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PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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Atei vs Credenti

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2012 16:45
30/04/2012 10:01
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Ma forse è solo il diverso che fa paura.
Le discussioni dei giorni precedenti mi hanno fatto riflettere su una cosa.
Frequento il virtuale da parecchio ormai. La diatriba tra atei e credenti è sempre stata accesa (non ho mai visto nessun argomento come la religione capace di dividere in schieramenti e accendere gli animi).
E non solo nel virtuale, a essere onesti.

Mi viene da ridere perché io mi sento in una sorta di corsia di mezzo, e non nascondo che molto spesso (non sempre, ma spesso) mi ritrovo a ragionare con più civiltà e rispetto con chi si dichiara non credente, piuttosto che con chi afferma di credere e magari anche pratica una determinata religione.
Sono sempre stata attaccata da religiosi di ogni tipo per le mie idee. Raramente ho trovato credenti in grado di dire: potrei anche sbagliarmi. Spesso mi rendo conto che molte amicizie con i credenti si mantengono solo perché sono io a non entrare quasi mai nel discorso.
Per contro, un non credente, al massimo, mi dice: secondo me tu credi nelle favoli, ma sono affari tuoi. (Non che non ci siano stati atei che non hanno attaccato violentemente il mio modo di pensare. Ma la percentuale è notevolmente ridotta)

Per cui stanotte ho fatto una serie di ragionamenti... e mi piacerebbe condividerli... premesso che vorrei tanto che si discutesse con rispetto, e che non dò per corretti i miei pensieri a prescindere.

Se la percentuale dei credenti che attaccano le idee altrui sono maggiori rispetto alla percentuali di atei che si comporta in quel modo, ci sarà una ragione. Quella ragione potrebbe dipendere dal fatto che un religioso si aggrappa al proprio pensiero, tenendolo stretto e vedendo con terrore qualsiasi "attentato" alla propria sicurezza emotiva e spirituale... mentre un non credente è già abituato in linea di massima a mettersi in discussione?
Forse che il diverso fa paura perché diventa una coscienza che grida a cielo aperto.

Sottolineo che parlo da credente... però non essendo religiosa, non ho questo bisogno disperato di aggrapparmi a un pensiero, un'idea. Mi piace, invece, il pensiero di costruire da sola il mio cammino giorno dopo giorno.

Altro ragionamento è che spesso la diatriba nasce dalla tendenza umana di etichettare le persone che ci stanno davanti. Sembra quasi che ne abbiamo bisogno, per adattare di conseguenza i proprio comportamenti e pensieri. Errore madornale, perché, fortunatamente, non viviamo in un mondo in bianco e nero. Le sfumature ci sono, e sono tantissime.
Ed ecco che quando un religioso parla con me della mia idea di Dio molto spesso mi guarda inorridito, perché non sa in quale categoria "catalogarmi". Perché dico che non ho bisogno di un intermediario tra me e ciò che considero divino. Perché dico che dal mio punto di vista Dio si può trovare solo dentro se stessi e non al di fuori... perché dico che nella Natura troviamo tutto l'insegnamento e le risorse di cui abbiamo bisogno... perché dico che la Bibbia è stata scritta da uomini e come tale rispecchia il pensiero prevalente dell'epoca in cui è stata scritta e non certo un presunto Dio che se fosse davvero come descritto mi farebbe venire il vomito solo al pensiero... perché chiedo provocatoriamente chi ha deciso che Dio debba essere in un certo modo, con determinate idee, con caratteristiche maschili, ecc.
Oppure quando dico che ognuno di noi, in fondo, è divino a se stesso, perché alla fine, siamo la persona a cui maggiormente dovremo rendere conto.
Quando un ateo parla con me, inorridisce a sentirmi parlare di Amore (con la maiuscola, con buona pace di Claudio! [SM=g8322] )... spesso mi chiedono se mi sono mai guardata attorno. Certo che sì. Non ho occhiali con le lenti rosa, e per me l'amore non è quello sbandierato dalle varie religioni (e che viene usato troppo spesso come ulteriore mezzo di manipolazione e ricatto morale)... è qualcosa di più completo e complesso. Solo chi mi conosce a fondo sa quante ne ho passate, e se sono ancora qui, viva e sana di mente (beh, almeno il dubbio concedetemelo!) è perché ho creduto fino in fondo che potevo farcela, e questo io lo chiamo Amore per me stessa, per mia figlia, ecc. Non sono un'ingenuotta che non vede le cose che vanno male. Sono una rivoluzionaria che prova a cambiarle. A costo di assomigliare a Don Chisciotte... ma di questi mulini, a differenza sua, ne ho già abbattuti un po'.

E quando sento parlare di atei dai credenti, sono io a inorridire. Per un religioso, ateo è colui che ha scelto di non rendere conto a una coscienza superiore solo per farsi i proprio comodi e poter "peccare" a piacimento senza sentirsi in colpa. Ho sentito questo ragionamento così tante volte che adesso, quando ricapita, mi scopro a provocare a mia volta. "E se fossero invece migliori di noi in quanto seguono i loro ideali senza che nessuno li costringa? Preferisco uno che mi sorride perché vuole farlo e non perché "dio" dice che in quel modo si guadagna il paradiso"
Idem quando sento parlare di credenti dagli atei, ecco che un po' rimango basita perché mi chiedo come sia possibile non rendersi conto che tra i credenti ci sono anche persone di libero pensiero, che vivono in un certo modo e pensano in un certo modo per PROPRIA scelta, e che non cercano di convincere proprio nessuno del loro modo di essere.

Da parte mia, scelgo di portare avanti il dialogo solo quando vedo che è possibile. Mi ritiro quando si scade nella presunzione e nell'offesa personale (parlo in generale, eh?). Semplicemente di quella persona non mi interessa più, pensi quel che vuole. Io vado avanti comunque.
Ma.... in quelle occasioni in cui il dialogo è vivo e rispettoso.... non posso che inserirmi con immenso piacere.

[SM=g7425]



"Voglio cambiare il mondo", disse la ragazzina.
"Ah! E come vorresti fare, sentiamo?" chiese il professore, scettico.
"Con l'Amore", rispose lei, sorridendo.
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