nonchè ovviamente dei suoi sacerdoti i quali, durante il periodo dell'esilio babilonese lo trasformarono in divinità unica ed onnipotente, sotto l'influsso delle idee zoroastriane portate lì dai conquistatori persiani. A sua volta il zoroastrianesimo iranico nacque su influsso del pensiero indiano: i popoli dell'altopiano iranico pare avessero maggiori rapporti cogli indiani che coi mesopotamici; probabilmente perchè venivano dall'Iran gli hariia (anche noti come ariani, od arya, parola che significa "puri" o "nobili" e dalla quale deriva il termine "Iran") che invasero l'India sottomettendo i popoli lì precedentemente stanziati. Notare l'assonanza fra "Iran" ed "Hariia".
(Rif.725)

Per questi motivi e per quasi 2000 anni centinaia di milioni di persone, prive di atteggiamenti razionali, hanno creduto alla esistenza "storica" di un Figlio di Dio, chiamato Gesù il Cristo, che sarebbe vissuto, avrebbe fatto miracoli, sofferto e morto per una speciale espiazione di sangue, stabilita una volta e per sempre da Dio stesso, creatore dell'intero cosmo.


In realtà la storia evangelica di Gesù non è il ritratto
puntuale di un maestro storico che camminò su questa
terra 2000 anni fa, ma un mito costruito sopra altri miti
ed altri dei che, a loro volta, erano personificazioni di miti
solari universali e di rituali ritrovati in antichissime culture,
diffuse in tutto il mondo, migliaia di anni prima
dell'era cristiana.


La favola di Gesù è servita solo ad amalgamare le numerose religioni, i culti e le sette dell'Impero Romano ed a creare una "religione di stato", istituita ed imposta con la frode, l'inganno e la forza da parte dell'imperatore Costantino I.
Per due millenni una favola spuria ha così condizionato la mente e lo spirito dell'umanità occidentale.


LA CONTESTAZIONE

Intanto occorre rammentare che l'esistenza terrena di Gesù era già stata messa in dubbio e negata, sin dai primi tempi del cristianesimo, da alcuni "padri e dottori" della chiesa stessa, come si può dedurre da certe parziali ammissioni:

Tertulliano: "Credo quia absurdum"

Agostino: "Tutto ciò che è conosciuto come religione cristiana esisteva tra gli antichi.....dall'inizio della razza umana sino al tempo in cui il Cristo si fece carne...."

Eusebio: "I nostri modi di comportamento unitamente ai nostri principi religiosi, non sono stati inventati recentemente da noi, ma la maggior parte degli umani principi fu costruita sui naturali concetti di coloro che amavano Dio nel remoto passato..."
(Rif.710,740)

Il gruppo dei primi critici-contestatori comprendeva molti gnostici, che si opponevano fermamente alla fisicità del Cristo ed alla giudaizzazione dei loro testi allegorici e dei personaggi in essi contenuti.
Malgrado, nei secoli successivi, la chiesa abbia brutalmente costretto al silenzio studiosi ed esegeti del mito cristiano, gli studi sono continuati in sordina sino alla prima metà del '700 quando, grazie al movimento innovatore degli Enciclopedisti francesi e poi, verso la fine dello stesso secolo, alla politica di decristianizzazione della Rivoluzione Francese, molti scritti poterono essere resi pubblici.

Nel secolo seguente altri scrittori, specie di origine anglosassone (lontani dalle grinfie del Vaticano), poterono esprimere le loro opinioni dando vita ad una scuola di pensiero ormai agguerrita ed inarrestabile. Uno dei capostipite di questa rinnovata corrente è stato Robert Taylor (un prete anglicano!), che scontò parecchi anni di carcere per "blasfemia", accusato di aver offeso, con le sue prediche, il "senso morale" della pudibonda e bigotta società vittoriana.
Ai nostri giorni lo stuolo di studiosi che contestano l'esistenza fisica del Gesù e' talmente numeroso da non poter essere enumerato.

Queste note sono pertanto dovute, in gran parte, ai loro studi, anche se i frettolosi ed incerti riferimenti non sempre rendono giustizia al loro contributo nella ricerca di una verità troppo a lungo occultata.

Buon ultimo, ma non meno importante, è lo studioso Luigi Cascioli (Rif. 760) con la pubblicazione del suo libro/denuncia
"La Favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù".

