Non è cronaca è femminicidio

FrancoFrancoDir
00venerdì 27 aprile 2012 16:11
Non è cronaca è femminicidio

Vanessa Scialfa è stata ammazzata e buttata da un ponte a Enna. Aveva 20 anni. Non è cronaca è femminicidio.
Da inizio anno una ragazza o una donna ammazzata ogni due giorni. Molte violentate e picchiate.
Non c’entra nulla con l’essere femministe.
Mi chiedo e vi chiedo perché se un extracomunitario viene ammazzato e buttato da un ponte i giornalisti più importanti ne disquisiscono e ne fanno tema di dibattito di rilevanza sociale, e se viene uccisa una ragazzina diventa cronaca di poco conto. Oggi molti quotidiani non parlano di Vanessa o relegano la notizia in fondo all’homepage.
E’ un tema di rilevanza sociale è un tema per l’agenda politica del Paese.
Sono certa che è un argomento che interessa, coinvolge e fa soffrire gli uomini come le donne. Affrontiamo insieme il tema della violenza. Sono certa che anche gli uomini vogliano trovare una via perché questo massacro si fermi.

Si chiama femminicidio e non è cronaca. E’ un tema di rilevanza sociale.


di Lorella Zanardo | 27 aprile 2012: IlFattoQuotidiano


La dedico a lei questa canzone..




Sonnyp
00venerdì 27 aprile 2012 20:38
Umanità frenetica......
In questa società che vive di corsa, affannata dalle mille problematiche, dalla fretta di arrivare a casa, al lavoro, al supermercato, alla vacanza... tutto sembra svolgersi ormai nell'apatia della gente. Tutto sembra dissolversi nella distrazione di cui ognuno è propriamente vittima. E così ecco che si consumano i drammi, i dolori, le divisioni nel più completo e caotico tran tran della vita quotidiana.

È bello potersi rendere conto che per fortuna non tutto passa inosservato. Un merito alla tua sensibilità Franco, che hai reso disponibile questo fatto altrimenti aggiunto all'insaputa generale delle "notiziole" di poco conto, quelle che non fanno scoop...

Mi dispiace per Vanessa.... mi dispiace perchè non si può fare più nulla per lei, se non piangerla nel nostro cuore come una vita a cui non potremo più renderle il dovuto, il diritto alla vita.

Grazie Franco per la tua sensibilità.... è un onore averti quì a ricordarci che dobbiamo essere un pò più umani e meno uomini o donne che rincorrono la vita, il lavoro, i propri egoistici interessi.

Shalom a te.


MoonRose76
00sabato 28 aprile 2012 08:26
Caro Franco, questo tuo post mi ha colpita molto. E non per la storia che racconta, bensì per la giusta indignazione che sento in te.
Combatto da anni contro la violenza alle donne, cercando sempre strade diverse. Sono convintissima che una delle cose migliori che si possano fare sia parlarne. Anche a costo di risultare scomodi.

Perché se ne parliamo, se portiamo queste cose all'attenzione, allora le persone non possono fingere di non sapere, non possono voltarsi dall'altra parte. [SM=g8315]
Conosco tanti che se parli nel generico, annuiscono, e se poi proponi qualcosa di pratico, scappano. Tanti che invece, peggio ancora... al solo sentir parlare di violenza sulle donne, abusi sui bambini, ecc.... si ritrovano ad arrossire, balbettare, cambiare discorso.
E non hanno idea di quanto poco basterebbe!
FrancoFrancoDir
00domenica 29 aprile 2012 00:19
Ma guarda, io sono rimasto turbato, senza parole e in silenzio.
E' come se questa vicenda avesse toccato me, invece ha toccato due famiglie che, nel dolore di una vita spezzata dall'assurda follia di un banalissimo movente, non riescono più a capacitarsi e sono pure disperate.
Una ragazza che nel fiore della sua giovinezza viene gettata giù da un ponte come se fosse un qualcosa che non merita nessuna considerazione per la vita e per il rispetto che le è dovuto, ci porta a riflettere attentamente, magari approfondendo alcuni aspetti più da vicino...
Il parlarne in un ambito virtuale (Reti sociali, forum, ecc) porta certamente a sensibilizzare l'opinione pubblica, ma potrebbe non bastare, come non bastano, da soli, i convegni e le manifestazioni.
Secondo me un ruolo determinate lo ricopre la scuola e segnatamente l'istituto primario.
L'istituzione scolastica potrebbe essere funzionale al recepimento di tematiche così sentite, mentre il demandare(lo scarica barile) tutto alle famiglie, alcune delle quali vivono già questo disagio, porta a non comprenderne la reale portata, lasciando insoluto il problema.

