Lettera di una madre ferita

brunodb2
00sabato 7 ottobre 2006 20:22
Ricevo e pubblico volentieri una lettera che mi è stata spedita oggi da Lady (la moglie di Sonnyp) con preghiera a tutti gli utenti (e non) di non copiare in alcun modo tale missiva in altri forum.


Lettera di una madre ferita.


Ho conosciuto i tdg nel 1980, e sono rimasta con loro per 25 anni, finché un giorno mi sono scontrata con delle realtà e dei fatti a mio avviso gravi, fatti che prima di allora ne ignoravo l’esistenza e che mi hanno spinto ad
andarmene dai tdg.

Secondo la mia coscienza addestrata dagli stessi ad amare la verità e la giustizia, per questi principi decisi di raccontare ai miei figli il dramma interiore che stavo vivendo.

Questa è la mia colpa che mi ha portato a subire la “segnatura” attraverso un comitato giudiziario tenuto da quattro dirigenti dei tdg.
Quando ho chiesto le motivazioni della segnatura, mi è stato risposto così:
“Perché hai riferito ai tuoi figli i tuoi dubbi; essi sono prima di tutto dei testimoni di Geova e poi i tuoi figli”.
(I fatti confrontabili tutt’ora erano diventati i miei dubbi)
Voglio precisare che la segnatura per un tdg è una grande vergogna, un’onta grave; infatti la propria buona reputazione guadagnata con sforzo per anni viene dissolta con un discorso di pochi minuti fatta a tutta la congregazione per mettere al corrente tutti i conservi, che all’interno d’essa c’è un membro che si comporta in maniera disordinata e ribelle, che va tenuto d’occhio.
Con questa persona non si può più mangiare assieme, svagarsi, si può solo andare a predicare e salutarlo, affinché si vergogni e si ravveda;
anche i miei figli hanno dovuto aderire a questa regola e i nostri rapporti sono quasi inesistenti.

Di cosa dovevo vergognarmi o ravvedermi, mi chiedo? Inoltre, può un ribelle rappresentare Dio andando a predicare?

Avere scoperto delle cose e averle dette ai miei figli, questa è la mia colpa?
Se un tdg scopre qualcosa o ha dubbi di qualche natura, non può parlarne a nessuno eccetto che ai dirigenti della congregazione; se la fa ugualmente, prima viene segnato come avvertimento e se continua viene “disassociato” così
nessuno più gli rivolgerà neanche un saluto.
In questo modo si preserva la purezza della congregazione; aggiungo che è un ottimo metodo per non far giungere notizie extra che porterebbero le persone
riflessive a fare delle scelte. Io ho scelto di andarmene dissociandomi da questa organizzazione, a 48 anni ho dovuto ricostruirmi una vita, cercarmi dei nuovi amici, ma i figli non si sostituiscono né si possono cercare
altrove, spero che un giorno anch’essi capiranno.


Lady


Carissima Lady, tantissime sensazioni, sentimenti, emozioni vorrei trasmetterti. Ma da dove cominciare? Ho letto e riletto la tua accorata preghiera non so più quante volte…
Continuo a ripetermi che bisogna essere forti, duri, senza mai cedimenti o incrinature. Ma io non ce la faccio e continua a rimbalzarmi nella testa
"Dio mio perchè mi hai abbandonato?"
Quello che grida Gesù sulla croce, non lo pensiamo o diciamo spesso anche noi?
Ma Dio non ci abbandona mai, non può fallire ne come Padre ne come Creatore ne come Misericordia. Un genitore non può abbandonare un figlio e di fatto non lo abbandona mai.

Mi ricordo il nostro incontro al casello autostradale di San Vittore, pochi minuti, forse dieci o neanche ma sono stati sufficienti per me per comprendere tutto il dolore che con grande dignità portavi dentro, quello di una “donna”, di una “moglie” di una MAMMA.
Se chi è sulla Terra si dimentica di noi, non se ne dimentica chi invece non è di quaggiù.

Ciao Lady, ciao Sonny, vi voglio bene.

Bruno



un sorriso
00lunedì 9 ottobre 2006 00:46












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