Il 18 Marzo 2006 l'Autore ha fatto ricorso al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo (pratica n. 14910/6) per denunciare l'inesistenza del Cristo e l'uso strumentale ed ingannevole che la chiesa fa di questo personaggio. In precedenza il Cascioli aveva promosso analoga denuncia presso Il Tribunale di Viterbo che si è affrettato ad ..."archiviare" la pratica.
Secondo Cascioli la figura mitica di Gesù sarebbe stata derivata dalla persona di Giovanni, figlio primogenito di Giuda il Galileo, capo di una banda di rivoluzionari indipendentisti palestinesi, originari di Gamala.

Quello che è difficile da comprendere è l'accanimento (ultima spiaggia?) con il quale la chiesa ha sempre voluto sostenere l'esistenza fisica del personaggio Gesù, intrecciando la sua leggenda con la reale esistenza di personaggi storici dell'epoca quali Tiberio, Erode, Quirino ed altri.

Se un individuo non ragiona ma "crede", è disposto a "credere", o vuole fermamente "credere", lo fa indipendentemente da qualsiasi dimostrazione di natura storica: non ha bisogno di prove.

Nessuno degli antichi che credevano ad Apollo, a Venere Afrodite, ad Attis, ad Osiride si è mai sognato di ricercare i "certificati di nascita" di questi dei.
Allora perchè questo accanimento? Forse per prevalere su altre credenze, eliminare la concorrenza e dare una parvenza di credibilità ad un mucchio di frottole. Però quando mai credibilita' e fede hanno camminato a braccetto?
Tanto per dirne una: com'è possibile storicizzare l'evento di una ragazza che, resa gravida da uno spirito santo, partorisce e resta vergine?


Probabilmente i primi predicatori dovevano cercare di far sembrare la vita del Cristo come realmente vissuta, per dare quella garanzia di veridicità che avevano le altre divinità, anch'esse prive di "certificato di nascita" ma convalidate come buone da secoli di adorazione. Questa necessità di verosimiglianza spinse i primi cristiani a mischiare la storia ed il mito.
(Rif.725)



UNA SEQUENZA TEMPORALE

La sequenza temporale che segue e completa questa parte non ha certo la pretesa di essere corretta. Serve solo a focalizzare l'attenzione di chi legge sull'alternarsi di determinati eventi che hanno attraversato il corso della storia.
Anche le date, in particolare quelle riferite alle epoche più remote, sono del tutto opinabili. Esistono numerose cronologie come questa anch'esse egualmente criticabili e quella che viene proposta è solo una delle tante e descrive una sequenza


solo possibile e, a volte, incerta

di alcuni fatti connessi con la nascita del cristianesimo.

Per evitare fraintendimenti nel corso della lettura, si rendono ancora necessarie alcune puntualizzazioni.
Analizzando la natura e le caratteristiche delle varie religioni, passate e presenti, si può tentare una classificazione delle stesse che, per quanto grossolana ed imprecisa, è comunque utile per seguire un determinato filo logico del discorso:
Culti di tipo astro-teologico
Assai diffusi nel remoto passato, consideravano quali divinità il Sole, la Luna ed altri Astri. I culti solari, largamente diffusi su tutta la terra, avevano una loro ragion d'essere basata sulla primordiale banale constatazione che il sole è la fonte primaria della vita sul pianeta.


Culti politeistici
Erano basati sulla credenza nella esistenza di Dei immanenti preposti ad intervenire e ad esercitare la loro influenza sul particolare quotidiano dell'individuo; ad es. l'Olimpo degli Dei greci.


Culti su base morale/filosofica (Vie di liberazione)
Sono quelli tipici delle società orientali: buddismo, taoismo, confucianesimo, shintoismo, ecc.


Culti di tipo misterico-rivelati (Culti di salvezza)
Sono nati, in gran parte, nel Medio Oriente e nel bacino del Mediterraneo. Generalmente di tipo monoteistico, quali il Giudaismo ed i diversi tipi di pre-cristianesimi, che si sono affermati nel corso dei secoli. Si tratta di credenze basate su testi indicati come Parola di Dio ed anche Verità Assolute, che vanno accettati come tali e che non possono essere messi in discussione.

Occorre ancora considerare alcune particolari Religioni Misteriche: esse sono quelle seguite da sette che, pur appartenendo ad una delle classificazioni precedenti e seguendone i principi, per altro verso se ne discostano trasmettendo ai loro membri insegnamenti di tipo esoterico. Ad esempio:
- Drusi (che diversamente dagli altri musulmani, credono nella metempsicosi)
- Ismailiti
- Ahmaditi
- Sufi
- ecc.


