Russel e la fine dei Tempi dei Gentili

The Red baron
00sabato 28 gennaio 2012 10:12


Mi sorge un dubbio,

Russel identifico solo il 1914 come fine dei Tempi dei Gentili

oppure anche altre date precedenti?

se si con quali calcoli? [SM=x2531615]
Claudio Cava
00sabato 28 gennaio 2012 12:37

Calcoli di un visionario basati sulla parola di altri visionari?
Contento te...

Volendo darti una mano, usando quello strumento satanico opera dei Gentili che (anche per quello) verranno distrutti (ma come si fa? [SM=x2482327] ) chiamato Google ho trovato una cosa interessante.

E' dichiaratamente obsoleto ma sulla sua validita' lascio come sempre la parola agli esperti presenti.

Cosa è rimasto del 1914?

Quasi novant’anni sono trascorsi dal 1914 e ci troviamo nel XXI secolo. Sulla Terra non c’è quasi più nessuna delle persone che nacquero in quell’anno, e tanto meno quelle che, nate a cavallo del 1900, hanno portato con sé memoria dell’epoca nella quale vissero.

Fra breve, pertanto, anche questa data sarà consegnata alla storia e si sommerà a quelle che nel corso dei millenni ne hanno scandito il perenne susseguirsi. Mai come in queste circostanze, sono più appropriate le parole dell’Ecclesiaste che costituiscono per noi che viviamo immersi nel divenire della storia, un saggio rammemoratore ed un richiamo all’umiltà:
•Una generazione va, e una generazione viene … Ciò che è avvenuto, questo è ciò che avverrà; e ciò che è stato fatto, questo è ciò che si farà; e così non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Esiste alcuna cosa di cui si possa dire: "Vedi questo; è nuovo"! Ha già avuto esistenza per tempo indefinito … Non c’è ricordo delle persone dei tempi precedenti, neanche ce ne sarà di quelli che verranno in seguito. Non ci sarà ricordo nemmeno d’essi fra quelli che verranno ancora più tardi. — Eccl. 1:4-11 TNM.

Se potessimo andare a ritroso nel corso del tempo, pressoché infinita sarebbe la serie di pietre miliari, ognuna delle quali con su scolpita una data che per gli uomini del suo tempo rappresentò o identificò un periodo indimenticabile per loro. Per il mondo occidentale vi è per esempio la data del 1789, quella della Rivoluzione francese, che costituisce uno spartiacque unico nella storia, in quanto dopo di allora niente più fu come prima e si modificò non solo l’assetto politico, ma anche quello sociale ed economico dell’Europa e degli stati che gravitavano intorno ad essa.

Chi volesse, potrebbe aprire il libro intitolato "Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile", edito nel 1963 dalla Watchtower Bible and Tract Society of Pennsylvania, alle pagine 294 - 297, e vi troverebbe un "elenco di importanti date storiche molte delle quali, se non tutte, ormai non vogliono dire più niente agli uomini del nostro tempo, ma che furono significative per quelli del loro.

Anche i recenti "Indici" editi dalla Società Torre di Guardia nel 1990 e nel 1992 contengono alcune pagine dedicate alle "date" (pagine 210-213, il primo, e pagine 134-138, il secondo), ognuna delle quali con un significato oggi silente, ma probabilmente di rilievo nel passato. Ma, a riprova di quanto il presente possa condizionare la lettura del passato, o meglio ancora, a riprova del fatto che ciò che è o non è importante "prima" lo si determina "poi", è l’assenza di una data che, proprio in quegli "Indici" avrebbe dovuto esservi, ed essa è la data del 1799. Cosa dice tale data alla maggior parte di noi? Poco o nulla, a meno che non rinverdiamo le nostre reminiscenze scolastiche e ci ricordiamo che essa fu la data in cui Napoleone Bonaparte prese il potere assieme a due altri consoli. Ai testimoni di Geova, poi, dato che i loro "Indici" non ne fanno menzione, essa dice meno che niente. Eppure non dovrebbe essere così. Perché?

Perché il 1799, dal medesimo fondatore di quel gruppo religioso oggi conosciuto come testimoni di Geova, era considerato — e lo fu per decenni —, una data dall’incommensurabile valore profetico; una data intorno alla quale, come avvenne poi per il 1914, ruotava l’intera storia e che gettava la sua "luce" su tutti gli avvenimenti del tempo. Ma che è stato d’essa? chi la ricorda più? Proprio come aveva detto l’Ecclesiaste: "Non c’è nulla di nuovo sotto il sole". Corsi e ricorsi della storia! E pensare che quando nel 1966 i testimoni di Geova diedero alle stampe il libro Vita eterna nella libertà dei figli di Dio, alle pagine 31-35 appariva una "Tabella di date significative", con date come quelle del 1492 e del 1945. Si potrebbe ritenere che la prima si riferisse alla scoperta dell’America, e la seconda alla fine della seconda guerra mondiale, ma non è così. Per i testimoni di Geova, differentemente da tutto il resto del mondo e degli storici, il 1492 è "significativo" perché in quell’anno "il papa Innocenzo VIII muore dopo una trasfusione di sangue", mentre il 1945 lo è perché "La Torre di Guardia smaschera la trasfusione di sangue". Ed il 1799? Niente, silenzio totale!

Ebbene, poiché ciò che vogliamo trattare in questo studio è un metodo, adesso passeremo ad illustrare le tappe del nostro accostamento ad esso. Ci prefiggiamo infatti di mostrare che ciò che i testimoni di Geova definiscono a volte la tecnica del "bordeggio", oppure "la luce che risplende maggiormente", o anche "lampi di luce", non è altri che un andare per tentativi. Quando ci si rende conto che una determinata direzione non è quella buona, semplicemente se ne intraprende un’altra. É un vecchio sistema sul quale anche Gesù fece dei commenti. Per chi non ricordi le sue parole, eccole: "Lasciateli stare, sono guide cieche. Se, dunque, un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in una fossa". — Matt. 15:14, TNM. Infatti, ciò che a molti di loro forse sfugge è che la "luce" illumina, non può mai, per definizione, oscurare. È vero che può essere di maggiore o minore intensità, ma, comunque, non può mai venire meno alla sua caratteristica peculiare che è quella di dissipare le tenebre. L’una scaccia le altre. É un assioma biblico, definito da Giovanni con queste parole: "Dio è luce, e … unitamente a lui non vi sono tenebre alcune". — 1 Giov. 1:5.

Andare a tentoni, quindi, non "bordeggiare", è il sistema seguito dai testimoni di Geova sin dapprincipio. Difatti la loro storia è un continuo susseguirsi di cadute in buche dalle quali faticosamente si sono tratti fuori per ricadervi subito dopo. Usare delle parole comuni con un significato inconsueto per confondere le idee ai lettori è una loro costante caratteristica. Per esempio, invece di dire che sono cascati in un fosso, che si sono cioè sbagliati, e che hanno preso una cantonata, essi dicono: "come si pensava prima", "come pensavamo un tempo", "a differenza di ciò che si pensava una volta", "a tempo debito ulteriori lampi di luce rivelarono", "i primi studenti biblici pensavano", "si era pensato", "si pensò", "si fece maggior luce", e così via.

Ma, come stanno in realtà le cose? Non è necessario ricorrere ad una pur facile ironia, per comprendere che la débâcle geovista è ormai da decenni un fatto non più contestabile. Nemmeno una, ma proprio una, delle loro "rivelazioni" profetiche ha retto al devastante impatto del maglio della storia. Per esser franchi, dobbiamo dire che quello che sta accadendo in merito alla data del 1914 era facilmente prevedibile e, d’altronde, è già accaduto più volte, dai tempi di William Miller e del 1874. Oggi si è semplicemente giunti al redde rationem. Ma per un ordinato svolgimento del nostro racconto, ritorniamo al 1799.

Cosa rappresenta questa data per il Geovismo? A dire il vero, in tempi recenti è stato fatto un tentativo di mistificazione e di occultamento della verità storica documentata. Ne è prova quanto è stato scritto sulla Torre di Guardia del 1° settembre 1989, pag. 12. In un articolo sul "Millennio", furono fatti i seguenti commenti: "Alcuni cattolici [1]

hanno sostenuto che il Regno millenario di Gesù Cristo fosse finito nel 1799, quando gli eserciti francesi entrarono in Roma e posero fine al dominio del papa, deportandolo come prigioniero in Francia, dove morì". Sembrerebbe, pertanto, che con il 1799 la Società Torre di Guardia non abbia mai avuto a che fare e che, piuttosto, fosse stata la Chiesa Cattolica a farne un uso improprio collegando questa data con il Millennio. Ma le cose non stanno certamente così.

