AREA DEDICATA AI GIOVANI: GOCCE DI SPERANZA

NITA.F
00venerdì 8 marzo 2013 11:05
TESTIMONIANZE DI CONVERSIONE DEI GIOVANI
A 20 ANNI: FOLGORATO SULLA VIA DI MEDJUGORJE - Da mondano diventa apostolo - Tratto dall'Eco di Medjugorje

Questa piccola famiglia vive le sue gioie. L’11 agosto è arrivato all’ora del Vespro un ragazzone di 20 anni: aveva strappato al capitano una licenza straordinaria:
“Non potevo rimanere in caserma nell'anniversario della mia conversione. Sono venuto a far festa con voi” E ridendo, felice come un bimbo, racconta la sua avventura. L’ascolto di Gianni diventa preghiera. Prima di un anno fa la mia vita era discoteche, donne - ne cambiavo una ogni sera -, giocano a carte e bere senza pagare perché vincevo sempre,e andare a casa ubriaco. Mai pensare a Dio, mai pregare. E sempre no a tutti gli inviti che mi venivano da parte degli zii, molto addentro a Medjugorje, perché, ci andassi anch'io o partecipassi ai loro gruppi. E no a tutte le occasioni che mi si offrivano di sentirne parlare.

Ma un giorno di ferie partii per la Jugoslavia, dove mi spingeva la voglia di divertirmi sulla spiaggia, non certo il desiderio di Medjugorje. Dopo una serie di contrattempi che ritardavano la mia tabella di marcia e mi facevano sorgere strani presentimenti, mi ha preso una gran voglia di correre. E più andavo avanti più correvo, pur nei pericoli delle strada per il traffico intenso: ho visto auto rovesciate, io stesso ho sfiorato diversi incidenti. Il passeggio offerto a una persona mi ha fatto ritardare due ore. Ero stanco e si faceva scuro. Dopo Makarska l’incidente che determinava la mia Conversione, come la folgore che ha fatto cadere Saulo da cavallo sulla via di Damasco. A un tratto mi trovai davanti sulla sinistra una macchina ferma, mentre una BMW tedesca , superandola, invadeva la mia corsia; e alla mia destra due bambine correvano sull’asfalto. Che fare? O gettarmi contro una delle macchine o contro le bambine per finire in mare ( non c’era parapetto). Non ho avuto tempo di frenare e, a tutta velocità, ho investito le bambine. Dopo 100 metri di zig-zag la mia macchina si fermò: ero illeso e voltandomi col cuore in gola vidi le bambine correre ancora, allegre, sul ciglio della strada. Mi tremavano le gambe. In quel momento è caduta la mia sicurezza. Non c’era più tempo per divertirsi. Lì ho cominciato a pregare. Da anni non riuscivo a dire un’Ave Maria. Ho cominciato a invocare Maria e a dirigermi verso Medjugorje.

Ancora incidenti: due macchine nel burrone, un’altra appena tirata su, un camion mi accecava coi fari puntati. Era sfinito. Ora c’era solo un gran desiderio: arrivare a Medjugorje chiedevo ma nessuno... sapeva dov’era Medjugorje, o mi facevano sbagliare strada. Mi rivolsi alla polizia e chiesi Ljubuski” per non insospettirli. Di lì a Medjugorje il tratto è breve. Arrivai davanti alla Chiesa che era notte, ma con una grande gioia nel cuore e dissi: “grazie”. Nessuno seppe indicarmi la casa di Jelena dove erano ospiti gli zii. Dormii in macchina. Il giorno dopo,12 agnato ho preso la Messa in italiano alle 11 e una forza mi spinse a fare la comunione. Se avessi pensato al male fatto alle ragazze, a quelli che credevano, ai genitori, non sarebbe stato possibile fare la comunione senza confessione. Dopo la Messa ho cercato a lungo per la Chiesa un sacerdote disposto ad ascoltarmi; finalmente uno mi ha accolto in sacrestia. Dopo d’allora mi confessavo due volte al giorno, tanta era la gioia che provavo, e sempre mi seguiva un profumo di ciclamino. Pregavo davanti alla statua e sentivo il profumo. Durante la strada di ritorno ne avvertii di tre qualità diverse.

