IL CRISTIANESIMO A ROMA SOTTO CLAUDIO

principessac
00lunedì 20 giugno 2011 18:07
IL CRISTIANESIMO A ROMA SOTTO CLAUDIO
Un dato straordinario che risulta dai testi antichi è la velocità di diffusione del cristianesimo primitivo, ben prima della stesura definitiva del Nuovo Testamento. Ne abbiamo testimonianza, ancor prima del racconto degli Atti degli Apostoli, dalle notizie che gli storici romani ci riferiscono sulla presenza dei cristiani a Roma sotto l'imperatore Claudio (41-54 d.C.).
Così scrive Svetonio:

“I giudei che tumultuavano continuamente per istigazione di (un certo) Cresto, egli (= Claudio) li scacciò da Roma (Iudaeos impulsore Chresto assidue tumultuantis Roma expulit)” (Claudius 25).

Questa breve notizia pone almeno tre problemi: chi era “Cresto”, quale ampiezza ebbe il provvedimento di Claudio e quando esso fu preso. Gli studiosi moderni sono giunti alla conclusione che, per il fenomeno dello iotacismo (l'evoluzione fonetica del suono “e” in “i” e viceversa), si tratta realmente di un riferimento al Cristo (spesso, in testi antichi i cristiani sono detti “crestianoi”). Svetonio, non bene informato, non è in grado di rendersi conto di chi sia questo “Cresto”, ma ha notizia che, a causa del suo nome, c'era agitazione nelle sinagoghe romane di quegli anni.
Secondo gli Atti degli Apostoli “l'ordine di Claudio allontanava da Roma tutti i giudei” (At 18, 2). Questa descrizione estensiva (che pure ci conferma il fatto) non appare avvalorata da un secondo scritto latino che si riferisce allo stesso avvenimento. Così, infatti, Dione Cassio, vissuto a cavallo fra il II ed il III secolo d.C. scrive:

“Quanto ai giudei, i quali si erano di nuovo moltiplicati in così grande numero che, a motivo della loro moltitudine, difficilmente si potevano espellere dalla città senza provocare un tumulto, egli (Claudio) non li scacciò, ma ordinò loro di non tenere riunioni, pur continuando nel loro tradizionale stile di vita. Egli sciolse anche le associazioni ripristinate da Caligola” (Hist 60, 6, 6).

E' probabile allora che Claudio avesse scacciato solo i giudei ed i giudeo-cristiani (conosciamo, sempre da At 18, 2, i nomi di Aquila e di sua moglie Priscilla, espulsi da Roma in quella circostanza) coinvolti nel tumulto, mentre per tutti gli altri avesse solo emanato provvedimenti restrittivi.
Lo storiografo cristiano Paolo Orosio, vissuto nel V secolo d.C., attribuisce questi avvenimenti all'anno 49. Sembra invece più plausibile la data di Dione Cassio che li pone all'inizio del regno di Claudio, nell'anno 41. Certo è che, in un solo decennio, già il cristianesimo era talmente conosciuto da essere motivo di discussione a Roma, nelle sinagoghe.
www.segnideitempi.org/biblioteca/il-testo-biblico-e-la-sua-interpre...
fiammaverde
00lunedì 20 giugno 2011 19:39
Re:
principessac, 20/06/2011 18.07:

IL CRISTIANESIMO A ROMA SOTTO CLAUDIO
Un dato straordinario che risulta dai testi antichi è la velocità di diffusione del cristianesimo primitivo, ben prima della stesura definitiva del Nuovo Testamento. Ne abbiamo testimonianza, ancor prima del racconto degli Atti degli Apostoli, dalle notizie che gli storici romani ci riferiscono sulla presenza dei cristiani a Roma sotto l'imperatore Claudio (41-54 d.C.).Così scrive Svetonio:

“I giudei che tumultuavano continuamente per istigazione di (un certo) Cresto, egli (= Claudio) li scacciò da Roma (Iudaeos impulsore Chresto assidue tumultuantis Roma expulit)” (Claudius 25).

Questa breve notizia pone almeno tre problemi: chi era “Cresto”, quale ampiezza ebbe il provvedimento di Claudio e quando esso fu preso. Gli studiosi moderni sono giunti alla conclusione che, per il fenomeno dello iotacismo (l'evoluzione fonetica del suono “e” in “i” e viceversa), si tratta realmente di un riferimento al Cristo (spesso, in testi antichi i cristiani sono detti “crestianoi”). Svetonio, non bene informato, non è in grado di rendersi conto di chi sia questo “Cresto”, ma ha notizia che, a causa del suo nome, c'era agitazione nelle sinagoghe romane di quegli anni.
Secondo gli Atti degli Apostoli “l'ordine di Claudio allontanava da Roma tutti i giudei” (At 18, 2). Questa descrizione estensiva (che pure ci conferma il fatto) non appare avvalorata da un secondo scritto latino che si riferisce allo stesso avvenimento. Così, infatti, Dione Cassio, vissuto a cavallo fra il II ed il III secolo d.C. scrive:

“Quanto ai giudei, i quali si erano di nuovo moltiplicati in così grande numero che, a motivo della loro moltitudine, difficilmente si potevano espellere dalla città senza provocare un tumulto, egli (Claudio) non li scacciò, ma ordinò loro di non tenere riunioni, pur continuando nel loro tradizionale stile di vita. Egli sciolse anche le associazioni ripristinate da Caligola” (Hist 60, 6, 6).