Illuminante è una dichiarazione che troviamo all’inizio dello studio II del 3° volume dell’opera di C.T. Russell conosciuta come Studi sulle Scritture, inizialmente distribuita come Aurora Millenniale. In questo volume, intitolato "Venga il tuo Regno" le parole iniziali del capitolo dicono così:
•Il "Tempo della Fine", un periodo di centoquindici (115) anni, dal 1799 A.D. al 1914 A.D., è particolarmente contrassegnato nelle Scritture. "Il Giorno della Sua Preparazione" è un altro nome dato allo stesso periodo, poiché in esso vi è stato un generale aumento della conoscenza, che ha dato luogo a scoperte, invenzioni, ecc., e che ha preparato la via al veniente Millennio di favore, rendendo disponibili le macchine moderne che consentono di risparmiare lavoro e che provvedono al mondo in generale una maggiore disponibilità di tempo, che sotto il regno di giustizia di Cristo rappresenteranno una benedizione per tutti ed un aiuto nel riempire la terra della conoscenza del Signore … Gli ultimi quarant’anni del Tempo della Fine (cioè il periodo dal 1874 al 1914 N.d.A.) sono definiti la "Fine" o la "Mietitura" dell’età del Vangelo, com’è scritto, "La mietitura è la fine dell’età presente (VR)". (Matt. 13:39) … Le informazioni intorno a questo periodo ci sono provvedute nella profezia di Daniele, che egli stesso non comprese, in quanto disse: E io udii, ma non compresi (VR)" (Dan. 12:8). In risposta alla sua ansiosa domanda gli fu detto che le parole erano sigillate sino al Tempo della Fine . Ne consegue, perciò, che nessuno avrebbe potuto comprendere la profezia prima del 1799; e prima di passare ad altro noi mostreremo che la profezia indica che essa non si sarebbe cominciata a capire prima del 1829 né si sarebbe raggiunto un chiaro intendimento d’essa fino al 1875.
Il capitolo XI della profezia di Daniele è dedicato ai significativi eventi che hanno portato fino ad oggi, il Tempo della Fine, mentre il capitolo XII ci porta da oggi fino al Tempo della Mietitura. Gli studenti della profezia noteranno la maniera particolare in cui è provveduta la data dell’inizio del Tempo della fine — che è rimarchevole sia per la precisione nello stabilire la data, che per averla così ben nascosta, sino al tempo stabilito perché fosse compresa. E dopo che questo periodo di tempo è in maniera così caratteristica indicato nel capitolo XI, senza che siano indicati un nome o una data, il capitolo XII produce tre periodi di tempo, di 1260, 1290 e 1335 giorni profetici, che rafforzano e stabiliscono la lezione del capitolo XI, che il principio del Tempo della Fine ebbe luogo nel 1799 … La carriera pubblica di Napoleone Bonaparte, che già al suo tempo fu definito "l’uomo del destino", è così chiaramente tratteggiata nella profezia che rende possibile determinare la data del "tempo fissato". Questo metodo di fissazione delle date è accurato. E se potremo dimostrare che gli eventi qui menzionati nella profezia si accordano bene con ciò che la storia narra di Napoleone, potremo in tal modo determinare la data con la stessa certezza con la quale abbiamo determinato l’inizio del regno di Cesare Augusto, o di Tiberio o di Cleopatra … La carriera di Napoleone, alla luce della profezia, indica l’anno 1799 come quello in cui ebbero termine i 1260 anni del potere papale, e l’inizio del periodo chiamato il "Tempo della Fine" … Avendo così fornito le basi per stabilire l’identità di quest’uomo (Napoleone), le cui opere contrassegnano l’inizio del "Tempo della Fine", la profezia procede a mostrare quale particolare evento di quel tempo deve essere compreso come un segno inequivocabile dell’esatta data del principio del "Tempo della Fine". Quest’evento è senza ombra di dubbio l’invasione dell’Egitto da parte di Napoleone, che richiese un periodo di un anno e quasi cinque mesi. Egli salpò nel maggio del 1798 e rientrò in Francia sbarcando sul suolo di quella nazione il 9 ottobre 1799. Questa campagna è descritta graficamente in poche parole nei versetti 40-44 … Questo Tempo della Fine, o giorno della preparazione di Geova, che cominciò nel 1799 A.D. e terminerà nel 1914 A.D., sebbene caratterizzato da un grande aumento della conoscenza rispetto a tutte le epoche passate, culminerà nel più grande tempo di difficoltà che il mondo abbia mai conosciuto.


Ecco, questo è ciò che insegnava e credeva fermamente l’organizzazione dei testimoni di Geova. Ma poiché si tratta di un insegnamento ormai abbandonato in omaggio alla teoria dei "lampi di luce", si preferisce piuttosto far credere che siano invece stati alcuni cattolici ad attribuire un significato particolare all’anno 1799. Ma, è ciò è notevolmente più importante, nelle parole che abbiamo riportato, tratte direttamente dalla letteratura dell’organizzazione, riscontriamo la conferma di un assunto che abbiamo illustrato qualche paragrafo prima di questo. Insegnava Russell, che il Tempo della Fine, lungo 115 anni, si sarebbe concluso con un periodo terminale di quarant’anni meglio noto come Tempo della Mietitura, che avrebbe avuto inizio nel 1874 per concludersi nel 1914. Sappiamo invece che fa parte dell’attuale insegnamento della stessa organizzazione che il Tempo della Fine non si è concluso nel 1914, ma che nel 1914 ha avuto inizio. É anche significativo il fatto che Russell non ha alcuna esitazione a definire "esatto" il suo calcolo del tempo del quale discerne i segni caratteristici nella lettura di alcuni capitoli del libro di Daniele. Se, pertanto, quella del tempo di Russell era "luce", risulta difficile comprendere come avesse potuto indurre quel "profeta" di Dio a tale disastroso intendimento delle Scritture, considerato anche il fatto che la sua interpretazione della persona stessa del papa si allontanava anni luce dall’attuale intendimento del corpo direttivo. Mentre, oggi, quest’ultimo spiega che "Michele e i suoi angeli" di Apocalisse 12:7, sono Gesù Cristo con le schiere celesti, Russell, nella Torre di Guardia di Sion del dicembre 1881, diceva a chiare lettere che:
•"Michele e i suoi angeli" — sono il papato e i suoi sostenitori che combattono contro il dragone, cioè i governanti pagani, ecc., ed il grande dragone fu scacciato dai cieli. Questo conflitto fra il potere papale e quello pagano sfociò, come abbiamo visto, nel graduale rovesciamento del secondo. Ma non sembra che sia una forzatura supporre che Michele simboleggi l’Uomo del Peccato? Non è quei lo stesso Michele di Daniele XII? Se esso è un simbolo in un caso, non lo è anche nell’altro? No. Nel racconto di Daniele XII ci troviamo di fronte ad una dichiarazione letterale. La resurrezione e le altre cose lì menzionate sono letterali, non così accade in Rivelazione XII. La donna, il dragone, la coda, le stelle, le corna, ecc., sono tutti simboli, e sarebbe fuori luogo che un Michele letterale lottasse contro un dragone simbolico.

Sembra qui di trovarci di fronte a dichiarazioni dubbiose, ai primi passi guidati da una luce incerta e ancor tenue? Alla precisa richiesta se si potesse anche solo dubitare di un’incoerenza nell’interpretazione, la risposta è un deciso: "No!". A tale sicumera, che fa di Russell un uomo dalle opinioni estremamente decise e dalle idee sicuramente chiare, fa da conferma ciò che egli stesso aveva detto in merito alla sua convinzione d’essere già nel giorno del Signore, che egli indicò con queste parole:
•Crediamo di avere buone, solide ragioni, e non immaginazione né sogni né visioni, ma evidenze bibliche (note alla maggior parte dei nostri lettori) per credere d’essere adesso "nei giorni del Figlio"; che il "giorno del Signore" è venuto, e che Gesù, nel suo corpo spirituale è presente, e sta mietendo nell’età del Vangelo … Noi crediamo che la parola di Dio ci fornisca della prova certa del fatto che stiamo adesso vivendo nel "Giorno del Signore", che ebbe inizio nel 1874, e che deve durare quarant’anni, proprio come fu per "il giorno della tentazione nel deserto", quando Israele mise alla prova Iddio, e vide le sue opere per "quarant’anni" (Ebr. iii:9) … É stata qui presentata abbondante prova per tutti che "abbiamo pure la parola profetica più ferma", e che siamo trovati nell’attesa del suo adempimento, che il Giorno del Signore è realmente arrivato —"chi sarà in grado di restare?" "Beato colui che veglia e serba le sue vesti".

Le "buone, solide ragioni" di Russell, da tempo non sono più tali, esse sono state ripudiate e chi oggi sostenesse quelle date e il loro significato sarebbe disassociato di fra il "popolo di Geova", a riprova che quella non era luce seppur fievole, bensì tenebra.

Di fronte a una luce, pur fievole com’era quella dei primi tempi della Torre di Guardia, non possiamo fare a meno di far nostra un’espressione di Gesù: "Se in realtà la luce che è in te è tenebre, come sono grandi le tue tenebre!". — Matt. 6:23 TNM.