Tornato da Medjugorje ho dovuto tagliare con tutto e con tutti e così ho cominciato ad ascoltare quei sacerdoti che prima deridevo. Un padre spirituale mi ha aiutato, mi ha fatto un lungo discorso sul peccato, ho imparato come dovevano essere i veri rapporti cristiani con le ragazze. Dopo l’11 agosto non ho più frequentato discoteche, o più guardato giornali pornografici, ne films. Il mio cuore cantava. Quando guardavo l’ostia alla elevazione pensavo: Tu Gesù mi hai guarito il cuore. Avrei spaccato i muri dalla gioia.

Ora sono in caserma da parecchi mesi. Poveri ragazzi! Un 10% hanno genitori in discordia o sanno che l’uno o l’altro ha l’amante. Un 10% tornano da casa dopo la licenza e la ragazza deve abortire. Quanti credono di trovare la felicità nel piacere! C’è chi partecipa a messe nere e disegna croci con data di nascita e di morte,o va a bivaccare sulla tomba di una ragazza morta tragicamente. Dispensano fotocopie di un foglio,su cui si è invitati a giurare fedeltà satana e si rinnega il battesimo ricevuto: firmano in tanti, poi si pentono, ma si drogano e hanno qualcosa dentro che li fa star male: satana è ministro di morte. Gli ufficiali pure stanno male e non sanno più che cosa inventare per far star male anche noi. Hanno una grande sofferenza interiore. Il primo ufficiale è tutto una bestemmia. Mi trasferiscono al peggiore servizio: “Grazie Signore!”, ma non è questo il modo di trattare!

Io non sono mai stato felice come in questo periodo. Gesù ci ama. Io frequento un gruppo di preghiera fuori caserma. Affrontare dodici mesi di servizio militare senza pregare è impossibile. Nel mese di maggio sono caduto in una crisi depressiva: “Perché Gesù?” dicevo. Nessuno se ne è accorto. Con la fede ne sono venuto fuori da solo, accostandomi alla Messa quotidiana e alla confessione. Poi... Maria mi ha aiutato! Grazie a Gesù sono stato strumento di conversione per alcuni ragazzi, ma troppo pochi. Cerco di parlare di Gesù e di aiutare tutti. Se uno mi dice: “Come devo fare per essere contento come te” “Vatti a confessare”-rispondo io-. Ma tutti mi fanno esempi di preti che non fanno bene. Sì, non tutti i preti sono bravi, ma io dico loro: “Se cade una particola consacrata, tu la calpesti? Non dobbiamo sparlare di loro,ma pregare per loro”. Però bisogna stare attenti a scegliere un prete che vada bene. Sì, in tutti i giovani c’è qualcosa di buono. Devi aspettare e chiedere l Signore che ti dia le parole giuste per toccarli nel cuore. Oggi sono andato a pregare con i genitori, a far la Via Crucis con loro. Sono felice, scoppio di gioia. E’ un anno che sto facendo questo cammino di fede. Lo auguro a tutti.
Priabona, 11 agosto 1987

medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze//058-20anni.php



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NITA.F
00lunedì 11 marzo 2013 22:29
TESTIMONIANZA DI JGOR
La testimonianza di Igor data dopo la rappresentazione “Medjugorje anno 6°” il 5 aprile in una grande sala a Trieste.

IGOR: occhi azzurri e profondi in un volto d’asceta, incorniciato da una leggera barbetta. Alto, magro, veste jeans. A guardarlo ti ispira simpatia; dopo averlo ascoltato vorresti abbracciarlo. Certamente per lui pregherai sempre.