Da notare che: Non tutti gli ebrei considerano oggi l'ebraismo una religione in senso stretto, ma bensì un insieme di norme tradizionali seguite, in varie forme, dalla più tradizionale a quella più progressista, da persone unite da legami di sangue.
Nella sua nuova struttura rabbinica il giudaismo sarebbe un insieme di norme di "origine divina" che regolano la condotta del credente, che le deve osservare se "vuole realizzare sè stesso".(?)
(Rif. 725)


Ed infine, in estrema sintesi, ecco alcune caratteristiche essenziali che un culto deve avere per essere definito di "tipo cristiano":
La credenza nella esistenza di un Dio unico antropomorfo che per sua imperscrutabile volontà ha voluto, reso e stabilito che il genere umano, da lui stesso creato, è "colpevole" (peccato originale) e perciò destinato alla dannazione eterna, salvo (onerose pratiche di) redenzione.


In una determinata epoca "pseudo-proto storica" Dio ha un ripensamento e manda sulla terra un "Salvatore" (figlio di Dio, figlio dell'uomo, un profeta, un Cristo) predestinato a diffondere la parola divina, che tutti gli uomini devono seguire, e con il compito di riscattare e redimere, con il sacrificio della propria vita, i peccati del mondo, indicando agli uomini stessi, la via della salvezza e della vita eterna.


La credenza che esista un termine alla vita di questo cosmo, all'avverarsi del quale, dopo una grande baraonda (apocalisse), il Cristo ritornerà sulla Terra (parusia prevista anche per altri "salvatori": Zoroastro, Krisna, ...), tutti i morti risorgeranno, ritroveranno i loro corpi (quale corpo: giovane, vecchio, sano, malato?) e verranno definitivamente giudicati e destinati alla dannazione eterna o alla eterna salvezza. Nel frattempo, in attesa di questo "giudizio universale", le anime dei morti sono provvisoriamente sistemate in aree di parcheggio comunemente note come: paradiso, purgatorio, inferno o altre simili, mentre i loro corpi marciscono e si polverizzano sotto terra.

Posto che per soffrire occorre avere un corpo sensibile al dolore e, visto che tali corpi verranno riassegnati nel corso di questo fantomatico "giudizio", non è chiaro che cosa ci facciano ora le "anime" dei defunti relegate all'inferno. Anche le anime possono essere arrostite dalle fiamme infernali? E poi perchè due giudizi? Non ne basta uno?
Infine, a confondere le idee, esiste una corrente di pensiero la quale afferma che l'inferno non sarà eterno ma verrà abolito alla fine del mondo (apocatastasi) e tutte le anime verranno "redente" (indulto universale) e andranno ad affollare il paradiso; altre sette cristiane invece sostengono che solo 144.000 anime saranno ospiti definitivi del paradiso, mentre tutti gli altri (migliaia di miliardi) se la vedranno brutta.
A tutto questo si collega un insano, mortificante e deprimente culto della morte e dei trapassati, nonchè l'adorazione di strumenti di morte (croce) e immagini di atroci torture.
Alcuni scienziati (Hoyle?) hanno definito l'inizio del cosmo "Big Bang" (circa 14 miliardi di anni or sono) e la sua presunta fine come il "Big Crunch" (entro circa 5 miliardi di anni, la grande contrazione, la grande "strizzata", la morte termica, conseguente al continuo e costante incremento dell'entropia universale ed al raffreddamento del sole). Ciò che la chiesa ha cercato di interpretare con l'allegra "canzoncina" Dies irae.......


Questi sono i tre punti fondamentali ai quali un individuo deve credere per potersi definire cristiano, indipendentemente dal nome terreno assunto dal cristo sacrificale, di cui al punto b): GESU', MITRA, KRISHNA o altro.