Passiamo adesso ai nostri giorni e cerchiamo di comprendere cosa in realtà sia accaduto fra le impenetrabili mura della sede centrale internazionale di Brooklyn, dal cui "sesto piano" come si diceva un tempo, esce la "verità". La base per il nostro esame è costituita dalla Torre di Guardia del 1° novembre 1995. In essa, in due articoli di studio più una "Domanda dai lettori", il corpo direttivo presenta la sua nuova risposta alla domanda cruciale: Qual è "questa generazione"? Nel tratteggiare la risposta non possiamo non tener conto del fatto che a questa domanda così importante per i testimoni di Geova sono già state date molteplici risposte nel corso del tempo. E poiché i testimoni di Geova asseriscono d’essere da sempre depositari della luce divina, sia pure con intensità crescente o meno, non è solo l’ultima risposta, "la risposta giusta" che fa testo, ma il complesso d’esse. In sintesi, qual è la differenza fra la nuova veduta e quelle precedenti? Possiamo così riassumerla: prima si credeva che la "fine" del sistema di cose avrebbe dovuto aver luogo prima che la generazione del 1914 fosse del tutto terminata; cioè il momento dell’irruzione di Armaghedon avrebbe visto ancora viventi sulla scena mondiale persone che erano nate un po' prima dell’anno 1914 e che in un modo o nell’altro erano testimoni della transizione fra i due periodi. Questo intendimento poneva indubbiamente dei limiti temporali al quando la "fine" sarebbe dovuta arrivare. La vita di una persona non può essere allungata indefinitamente. È vero che si può ricorrere a degli espedienti estremi, come quello di far credere che fino a quando era in vita un ultracentenario della Georgia caucasica, si poteva ritenere che la "generazione" fatidica fosse ancora in vita. Ma nessuno ormai ci credeva più. Sicché adesso la spiegazione è quest’altra: la "generazione" alla quale Gesù fece riferimento non è costituita da gente che è nata nel 1914 o un po' prima o un po' dopo di tale data, bensì sono tutte quelle persone viventi sulla terra nel "tempo della fine" (che ha avuto inizio nel 1914) e che costituiscono per l’appunto, le "genti" viventi oggidì in questo mondo e sotto i cui occhi hanno luogo i segni caratteristici che indicano l’approssimarsi della fine. Ma non è la lunghezza della loro esistenza ciò che è importante, bensì la loro esistenza come tale. Non vi è più, insomma, collegamento, fra la lunghezza della loro vita e l’arrivo della fine del mondo. A ben guardare si tratta di una soluzione che non risolve niente, e lo spiegheremo. Non solo: Cosa più grave per i testimoni ortodossi, ci troviamo di fronte ad una spiegazione che è copiata pari pari da quella che da sempre è comunemente accettata dalle religioni cristiane, che i testimoni di Geova considerano "Babilonia la Grande", e che, stranamente, avevano capito da secoli ciò che i "lampi di luce" consentono solo ora di capire al "popolo di Dio".

Quasi al termine della sua nuova spiegazione dell’argomento, a pagina 20, paragrafo 15, il corpo direttivo così conclude: "Questo punto di vista più preciso su "questa generazione" vuol forse dire che Armaghedon sia più lontano di quanto pensavamo? Niente affatto! Anche se noi non abbiamo mai conosciuto ‘il giorno e l’ora’, Geova Dio li ha sempre conosciuti, ed egli non cambia". Cosa vogliono dire queste parole? Esaminiamole attentamente: Cos’è in realtà un "punto di vista più preciso" se non l’ammissione di avere esagerato in quanto a "congetture" cioè "supposizioni"? La "precisione", pertanto, non sarebbe altro che un’opinione priva di supposizioni, il che non aggiunge nulla in quanto a precisione, ma forse priva l’opinione precedente di parte della sua attendibilità.

Si dice, poi, che non è "niente affatto" vero che questo nuovo punto di vista renda Armaghedon più lontano di quanto non si pensasse prima. Ciò rende inevitabile la domanda: e prima, quanto era lontano Armaghedon? Se non è più lontano, allora si dovrebbe sapere quanto fosse lontano in precedenza e lasciare inalterata la distanza. Ma questo dato non ci è provveduto; ci vien detto solo che "non è più lontano" di prima. E, allora, cosa è cambiato? Se non è più lontano e non è nemmeno più vicino, allora è rimasto alla stessa distanza. Nel qual caso ci piacerebbe sapere qual è tale distanza. Dirci che Geova ha sempre saputo il giorno e l’ora è del tutto inutile. Sapevamo già che a Dio tale informazione non era ignota, dato che è lui che stabilisce i tempi e le stagioni. Sta di fatto, però, che se prima teneva per sé l’informazione, così continua a fare adesso e per noi tutto rimane come prima. E allora, dov’è il cambiamento?

A pagina 19, ancora una volta si tira in ballo il povero Abacuc e la sua dichiarazione per incoraggiare tutti a non demordere, ma a nutrire speranza. Dopo aver detto al paragrafo 8 che non è utile cercare di calcolare date o fare congetture sulla durata letterale di una generazione (esercizio nel quale il corpo direttivo si è sbizzarrito per oltre un secolo senza successo), si dice poi: "Abacuc 2:3 dice chiaramente: "La visione è ancora per il tempo fissato, e continua ad ansimare sino alla fine, e non mentirà. Anche se dovesse attardarsi, attendila; poiché si avvererà immancabilmente. Non tarderà"". Come di consueto si cerca di far credere che le parole di quel lontano profeta fossero state scritte proprio in relazione alla generazione del tempo della fine e per convincere gli increduli dell’indefettibilità della promessa di Dio relativa all’arrivo della "fine del mondo". Bugia colossale anche questa. Vogliamo vedere il perché?

Innanzitutto il metodo seguito dal corpo direttivo è fuorviante. Dire, dopo aver detto che non bisogna far congetture su certe date che, comunque, secondo Abacuc la promessa di portare la fine al tempo stabilito non tarderà di un minuto, è chiaramente un tentativo mal riuscito di far dire al testo ciò che non dice assolutamente. Non esiste nemmeno la più lontana possibilità di collegare le parole del profeta ebreo con il discorso di Gesù sulla "generazione". É un accostamento del tutto illegittimo e non giustificato da nessuna regola esegetica o collegamento dei testi in questione. La lettura di un qualunque commentario biblico, poi, ci aiuta a comprendere che le parole così mal applicate dal corpo direttivo, sono delle invocazioni del profeta fatte a Dio, affinché Egli gli desse una speranza per Israele nella triste situazione in cui Nabucodonosor si stava impadronendo del mondo antico e di lì a poco avrebbe anche fagocitato il paese di Davide. Nulla più.

Riassumiamo: la "generazione" è sempre la stessa, cioè quella che vive nel tempo della fine iniziato nel 1914. Prima che essa scompaia la fine deve arrivare, solo che adesso non dobbiamo più calcolarne la durata. Ma poiché, comunque, una generazione o genìa o razza o come la si voglia definire, è pur sempre composta di persone che nascono e muoiono, non la si può scollegare da un riferimento temporale, qualunque esso sia, e perciò alla fine non è cambiato nulla. Come sempre la Società Torre di Guardia ha eseguito un esercizio gattopardesco: quello che consiste nel cambiare tutto per non cambiare in effetti nulla. Ma, se ci è consentito azzardare un’ipotesi, possiamo supporre che il corpo direttivo avesse bisogno di altri 20-25 anni di dilazione, che si è procurato con questo nuovo escamotage. Poiché in ogni generazione vi è sempre qualcuno che vive più di 100 anni, ecco che così ai 70-80 anni della "generazione del 1914" si possono aggiungere altri due decenni e nel frattempo escogitare qualcos’altro.

Riteniamo adesso utile, allo scopo di mostrare come effettivamente la Società Torre di Guardia si sia sempre mossa per tentativi, cioè a tentoni, riportare in ordine cronologico le sue dichiarazioni che dal 1975 ad oggi si sono succedute nella copertina interna della rivista Svegliatevi! e che ci aiutano a capire che il loro succedersi era motivato soltanto dal maggiore o minore convincimento che la fine fosse vicina.

Per la prima volta, nell’edizione del 22 luglio 1975, appare questa frase:
•Soprattutto, "Svegliatevi!" infonde speranza, dandovi una base per confidare nella promessa del Creatore di un nuovo ordine di durevole pace e vera sicurezza entro la nostra generazione.

Dopo sette anni, nell’edizione del 22 aprile 1982, vi è per la prima volta la menzione del 1914 che prende il posto della più generica espressione "la nostra generazione":
•Soprattutto, questa rivista infonde fiducia nella promessa del Creatore di stabilire un nuovo ordine pacifico e sicuro prima che finisca la generazione che vide gli avvenimenti del 1914.