“La mia esperienza è cominciata prima di andare a Medjugorje, due anni e mezzo fa, a casa mia. Ero in un periodo che non credevo in Dio. Vivevo in un momento particolare della mia vita, come purtroppo tanti altri giovani della mia età sperimentano e vivono.
In un momento forse che non c’era speranza, ecco che proprio in questo momento particolare giunge al mio orecchio che qualcosa stava succedendo in un posto.
E questo tramite mia madre che, sempre in questo momento particolare. mi aveva detto una sua esperienza personale: che Dio agisce in noi, che Dio non è soltanto il Dio del miracolo, il Dio che ha tutto quanto creato, ma è il Dio che anche ci aiuta.
Diciamo, in questo momento avevo bisogno di qualche speranza. Preso dalla droga, preso da sensi, preso da tante cose che il mondo offre gratuitamente a tutti quanti i giovani, avevo bisogno di uscire.
Ecco che in questo momento particolare, quando il Signore mi aveva già in questa maniera colpito, ma che troppe cose, e diciamo la più importante il peccato mi opprima, è non volevano lasciarmi aprire al Signore, ecco mia madre mi porta à casa un libro, dalla copertina bianca con una grande croce su sfondo azzurro (La Madonna a Medjugorje - Ed. Bertoncello). Proviamo a leggerlo. Ne ho letto tanti di libri .. Apro la prima pagina, leggo l’intestazione, poi sfoglio e mi trovo qualcosa di molto strano: “lo sono la vostra Madre e voglio da voi la pace, la pace, la pace”. E questa cosa in quel momento mi ci voleva, e resto scosso. Mi viene da piangere e piango, perché il Signore mi aveva già colpito in qualche maniera. Ed ecco che mi entra nel cuore questo dubbio!: è mia madre? Ma come è possibile che sia mia madre? Ecco che mi affiora dal profondo del cuore quel poco che ricordo del catechismo di quando ero piccolo da dieci, dodici anni che non praticavo, non seguivo il Signore —. Ecco mi ricordo che è vero che è Madre di Gesù, e qui nasceva il problema: se Gesù è Dio, Lei può essere anche mia madre, sì. Questo l’ho scoperto dopo. Pero questa verità mi era entrata in quel momento nel cuore: proprio che Lei era Mia Madre.
Allora compresi che dovevo cambiare e avevo tante cose da cambiare e anche un po’ gravi, erano cose che mi opprimevano.

Ma ecco la speranza che mi ritorna leggendo il libro. L’ho letto tutta la notte; l’ho finito lo stesso giorno. Lei prometteva che con la preghiera, il digiuno e la penitenza tutti noi possiamo cambiare, anche i peccatori più incalliti. E allora l’unica cosa che posso fare è provare. Provo. E ho cominciato.
Un’altra grazia è di aver una chiesetta vicino alla mia casa, quindi la paura che potevo avere in quel momento, paura di essere giudicato dagli amici, il Signore inizialmente me l’ha tolta e ho cominciato a pregare, a chiedere aiuto al Signore perché mi cambi.
Ecco li, la prima grazia che mi ha dato è la conversione. Subito dopo mi aiuta concretamente e mi dà la forza di smettere di fumare, di ubriacarmi e di drogarmi. Questo primo fatto mi aiuta a continuare “ad aver fiducia, perché se mi ha fatto fare questo passo, sicuramente me ne fa fare, penso, più di un altro. Ed ecco in me nasce il desiderio di andare a ringraziare innanzitutto per questo la Madonna, beh, diciamo “la Mamma’’, dai, mi piace più. La Madonna è un bel nome, “Signora”, però “Mamma” è più bello (battimani). Questi applausi sono per Lei, e allora più forte (un altro battimani più lungo e più caloroso ancora).