Infine, per quei particolari cristiani che aderiscono alla setta cattolica è ancora necessario "credere", senza alcuna possibilità di discussione, in alcuni importanti princìpi (i dogmi: protervi e palesi insulti all'intelligenza umana) quali:
la trinità: coesistenza di tre persone in un dio unico (anni 325, 385 e.v.)
presenza di una duplice natura e di una duplice volontà nel Gesù (anni 451, 680 e.v.)
la perpetua verginità di Maria: ante partum, in parto, post partum (anno 649 e.v.)
esistenza di particolari luoghi di permanenza eterna delle anime quali Paradiso, Inferno e, dal 1439 e.v., di un nuovo luogo di permanenza temporanea detto Purgatorio.
transustanziazione del pane e del vino nel corpo del Cristo (anno 1563 e.v.)
immacolato concepimento di Maria, da parte di Anna, o anche preservazione di Maria dal peccato originale al momento del suo concepimento (anno 1854 e.v.)
infallibilità del papa (anno 1870 e.v.)
(Questa è veramente buona: il papa, pur sempre un uomo, si ritiene infallibile perchè parla a nome di un dio in virtù di un'autorità a farlo che s'è attribuita da solo!!!)
assunzione del corpo di Maria in cielo (anno 1950 e.v.)
esistenza di un "limbo" dove confluiscono le anime dei neonati abortiti o deceduti prematuramente, prima di ricevere il battesimo. (anno ?? e.v.)
NOTA: L'esistenza del limbo è stata sostenuta per secoli dalla chiesa. Poi il 20/04/2007, l'infallibile Benedetto XVI ha abolito, di sua iniziativa, questo strano luogo ed ha "trasferito" le suddette anime in un angolo imprecisato del paradiso (??).
La religione cristiana si basa quindi su concetti e dogmi ridicoli che vengono definiti dal clero sacrosanti. Sono idee che non si possono minimamente criticare o discutere.

E' così e tanto vi basti!!
E' il famigerato "principio di autorità" inventato ed imposto dalla chiesa: è così perchè ciò è scritto sulla Bibbia, nei vangeli, ecc., e perchè ...lo diciamo noi che abbiamo ancora il potere politico, economico e mediatico per farlo.

Il benchè minimo dubbio su qualcuna di queste "sacre verità" getta, inesorabilmente, l'anima del cattolico nelle braccia di ...Satana, nelle quali sono già finiti, certamente, i papi che hanno eleborato le precedenti follie dogmatiche.
E' sempre un fatto positivo (per l'unanità intera) quando i preti, con le loro trovate, si impiccano da soli.




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INSERTO 04 - Inferno e Paradiso
A proposito di Inferno (inteso come luogo di eterno dolore, e non come personaggio custode dell'Ade), occorre rammentare che durante i lavori del Concilio Vaticano II (1962-1967) l'allora titolare del Soglio di San Pietro, Giovanni XXIII, (papa di un certo carisma e che aveva raccolto intorno a sè numerosi consensi) se ne venne fuori affermando che "l'inferno non esiste" e che la punizione per i peccatori consiste nel vivere in eterno lontani dalla luce divina e perciò privati della supposta beatitudine che ne deriva.

L'affermazione lasciò tutti di stucco generando gravi imbarazzi. Non si sa come la prese il presunto Gesù che in vita sua terrena aveva molto insistito sulla fine che avrebbero fatto i peccatori, condannati ad essere precipitati nella Gheenna del Fuoco; d'altro canto anche Dante si deve essere rivoltato nella tomba, proprio lui che dell'inferno aveva minuziosamente descritto organizzazione e struttura!!

Per inciso la "Gheenna" era la discarica di immondizie di Gerusalemme, periodicamente incendiata per evitare il puzzo atroce che emanava.

Il risvolto pratico fu una percettibile riduzione degli introiti di bottega in quanto molti si chiesero se valeva ancora la pena di pagare la tangente al prete per evitare di finire arrosto, ora che le fiamme dell'inferno erano state dichiarate estinte. E' vero che restava sempre l'opportunità di tentare la conquista del paradiso ma questo pare non sia mai stato un grande incentivo per le masse di fedeli. Se chiedete a molti cattolici praticanti di darvi una definizione sulla natura e sul significato di paradiso rischiate di ricevere le risposte più strane.
Tertulliano, a suo tempo, aveva definito il paradiso come "il luogo dove i beati possono eternamente contemplare e godere delle torture inflitte ai dannati".
Boh!! Chi si contenta gode!

Qualche tempo dopo, il papa successivo, Paolo VI, appena preso possesso della sua carica, si affrettò a ribadire con molta energia che "l'inferno esiste, eccome!!"
La domanda che ora viene naturale è questa: cosa deve fare un fedele praticante di fronte a due affermazioni fatte da due INFALLIBILI in netto contrasto tra di loro?

Forse non troverete nessun riferimento a tutto ciò negli atti ufficiali del Concilio Vaticano II, ma li troverete sicuramente sulle pagine di quei giornali che all'epoca pubblicavano quotidianamente cronaca e resoconti dei lavori conciliari.

