Delle quattro definizioni che proponi solo le prime due sono, a mio parere, in sintonia con il significato che intendo per religione. La terza definizione riguarda la teologia, che è altra cosa. Non tutti i credenti sono teologi, e nemmeno provano a comprendere Dio attraverso uno studio sistematico, cosa che invece fanno i teologi.
La quarta definizione riguarda la spiritualità, che differisce dalla religione in quanto appartiene alla sfera interiore, intima. La religione, per sua definizione, è una forma esteriore, l'insieme delle pratiche e delle credenze che adottiamo come nostre, la nostra manifestazione esteriore di adorazione e venerazione verso ciò che riteniamo sacro o divino.
Molte volte la religione soddisfa il proprio bisogno spirituale, perché le sue regole, i suoi insegnamenti e precetti corrispondono al nostro bisogno spirituale. In altri casi non è così.
Dal mio punto di vista tutti noi abbiamo una spiritualità innata che cerchiamo di soddisfare. Perfino i non credenti tentano di soddisfare la propria spiritualità, anche se non sempre ne sono consapevoli. Non tutti però trovano soddisfazione nella religione. E, forse, la colpa è anche del modo errato con cui, nel corso del tempo, si è presentato Dio. Ricordo con piacere, a questo proposito, quanto detto da Giovanni Paolo I:
"Io sono stato molto vicino, come vescovo, anche a quelli che non credono in Dio. Mi son fatto l'idea che essi combattono, spesso, non Dio, ma l'idea sbagliata che essi hanno di Dio".[Modificato da Raffinatore 07/12/2013 18:16]
Più si è vuoti e più si ama emergere, come recipienti pieni di niente, che galleggiano sulla superficie dell’acqua.