Adesso arrivano nuovi problemi, il problema che non avevo coraggio di confessarmi perché mi pesavano i miei peccati, inizialmente, mi pesavano tanto. Però anche ora mi viene incontro la mia mamma terrena, che mi presenta un sacerdote, il quale con le buone maniere mi fa comprendere che è una cosa importante quella della conversione e quella soprattutto della confessione. Vado da lui, mi confesso, confessione rapida rapida e poi scappo via. Arrivo a casa, mi torna il tormento. Niente da fare. Non è andata bene. Devo dire tutto quel che mi pesa. Allora il giorno dopo riparto, vado di nuovo da lui, ed ecco che sorgono altri problemi, proprio delle tentazioni molto forti, da aver paura, che mi si accavallano una sopra l’altra, ed avevo un timore grandioso di andare da quel sacerdote a confessarmi. Vedevo proprio del cose stranissime, come delle visioni.., che sarei morto per strada... insomma cose strane che poi me le sono spiegate chiaramente, avete capito come...
Prendo forza, vado giù; niente. A metà strada vedo che non succedé niente e dico: “Se la Madonna mi ha portato fino a qua, se la Mamma mi ha portato fino a qua, vado fino in fondo”.
Ed ecco che nella confessione questa volta più profonda, dopo aver avuto paura ed essermi vergognato, ecco che veramente sento che qualcosa cambia. Veramente mi sentivo un altro. Con la confessione mi sembrava di volare. Qui non resta altro che trovare il modo di andare a Medjugorje. Sempre più forte questo desiderio. A questo punto una “sorella” mi da l’opportunità di andare a Medjugorje — era problema di soldi, ero disoccupato, non trovavo lavoro, forse anche perché non avevo tanta voglia —. La “sorella” mi aiuta ad andare laggiù. Andare laggiù: il fatto più grande è proprio di sentire la Mamma.

Un paio di chilometri prima di arrivare a Medjugorje, ecco sento proprio la Sua presenza, la sentivo proprio. E la risposta che era la sua presenza è il fatto che mi sono messo a piangere, proprio perché sentivo la sua presenza, qualcosa che mi abbracciava, che mi dava la forza soprattutto, in un certo senso quasi mi ringraziava per quello che non avevo fatto...
Ed ecco in quel periodo un’altra grazia: il fatto di restare nell’interno della Chiesa, mentre le prime esperienze di Chiesa erano superficiali, quando guardavo molto il comportarsi dei cristiani e allora ero un po’ deluso della mancanza di coerenza.
Ecco che volevo tornare come prima, soltanto però starmene nel mio piccolo eremo a pregare e ringraziare il Signore. Era però un non partecipare assieme agli altri, e già questo era uno sbaglio. Dovevo muovermi e partecipare per essere partecipe di questo piano che il Signore sta affidando a ognuno di noi. Questa è l’esperienza che ho fatto.
Ritorno una terza volta a Medjugorje: esperienza della Messa, che in quel momento mi ha stravolto. Il sentire che veramente il Signore è presente nella Messa, che tutta la Trinità è presente nella Messa e che quindi la Madonna appare a Medjugorje, si, ma a ogni Messa è presente, e ancora più a ogni buona opera che facciamo nel Suo nome Lei è presente in noi... proprio questo mi ha dato la forza di dire: “Beh, posso non aver paura. E anche se qualche volta posso averla, devo superarla immediatamente, perché è mancanza di amore nei suoi confronti, perché è come non credere che Dio è onnipotente, quindi che è dappertutto e ci ama sempre ed è con noi in ogni momento ...”
E questa esperienza della Messa m’ha fatto riscoprire che Medjugorje è un posto particolare, ma è presente in ogni chiesa, in ogni posto è presente Medjugorje se noi lo vogliamo vivere.
Anche se Medjugorje resta sempre un posto particolare dove il Signore dà delle grazie particolari.
Ecco, tutto qua. Pace a Voi!”

medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze//058-20anni.php

Questa testimonianza insegna a tutti noi, che dobbiamo avere fiducia in DIO nostro Signore, di abbandonarci al Suo Amore, perché se il nostro pentimento è sincero e il proposito di conversione è vero non ci sono peccati per tanti e orrendi che siano, che DIO nella Sua immensa misericordia non ci perdoni, dandoci l'opportunità di rinascere a nuova vita.


