PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


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Shalom.
 
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L'interpretazione della Sacra Scrittura

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2014 11:59
04/06/2014 19:38
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Re:
Tommaso de Torquemada, 15/04/2014 19:59:

Come sia possibile che la Bibbia abbia molteplici interpretazioni, la domanda è più che lecita, a volte si rimane sconcertati dal modo di interpretazione delle scritture, ma non dobbiamo meravigliarci, perché non è la forma ricercata da cristiano ma è la sostanza la quale non può avere molteplici interpretazioni.

Per comprendere meglio la questione delle varie interpretazioni, dobbiamo comprendere che la Bibbia, in questo caso le scritture neotestamentarie non sono un dettato come lo può essere il Corano, ma un'interpretazione dell'agiografo il quale fu sospinto dallo spirito Santo, evidentemente l'agiografo doveva esprimersi nei modi e con dei concetti i quali fossero ben comprensibili ai suoi contemporanei.

L'agiografo teneva in considerazione il destinatario dei suoi scritti, e quindi pur essendo la sostanza uguale la forma poteva essere diversa, facciamo un esempio, il Vangelo di Matteo fu scritto per gli ebrei, dunque Matteo doveva esprimersi in un modo tale da dare una giusta interpretazione a ciò che scriveva, prendiamo il caso dell'affermazione del regno, Matteo scrivendo agli ebrei si riferisce al regno dei cieli e non al regno di Dio, affermazione la quale sarebbe stata rifiutata, ritenendola un oltraggio da parte dei giudei, usando il termine regno dei cieli e non regno di Dio modificava solo la forma mantenendo la sostanza, sicché gli agiografi i cui scritti erano destinati ai gentili poterono usare tranquillamente il termine regno di Dio.

Un'altra cosa molto importante da comprendere è che, e questo non dovrebbe scandalizzarvi, secondo l'usanza orientale o medio orientale il maestro o l'insegnante non scriveva mai di suo pugno, tutte le opere che noi conosciamo di Socrate, di Platone, di Aristotele, e di molti altri illustri personaggi sono state tutte scritte dai loro discepoli, ora, nel caso di Gesù è la stessa cosa, Gesù Cristo non ha scritto nulla di suo proprio pugno, noi non possediamo neanche una virgola che sia autografa di Gesù Cristo, tutto ciò che conosciamo lo conosciamo grazie agli scritti e alle testimonianze dei suoi apostoli, ma questo non ci crea nessun problema, come non abbiamo nessuna difficoltà ad attribuire certe opere a Socrate, Platone, Aristotele anche se scritte dai loro discepoli così non abbiamo nessuna difficoltà ad attribuire i detti e i fatti a Gesù Cristo, anche se, tali detti e tali fatti sono stati trascritti dai suoi discepoli.

Quando noi leggiamo nella scrittura, Gesù ha detto, Gesù ha fatto, dobbiamo sempre ricordare che sono gli apostoli, i quali ci informano su ciò che Gesù ha detto è ciò che Gesù ha fatto, dobbiamo anche comprendere ciò che effettivamente Gesù abbia detto da ciò che gli apostoli hanno fatto dire a Gesù, il problema nasce proprio dal fatto che non abbiamo nulla di Gesù che sia autografo, e che quindi prima di accettare ciò che Gesù ha detto o ciò che Gesù ha fatto dobbiamo accettare o per meglio dire dare credibilità a coloro che ci dicono cosa abbia detto o cosa abbia fatto , la vera fede in Gesù Cristo significa primariamente avere fede o dare credibilità a coloro che ci narrano le gesta di Gesù Cristo, se noi accreditiamo fiducia, credibilità, fede, allora la nostra fede verso colui il quali gli agiografi ci propongono sarà centuplicata saremo sicuri che le cose stanno effettivamente così, al contrario, se rifiutiamo chi ci trasmette l’evangelo, non si potrà avere fede in colui che è protagonista del vangelo, in sostanza non si può dire, “ la Chiesa no, Cristo si”, come anche non si può dire “ la Chiesa si, Cristo no”, giacché la scrittura /canone è un prodotto della Chiesa non possono essere scindibili.

È evidente che i quattro Vangeli canonici e le lettere apostoliche non ci dicono nulla degli anni in cui Gesù si manifestò al popolo, ed è altresì evidente che i racconti dei Vangeli sono la sostanza il nucleo della missione di Cristo, si comprende bene allora che molti interrogativi si pongono nella interpretazione e nella attualizzazione del messaggio evangelico, motivo per cui molti si sono rifatti una propria interpretazione e attualizzazione della scrittura.

