Credente., 04/07/2013 10:15:
La frase non mi è ancora chiara. Forse sono io a non capire.
Provo a fare qualche domanda per cercare di chiarirmi:
Vuoi dire che anche il magistero cattolico potrebbe indurre erroneamente i cattolici a fare o non fare cure finalizzate a salvare delle vite?
E in tal caso, se non ho capito male, quali sarebbero queste cure?
Se invece volevi dire altro, ti prego di precisare meglio.
Non parlavo del magistero cattolico in quanto non mi è conosciuto dogma definitorio che copre dottrina di divieti o prescrizioni curative.
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Eri tu che avevi espresso questa frase:
"Però di fronte alla perdita di una vita, si deve, in coscienza, preferire di correre il rischio."
Ora ipotizziamo che un Papa dicesse queste parole
non parlando ex cathedra, dunque senza che il cattolico abbia garanzia alcuna di verità, cosa potrebbe succedere?
Un cattolico secondo te non potrebbe essere comunque indotto per motivi di coscienza, a fare quelle cure, ANCHE SE QUESTI ultimi potrebbero farlo morire anziché vivere( visto che i rischi sono gravi)?
[Modificato da Cristianalibera 04/07/2013 10:30]
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)