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NITA.F
00venerdì 22 marzo 2013 22:29
UN GIOVANE ASSETATO


Un giovane assetato: dopo tanto vagare nel torbido, trova l’acqua viva

«Dio libera il povero con l’afflizione, gli apre l’udito con la sventura» (Giobbe 36,15)

Nato 28 anni or sono, dopo un’infanzia illuminata dall'educazione cristiana — mi attirava molto il servir messa sono gradualmente scivolato nelle tenebre, aiutato dal clima marxistico che si respirava al liceo scientifico. Trasferito da Genova e Bolzano, abbandonai completamente la pratica cristiana, arrivando allo scherno dei sacerdoti mestieranti e della religione bigotta. Sentivo particolare ripulsione per la confessione: perché andare a raccontare gli affari miei?
Introdotto in un circolo di sedute spiritiche a 18 anni mezzo, sono rimasto impressionato per le mie capacità medianiche, che mi portavano facilmente in trance, a vedere ballare attorno tavoli e sedie, a sentire risposte di spiriti dopo lo spegnersi delle luci. Ma, sebbene molto attratto da questi fenomeni medianici, che mi sembravano normali, dovetti lasciarli, un po’ per l’invidia altrui, un po’ per le mie manifestazioni troppo violente, che portavano a gravi malesseri e allo svuotamento di qualunque energia. Da passionale quale ero mi buttavano a corpo morto in ogni esperienza di vita e non risparmiavo nulla di me stesso. Purtroppo passai anche nel tunnel della droga, prima per curiosità, poi da militare per abitudine pacifica. Le ho provate tutte: dall'hashish alla marijuana, a tutte le droghe allucinogene (LSD), ai funghi allucinogeni che cercavo nei boschi, tranne l’eroina, che riduce l’uomo a verme, mentre le altre ti lasciano libero: ma non è vero che sono innocue.

A 21 anni cominciai l’attività di artigiano gelatiere, fu allora che intrapresi 4 viaggi nel lontano oriente alla scoperta di valori spirituali — purtroppo li cercavo nella droga-. Sempre solo, vivevo tra i pescatori, tra la povera gente, condividendo tutto con loro. Nelle Filippine fui ospite per 20 giorni di mormoni (setta cristiana) in una baracca, in mezzo a topi e scarafaggi, ma ero felicissimo. Era forte in me il richiamo a una vita spirituale, però non pensavo al cristianesimo, ma al buddismo. Imparai le forme di meditazione silenziosa del buddismo Zen, e nel Nepal conobbi il buddismo lamaista in Tajlandia quello misto a taoismo. Approfondivo la ricerca con lo studio, ma era Dio che si faceva sentire.
Così arrivai a 25 anni, quando comperai una moto per arrivare nel Tibet e rimanere in un monastero himalaiano, ma il 2 agosto ‘85 una brutta frattura alla gamba spezzava il mio sogno 40 giorni prima della partenza. Anche la ragazza mi ha lasciato dopo 7 anni, nel momento in cui avevo chiesto di sposarla: un anno prima aveva abortito di sua iniziativa. E iniziata per me una peregrinazione di dolore spaventoso. Operato 6 volte in trenta giorni — due volte senza anestesia - errori imperdonabili dei medici curanti aggravavano il mio stato, invece di risolverlo. Sembrava che il destino si accanisse contro di me. «Crisi di astinenza da eroinomani» diceva un medico ai genitori, sempre più accaniti contro di me. E non era vero. Mi vedevo come Giobbe seppellito nel letame, per due mesi e mezzo immobile nel letto senza potermi girare. «Offri le tue sofferenze a Gesù» mi dicevo, senza sapere il perché. Nel marzo ‘86 via il gesso! Dicevano che ero guarito, invece no.
Due mesi dopo, cadendo banalmente in casa di un amico, la gamba si fratturò di nuovo: oltre al dolore atroce vedevo un pezzo di osso fuori dalla gamba, con la consapevolezza di non poter più diventare come prima. Pensavo al suicidio. Ogni mattina mi svegliavo solo per piangere. Sull’orlo della pazzia guardavo al crocifisso appeso al muro e mi paragonavo a Lui. Il dolore fu la più grande esperienza della mia vita. Anche qui tanto ospedale e sbagli uno dietro l’altro. Ma a Bologna fui dimesso prima dell’operazione. 40 giorni dopo la frattura, le ossa erano perfettamente congiunte senza traccia di callo osseo: un miracolo: normalmente occorrono dai 3 ai 6 mesi. Convalescente presso le zie a Venezia, lessi i fioretti di S. Francesco e il mio spirito nel pianto si scioglieva. Ma erano fugaci barlumi. Lessi di tutto, dalle teosofie alla reincarnazione, in cerca di un credo, di una vita spirituale comune a tutte le religioni, in cui entrasse soprattutto la ricchezza del pensiero orientale: un’idea ecumenica. Quando vidi il Papa ad Assisi con tutti i rappresentanti della varie religioni, fu come una bomba al mio cervello! il mia non era solo un sogno?!
Ricerca di una via spirituale e di un donna. Nonostante continuassi la mia vita licenziosa e avessi rapporti saltuari con ragazze, ero alla ricerca di un amore che difficilmente una donna poteva darmi: un qualcosa di immenso, sempre convinto che la mia donna sarebbe venuta e avrebbe cambiato la mia vita: chi pensava fosse Maria?