Questa nuova dizione dura solo cinque anni. A partire dall’edizione dell’8 gennaio 1987 viene addirittura fatto scomparire qualunque riferimento a qualsivoglia generazione, non stampando nemmeno il "Perché si pubblica questa rivista". Ma tale omissione dura solo un anno, giusto il tempo di riordinarsi le idee. Essa riappare nell’edizione dell’8 gennaio 1988:
•Soprattutto, questa rivista infonde fiducia nella promessa del Creatore di stabilire un nuovo mondo pacifico e sicuro prima che finisca la generazione che vide gli avvenimenti del 1914.

L’unica differenza con la frase del 1982 consiste nell’aver modificato la parola "ordine" con "mondo". Ma ecco che arriviamo al 1995 ed all’edizione di Svegliatevi! dell’8 novembre di quest’anno. Ecco che, ancora una volta, si fa marcia indietro e si modifica nuovamente la frase cruciale:
•Soprattutto, questa rivista infonde fiducia nella promessa del Creatore di stabilire un nuovo mondo pacifico e sicuro che sta per sostituire l’attuale sistema di cose malvagio e illegale.

Come mai quest’esigenza di modificare per ben cinque volte nel corso di venti anni questa frase, se non quella di cercare di adeguarsi all’evolversi dei tempi ed al fatto che la tanto sospirata fine non arrivava mai? Si vede in maniera chiarissima il sentiero a tentoni del corpo direttivo. Se fosse stato Dio a guidarlo non vi sarebbe stata alcuna necessità di aggiungere e togliere il riferimento alla "generazione" e al "1914", ad ogni mutamento di tempo.

Ma non è soltanto la locandina interna delle riviste Svegliatevi! che è cambiata negli anni. Ogni qualvolta la Società Torre di Guardia presenta una nuova interpretazione delle Scritture, lo fa sempre accompagnandola con espressioni come ‘induciamo il cuore alla saggezza’ e simili, che fanno automaticamente pensare che in precedenza il loro cuore fosse meno saggio, e così non può che sorgere un dubbio sul fatto che colui che prepara le informazioni, cioè lo "schiavo" sia veramente "saggio e prudente". Sembra strano che debbano essere fatte tante marce indietro e correzioni su punti cruciali di dottrina da uno schiavo che, per definizione è nato saggio e prudente. In considerazione, poi, del fatto che molto spesso lo stesso "schiavo" ritorna indietro su precedenti interpretazioni, come per esempio nelle Svegliatevi! del 1982 e del 1988 dove dopo l’omissione del 1987, la seconda ritorna su quanto aveva detto nella prima, si potrebbe anche pensare che l’ultima parola di questo "schiavo fedele e discreto" non sia proprio l’ultima, ma la penultima e, quindi, come si fa ad accettarla senza esitazioni? Si prenda per esempio, il tono con il quale si esprimeva sullo stesso argomento, la rivista dell’8 marzo 1963, nell’articolo alle pagine 28 e 29 intitolato: "Questa generazione non passerà".
•Che Matteo 24:34 non si riferisse ad una simbolica applicazione di una "generazione" di empi è evidente quando leggiamo nel versetto precedente: "Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Figlio dell’uomo è vicino, Egli è alle porte". (Na) La generazione che ‘vede tutte queste cose’ è la generazione a cui Gesù si riferisce nel versetto 34, sia che fossero persone giuste o empie. Poiché Gesù predisse le condizioni che prevalgono ora in questo tempo della fine del mondo, l’attuale generazione è quella che egli descrisse nella sua profezia degli ultimi giorni … La "generazione" menzionata in Matteo 24:34 include le persone che erano vive quando nel 1914 cominciò la guerra in cielo. Tutti quelli che erano in vita o che nacquero verso quel tempo fanno parte di questa generazione. I membri di questa generazione vedranno la fine del mondo.

Sembra che quanto abbiamo appena letto non vada proprio d’accordo con quello che è scritto nell’edizione del 1° novembre 1995 della Torre di Guardia. Mettiamo a confronto le due dichiarazioni:




Che Matteo 24:34 non si riferisse ad una simbolica applicazione di una "generazione" di empi è evidente — Svegliatevi! 8/3/1963

Perciò nell’odierno adempimento finale della profezia di Gesù, "questa generazione" deve riferirsi ai popoli della terra che vedono il segno della presenza di Cristo ma non cambiano condotta — La Torre di Guardia 1/11/1995


Coerentemente con la dichiarazione fatta nel 1963 fu quella che apparve sulla Torre di Guardia del 1° maggio 1985, pagina 4:
•Oltre a sapere in quale periodo di tempo sarebbe sopraggiunto il giudizio divino, Gesù fu in grado di circoscriverne la durata … Pertanto il giudizio divino sarebbe stato eseguito entro l’arco di vita di alcuni che avrebbero visto le prime indicazioni del periodo di tempo predetto da Gesù … La cronologia biblica e l’adempimento della profezia della Bibbia provano ampiamente che questo periodo di tempo è iniziato nel 1914 E.V. Perciò il giudizio di Dio deve essere eseguito prima che la generazione del 1914 scompaia del tutto.

Non sembra che qui l’Organizzazione senta di essere meno ‘saggia’. Essa sa con certezza che fu proprio Gesù a circoscrivere la durata del periodo di tempo entro il quale sarebbe sopraggiunto il giudizio divino. É evidente che l’unico elemento ad essere cambiato dal 1985 al 1995 sono i dieci anni trascorsi senza che sia accaduto nulla di ciò che si prevedeva, e quindi la ‘saggezza’, in effetti, non è altro che la necessaria ‘prudenza’ che si deve accompagnare ai troppi fallimenti e che suggerisce una maggiore cautela.

L’Organizzazione, comunque, tenta di far credere che già al tempo di Russell si avesse un chiaro intendimento dell’argomento "generazione". Difatti, nella sezione dedicata alla "Domande dai lettori", essa dice: "Quasi cento anni fa Charles T. Russell, primo presidente della Società (Watch Tower), lo spiegò chiaramente". Ma poi, come fa di solito, omette il resto della citazione. Noi siamo stati in grado di rintracciarla. Essa si trova nel quarto volume degli Studi sulle Scritture, intitolato "La battaglia di Armaghedon". In esso alle pagine 603-606, è contenuto integralmente il pensiero del fondatore che, come vedremo, è totalmente diverso da come vorrebbe presentarcelo oggi l’Organizzazione:
•In altre parole, i segni menzionati devono aver luogo entro un periodo di tempo della durata di una generazione alla fine dell’era. La menzione del fico che germoglia non dev’essere stata casuale, ma piuttosto siamo inclini a ritenere che non lo fosse per niente. Le circostanze specifiche che accompagnano il racconto della maledizione di nostro Signore sull’albero del fico che non portava frutto, e che seccò immediatamente (Matt. 21:19, 20) ci fa pensare che il fico in questa profezia debba riferirsi alla nazione giudaica. Se le cose stanno così, vi è già un adempimento in corso; poiché non solo sono migliaia gli Israeliti che ritornano in Palestina, ma il movimento Sionista, che tutti conosciamo, ha adesso assunto proporzioni tali da giustificare le Assemblee di rappresentanti che da tutte le parti del mondo si incontrano un anno dopo l’altro allo scopo di riorganizzare uno stato giudaico in Palestina. Questi germogli cresceranno, ma non porteranno frutto perfetto prima dell’ottobre 1914, il tempo della piena fine dei "Tempi dei Gentili".
La durata di una "generazione" si può calcolare all’incirca in un secolo (praticamente il limite attuale) o in centoventi anni, che è la lunghezza della vita di Mosè e la durata massima di vita nelle Scritture (Gen. 6:3). Calcolando cento anni a partire dal 1780, che è la data in cui si verificò il primo segno, il limite sarebbe raggiunto entro il 1880; e, secondo il nostro intendimento, ognuna delle cose predette ha cominciato ad adempiersi in quel tempo; la "mietitura" o tempo della raccolta è cominciata nell’ottobre 1874; l’organizzazione del Regno e l’assunzione del suo grande potere da parte del nostro Signore ha avuto luogo nell’aprile del 1878, ed il tempo di difficoltà o "tempo dell’ira" che finirà nel 1915 ebbe inizio nell’ottobre del 1874. Alcuni possono, se lo vogliono, anche dire che il secolo o la generazione può essere calcolata a partire dall’ultimo segno, la caduta delle stelle, oppure dal primo, l’oscuramento del sole e della luna: e un secolo che sia iniziato nel 1833 sarebbe ancora lontano dalla sua fine. Sono molte le persone viventi che sono state testimoni della caduta delle stelle. Quelli che camminano con noi alla luce della verità presente non aspettano come cose che debbono ancora accadere cose che sono già avvenute, ma attendono la consumazione di cose che sono in via di adempimento. Oppure, poiché il Maestro disse, "Quando vedrete tutte queste cose", e poiché il "segno del Figlio dell’Uomo in cielo", la fioritura del fico, e il radunamento degli "eletti" fanno parte dei segni, non sarebbe irragionevole calcolare la generazione dal 1878 al 1914, cioè assegnarle la durata di 36½ anni, che è la media della durata attuale della vita umana.