Per comprendere la difficoltà sia interpretativa e sia di attualizzazione possiamo fare riferimento a un detto di Gesù, il quale afferma, a chiunque rimetterete i peccati saranno rimessi, a chiunque non li rimettete non saranno rimessi, un comando semplice di comprensibilità immediata, ma di difficile interpretazione e attualizzazione, chi poteva rimettere peccati?, A chi si potevano rimettere, quando si potevano rimettere, e quanto si potevano rimettere, quali peccati si potevano rimettere, ancora, come confessare i peccati, quando bisognava confessarli, perché bisognava confessarli, a chi bisognava confessarli, cosa comportava la confessione dei peccati.

Altro ancora ci sarebbe da dire da questo esempio, questo per far comprendere la difficoltà che si incontra nell'interpretazione e nella attualizzazione della scrittura, Gesù dà solo un comando nulla di più nulla di meno, ma come attualizzare quel comando era il problema, ma procediamo piano piano.

Gesù trae a se i dodici apostoli, in rappresentanza delle dodici tribù di Israele, una parentesi è d'obbligo sulla numerologia, nella cultura ebraica il simbolismo numerologico è tenuto in alta considerazione, al contrario della nostra concessione dei numeri e quali sono fini a se stessi nella cultura ebraica i numeri hanno un'importanza notevole al pari della scrittura, sicché abbiamo molti numeri che racchiudono una forte simbologia, come quaranta, essi sono i giorni del diluvio, la ricezione della legge da parte di Mosè, il peregrinare nel deserto, i giorni di digiuno di Cristo nel deserto, eccetera, così vale per il numero dodici, per il numero tre, per il numero sei, per il numero sette, per il numero mille, ogni numero ha una sua specificità e collocazione nei rapporti tra YHWH ed il suo popolo, si comprende bene che il simbolo non può essere preso alla lettera ma proprio in virtù di tale simbolismo tali numeri ci vogliono comunicare qualche altra cosa.

Gesù è definito profeta e lo era, ma nessun profeta nell'antichità ha mai avuto bisogno di successori, la missione del profeta poteva finire in due modi, la cessazione della profezia, in quanto adempiuta, o la morte del profeta, ma in Gesù le cose cambiano, la sua attività di profeta non poteva terminare ne con la sua morte né tanto meno con il termine della profezia, il messaggio profetico di Gesù Cristo era un messaggio escatologico, motivo per cui i dodici apostoli dovevano dopo la morte e la resurrezione di Cristo continuare l'annuncio profetico lasciatogli come eredità da Cristo stesso.

Come dunque tale messaggio poteva essere annunciato a tempo indefinito se anche i dodici apostoli sarebbero a loro volta morti?, Ecco allora che alla Pentecoste nasce ciò che è fondata da Cristo stesso, cioè, la sua Chiesa, quei 120 i quali erano radunati nella stanza, ricevettero lo spirito Santo formando il nucleo della Chiesa, la quale è una, lo spirito Santo discese su cui 120 e non in altri, cattolica, in quanto universale, il messaggio cristologico doveva essere annunciato a tutti, apostolica, poiché il fondamento su cui la Chiesa poggia è Cristo, ma le colonne su cui essa verrà strutturata sono gli apostoli, la Chiesa è Santa, poiché colui che l'ha creata è Santo, la Chiesa è Santa in quanto corpo mistico di Cristo, ma essendo tale corpo composto da innumerevoli membra i medesimi possono essere sia santi che peccatori, ma gli atti dei singoli peccatori non potranno mai inficiare la santità della Chiesa.

Grazie al versamento dello spirito Santo e alla creazione della sua Chiesa fu data ad essa il compito di annunciare e di interpretare il messaggio datogli da Cristo stesso “ insegnando ad osservare tutte le cose che vi ho comandato”.

Questo ci fa comprendere come la Chiesa nascente era depositaria del Kerygma, e che solo lei né poteva darne la giusta e retta interpretazione.

Finché la Chiesa era formata dagli cristiani giudei non ci furono problemi di sorta, ma con la conversione dei pagani al cristianesimo iniziarono ad entrare concetti filosofici non pertinenti alla cultura giudaica, specie nell'ambito ellenistico, in modo particolare i vescovi provenienti dal paganesimo iniziarono ad elaborare delle proprie dottrine le quali furono influenzate proprio dalla loro filosofia, portando questo a deviazioni nell'esatta interpretazione della scrittura.

