Giovani: Ania Goledzinowska, dalle sfilate all'incontro con Dio
L'ex modella polacca racconta ai giovani la storia della sua conversione, avvenuta a Medjugorje, dove ha scelto di vivere, in una comunità mariana. «Oggi sono contenta di fare il lavoro più umile» di Graziella Melina
Nella vita «ci sono sempre due strade. Dio ci dà sempre la possibilità di scegliere quella giusta». Ania Goledzinowska, 29 anni, modella polacca, la sua racconta di averla finalmente trovata dopo aver imparato a «perdonare tutti quelli chi le avevano fatto del male» e aver «aperto il cuore a Dio». Lo ha raccontato venerdì 19 ottobre nella parrocchia di San Gaspare del Bufalo, (FOTO) guidata da don Luciano Nobili. Ad ascoltare la sua testimonianza, attenti e in silenzio, c’erano tantissimi giovani. L’ormai ex modella ha raccontato della sua adolescenza, dura, difficile: la morte del padre, vittima dell’alcol, l’abuso da parte di uno dei compagni della madre, la vita per strada, la droga, la violenza. Ma non c’è astio nelle sue parole. «Oggi non mi sento una vittima, penso che la sofferenza sia addirittura una fortuna perché ci avvicina a Dio. Dio esiste e può perdonare qualsiasi cosa», ha premesso, quasi per tranquillizzare.
Poi ha ricordato l’arrivo in Italia, con la promessa di fare la modella. Ma prima che il suo sogno si avverasse, di nuovo violenza, ricatti, bugie. Dopo altre dure vicende Ania riesce a farsi strada nel mondo della moda: finalmente soldi, benessere economico, bella vita. «Ero fidanzata con un ragazzo molto ricco. Andavamo in giro con la scorta - ha riferito -. Per un anno ho vissuto questa felicità finta». Ania sente però che le manca sempre qualcosa. «Sono andata in depressione. A Milano ho fatto uso di cocaina. Tante volte dormivo solo con le pastiglie. Mi stavo bruciando il cervello e il fisico, fino a non ricordarmi cosa avevo fatto il giorno prima. Ero lontana dalla Chiesa». Finché due anni fa il giornalista «Paolo Brosio ha raccontato la mia storia all’editor Diego Manetti». Dal loro incontro viene fuori l'idea un libro, ma anche la proposta per Ania di andare a Medjugorje.
«Ci sono andata solo perché volevo che mi pubblicassero il libro - ha ammesso sorridendo -. Dopo varie resistenze però sono salita sino alla croce bianca e ho iniziato a pregare. Lì ho sentito una voce che mi diceva: “Tu devi perdonare tutti quelli che ti hanno fatto del male”. Quando sono riuscita a dirlo, ho sentito una grande leggerezza. Ho iniziato a piangere e non volevo più ripartire». Tornata di nuovo a Milano, «sentivo che mancava qualcosa. La mia vita era finta, prendevo pastiglie illegali per dimagrire, non uscivo di casa se non avevo una “maschera”. Ero come volevano gli altri, la mia era solo immagine. Ormai ero sempre più depressa». E così ritorna di nuovo a Medjugorje, va a vivere in una comunità mariana. «Le suore mi hanno accolta come una figlia che torna a casa. Sarei dovuta stare solo 10 giorni», ha ricordato. Ma alla fine decide di rimanere. E così rinuncia a tutto: rescinde un contratto di lavoro a Porto Cervo al Billionaire di Flavio Briatore, torna a Milano e vende le sue cose.
Agli amici increduli di fronte a quella scelta drastica Ania racconta la bellezza della nuova vita, fatta di preghiera insieme a quelle suore che le vogliono bene come a una figlia. «Qualcuno pensava mi avessero fatto il lavaggio del cervello. Pensavano fossi pazza. Volere amare gli altri per il mondo di oggi non è normale - ha spiegato -. Oggi sono contenta di fare il lavoro più umile. Ogni cosa offerta al Signore è come un punto per il Paradiso. Qualche anno fa per me pregare ero solo ripetere una serie di parole. Ora ho aperto il cuore a Dio. Finalmente ho imparato a perdonare, a non giudicare e ad amare».
www.romasette.it/modules/news/article.php?storyid=9157