Comunque sia, a parte le esternazioni di Giovanni XXIII, è interessante notare come quasi tutte le religioni siano concordi nel definire i loro "inferni" come luoghi di atroci sofferenze che solo la mente perversa e corrotta del prete riesce ad immaginare.
Viceversa sulla definizione di "paradiso" le incertezze dominano; per alcune religioni il paradiso nemmeno esiste. Per altre le idee sono confuse ed incerte. Nell'ebraismo solo determinate correnti lo prendono in considerazione. L'unica religione con idee apparentemente abbastanza concrete è l'Islam.
Il musulmano che muore in grazia di Allah deve comunque sostenere un'ulteriore prova che consiste nell'attraversare il "Ponte di Sirat", (Corano 30,66) più sottile di un capello, più affilato di un rasoio, che attraversa il baratro dell'inferno. Superato tale ostacolo, accede ad un giardino di delizie dove viene nutrito con latte, miele, vini prelibati (non alcolici naturalmente) e deliziato da vezzose fanciulle, sempre vergini: le uri dai seni di alabastro. Alcuni ne assegnano 12, altri 40 oppure 70, altri ancora affermano che il numero delle fichette assegnate corrisponde al numero dei Ramadan che il fedele ha devotamente osservato durante la sua vita terrena. Il paradiso di Allah dovrebbe dunque essere un posto dove tutti copulano alla grande, come conigli! Però anche quì non mancano le incertezze: alcuni sostengono che le uri siano in realtà solo dei grappoli di "uva bianca".
Resta comunque incerta la sorte delle donne che muoiono in grazia di Allah e dei fedeli pederasti.


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Dopo quello che è successo in questi ultimi anni, è sempre più difficile definire la teologia cristiana come "monoteista". La religione induista (certo non monoteista) annovera 3306 divinità maggiori e minori. Il cristianesimo ne contava, anni fa, circa 1350 (santi, beati ed altre entità in grado di compiere interventi di natura divina).
Per l'esattezza a questi ne vanno aggiunti altri 465 proclamati dal solo papa Wojtyla, nei suoi 27 anni di pontificato. Quindi, salvo errori ed omissioni, il totale ammonterebbe, per ora (17/6/2002), a 1815.
Molti di questi personaggi sono futili e le loro gesta (in virtù delle le quali sono stati elevati alla gloria degli altari) sono ridicole e a volte oscene. Ogni tanto la chiesa sgombera gli scaffali della propria bottega dai prodotti più desueti - ultimamente è toccato a san Giorgio, san Gennaro, santa Filomena, santa Elena, santa Veronica, san Cristoforo e molti, molti altri - ma ne restano comunque ancora un sacco per la gioia adorante dei più incalliti imbecilli.
(Rif. 440)

E' quindi sotto gli occhi di tutti come la religione cristiana abbia perso, da tempo, le sue caratteristiche di religione dell'unico vero dio.
Essa è oggi una religione politeistica, di stampo neopagano, basata su una scala verticistica (come quella greco-romana facente capo all'Olimpo) che va dai beati, ai santi, ai padri della chiesa sino alle alte gerarchie e alla trinità.
La cosa è ancora più evidente se si considerano i nove cori dell'angiologia "ufficiale" che comprende, in ordine ascendente: angeli, arcangeli, principati, potesta', virtù, dominazioni, troni, cherubini e serafini.
Nel corso del Medioevo gruppi di dotti clerical/citrulli hanno discusso, sino alla nausea, sul:
- sesso degli angeli
- sulla misura delle loro ali
- su quanti di essi potessero contemporaneamente danzare sulla capocchia di uno spillo.
Si pensi, ancora, allo sterminato numero di santi, ognuno dei quali è abilitato a particolari protezioni e/o interventi a favore di: viaggiatori, naviganti, militari, commessi, carcerati, prostitute, animali e con particolari competenze su: mal di pancia, anoressia, commercio di armi, fratture ossee e via dicendo.

Occorre poi rammentare che, mentre le religioni pagane o naturali si collocavano all'interno della società ed i sacerdoti si inserivano, come i magistrati o i mercanti, all'interno del tessuto sociale, al contrario i preti delle religioni rivelate - eccetto i musulmani sunniti - tendono a formare una classe a sè separata dagli altri, poichè appartenenti ad una istituzione nuova ed artificiale (in quanto formata sull'elaborazione di idee correnti ma non condivise da tutti) introducendo così la distinzione tra potere temporale e potere spirituale.