"Ma in quant’è a quel giorno ed a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dei cieli, neppure il Figliuolo, ma il Padre solo". (Matt. 24:36; cfr. Marco 13:32, 33, VR). "State in guardia, vegliate, poiché non sapete quando sarà quel tempo".

A molti queste parole sembrano dire più di ciò che esse in realtà vogliano dire: essi pensano che esse costituiscano un impedimento alla comprensione di tutte le profezie della Bibbia, come se il Signore con esse abbia voluto dire che "Nessuno saprà [mai]", mentre Egli disse invece semplicemente, "Nessuno [adesso] sa" riferendosi solo alle persone che lo ascoltavano, per le quali non era ancora giunto il tempo di conoscere il tempo e le stagioni fissate. Chi può mettere in dubbio che "gli angeli dei cieli" ed "il Figlio" adesso sappiano, pienamente e con chiarezza, le cose che sono ormai giunte in prossimità del loro adempimento? E se ad essi ora tali cose non sono più celate al loro intendimento, nemmeno ai santi di Dio adesso le parole di questo versetto impediscono il corretto intendimento di tutte le verità "scritte in anticipo per nostra istruzione".

continua...
Claudio Cava
00sabato 28 gennaio 2012 12:39
Abbiamo adesso un’idea più chiara di quello che credeva realmente Russell al suo tempo? È del tutto evidente che, contrariamente a quello che la Società vorrebbe farci credere, egli riteneva di sapere con estrema precisione in quale punto del tempo rispetto alla fine del mondo si trovava. Egli riteneva d’aver visto tutti i "segni" predetti da Gesù,i segni nel sole, nella luna e nelle stelle, segni che la Torre di Guardia del 15 febbraio 1994, ha dichiarato non essersi ancora verificati e di attenderli nel futuro con un significato eminentemente simbolico. Quindi, se c’è una cosa sufficientemente chiara è certamente il fatto che dal tempo di Russell a oggi, è stato un susseguirsi di scivoloni profetici uno dietro l’altro e di tentativi tutti sbagliati di prevedere il futuro, che non fanno altro che avvalorare la nostra tesi iniziale che, invece di bordeggio e di luce progressiva, ci troviamo di fronte al più chiaro esempio di ciarlataneria e di cammino a tentoni nel buio più assoluto che mai falso profeta e imbonitore abbia cercato di sbolognare per "lampi di luce" e "rivelazioni progressive".

Prima di concludere il nostro excursus su quest’argomento, vorremmo aggiungere una breve riflessione sul sistema scorretto cui ricorre la Torre di Guardia nella stesura dei suoi articoli, che essa elabora in modo tale da indurre in errore il lettore sprovveduto e più che mai il lettore plagiato che non ritiene assolutamente di dover sottoporre ad analisi critica ciò che gli viene sottoposto.

Parlando dei "lampi di luce" che quest’organizzazione ritiene di aver ricevuto in tempi recenti per una migliore comprensione della verità della Bibbia, si osservi quanto essa dice, a pagina 14 della rivista del 15 maggio 1995, paragrafo 17:
•Tramite Paolo, quanta luce fece il Signore sulla resurrezione! Con che sorta di corpo sarebbero stati risuscitati i cristiani unti? "È seminato corpo fisico, è destato corpo spirituale", scrisse Paolo … Paolo aggiunse che non tutti gli unti si sarebbero addormentati nella morte, ma che durante la presenza di Gesù alcuni alla loro morte sarebbero stati istantaneamente destati alla vita immortale. — 1 Corinti 15:43-53.

Dov’è il trucco? Semplice: è nell’includere due volte la parola unti come se essa facesse parte delle parole che Paolo scrisse nella sua lettera ai Corinti. Nemmeno una volta egli usa questo termine, esso non appare che una sola volta in tutte e quattordici le lettere paoline, eppure in questa circostanza la Società Torre di Guardia fa in modo che il lettore superficiale o distratto memorizzi l’informazione che la resurrezione spirituale sia solo per i cristiani unti, mentre tutto il contesto, tutta la Scrittura in realtà, non ne fa cenno.

Un altro trucco piuttosto sporchetto si trova nell’edizione del 1° novembre 1995, pagina 16, paragrafo 3. Lì è detto che:
•Mentre si avvicinava la 70ª settimana di anni (29-36 E.V.), e di nuovo mentre si avvicinava il 1914, persone timorate di Dio erano in attesa dell’arrivo del Messia. Ed egli arrivò! In entrambi i casi, però, la maniera della sua comparsa fu diversa dalle aspettative. E in entrambi i casi, dopo un periodo di tempo relativamente breve, una "generazione" malvagia viene infine distrutta per decreto di Dio. — Matteo 24:34.

Chi sono le persone "timorate di Dio" che nel 1914 attendevano l’arrivo del Messia? Certamente non erano gli Studenti Biblici (gli attuali testimoni di Geova) che, come sappiamo, in quel tempo ritenevano di sapere con assoluta certezza che il loro Messia (Gesù Cristo) era già arrivato da quarant’anni, nel 1874. Chi erano allora? E poi: se è vero che una "generazione" malvagia fu distrutta nel 70 E.V., dire che "in entrambi i casi" la generazione viene distrutta, quando la seconda non lo è ancora stata e, presumibilmente, non lo sarà mai, non per lo meno nei tempi e nel modo che il Geovismo strombazza da decenni, è proprio un mettere l’orso nel sacco molto tempo prima di averlo preso, e mentire sapendo di farlo.

A beneficio, adesso, di chi volesse realmente apprendere dalla "viva voce" del Geovismo, quali erano le sue posizioni sull’argomento di "questa generazione" riportiamo, di seguito, ciò che essa, nel corso degli anni, ha scritto al riguardo. È indispensabile farlo perché, quando ci si presenta con dichiarazioni come quella secondo cui adesso ci troviamo di fronte ad un "punto di vista più preciso", non si può non rispondere presentando anche le opinioni precedenti che a quel tempo non solo furono anch’esse presentate come il frutto non solo di un punto di vista più preciso, ma, quasi sempre, come una incontrovertibile verità. La sicumera, la pretenziosità, la implicita inerranza di tutto ciò che La Torre di Guardia ha scritto nel passato non può adesso essere sbolognata come frutto di "congetture". Se la lingua italiana è ancora lo strumento di cui ci dobbiamo servire per trasmettere correttamente i nostri pensieri, l’espressione, o le espressioni che dobbiamo usare, che si impongono imprescindibilmente, sono altre, e cioè, "false profezie", "castronerie", baggianate", "ridicolaggini", e "astruserie simil-apocalittiche": nulla più.

Esaminiamo, tanto per stabilire la veridicità del superiore assunto, quanto è stato detto nella Torre di Guardia del 1° novembre 1995, pag. 15, paragrafo 20 in merito all’utilità di cercare di fare calcoli sulla durata di una generazione:
•Quegli ebrei che avevano prestato attenzione alle parole profetiche di Gesù compresero che la loro salvezza non dipendeva dal cercare di calcolare la durata di una "generazione" o di ‘tempi o stagioni’ basati su qualche data.

Cosa aveva invece raccomandato di fare la stessa Torre di Guardia di qualche anno prima e precisamente nell’edizione del 15 settembre 1985, pagina 26, paragrafo 3?
•Un attento esame delle profezie bibliche dal contenuto escatologico (cioè relativo alle "cose ultime") rivela quali erano esattamente le cose in relazione alle quali i cristiani dovevano ‘essere vigilanti’. Innanzitutto l’elemento tempo, perché Gesù parlò di un "tempo fissato" che era noto solo al Padre. (Marco 13:32, 33) Gesù disse ai discepoli che Gerusalemme sarebbe stata ‘calpestata dalle nazioni [gentili], finché i fissati tempi delle nazioni non fossero compiuti’. (Luca 21:24) Ovviamente Gesù diede ai suoi seguaci queste informazioni per aiutarli a identificare il tempo della fine, essendo esse incluse nella sua risposta alla domanda: "Maestro, quando avverranno effettivamente queste cose, e quale sarà il segno quando queste cose saranno destinate ad avvenire?" — Luca 21:7.
Oltre a prestare attenzione all’elemento tempo, i cristiani dovevano vigilare per discernere il "segno" richiesto, menzionato anche in Matteo 24:3 e Marco 13:4. Questo segno dai molteplici aspetti — fra cui guerre internazionali, carestie, terremoti, pestilenze e persecuzione dei veri cristiani — sarebbe servito, insieme all’adempimento delle profezie cronologiche, a identificare la "generazione" che ‘non sarebbe passata affatto’ finché non si fossero effettivamente verificate tutte le cose predette per il tempo della fine.