E' probabile allora che Claudio avesse scacciato solo i giudei ed i giudeo-cristiani (conosciamo, sempre da At 18, 2, i nomi di Aquila e di sua moglie Priscilla, espulsi da Roma in quella circostanza) coinvolti nel tumulto, mentre per tutti gli altri avesse solo emanato provvedimenti restrittivi.
Lo storiografo cristiano Paolo Orosio, vissuto nel V secolo d.C., attribuisce questi avvenimenti all'anno 49. Sembra invece più plausibile la data di Dione Cassio che li pone all'inizio del regno di Claudio, nell'anno 41. Certo è che, in un solo decennio, già il cristianesimo era talmente conosciuto da essere motivo di discussione a Roma, nelle sinagoghe.
www.segnideitempi.org/biblioteca/il-testo-biblico-e-la-sua-interpre...








..gli storici romani ci riferiscono sulla presenza dei cristiani a Roma sotto l'imperatore Claudio (41-54 d.C.).
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Svetonio (70/75-126 d.C.), in Vite dei dodici Cesari (circa 120 d.C.), afferma che l'imperatore Claudio (41-54) "cacciò i giudei da Roma perché si sollevavano continuamente su istigazione di un certo Cresto (impulsore Chresto)"(Vita di Claudio, 25,4). Si era nel periodo tra il 49 e il 51 d.C. Gli Atti degli apostoli (18,2) confermano l'editto di Claudio: un ebreo, Aquila, costruttore di tende, e sua moglie Priscilla furono cacciati da Roma e andarono a Corinto. Partigiani del messia-Gesù, diedero ospitalità a Paolo.
Misure antigiudaiche analoghe erano già state prese da Tiberio nel 19 e nel 30-31, ma ovviamente non sotto l'impulso di Cresto. Lo stesso Claudio, nel 41, pur difendendo gli ebrei dai pogrom dei cittadini pagani, si era opposto a una loro eccessiva diffusione ad Alessandria d'Egitto. A Roma le discordie dovevano essere sulla natura messianica di Gesù, tra i giudei ortodossi che la negavano e i giudei cristiani che invece l'affermavano. Nell'espulsione furono coinvolti entrambi i partiti, perché, sotto questo aspetto, né le popolazioni pagane né le autorità romane facevano particolari distinzioni nel I secolo.
Il nome di Cristo (Christos) poteva essere confuso da Svetonio con quello di Cresto (Chrestos), perché la pronuncia di entrambi i nomi era uguale e la grafia interscambiabile nella koiné, cioè nel greco universale parlato in tutto l'impero. Questo benché nella lettera di Plinio il Giovane a Traiano la dicitura sia esatta. (At 11,26 sostiene che il nome ha avuto origine in Antiochia). La critica ateistica ha creduto di ravvisare in questo "Cresto" un personaggio reale, diverso dal Cristo, per cui il passo di Svetonio non servirebbe affatto a dimostrare l'esistenza di Gesù. In effetti, tale nome era comunissimo tra gli schiavi e i liberti, o comunque tra gli immigrati asiatici. Si trova citato almeno 80 volte nelle iscrizioni latine di Roma.
Assolutamente da escludere è che il termine "cristiani" sia stato coniato dalle stesse autorità romane -come vuole Tertulliano- nella discussione del Senato seguita alla proposta dell'imperatore Tiberio di legalizzare il cristianesimo (cfr Apologetico, V,2). Quel dibattito -nel 35!- non c'è mai stato.
Né ha senso pensare che il nome di Cristo sia stato modificato da un copista cristiano per togliere il sospetto che i cristiani fossero coinvolti in quei tumulti. Oppure che i cristiani usassero il nome di Cresto per non essere riconosciuti come tali e sfuggire quindi alle persecuzioni. Come che sia, resta senza dubbio curioso un errore del genere da parte di uno storico amico di Plinio il Giovane, filologo e avvocato, uno dei collaboratori più stretti di Traiano, capo dell'ufficio-studi sotto Adriano, prefetto delle biblioteche e perfetto conoscitore del greco.*


www.mariadinazareth.it/www2005/Cristo%20Storico/Svetonio.htm

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Mettiamo da parte la pronuncia*, ma mi chiedo: Cresto a Roma ad istigare i Giudei? Cristo a Roma?

Alquanto strano ciò che scrive Svetonio!

Se poi Aquila fu espulso da Roma perché Giudeo (Atti 18:2) tutto torna.
Cresto istigava i giudei a Roma e Claudio li espelle.

Aquila in quanto giudeo (non dice cristiano) dovette andarsene.

Sia Svetonio in Vite dei dodici Cerari, che la Bibbia in Atti 18:2 parlano della medesima cosa: l’espulsione dei Giudei da Roma; nessuno parla di Cristiani.

Sbaglio? Mi sfugge qualche cosa?




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