MoonRose76
00lunedì 30 aprile 2012 05:25
Hai ragione, forse non basta. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare.
Sai che c'è? Abbiamo dimostrato che siamo in grado di parlare diffusamente di ciò che ci interessa.
Di crisi economica se ne parla a casa, al bar, al lavoro, persino a scuola. Siamo pronti a parlare nel dettaglio dell'ultimo modello di cellulare o di gossip.
Ma non siamo pronti a parlare di argomenti così "Scomodi". Chi di noi lo fa, viene visto come "un male necessario".
FrancoFrancoDir
00martedì 1 maggio 2012 21:42
Il fenomeno potrebbe essere limitato attraverso la formazione culturale. Troppo spesso la donna viene classificata come oggetto, oppure come un trofeo da conquistare per poi essere esibito a mo di palmarès.
Le tendenze, la pubblicità, i generi, i modelli e i costumi hanno travisato il vero ruolo della donna in una società prettamente consumista e materialista.
La donna non va considerata per la propria “disponibilità” va invece presa in considerazione per quello che realmente è, cioè: “un bellissimo universo tutto da esplorare e scoprire” da cui attingere forza e vitalità.
Io non sono mai stato un sessista, anzi nelle mie ho dovuto, più di una volta, prendere atto che la creatività artistica femminile sommata alla sua genialità non ha eguali.
Per inciso, dove non riesce un maschietto, vi riesce sempre una donna, e non è un caso.. chissà perché!?
Ma Beddamatri santissima, cosa sarebbe il mondo senza il gentil sesso? Non riuscirei nemmeno a immaginarlo :-)))

Tornando al discorso, come lo risolviamo il problema? Io avrei due soluzioni.
La prima riguarda la scuola. Per esempio rivisiterei gli indirizzi di alcuni testi scolastici dando maggior peso e visibilità al ruolo della donna nella società invece di relegarla a figura di secondo piano come spesso avviene.
Parlerei con gli alunni.. Aprirei dei dibattiti, dei confronti, farei vedere dei documentari, discutendone settimanalmente, rendendo tutti partecipi.
Spiegherei loro, coadiuvato( o viceversa) da una partner femminile, qual è il vero ruolo della donna e quale quello del maschietto nella odierna società .
Farei capire loro che la violenza non è mai l'extrema ratio, ma è il male peggiore, spesso non rimediabile, frutto di un ragionamento non razionale e ponderato.
In questo modo acquisirebbero elementi di confronto visivi e verbali che gioverebbero alla forma mentis . (Una proiezione che li stimoli a comprendere e susciti in loro l'input della curiosità.) E per finire ascolterei i loro punti di vista cercando di immedesimarmi.. per poi dare loro delle adeguate risposte...

La seconda soluzione è strategica ma allo stesso tempo anche utopistica. Manifestazioni di piazza per dire no alla violenza sulle donne, giusto?
Ma questa volta non sono le donne a scendere in piazza, bensì gli uomini che attraverso la reti sociali si coordinano e gettano le basi per eventi/manifestazioni, inizialmente, a macchia di leopardo e poi su tutto il territorio...
A quel punto la notizia, l'evento, il fatto, non passerebbe più in secondo piano e troverebbe terreno fertile nei mezzi di comunicazione.
Basterebbe incominciare.. pero inizialmente potremmo sentirci dire:” non mi scassare ..” :-)))




MoonRose76
00martedì 1 maggio 2012 22:33
Concordo con le tue soluzioni.... ma ne aggiungerei una terza, che manca fin troppo spesso:
La famiglia, come primo luogo in cui il rispetto per le altre persone, tutte, viene insegnato. soprattutto con l'esempio.

Mi sa che questo è più utopistico della manifestazioni in piazza!
FrancoFrancoDir
00venerdì 19 ottobre 2012 20:57
Palermo, 17enne uccisa a coltellate l'assassino è l'ex fidanzato della sorella

Di ROMINA MARCECA e SALVO PALAZZOLO | 19 Ottobre 2012 : La Repubblica



PALERMO - Una ragazza di 17 anni, Carmela Petrucci, è stata uccisa a coltellate a Palermo nell'androne di un condominio di via Uditore dall'ex fidanzato della sorella, ferita gravemente. Il giovane è fuggito, ma dopo alcune ore gli investigatori l'hanno rintracciato e arrestato alla stazione di Bagheria, a pochi chilometri da Palermo. L'omicida si chiama Samuele Caruso, 23 anni. Il ragazzo è in questura in stato di fermo di polizia e viene interrogato dal pm che dovrà convalidare la misura restrittiva.

Caruso, che poche ore prima dell'omicidio scherzava con un cugino su Facebook, non avrebbe accettato la fine della relazione con Lucia e avrebbe continuato a perseguitarla anche se non risulterebbero a suo carico denunce di molestie da parte della ragazza. Il cadavere della giovane è stato trovato sulle scale del palazzo in cui abitava dalla polizia, intervenuta dopo la segnalazione del litigio fatta dalla sorella ferita, che ha chiamato il 113 dando nome e cognome dell'omicida e raccontando l'accaduto.
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