Riflessione dopo varie letture
Una persona può decidere ad un certo punto della sua vita di poter vivere nell’illusione, nella credenza, nella fede; e questo se è frutto di una scelta e non di un'imposizione sin da neonato, saranno pure fatti suoi e della sua vita.
La fede, o comunque il ragionamento di fede, non è immediato guaio, sofferenza, tribolazione, o peggio.
Si è voro è comunque illusione, ma non necessariamente cattiveria o danno per altri.
Il problema incomincia quando quello che per me è un atto di fede diventa verità da imporre agli altri,a tutti i costi ed in ogni modo.
Uno psichiatra direbbe che di questo tipo sono le caratteristiche della fede cristiana: "quelle di un’allucinazione applicata e di un delirio strutturato non modificabile razionalmente".
Il problema incomincia quando la fede si istituzionalizza, si organizza in strutture di potere e quando pratica e impone una relazionalità autoritaria per la sua utilità.(vedi ostracismo nella WTS o Galileo Galilei x il cattolicesimo).
Questo è ciò che da sempre il cristianesimo, come tutte le religioni, ha fatto.