PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


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La nafta e le punizioni di Dio

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2011 01:44
23/12/2011 01:44
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Nella Bibbia - precisamente al capitolo 18 del primo libro dei Re - viene narrato un episodio che vede protagonista il profeta Elia intento a dare una severa lezione ai sacerdoti di Baal, suoi antagonisti.
Per dimostrare che infatti questi seguivano un falso dio, Elia li sfida in un duello alquanto particolare: sia lui che loro devono preparare una catasta di legna per bruciare un sacrificio. Solo che nessuno deve appiccare il fuoco ma solo il vero dio si dimostrerà tale accendendolo senza intervento dell’ uomo.
La preparazione della prova da parte di Elia è singolare: non solo non accende il fuoco ma addirittura fa versare copiosamente dell’ acqua sulla legna.
Ovviamente, diremmo noi, la legna dei sacerdoti di Baal non si incendia da sola. Mentre invece, passato mezzogiorno, poco dopo che Elia si è avvicinato alla sua catasta e ha invocato il suo dio, un fuoco “cade” e consuma tutto quanto.

La deduzione che fanno gli astanti è che il dio di Elia è il solo vero dio. Conseguenza, non necessaria ma comunque immediata, è che Elia cattura e scanna tutti i sacerdoti antagonisti. Quanta ragione avesse il “santo profeta” e quanto divino fosse quel fuoco lo possiamo ben immaginare.

Tanto che è sempre la stessa Bibbia che ci viene incontro per spiegare in termini più cogenti quello che la ragione sa intuire. Nel secondo libro dei Maccabei possiamo infatti leggere questo piacevole resoconto storico che è ben vicino a quello appena riassunto:



(2Maccabei 1:18-36) Stando noi per celebrare la purificazione del tempio il venticinque di Casleu, abbiamo creduto necessario darvi qualche spiegazione, perché anche voi celebriate la festa delle Capanne e del fuoco, apparso quando Neemia offrì i sacrifici dopo la ricostruzione del tempio e dell'altare. Infatti quando i nostri padri furono deportati in Persia, i sacerdoti fedeli di allora, preso il fuoco dall'altare, lo nascosero con cautela nella cavità di un pozzo che aveva il fondo asciutto e là lo misero al sicuro, in modo che il luogo rimanesse ignoto a tutti. Dopo un buon numero di anni, quando piacque a Dio, Neemia, rimandato dal re di Persia, inviò i discendenti di quei sacerdoti che avevano nascosto il fuoco, a farne ricerca; quando essi ci riferirono che non avevano trovato il fuoco ma acqua grassa, comandò loro di attingerne e portarne.

Poi furono portate le offerte per i sacrifici e Neemia comandò che venisse aspersa con quell'acqua la legna e quanto vi era sopra. Così fu fatto e dopo un po' di tempo il sole, che prima era coperto di nubi, cominciò a risplendere e si accese un gran rogo, con grande meraviglia di tutti. I sacerdoti si posero allora in preghiera, mentre il sacrificio veniva consumato, e con i sacerdoti tutti gli altri: Giònata intonava, gli altri continuavano in coro insieme a Neemia. La preghiera era formulata in questo modo: Signore, Signore Dio, creatore di tutto, tremendo e potente, giusto e misericordioso, tu solo re e buono, tu solo generoso, tu solo giusto e onnipotente ed eterno, che salvi Israele da ogni male, che hai fatto i nostri padri oggetto di elezione e santificazione, accetta il sacrificio offerto per Israele tuo popolo, custodisci la tua porzione e santificala.

Raccogli i nostri dispersi, libera quelli che sono schiavi in mano ai pagani, guarda benigno i disprezzati e gli oltraggiati; sappiano i pagani che tu sei il nostro Dio. Punisci quelli che ci opprimono e ci ingiuriano con superbia. Concedi al tuo popolo di radicarsi nel tuo luogo santo, come ha detto Mosè. I sacerdoti a loro volta cantavano inni. Poi vennero consumate le vittime del sacrificio e Neemia ordinò che il resto dell'acqua venisse versata sulle pietre più grosse. Fatto questo, si accese una fiamma, la quale tuttavia fu assorbita dal bagliore del fuoco acceso sull'altare. Quando fu divulgato il fatto e fu annunciato al re dei Persiani che nel luogo dove i sacerdoti deportati avevano nascosto il fuoco era comparsa acqua e che i sacerdoti al seguito di Neemia avevano con quella purificato le cose necessarie al sacrificio, il re fece cingere il luogo e lo dichiarò sacro, dopo aver accertato il fatto. Il re ricevette anche molti doni da quelli che aveva favoriti e ne diede a sua volta. I compagni di Neemia chiamarono questo luogo Neftar che significa "purificazione"; ma i più lo chiamano Neftai.



Due cose sono certe:

- fin dai tempi antichi si era capito che la nafta ha la proprietà di incendiarsi al contatto con materiali molto caldi

- per questo “benedetto” liquido si sono sempre immolate preziose vittime umane (e animali) a soddisfazione del bieco interesse di pochi astuti cialtroni senza rispetto per la vita altrui.

La consolazione che ci rimane è che forse chi visse ai tempi di Neemia ha potuto campare più a lungo di quelli che non condividevano “l’infuocato” credo religioso di Elia.



Per concludere aggiungo che se qualcuno ritiene che questa rilettura dei testi “sacri” sia molto ovvia, può prendersi la briga di cercare i commenti a questi passi in qualche versione domestica della Bibbia. Si renderà conto di quanto siano distanti le interpretazioni “ufficiali” da quelle qui fornite.

A dimostrazione che è sempre attuale il detto: “il sonno della ragione genera mostri”.

www.circolorussell.it/index.php?doc=368





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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