LA SOCIETA' TORRE DI GUARDIA HA ANCHE ORDINI RELIGIOSI

ilnonnosa
00giovedì 1 agosto 2013 06:41

LA SOCIETA' TORRE DI GUARDIA HA ANCHE ORDINI RELIGIOSI

Sapevate che la Società Torre di Guardia ha anche Ordini religiosi, come i cattolici hanno i Benedettini, i Francescani, i Domenicani, ecc.?

A quanto pare, quando si accettano fratelli e sorelle per il servizio alla Betel viene chiesto a loro di prendere un “voto di ubbidienza e povertà” e diventano membri di questo “ordine religioso”.

Sembra incredibile, ma è vero.

“Tra gli operai a tempo pieno ci sono i 15.145 membri della famiglia Betel mondiale. Essi aiutano a provvedere pubblicazioni, sorveglianza e altri servizi utili a sostegno dell’opera mondiale di istruzione biblica. Di questi, 5.082 servono nella sede mondiale di Brooklyn (New York) e nei complessi vicini. Appartengono tutti a un ordine religioso dedicato esclusivamente al ministero”. (Annuario 1995 pp. 5, 6)

“Fra coloro che svolgono il servizio a tempo pieno ci sono in tutto il mondo 16.468 membri della famiglia betel. Di questi, 5.709 servono nella sede mondiale; tutti appartengono a un ordine religioso dedicato esclusivamente al ministero. Altri 4.374 hanno l’incarico di andare da un’assemblea all’altra in un dato distretto o da una congregazione all’altra in una circoscrizione. Una delle principali attività di tutti i sorveglianti viaggianti è prendere la direttiva nel ministero di campo”. (Annuario 1996 p. 9)

“Attualmente i membri delle famiglie Betel in tutta la terra sono 17.781, e appartengono tutti a un ordine religioso dedicato esclusivamente al ministero”. (Annuario 1999 p. 27)

“L’aumento nel numero dei lodatori di Geova in molti paesi ha reso necessario costruire anche nuovi edifici per le filiali. Il personale di queste filiali, nonché quello della sede mondiale, è costituito da membri delle famiglie Betel, che appartengono a un ordine religioso dedicato esclusivamente al ministero”. (Annuario 2000 p. 47)

“A livello mondiale lavorano in queste filiali 19.823 ministri ordinati. Sono tutti membri dell’ordine mondiale dei servitori speciali a tempo pieno dei Testimoni di Geova”. (Annuario 2003 p. 30)

“Sudafrica
Nel 2005, presso il tribunale del lavoro, fu presentato un ricorso contro il Ministero del Lavoro per conto della Watch Tower Bible and Tract Society del Sudafrica e di alcuni membri dell’Ordine mondiale dei servitori speciali a tempo pieno dei Testimoni di Geova che prestavano servizio alla Betel locale. Quest’azione legale mirava a ottenere una sentenza che stabilisse che i beteliti non dovevano essere classificati come lavoratori dipendenti soggetti alla normativa sul lavoro. Nel marzo 2009 il tribunale del lavoro ha emesso una sentenza favorevole, confermando inoltre la natura religiosa delle attività svolte alla Betel.
Uganda
Nel 2007 l’Agenzia delle entrate aveva stabilito che i membri dell’Ordine mondiale dei servitori speciali a tempo pieno dei Testimoni di Geova in servizio presso la Betel dell’Uganda rientrano nella categoria dei lavoratori dipendenti, in base alla definizione della legislazione delle imposte sui redditi. È stato presentato un ricorso alla Corte Suprema dell’Uganda, con sede a Kampala, per conto dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici (IBSA) contro l’Agenzia delle entrate. Nel giugno 2009 la Corte Suprema si è espressa in favore dell’IBSA, concludendo che i beteliti ugandesi non sono lavoratori dipendenti. In particolare la corte ha rilevato che i beteliti “ricevono lo stesso sostegno economico indipendentemente dalla mansione svolta”. La corte è giunta alla conclusione che i beteliti sono membri di un ordine religioso e che ricevono vitto, alloggio e un modesto sostegno per far fronte alle proprie necessità nello svolgimento di attività filantropiche e religiose”. (Annuario 2010 p. 16)

In precedenza a tutti i membri residenti alla Betel era stato chiesto di fare un voto di povertà. A partire dal 2002, ogni membro ha dovuto dichiarare anche un voto di obbedienza.
(Circolare BA 1/1/2002)

“Quelli che vengono accettati per il servizio speciale a tempo pieno alla sede centrale dei testimoni di Geova fanno tutti voto di povertà, come hanno fatto tutti i membri del corpo Direttivo e tutti gli altri membri di quella famiglia Betel”.
(I Testimoni di Geova proclamatori del Regno di Dio – 1993 p. 351)

A differenza dei ragazzi che spalano il letame nelle aziende agricole e stampano la letteratura nelle fabbriche, i membri del Corpo Direttivo hanno la ricchezza e il potere della Società a loro disposizione per viaggiare ecc. Anche se i leader della Watchtower generalmente vivono oggi una vita comoda e agiata come i leder politici in qualche terra in cui vengono identificati come “Il popolo di Geova” è importante. J. F. Rutherford era conosciuto per la guida di auto di grande cilindrata e per la sua villa a Bet-Sarim a San Diego in California.

Anche il libro di Timoty White dal titolo “Un popolo per il suo nome” tradotto in italiano dal dr. Sergio Pollina cita questi “Ordini religiosi”alle pagine 511-517.