Il loro dio deve imporsi dal nulla sui creduloni e quindi le sue caratteristiche devono garantire:

di essere un dio rassicurante, quindi onnipotente e buono. Quando qualcosa va storto, la colpa è, o della poca fede dei credenti, o del diavolo, una creatura sua nemica, naturalmente malvagia, creata da dio stesso (!!).

di essere un dio più potente degli altri e quindi si inventano su di lui un sacco di fandonie, tipo quella che ha creato il mondo, che domina il cielo e dal cielo, che giudicherà le anime, ecc.;

di essere un dio incomprensibile, di modo da giustificare col mistero divino l'autorità dei sacerdoti e la loro incontrollabilità.
Applicando una tecnica, collaudata da secoli di prevaricazioni, il condizionamento comincia molto presto, con un rito di iniziazione (battesimo, circoncisione) imposto a pochi giorni dalla nascita, complici i genitori pavidi, timorosi, accecati dalla stessa superstizione e supini al conformismo; prosegue poi nella prima infanzia (con una ulteriore confermazione: cresima, bar-mitzwah) e nella giovinezza, fornendo risposte assurde alle prime domande sull'origine del mondo, sulla vita e sulla morte, sul bene e sul male, tali da distruggere sul nascere i primi tentativi di pensiero logico e razionale.

Non per nulla J. de Maistre predicava: Dateceli dai cinque ai dieci anni e saranno nostri per tutta la vita.

Non sempre è vero! Chi scrive è stato espulso, all'età di 10 anni, dalla chiesa cattolica, mediante un poderoso calcio nel sedere, di un certo insofferente Don Manubrio, titolare della parrocchia di S. Alessandro di Alessandria (IT).
Motivazioni ed ...escoriazioni a parte, ringrazio vivamente don Manubrio per avermi salvato!

Il cristianesimo (come d'altra parte anche l'islam) insegna ai bambini che occorre credere senza discutere e che questo atteggiamento "bovino" è una grande virtù: non bisogna mai argomentare sul perchè si crede!
La razionalità del giovane viene così mortificata sul nascere e l'individuo reso schiavo da credenze irrazionali che ne fanno un ilota devoto al clero.

Molti, alla fine, si aggrappano alla religione non perchè sia consolante, ma perchè sono vittime di un sistema educativo che non ha offerto loro la possibilità di una visione laica della vita.
(Rif. 800)

Titillando quindi l'ignoranza del prossimo, si perviene al successo e miriadi di poveracci fuggono dalla realtà (a volte scomoda per chi non vuole ragionare) affidandosi alla nuova religione. E' da notare che più un popolo è civilizzato ed oppresso, più sfornerà movimenti mistico-religiosi. India, Cina, Medio Oriente, Egitto, Europa Medioevale, Indiani d'America fine anni '80, ne sono la conferma.

Poichè i preti sono separati dal resto della società, essi sono inizialmente visti, dai potenti, come una minaccia e poi, o accettando il fatto che la maggioranza s'è data alla nuova fede, o sub-odorando l'affare, o perchè finalmente i preti vincono e prendono il potere (spesso per breve tempo essendo più uomini di cervello e di ventre che di azione), i regnanti li accettano all'interno della propria struttura di potere. Scelta criticabile e pericolosa perchè quando il potere politico è debole, i preti si fanno avanti per dominare: per tutto il medio evo nel mondo cristiano ci saranno scontri di potere fra regnanti e preti. Come pure in Cina e nella Giudea monarchica.

Alla fine i poteri politici prevalgono ed i preti o vengono integrati nella società perdendo il loro status separato e privilegiato (ebrei, protestanti), o diventano una docile sezione dell'amministrazione, limitata al potere spirituale (regni cristiani, regno di Giuda, ecc.), ad essa legata per combattere le nuove tendenze innovatrici, che comunque non riescono o non vogliono scalzarla dalla sfera spirituale, dove si è autolimitata.
Comunque, la cosa peggiore che possa capitare è quando si crea il connubio "dio e patria". A questo punto non c'è più limite al terrore, alla sopraffazione, all'intolleranza più miope ed a mostruosi bagni di sangue.
(Rif.725)

Tratto da: www.alateus.it/breviario.htm#parte3





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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DUEL., 02/12/2011 16.38:


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Io lo dico da 40 anni.

Ciao
Claudio
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“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
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