Una storia come quella di tanti tg

Renj
00domenica 14 gennaio 2007 15:34
I Testimoni di Geova mi hanno ingannato
(La Storia di Umberto)

Umberto è un uomo di cultura superiore, infatti è laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche. Ha 57 anni è sposato e ha 4 figli Insegna Diritto Costituzionale a livello universitario ed esercita la professione di procuratore legale.

Il suo racconto è contrassegnato da un atteggiamento marcatamente oppositivo nei confronti dei TdG, dai quali sente di essere stato circuito per 10 anni.

Sua moglie, per prima, ha dei contatti con una coppia di TdG e intraprende uno studio biblico con loro. Subito Umberto rileva dei cambiamenti nel suo comportamento. L'unico interesse della moglie diventa lo studio delle riviste dei TdG. Ella, alla luce delle nuove conoscenze, considera le dottrine della Chiesa Cattolica infedeli. Nel frattempo cerca di convincere suo marito sulla veridicità di ciò che apprende: gli fa trovare ovunque le riviste della Società, invita qualcuno a casa con cui egli possa avere dei colloqui, ecc.

Inizialmente Umberto appare indifferente alle richieste della moglie e giudica con noncuranza i TdG, «li ritenevo un po? inferiori alla mia cultura » riferisce. Gradualmente la situazione in casa diventa insostenibile e i contrasti, fra marito e moglie, violenti, tanto che si comincia a parlare di separazione.

Uno dei figli, preoccupato dell'evolversi delle cose, consiglia Umberto di esaminare attentamente quella religione prima di prendere rigide posizioni di cui potrebbe pentirsi. Così Umberto si decide ad approfondire le dottrine propostegli da sua moglie: comincia a frequentare le adunanze nella Sala del Regno, dove viene accolto con grande ospitalità e intraprende uno studio biblico. «A casa alternativamente venivano persone che loro ritenevano di una certa cultura, un certo grado di istruzione per poter cucinarmi bene»

Nonostante non riesca ad accettare appieno tutti i dettami della Società («Mi ricordo benissimo che sulla questione del sangue, sulla trasfusione del sangue sono stato molto tempo»), nell'87-88, insieme a sua moglie, decide di battezzarsi. Il battesimo avviene dopo 6 anni circa dal loro primo incontro con i TdG, «perché secondo loro non avevamo idoneità a battezzarci subito... un po? perché facevamo tardi alle adunanze e un po? perché io non ero molto zelante nella predicazione... ». Esso rappresenta una grandissima delusione in quanto appare più simile a un giuramento di fedeltà all'Organizzazione piuttosto che a un atto puramente spirituale.

L'adesione alla fede dei TdG comporta delle scelte da compiere. I rapporti con le persone del mondo, specie con i parenti, diventano disastrosi,, in quanto con loro non possono essere più condivisi i vari festeggiamenti. Dal podio in Sala è continuamente ripetuta la frase «Noi siamo diversi» e tale diversità viene puntualizzata anche con il tipico modo di vestirsi dei Testimoni di Geova: borsa, cravatta...

I rapporti sociali, perciò, si rarefanno ed egli riferisce di essersi sentito, per tutto quel periodo, ghettizzato. Evita accuratamente di leggere letteratura non geovista, e nel frattempo si sbarazza di alcuni oggetti, simboli della falsa religione, che possiede: un icona, medaglie, una collanina con la croce, ecc. Evita, inoltre, di assistere o partecipare a competizioni sportive, pur avendo una passione per il calcio.

Malgrado tutto Umberto non riesce a realizzare la pace in famiglia, infatti i rapporti con i figli diventano burrascosi, in quanto questi ultimi non hanno nessun interesse a divenire TdG. «Veniva in Sala soltanto la ragazza che ancora oggi è rimasta, che aveva appena 9 anni» afferma con amarezza.

I primi dubbi che l'hanno portato poi a decidere di fuoriuscire dal gruppo, sorgono in seguito a una banalità. Un suo amico gli chiede come mai egli non risponde agli auguri che gli ha fatto. Non potendo dare una risposta, perché non scritta da nessuna parte, né riuscendo a trovare una giustificazione plausibile, comincia a informarsi presso gli anziani della Congregazione. Per la prima volta comincia a porsi delle domande sugli aspetti organizzativi e giuridici della Società Watch Tower. Scopre l'esistenza di uno Statuto dei TdG. Afferma: «Chi è associato ha personalità giuridica quindi il CD [Consiglio Direttivo] ha l?obbligo di far conoscere lo Statuto agli associati; così uno lo legge e vede che ricalca fedelmente un'associazione di tipo società per azioni, dove c'è il bilancio, c'è l'approvazione del bilancio, ci sono soci aderenti e soci effettivi, il patrimonio. E in me incominciarono questi dubbi, per cui uno capisce che è stato strumentalizzato sotto questo aspetto, e che in effetti è stato circuito e turlupinato».