Ai primi di dicembre un amico mi parlò delle apparizioni di Medjugorje. Andiamo? Sì, andiamo! Ma continuavo a fumare la marijuana, che coltivano da solo, strumento per le mie esperienze pseudo mistiche. L’8 dicembre a Pieve di Cadore, desideroso di starmene solo e digiuno, me ne andai verso i monti, trascinato dalla bellezza della natura. Lì ho sentito Dio ma anche la presenza misteriosa di Maria, che a Dio conduceva.
Verso Natale con il pullman di Alessandro di Bolzano, intrapresi il viaggio per la Jugoslavia senza alcuna preparazione. La scesi al confine per fumare la marijuana che avevo portato me: non la trovai più...!

Medjugorje per me: una bomba che mi ha disintegrato. Salii sul Krizevac a piedi nudi con la gamba dolorante, e così al ritorno fino alla chiesa: vivevo tra cielo e terra, tra il reale immaginario. Portavo con me un fiorellino da porre sulle mani della Madonna, ma solo dopo la Messa perché nessuno mi vedesse: là c’erano fiori ben più belli. Sentivo che Lei mi dava. Vedevo la gente che faceva la coda per confessarsi. Dopo 15 anni anch’io mi confessai. Il sacerdote mi chiese che cosa avevo fatto: «Di tutto». E mi assolse: 7 Pater, Ave, Gloria: ero imbarazzato perché non li sapevo .più bene. Feci comunione. Era tutto un pianto. Dopo mi avvicinai alla a per deporvi il fiorellino, che continuamente controllavo ma era scomparso. L’aveva preso Lei perché lo gradiva? Era il Natale più bello della mia vita. Ebbi anche tanti segni, sopratutto profumi.

Dopo quel pellegrinaggio dovetti lottare, ancora, ma cessai qualsiasi droga, e dopo un mese anche le sigarette. Io ci ho messo solo un «sì», il resto l’ha fatto Lei. Ebbi ancora altri e si, ma i messaggi mi maturavano dentro. L’incertezza della vocazione mi portava a Schio, e capitai a Priabona, dove P. Gianni mi disse: «Vieni a confessarti ogni martedì». Dopo l'effusione dello Spirito il 5 agosto passai una settimana di tenebre. Andai a S. Giovanni Rotondo in settembre: c’era anche suor Teresa di Calcutta. Feci 20 km a piedi fino a monte S. Angelo per pregare S. Michele. Pregai P. Pio che mi se da direttore spirituale nella scelta della vocazione, anche se morto. La notte in sogno gli chiesi: «Devo andare a Priabona?». Sì mostrò molto felice, e poi: «Sai che non puoi stare qui?». Il giorno dopo ero ormai certo. Pellegrinai a Loreto, poi, al ritorno, in 3 giorni, mi sbarazzai di tutto e il 20 settembre, ricorrenza delle stigmate di P. Pio, entrai in comunità. Ora sono qui: «Se vado via di qua, mi faccia morire». Dio ci sta dando segni formidabili. Dio c’è e sono pronto a gridarlo a tutti.
Paolo
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