Donna scomparsa a Pisa: ora si indaga per omicidio
Gli inquirenti stanno passando al vaglio i rapporti familiari di Roberta Ragusa. Una conoscente è stata espulsa dai Testimoni di Geova. Ridda di voci in paese
.PISA. Si tinge sempre più di giallo la scomparsa di Roberta Ragusa, la mamma di 44 anni ingoiata dal nulla nella notte fra il 13 e il 14 gennaio scorsi a Gello di San Giuliano, in provincia di Pisa. Se all’inizio la magistratura indagava pensando ad un allontamento volontario, adesso prende sempre più corpo l’ipotesi di un delitto mentre si prende in esame anche il collegamento della donna con il gruppo religioso dei Testimoni di Geova, cui si sarebbe avvicinata senza comunque farne parte formalmente.
Omicidio. Quello che inizialmente poteva anche sembrare un allontanamento volontario, una pista in cui sperava fermamente anche la famiglia della donna, convince sempre meno col passanre dei giorni. Tanto che un procedimentro per omicidio a carico di ignoti sarebbe stato aperto dalla procura dalla quale però non arriva alcuna conferma ufficiale.
Le piste. Un atto dovuto anche per permettere maggiore incisività all’inchiesta e più ampie possibilità di azione investigativa. I carabinieri non escludono alcuna possibilità, per quanto appaia sempre più remoto che Roberta Ragusa si sia allontanata volontariamente o sia ospite di qualcuno che la stia aiutando in una cosa del genere. E poi nessuna madre, neanche la peggiore - e Roberta era una mamma affettuosa e devota per Daniele, 15 anni, e Alessia, 10 - sarebbe sparita così abbandonando i suoi figli. Potrebe esser trattenuta da qualcuno contro la sua volontà? Se fosse stata rapita, o fosse davvero uscita di notte in preda ad un’amnesia cadendo nella mani di qualche malintezionato, ci sarebbero state tracce e segnali evidenti.
Le voci. E mentre nel paese circolano le voci più disparate insieme ad informazioni ritenute utili dai carabinieri, importanti provvedimenti sarebbero stati presi nel gruppo religioso per cui la donna aveva dimostrato di simpatizzare.
Testimoni di Geova. Si parla insistentemente dell’espulsione dalla chiesa pisana dei Testimoni di Geova, avvenuta una decina di giorni fa, di una persona legata alle attività della famiglia Logli e molti conoscenti mettono in relazione i due fatti. L’espulsione dal gruppo religioso, fra l’altro, avviene solo per cose particolarmente gravi, comportamenti che la comunità di riferimento non approva e che non sono in linea con l’adesione ai suoi comandamenti.
Le indagini. Sotto la lente degli inquirenti, ancora, gli ultimi giorni in famiglia di Roberta Ragusa, ma anche la sua vita quotidiana, le sue conoscenze, i testimoni di diversi avvistamenti, non tanti, ma tutto sommato fumosi e inconcludenti. E ancora i luoghi, la casa, le auto, i collegamenti suoi e della famiglia.
Tradimenti. E le indagini metterebbero in luce, come spesso accade, che di famiglie del Mulino Bianco ce ne sono poche e che sotto l’apparente tranquillità c’erano insoddisfazione e routine. Roberta non sarebbe stata serena, soprattutto negli ultimi tempi, e lo avrebbe confidato alle amiche, ponendo punti interrogativi su un futuro che le sarebbe apparso oscuro.
Davanti ai microfoni di Rai Tre, sotto l’incalzare della giornalista Paola Grauso, di “Chi l’ha visto?”, il marito di Roberta, Antonio Logli, 48 anni, ha smentito le chiacchiere che insistentemente parlano di vite parallele dei coniugi ma separate da anni. Nessuna relazione, nessuna scoperta di eventuali tradimenti, nessun problema. «Roberta mi aveva trovato dei messaggi - dice l’uomo - ma innocenti, di conoscenti».
Si intuisce che la moglie possa averli fraintesi. E forse queste scaramucce potrebbero anche, volendo, essere al centro della decisione di sparire senza dare notizia di sé. Si, ma per quanto?
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