Si noti: mentre la prima dice che "la loro salvezza non dipendeva dal cercare di calcolare la durata di una generazione", la seconda affermava che il segno era stato provveduto proprio per "identificare la "generazione" che ‘non sarebbe passata affatto’. E ancora: la prima rivista ammonisce contro l’errore del "cercare di calcolare la durata di una "generazione" o di "tempi o stagioni" basati su qualche data, mentre la seconda spiegava che i cristiani dovevano essere vigilanti e non dovevano "perdere di vista l’elemento tempo".

Sempre nell’edizione del 1° novembre 1995, il corpo direttivo ribadisce che non si devono fare "congetture sul numero di anni o di giorni che compongono una generazione", mentre in quella del 15 ottobre 1985, senza alcuna esitazione, ma con linguaggio chiaro e deciso che non sembra essere quello delle congettura, lo stesso corpo direttivo scrisse:
•Come le profezie di Gesù relative a Gerusalemme si adempirono nell’arco della vita della generazione del 33 E.V., così le sue profezie relative al "tempo della fine" si adempiranno entro l’arco della vita della generazione del 1914.

Non sembra proprio il linguaggio delle congetture, ma quello delle certezze. Tanto è vero che alla fine del paragrafo successivo e dell’intero articolo, le parole conclusive sono: "Sì, potete vivere e vedere il promesso nuovo ordine, assieme ai superstiti della generazione del 1914, la generazione che non passerà".

Il corpo direttivo, non pago delle sue corbellerie, coinvolge anche Gesù Cristo nei suoi "lampi di luce", ed ecco che nella Torre di Guardia del 1° agosto 1984, alle pagine 18 e 19, paragrafo 12, scrive:
•Gesù ci ha detto di rallegrarci alla vista delle oscure e tempestose nubi di Armaghedon che da allora [dal 1914] si stanno addensando. Ci ha detto che la "generazione" del 1914 — anno in cui iniziò ad adempiersi il segno — "non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute". (la sottolineatura è mia)

Non è più il corpo direttivo che fa le sue congetture sul 1914: adesso è Cristo in persona! È egli, infatti, che "Ci ha detto che la generazione del 1914 non passerà affatto". Eppure molti di noi avranno letto chissà quante volte Matteo 24:34 senza essersi mai accorti di quelle parole di Gesù!
•Cos’è quindi la "generazione" che "non passerà affatto finché tutte queste cose non siano compiute"? … È la generazione di quelli che videro gli eventi catastrofici verificatisi in relazione con la prima guerra mondiale dal 1914 in poi. — La Torre di Guardia del 15 aprile 1981, pagina 31.
"Questa generazione" deve riferirsi ai popoli della terra che vedono il segno della presenza di Cristo ma non cambiano condotta. — La Torre di Guardia del 1° novembre 1995, pagina 19.


La definizione di "generazione" qui è estremamente mutevole: Nel primo caso è la generazione che vide il 1914, nel secondo sono solo "i popoli della terra", senza alcun riferimento temporale. Che vedano il segno della presenza di Cristo, poi, non vuol dir nulla, in quanto, per la bellezza di una cinquantina d’anni il "segno" della presenza di Cristo, dal 1874 fino agli anni Venti, lo "videro" tutti i Testimoni del tempo, solo per ammettere più tardi che quello che avevano visto era solo un grande abbaglio. Quindi non ci si può fidare di ciò che vedono le generazioni dei geovisti, in quanto hanno la pregevole abitudine di prendere i fischi per fiaschi, le lucciole per lanterne e di vedere gli asini volare! Altrimenti, come spiegare le parole di una chiarezza senza macchia, apparse sulla Torre di Guardia di Sion del settembre 1879, con le quali Charles T. Russell spiegò il suo credo:
•Noi attendiamo questi eventi nell’ordine menzionato. Come sa bene la maggioranza dei nostri lettori, noi crediamo che la Parola di Dio ci provveda l’indubbia prova che noi stiamo vivendo, adesso, nel "Giorno del Signore"; che esso ha avuto inizio nel 1873, e che la sua durata è di quarant’anni esattamente quanti furono i "giorni della tentazione nel deserto", quando Israele mise alla prova Dio e vide le Sue opere per quarant’anni… In armonia con la fede io credo anche che Cristo venne nella sua veste di sposo nel 1874.
(ottobre 1879) … Non solo Gesù avvertì che la sua venuta e la sua presenza sarebbero state sconosciute al mondo, ma che molti dei Suoi servitori si sarebbero addormentati, sopraffatti dalle cure di questo mondo, che il giorno del Signore (la Sua presenza) sarebbe venuto come un laccio, e che alcuni avrebbero "cominciato a battere i loro conservi, dicendo: Il mio Signore (lo Sposo) tarda" mentre quelli percossi evidentemente la pensavano in maniera del tutto opposta, cioè che lo sposo non solo non ritardava, ma che era addirittura presente. "Benedetto è quel servitore che il suo Signore al suo ritorno troverà impegnato a provvedere il cibo a suo tempo alla sua casa. (Il cibo a suo tempo quando viene il Signore sarebbe senza alcun dubbio l’evidenza o la prova della Sua presenza). Evidentemente la presenza non è di quelle discernibili con gli occhi naturali, ma con quelli della fede, altrimenti non vi sarebbe stato nessun disaccordo tra i suoi servitori sul fatto della Sua presenza.


Queste ultime parole di Charles T. Russell non potrebbero essere più chiare: egli accusa alcuni di non aver una vista spiritualmente sviluppata, perché nel 1874 non si erano accorti di una cosa a lui chiarissima, cioè che Cristo era presente. Ma poiché successivamente risultò che Cristo non era presente ma che lo sarebbe stato solo a partire dal 1914, ne deriva il fatto che erano proprio gli avversari di Russell, quelli che secondo lui erano i nemici di Cristo, ad aver visto giusto, e che era lui invece quello che "batteva" i suoi conservi costringendoli a vedere quello che non c’era!

Ma andiamo avanti e giungiamo al febbraio 1881. Sempre sulla Torre di Guardia di Sion, leggiamo quanto segue:
•Se seguissimo un uomo, senza dubbio sarebbe diverso; indubbiamente un’idea umana ne contraddice un’altra e ciò che è luce uno, due, sei anni fa oggi sarebbe considerato tenebre: Ma presso Dio non vi è variazione, né volgimento d’ombra, e così è con la verità; ogni conoscenza o luce che viene da Dio non può mai contraddire una precedente verità. La "Nuova luce" non estingue la vecchia, ma si somma ad essa … Così un punto dopo l’altro aggiungono luce armoniosa, assieme all’evidenza che noi non stiamo seguendo stolte favole, ma che camminiamo nella luce e ne gioiamo.

Sembrano le parole di chi ha dei dubbi su ciò che crede? Poteva mai alcuno a quel tempo osare di mettere in dubbio quelle espressioni senza che gli fosse attribuita la patente di eretico? Avrebbe potuto alcuno allora dubitare dell’assoluta verità del fondatore, dell’"uomo del destino"?

Che oggi la Società Torre di Guardia, memore degli smacchi subìti, desideri "indurre il suo cuore alla saggezza", è una resipiscenza piuttosto tardiva e poco credibile. In particolare alla luce di quanto ha costituito la sua storia. Non si può, alla luce d’essa, continuare a consentire a questa organizzazione di ingannare le anime semplici e disinformate dei suoi aderenti, senza fare il tentativo di alzare il velo di inganni e falsità che lastricano il suo cammino. Hanno, per esempio, i testimoni di Geova d’oggi, mai letto ciò che fu pubblicato sulla Torre di Guardia di Sion del 15 gennaio 1892?
•La data della fine di quella "battaglia" è definitivamente contrassegnata nelle Scritture nell’ottobre 1914. Essa è già cominciata a far tempo dall’ottobre 1874 … Sotto molti aspetti ciò di cui il mondo oggi si rende conto coincide con le predizioni della Parola di Dio. Quindi: "Guai all’uomo o alle nazioni che daranno inizio alla prossima guerra in Europa; poiché essa sarà una guerra di sterminio". Essa sarà favorita non solo dalle animosità nazionalistiche, ma anche dal malessere sociale, dalle ambizioni e dalle rivalità, e se ad essa non fosse posto termine dall’insediamento del Regno di Dio nelle mani dei suoi eletti e poi della chiesa glorificata, essa sterminerebbe l’intera razza umana. — Matt. 24:22 … Noi non ci attendiamo che tutto questo abbia luogo, comunque, prima del 1905, poiché gli avvenimenti predetti esigono che trascorra un tempo determinato … Sin dal 1878, il tempo in cui dal punto di vista cronologico ebbe inizio questo giudizio, le arti e gli inganni dell’avversario per indebolire la fede dei santi intorno alla dottrine fondamentali si sono costantemente moltiplicati.