Un esempio lo possiamo trovare nel vescovo Marcione, il quale visse a metà del secondo secolo d c, egli elaborò una propria interpretazione delle scritture alterandone il genuino significato e minando la propria e l'altrui fede, Marcione negava l'umanità di Gesù Cristo, egli credeva e quindi insegnava e di conseguenza interpretava in un modo errato la scrittura poiché era influenzato da concetti filosofici pagani.

Vorrei portare l'esempio di Marcione per far comprendere quando sia pericoloso elaborare una propria interpretazione della scrittura, poiché inevitabilmente ci si allontana da chi tale scrittura doveva essere interpretata, avendone l'autorità interpretativa, Marcione e solo un esempio di come una interpretazione divenga deviata, ma sia nei primi secoli del cristianesimo sia nei tempi recenti una interpretazione ad personam può solo che contribuire alla confusione più totale, ciò che diciamo ora di Marcione vale per tutti coloro che hanno dato una loro interpretazione della Sacra Scrittura in un modo fuorviante.

Evidentemente per divenire cristiano Marcione dovette credere/accettare quelle verità di fede promulgate dagli apostoli, egli visse a metà del II secolo quindi pochi decenni dopo la morte dell’apostolo Giovanni, credendo nella filosofia dualista iniziò ad elaborare una interpretazione secondo tale filosofia, in essa si contemplava il bene/male, la materia/spirito, il buono/cattivo, vi era un Demiurgo dello spirito ed uno della materia, buono, bene nello spirito, male cattivo e corruttibile nella materia.

L’apostolo Giovanni ci dice che il “Verbo” si fece carne, per Marcione ciò non era possibile, lo spirito è sempre bene/buono la materia è sempre male/cattivo, come poteva lo spirito(solo bene) assumere la materia la quale è solo male?, non poteva essere.
Marcione dunque iniziò a rifiutare il Cristo nella carne, per lui Gesù non aveva un corpo carnale, ma sembrava assumere tale corpo, in effetti secondo il suo ragionamento, i discepoli videro una sorta d’immagine di un uomo, il quale sembrava essere composto di carne, ecco Marcione sposare il concetto di Dokèin – Docetismo il quale significa semplicemente “Apparire/ Sembrare”.

Per Marcione Cristo non assunse il corpo umano ma sembrava avere un corpo umano, si comprende bene che una simile interpretazione rendeva senza valore il suo sacrificio, l’Eucarestia, così anche per la sua morte e risurrezione, se Cristo non aveva corpo carnale non poteva ne soffrire ne morire ne risorgere, tale interpretazione rendeva senza valore anche la Chiesa, la quale non poggiava più sul fondamento reale ma semplicemente simbolico.
Interessante il fatto che l’apostolo Giovanni mise in guardia contro chi avrebbe negato il “Cristo nella carne” , inoltre, per sostenere la sua tesi il Vescovo Marcione stilò un primo canone della scrittura in cui epurava ogni riferimento all'umanità di Gesù Cristo, rifiutando sia le scritture veterotestamentarie le quali l’apostolo Paolo ebbe a dire di essere “ispirate da Dio”, sia i vangeli di Marco, Matteo, Giovanni, lasciando solo Luca con vistose epurazioni in riferimento all'umanità di Gesù.

Marcione non fu il solo a promulgare questa interpretazione sull'umanità di Cristo, altri seguirono il suo esempio, come Apelle, Bardesane, Valentino, Tolomeo, ecc.

Una simile interpretazione della scrittura, non solo alterava il significato della stessa, ma procurava “Scandalo”, adducendo gli altri ad abbracciare tale dottrina, Marcione ed altri, rifiutarono l’insegnamento apostolico, e l’interpretazione che la chiesa apostolica dava alla scrittura, motivo per cui alla fine dovette essere scomunicato.

L’interpretazione della Sacra Scrittura non è personale, ma collegiale dei Vescovi, i quali nell'unità ecclesiale ne danno una corretta interpretazione.

Quando ci si discosta da chi ha il compito di “Custodire, Trasmettere, Interpretare” la genuina fede, si hanno in modo inevitabili molteplici interpretazioni, le quali sono puramente soggettive senza nessuna autorità, ma con effetti devastanti per la conservazione della fede genuina.

La Chiesa Cattolica (Latina ed Orientale) è depositaria di tale autorità, al di fuori d’essa vi sono solo congetture puramente personali le quali a volte fanno deviare dall'autentico Kerygma gesuano, questo lo si vede molto bene dal XIX secolo quando fiorirono numerose nuove “chiese cristiane” con una interpretazione "fai da te".

Tommaso de Torquemada





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