A pagina 515-516 troviamo scritto:

L’attenta lettura del voto, mostra con chiarezza qual è il suo vero obiettivo: quello di evitare che chiunque lavori a titolo gratuito in qualsiasi parte del mondo, in edifici o in assegnazioni che sono sotto il controllo della Società Torre di Guardia, possa mai accampare qualsiasi tipo di diritto mentre lavora per essa e una volta che dovesse allontanarsi dall’organizzazione. Egli ha accettato, sottoscrivendolo, un impegno a non chiedere denaro sotto qualsiasi forma per il lavoro svolto alle dipendenze della Società. La “povertà” è soltanto uno stratagemma semantico, in quanto, non viene fatta alcuna richiesta di rinuncia a eventuali beni che i singoli individui possono detenere o ricevere. Pertanto, la sostanza del voto di ubbidienza e povertà è tutta nelle parole conclusive, che dicono:

“ Riassumendo: l’aver letto con spirito devoto e sottoscritto il Voto non vuol dire che non possiate possedere dei beni o che dobbiate donare all’Ordine ogni vostro avere. Piuttosto ciò significa che accettate di servire Geova come servitori a tempo pieno, in cooperazione con gli altri appartenenti all’Ordine e che non vi attendete da ciò nessun guadagno finanziario, e che avete inoltre deciso di astenervi dal prestare alcuna attività redditizia mentre siete impegnati nello speciale servizio a tempo pieno per Geova”.

Per quanto possa sembrare strano, anche in questo come in altri aspetti della sua organizzazione interna, l’organizzazione dei Testimoni di Geova non ha fatto altro che copiare, con qualche insignificante differenza, la struttura della detestata Chiesa Cattolica. Il “voto di povertà”, infatti, è sempre stato, da secoli, uno dei tanti distintivi degli ordini monastici. Tali voti possono essere di due tipi: i solenni e i semplici. I primi, fanno perdere in perpetuo a chi li emette ogni diritto di proprietà e ogni altro diritto reale sulle cose temporali che prima dell’emissione del voto erano in suo possesso. I secondi, invece, non comportano la perdita della proprietà dei beni che si possedevano prima della professione dei voti e neppure la capacità di acquistarne altri, ma ne fa dipendere il possesso e l’usufrutto dalla volontà del superiore dell’ordine. Nel caso dei Testimoni, siamo di fronte al voto semplice.

Tanto per fare un esempio, citerò alcuni brani dello statuto della Comunità delle Beatitudini di Sovere (Bergamo).

“[i membri] vogliono essere liberi da ogni attaccamento ai beni di questo mondo, affinché Dio solo sia la loro ricchezza e la loro speranza … Scelgono uno stile di vita che si distingue chiaramente da quello del mondo per la sua semplicità e la sua sobrietà … [il membro] sarà preso in carico alla Comunità per i suoi bisogni legittimi, secondo le modalità precisate dal Direttorio e che potranno variare da un paese all’altro. Versa abitualmente alla cassa comune della casa i suoi redditi (stipendi, pensioni, sussidi) ed i doni che riceve. Può disporre per uso personale solo col permesso del suo pastore”.

Le differenze sono, come si vede, ben poche. Vi sono i riferimenti alla “semplicità della vita”, la cura del Direttorio [= Corpo Direttivo] per i loro bisogni essenziali, l’esigenza di versare alla cassa comune [all’Organizzazione] ogni introito od ogni dono, e così via. La differenza più significativa con la generalità degli statuti degli ordini monastici è quello che redatto dal Corpo Direttivo è stato predisposto non da un santo fondatore, ricco di ideali e di visioni celesti, bensì da un preparato team di avvocati che in esso ha cercato di mettere al riparo l’organizzazione da qualsiasi problema legale causato da un eventuale membro dissidente. Il voto di obbedienza, neanche a dirlo, è tratto dalla rigida regola di Ignazio Loyla, fondatore dei Gesuiti, la cui norma fondamentale, oltre a quella dei tre voti di povertà, castità e obbedienza, è un quarto voto di speciale obbedienza al Papa, l’ubbidienza perinte ac cadaver (proprio come un cadavere) cioè l’ubbidienza cieca e assoluta, non a Dio, ma al Corpo Direttivo. Difatti al punto 10 del voto è scritto che i membri dell’Ordine devono: seguire le direttive del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova.

Questo è uno stratagemma legale per evitare di pagare le tasse.

Dalla Traduzione del Nuovo mondo delle Sacre Scritture:

“Quindi disse loro: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”.
Matteo 22:21)

“Ora le opera della carne sono manifeste, e sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta … divisioni, sette, invidie, ubriachezze, gozzoviglie e simili. Circa queste cose vi preavverto, come già vi preavvertii, che quelli che praticano tali cose non erediteranno il regno di Dio”.
(Galati 5:19-21)

Mi sembra che le varie Filiali Betel siano abbastanza preparati per compromettere i principi biblici, al fine di evitare scaltramente il pagamento di “rendere a Cesare le cose di Cesare”! È stato lo stesso modo quando nel 1990 la letteratura è stata improvvisamente offerta “gratuitamente”, per non dare gratuitamente quello che avevano ricevuto gratuitamente, ma piuttosto perché gli ha permesso di evitare di pagare l’imposta sulle vendite!

Ciao. Ilnonnosa




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