E, chi avesse anche solo supposto che potessero esservi delle imprecisioni nelle aspettative di quel tempo, sarebbe stato accusato senza mezzi termini di mancare della fede necessaria:
•Possiamo essere assolutamente certi che la cronologia presentata negli Studi sulle Scritture sia corretta? e che la mietitura abbia avuto inizio nel 1874 A.D. e che avrà termine nel 1914 A.D. con una tribolazione di portata mondiale che rovescerà tutte le attuali istituzioni e che sarà seguita dal regno di giustizia del Re della gloria e della sua sposa, la chiesa? Noi rispondiamo, come abbiamo più volte fatto sia negli Studi che sulla Torre, oralmente e mediante lettere, che … coloro che li hanno accettati per fede hanno ricevuto speciali benedizioni … Desideriamo inoltre ricordare che i punti deboli della cronologia sono supportati dalle varie profezie che si coordinano in maniera così singolare che la fede nella cronologia diviene quasi conoscenza che essa è corretta. Cambiare anche solo un anno rovinerebbe i meravigliosi paralleli … Noi crediamo che Dio voglia che queste profezie siano comprese "al tempo opportuno"; crediamo che dobbiamo comprenderle adesso, ed esse ci parlano mediante la cronologia … È questa cronologia e nessun’altra che ci ha indotti a mettere in ordine le nostre lampade, in armonia con la promessa del signore fattaci mediante l’apostolo, "Affinché fratelli, non siamo nelle tenebre, cosicché quel giorno non ci colga all’improvviso come un ladro". — La Torre di Guardia di Sion, 1° ottobre 1907.

E, per concludere, desideriamo ancora una volta ritornare sul giochetto di Abacuc. In che cosa consiste? Lo abbiamo già visto sulla Torre di Guardia del 1° novembre 1995, dove il profeta viene citato per dimostrare che il ritardo apparente non deve scoraggiare. Sta di fatto, però, che anche nel lontano 1910 si era fatto ricorso alla stessa argomentazione, e con queste parole:
•Per quanto riguarda l’adempimento della profezia è naturale che noi, e con noi tutto il genere umano, siamo impazienti e ci attendiamo che le cose si verifichino più rapidamente di quanto normalmente esse non avvengano (1° maggio 1910)
… L’avvertimento di Abacuc indica che ci sarebbe stato un apparente ritardo del giudizio di Geova, cosa che avrebbe messo alla prova la fede. È logico che questa prova si sarebbe potuta presentare solo nell’ultima parte della generazione menzionata da Gesù. Tornando all’esempio menzionato all’inizio di questo articolo, riflettete: Quando avreste iniziato a dubitare seriamente della venuta del vostro ospite? Certamente non alle nove del mattino né a mezzogiorno, e forse nemmeno nel tardo pomeriggio. Ma probabilmente la vostra fede sarebbe stata messa alla prova al calar della sera. Ricordate, però, che anche alle 23,30 il vostro ospite farebbe ancora in tempo a mantenere la sua promessa! Non c’è motivo di preoccuparsi che la Parola di Dio non si adempia. Si è sempre adempiuta. (La Torre di Guardia del 1° maggio 1985).


In che cosa consiste il trucchetto di Abacuc? In precedenza abbiamo mostrato come spesso si sia stabilito un collegamento inesistente fra questa scrittura e la profezia di Gesù. Adesso vediamo come si voglia far credere che la prova della fede nelle promesse divine implicita nella profezia di Abacuc non possa che essere caratteristica dell’ultima parte della generazione cruciale di cui parla Gesù. A parte il fatto che anche l’esempio fatto dalla Società è assolutamente inappropriato, in quanto non esiste un ospite così maleducato da lasciare in spasmodica attesa un’intera famiglia l’intera giornata per poi arrivare, forse, pochi minuti prima della mezzanotte! A un ospite del genere io non aprirei più, e se esso raffigura Cristo o Dio, sarebbe proprio rendergli un cattivo servizio a raffigurarli così poco sensibili alle regole della buona educazione. Ma, a prescindere da queste valutazioni, il fatto è che non è proprio vero che la prova di cui stiamo parlando si può presentare solo adesso, parte finale della generazione finale. Innanzitutto perché la stessa, identica cosa fu detto proprio nella Torre di Guardia del 1985 che abbiamo appena citato, e poi perché lo sporco trucchetto era già stato fatto nel 1884 e nel 1915. Ecco come:
•"Io starò alla mia vedetta, mi porterò sopra una torre, e starò attento a quello che l’Eterno mi dirà, e a quello che dovrò rispondere circa la rimostranza che ho fatto. E l’Eterno mi rispose e disse: ‘Scrivi la visione, incidila su delle tavole, perché si possa leggere speditamente; poiché è una visione per un tempo già fissato; ella s’affretta verso la fine, e non mentirà; se tarda, aspettala; poiché per certo verrà; non tarderà" Abacuc 2:1-3. — Versione Riveduta.
A questo comando abbiamo obbedito in vari modi: con delle carte, diagrammi, concordanze e spiegazioni della visione o rivelazione delle parole di Dio è stata fatta pervenire al popolo; tuttavia alcuni sono lenti a credere che quest’era del Vangelo passerà e darà luogo ad un’altra; ed essi dicono, come fu profetizzato, "Dov’è la promessa della sua venuta (presenza)? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della creazione". (2 Pietro 3:4) … quando sia noi che altri richiamammo l’attenzione sul 1876 e sul 1877 additando la presenza del Signore, e mostrammo che essa era insegnata dalle rivelazioni della parola di Dio, trovammo veramente pochi che credevano in quanto dicevamo, e molti dissero: "Dov’è la promessa della Sua presenza?" La sola risposta che potemmo dar loro fu che esaminassero le prove scritturali da noi presentate. Ma ben presto le evidenza dal mondo esterno cominciarono a manifestarsi a sostegno delle Scritture! Vennero i disordini ferroviari del 1878, il socialismo in Germania, il nichilismo in Russia, il comunismo in Francia, e così fu chiaro che i governi del mondo civile erano come collocati sulla bocca di un vulcano prossimo all’eruzione, che in ogni momento avrebbe potuto eruttare e distruggerli. Nella loro impazienza alcuni hanno supposto che tutte le cose concernenti il giorno del Signore, avrebbero dovuto aver luogo immediatamente. Ma no, l’apostolo mostra che le tribolazioni di quel giorno verranno come gli spasmi, come le grandi onde che si susseguono l’una all’altra, e ciascuna ci porta sempre più vicino al grande culmine dichiarato dal profeta: "Rovescerò il trono dei regni e distruggerò la forza dei regni delle nazioni" (Aggeo 2:22) (La Torre di Guardia di Sion, giugno 1884).


Significato estremamente chiaro, nevvero? C.T. Russell, nel pieno delle sue facoltà di intendere e di volere, afferma, dichiara, proclama, asserisce, pontifica di un fatto certo e inequivocabile: la profezia di Abacuc si è adempiuta al suo tempo e proprio suo tramite. Dopo aver citato i versetti da 1 a 3 egli li commenta informando i suoi lettori di aver proceduto alla realizzazione di quanto in essi prescritto mediante "carte, diagrammi, concordanze", ecc. E a chi si permetteva di avanzare qualche perplessità al riguardo egli rispondeva rivendicando per sé le parole di Pietro in merito ai miscredenti che osavano chiedere notizie sulla "promessa presenza del Signore". Egli, con grande senso dell’umiltà poi conclude dicendo che tutto quello che egli aveva profetizzato e che costituisce l’adempimento della profezia di Abacuc, stava avendo luogo sotto gli occhi di tutti (Nichilismo, Socialismo, Comunismo, scioperi delle ferrovie e via dicendo).

Trascorse, però, il tempo, grande, acerrimo nemico di tutti gli imbonitori e i ciarlatani. Sicché, giunto e trascorso il 1914 senza che nulla si fosse avverato, bisognò ricorrere al solito "trucchetto di Abacuc" più e più volte utilizzato fino ai giorni nostri. Ed ecco che, nella Torre di Guardia del 15 luglio 1915, fa la sua ricomparsa la solita citazione sotto forma di domanda: "Cosa vuol dire Abacuc 2:3? "Poiché è una visione per un tempo già fissato; ella s’affretta verso la fine, e non mentirà; se tarda, aspettala; poiché per certo verrà; non tarderà". Dopo aver ricordato che molte delle situazioni tipiche della Parola di Dio, contenute nelle Scritture Ebraiche si erano adempiute mostrando così che quello attuale era il tempo della fine, la rivista così continuava:
•La parte più significativa dell’intero quadro era quella riguardante la venuta del Messia e l’insediamento del suo regno. Tutte queste promesse fanno parte della grande veduta o visione. Potrebbe sembrare che il suo adempimento tardi notevolmente. Non ci ricorda questo il fatto che sembrava che Dio si fosse dimenticato della promessa che aveva fatta ad Abramo? sembra chiedere il profeta. A volte, è vero, potrebbe sembrare che Dio se ne sia veramente dimenticato. "Ma" dichiara il profeta, "per certo verrà". Essa in realtà non tarda. Possono esservi diverse circostanze nelle quali noi crediamo di vedere più di quello che effettivamente vediamo … Il 1915 è ormai trascorso quasi a metà, ed io ritengo che sia molto improbabile che possa accadere ciò che noi ci attendiamo nella parte d’esso che rimane … Ma la visione è ancora per il tempo fissato; e noi ne siamo certi. Noi confidiamo pienamente nella disposizione di Dio. Non era stato il Signore ad aver deciso che ogni cosa dovesse aver termine nel 1914. Io non so cosa ancora debba accadere da qui fino all’ottobre del 1915. Se dovessi esprimere una congettura, devo confessare che non sarei in condizione di dire come tutto ciò che ci attendiamo possa realizzarsi fra adesso e l’ottobre 1915. Io spero che tutto abbia luogo, e sono disposto ad attendere anche oltre l’ottobre 1915, se necessario. La visione è certa.

