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RISPOSTE ALLE DOMANDE DEI NON CREDENTI

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2024 16:37
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21/10/2022 09:47
 
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Perchè la natura, presenta tanti aspetti negativi, come terremoti, alluvioni, mortalità, malattie, virus nocivi, ecc., già da prima della venuta dell'uomo?
Perchè Dio, se è perfetto ha fatto il mondo così imperfetto?

CR
In Gen 3,17 troviamo: Genesi 3,17
"All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. "

La natura era stata creata in modo da poter svolgere normalmente il suo ciclo preparando all'uomo una dimora adatta alla sua vita sulla terra. Anche i terremoti, gli acquazzoni, i venti, avrebbero dovuto predisporre monti, laghi, fiumi, ghiacciai, finalizzati a rendere buono e bello l'ambiente per l'umanità.
La mortalità del mondo animale esistente già prima della comparsa dell'uomo faceva parte del ciclo naturale e non deve essere considerato come elemento negativo.
L'uomo non avrebbe patito nè malattie, nè fatica, nè dolore nè morte, protetto, illuminato, sorretto dallo Spirito di Dio in una terra benefica e connaturale con lui.
Ma dal momento che l'uomo ha rifiutato Dio, sfiduciandolo col proprio peccato, ha allontanato da sè lo Spirito santo che lo proteggeva e lo conservava, in un mondo a lui confacente, esponendosi dopo il peccato ad una natura divenuta per lui ormai ostile.

Al versetto di Gen 3,17 che abbiamo commentato fin qui, fa eco quanto scrive s.Paolo ai Romani
8,18 "...io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che dev'essere manifestata a nostro riguardo. 19 Poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio; 20 perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l'ha sottoposta, 21 nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. 22 Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio
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Per comprendere Rm 8,18-22 :

1. Paolo intende tutta la creazione (v.22). Egli ha davanti agli occhi la creazione sottoposta nel suo complesso alla vanità e alla corruzione, ossia gli uomini in quanto privi dello Spirito, la natura animata e inanimata, le potenze e le potestà (Rm 1,20).
2. Si tratta della creazione caduta in tale schiavitù per causa di Adamo.
3. La sua liberazione è connessa con quella dei figli di Dio (v.21).
4. Si tratta in ogni caso della creazione nel suo complesso, riferita all’uomo e al suo destino umano. Qui dunque la parola ctìsis designa probabilmente la natura e la storia in quanto sono create e ora rappresentano il mondo corrotto degli uomini, la creazione decaduta, ivi comprese le potenze.

V. 20 - Senza alcun concorso da parte sua, la creazione è stata trascinata, per colpa di Adamo, nella vanità della sua presente esistenza storica; le rimane però la speranza appunto nei figli di Dio. Sottoposta da Dio, per colpa di Adamo, alla condanna della vanità e del disfacimento la creazione alla quale appartiene anche l’uomo come creatura, aspetta ardentemente la propria liberazione e la scorge ansiosamente in un futuro che può venire solo da Dio. Dio non l’ha imprigionata in un destino senza scampo, ma le ha concesso una speranza. Per questo la creazione aspetta e brama qualcosa che la trascende.

V. 21 - La creazione dunque, nel suo stato di vana parvenza, è legata alla speranza di essere liberata: l’esistenza escatologica dei figli di Dio con la sua potenza e il suo splendore libererà la creazione restituendola alla sua realtà e autenticità. Questa gloria non verrà dalla creazione stessa per evoluzione, ma sarà la gloria che i figli di Dio sperimenteranno in sé e in cui la creazione viene inserita. I figli di Dio ricevono la loro gloria in quanto partecipano alla gloria di Cristo.

A questa creazione, ossia al complesso della creazione, viene attribuito da Paolo, un anelito , un protendersi al di là di se stessa in uno stato di attesa di ciò che la trascende. La creazione quale si trova ad essere e quale si presenta nella sua corruzione all’occhio della fede, non è definitiva, ha coscienza di essere incompiuta nella sua temporalità e finitezza, ma è colma di inquietudine e aspetta un’altra realtà che la trascende: è in tensione verso la gloria. Il creato è fatto per l’uomo. Così la creazione, ivi compreso l’uomo in quanto creatura, anela alla gloria che un giorno si effonderà sull’uomo, intorno all’uomo e nell’uomo e dalla quale anch’essa sarà investita. Essa attende la rivelazione dei figli di Dio, anela alla manifestazione di ciò che i cristiani già sono nella fede e che tutti gli uomini possono e devono essere: glorificati. Ma l’uomo glorificato è l’uomo in quanto figlio di Dio che è erede di Dio e coerede di Cristo. In tal modo viene a gravare sull’uomo una responsabilità sconfinata: quella di dare compimento all’anelito della terra e del cielo.

[Modificato da Credente 21/10/2022 10:10]
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