Che differenza vi è tra queste affermazioni e quelle della Torre di Guardia — più volte citata — del 1° novembre 1995? Praticamente nessuna, a riprova del fatto che non è Dio, ovviamente, a sbagliare i calcoli, come subdolamente il corpo direttivo vorrebbe far credere quando dice: "Non c’è motivo di preoccuparsi che la Parola di Dio non si adempia. Si è sempre adempiuta" (La Torre di Guardia del 1° maggio 1985). Nessun cristiano si è mai preoccupato che la Parola di Dio non si adempia. Gli unici a nutrire preoccupazioni del genere sono i testimoni di Geova e le altre sètte, perché per essi la Parola di Dio si identifica inseparabilmente con quella del corpo direttivo e poiché quest’ultima si è sempre sbagliata, essi, che non distinguono fra le due cose, vivono nel terrore, pienamente giustificato, di incappare in fallimenti della promessa divina. Ed è per questo, per il fatto che per il Geovismo la Parola di Dio e quella del corpo direttivo sono la stessa cosa, che i Testimoni possono dichiarare di provare sentimenti di "felicità" o di "gioia incontenibile" solo al ricevere un nuovo libro della Società, come il libro La conoscenza che conduce alla vita eterna (Il Ministero del Regno del novembre 1995, pag. 1). Usare espressioni del genere solo perché un gruppo religioso ha stampato un libretto di 200 pagine è del tutto fuori luogo, se non si attribuisse a tale libretto valenza di parola di Dio. Ne consegue che anche il suo contenuto ha lo stesso peso e valore del verbo divino, ed ecco che la sua lettura produce "gioia incontenibile". Esso non è un libro come tutti gli altri. No. "Geova ci ha provveduto questo libro", dice lo stesso Ministero del Regno alcune righe più avanti. Nessuno mai nel corso della storia, eccettuati i testimoni di Geova, ha mai spinto così in avanti la sua presunzione da voler far credere che i propri libri siano curati direttamente dall’Editore Celeste; pertanto, una volta accettato questo principio è facile comprendere tutto il resto.

Ciò nonostante, alla domanda iniziale: cosa è rimasto del 1914? siamo costretti a rispondere: ben poco, e fra poco anche questo "poco" non ci sarà più. Ci coglie una grande tristezza al pensiero di ciò che questo vorrà dire per tutti quei testimoni di Geova che al 1914 attribuivano quasi un valore sacrale, un significato soteriologico. Man mano che il tempo trascorre, questa data andrà a far compagnia a quella del 1799, prima celebrata, ora dimenticata, a quella del 1874, che era il 1914 dei primi Studenti Biblici e oggi non è più nulla, e poi rimarrà soltanto quella che in effetti è: la data dello scoppio della guerra mondiale, cioè una data che, oltre a questo, non significa nulla, assolutamente nulla. E così sia!

Sergio Pollina

1. Allo scopo di accertare chi fossero gli "alcuni cattolici" che avrebbero sostenuto una cosa del genere, è stata fatta una esplicita richiesta alla sede italiana della Watch Tower, la quale con la sua lettera EH del 23 marzo 1994, ha così risposto: "La risposta la troverà nella fotocopia qui acclusa, di una Enciclopedia Cattolica che tratta il millenarismo. Nelle parti evidenziate si parla di un anonimo anglicano secondo il quale doveva 'venire un tempo in cui, tolto di mezzo il papato e la prepotenza dei governi assoluti, sarà stabilita una democrazia universale civile-religiosa, in cui i cittadini godranno di una pace duratura, non turbata da alcun male fisico e morale'. Più avanti si nominano vari autori cattolici che, sebbene con diverse modifiche, sostenevano quel punto di vista. Circa la data del 1799, se lei consulta qualche buon libro di cronologia secolare troverà che in quell'anno morì in Francia il papa Pio VI, fatto prigioniero di (questo marchiano errore di grammatica, 'di' invece di 'da', è tipico della prosa geovista, N.d.A.) Napoleone Bonaparte. Le accludiamo una pagina fotocopiata della nostra rivista La Torre di Guardia, del 15 aprile 1967, pagina 234, che accenna a tale fatto storico". E' agevole notare come in questa, e in molte altre circostanze, la Società Torre di Guardia abbia dimostrato l'assoluta scorrettezza del suo modo di agire. Dopo aver dichiarato nella rivista del 1989 che erano 'alcuni cattolici' a sostenere una dottrina che, com'è invece evidente, era lei a sostenere, ad una domanda precisa risponde innanzitutto citando la prestigiosa Enciclopedia Cattolica, e lo fa in un modo tale da suscitare letteralmente repulsione per la falsità ideologica (e non solo ideologica) evidente nelle sue parole. Innanzitutto cita un 'anonimo anglicano' che, pertanto rimane anonimo e che, comunque non c'entra con gli 'alcuni cattolici'. Ma, e questo è grave, omette di dire che se è vero che alcuni cattolici avevano sostenuto il millenarismo, l'articolo in questione tratto dall'Enciclopedia Cattolica, includeva quegli autori cattolici in un paragrafo intitolato 'Errori Connessi', cioè il millenarismo veniva classificato come una dottrina che il cattolicesimo ha sempre sconfessato, e, quindi, non si possono citare 'autori cattolici' quando si parla di una dottrina che il cattolicesimo sconfessa. Altrimenti, sarebbe corretto che, nel citare le idee e gli scritti di alcuni 'apostati' del Geovismo, li si facessero passare per scritti di 'alcuni testimoni di Geova', anche se, poi, il Geovismo ufficiale li avesse bollati come eresia. Ecco, questo è il sistema Watch Tower, un sistema del quale è pericolosissimo fidarsi perché intriso di una tale falsità congenita e inestirpabile che non può essere preso sul serio.

www.oocities.org/athens/Oracle/6685/1914.htm

Io mi limito a commentare l' ultima frase (da me grassettata):

Sarebbe molto ma molto piu' appropriata per la CC.

E' la solita gara a chi e' peggio.

O i soliti ciechi che fanno a bastonate.

Ciao
Claudio


ilnonnosa
00sabato 28 gennaio 2012 18:05
Una parola sul Millennio.

Ci tengo a dire che tale dottrina non è una scoperta dei Testimoni di Geova, ma risale già ai primi secoli della Chiesa ed era nota sotto il nome di “Millenarismo”. Fu molto diffusa specialmente in Oriente e sotto forme diverse, tra il secolo II e IV.
Così per esempio Eusebio di Cesarea (sec. IV) parla di un certo Papia (Vescovo di Gerapoli in Frigia nel II secolo):

“Lo stesso Papia aggiunge altre notizie, che dice venutegli dalla tradizione orale, insegnamenti e parabole strane del Salvatore e altri racconti favolosi. Dice, per esempio, che vi sarà un millennio dopo la risurrezione dei morti, nel quale il regno di Cristo si materializzerà sulla terra. Concezioni che, io penso, derivò da un fraintendimento di ciò che dissero gli apostoli, non avendo compreso che essi parlavano in senso simbolico e mistico”.
(Storia Ecclesiastica, edizione 1979, III, 39, 11, 12)

Tale sistema di interpretazione di Apocalisse 20:1-6 è sempre stato decisamente rifiutato dalla Chiesa.

Ciao. Ilnonnosa
Sonnyp
00domenica 29 gennaio 2012 09:27
Grazie x le info...
Cari Claudio e nonnosa, siete davvero speciali x le utili info che mettete a disposizione dei poveri Red di turno.
Come si fa, nel xx secolo a credere ancora a ste corbellerie qualcuno me lo spieghi...

Povero Red. Non è solo infarinato ancora di geovismo, ma oserei dire ancora completamente impanato! [SM=x2479877]
Eppure stiamo facendo un ottimo lavoro x dimostrare che è tutta aria fritta! [SM=x2479882]

Forza Red, fai uno sforzo ancora e vedrai quanto è bella la libertà mentale! [SM=x2792396]
[SM=x2482327]

Shalom caro...
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