Comincia a rendersi conto inoltre della incompatibilità tra la legislazione vigente e quanto dettato dal CD: «Ciò che insegnavo era in contrasto con ciò che facevo, c'era un contrasto stridente con quello che insegnavo. Molte volte mi interrogavo se effettivamente ero diventato cattivo docente; insegnavo qualcosa di ipocrita, insomma, dicevo qualcosa che invece non mettevo in pratica. L'articolo 48 parla del voto...e io non andavo a votare... L'articolo 31 parla dei trattamenti sanitari...e invece non dovevo fare emotrasfusioni».

Successivamente, insieme alla moglie, scopre una serie di infedeltà bibliche con gli occhi non più velati, di cattive traduzioni e interpretazioni delle scritture effettuate dal CD. Un giorno, durante un'adunanza, Umberto riprende un Anziano dal podio che ha denominato spazzatura tutti i non appartenenti al gruppo dei TdG: «Non ti azzardare più di dire... che quelli del mondo sono spazzatura... quando io ho dei figli che non sono dei testimoni di Geova che non sono spazzatura... non ti autorizzo a dire più una cosa del genere».

In seguito a questo episodio, ed avendo saputo delle ricerche Umberto sta facendo sul gruppo, gli Anziani cominciano a pressarlo, e per punizione gli impediscono di partecipare alla preghiera che si tiene durante le adunanze. Piano piano Umberto e sua moglie diradano la frequentazione della Sala, fino a non andarci più.

Così due Anziani vanno a trovarli in casa per chiedere spiegazioni del loro comportamento. Umberto si sente insultato dall?atteggiamento dei due Anziani, che egli ritiene ironico. Sentendosi sotto interrogatorio, per reazione pretende egli stesso dagli Anziani delle spiegazioni sulle incongruenze che ha scoperto. «Dissi: "Voi dovete rispondere ai miei perché... io ho tanti dubbi, rispondetemi...". "Prendiamo il libro RAGIONIAMO [Ragioniamo facendo uso delle scrittura, Italia 1990] ? e io dissi: "No: il libro RAGIONIAMO non lo potete prendere, perché mi dovete rispondere con la Bibbia... con la Bibbia mi avete detto che... bisognava studiare... e con la Bibbia mi dovete rispondere... io vi faccio delle domande e voi delle risposte sulla Bibbia". Siccome non potevano darmi delle risposte sulla Bibbia... non c'erano queste cose... allora ritennero... di andare via».

Subito dopo, sapendo che comunque presto sarebbero stati espulsi da] gruppo, Umberto e sua moglie spediscono una lettera di dissociazione dal gruppo. Uno degli Anziani più importanti cerca di convincerlo a tornare nel gruppo (dato che Umberto comunque occupa una posizione di prestigio nella società), mostrandosi disposto addirittura ad espellere dal gruppo l'eventuale Anziano che l'ha irretito. Egli rifiuta drasticamente l'invito «Dissi "Vuoi colpire un qualcuno... invece io colpirò la vostra organizzazione?". Quando vennero gli anziani mi pregarono: "Non dire niente in giro...". Io risposi: "Da oggi in poi combatterò, fra virgolette, non veramente con le armi, combatterò... contro la vostra Organizzazione"».

Al momento dell'uscita dal gruppo rimane colpito dal senso di libertà provato da sua figlia di dieci anni. «La mia bambina quando siamo usciti di lì... ha detto: "Papà, finalmente adesso sono una vera bambina... adesso mi sento veramente libera!...". Una bambina che ti dice una cosa del genere... è come qualcosa... che ti senti talmente male? per aver strumentalizzato anche una bambina».

Il rientro nella Chiesa Cattolica è avvenuto immediatamente e spontaneamente. Oggi si chiede come abbia fatto a non accorgersi, durante la sua appartenenza al gruppo, delle tante menzogne promulgate dal CD: «Allora io mi chiedo: "Com'è possibile che uno sta... in quella associazione... e non riesce a vedere la verità... che invece vede quello che esce?..." Allora devo capire e arguire che cosa?... che sono stato circuito, turlupinato all'inizio... con un bombardamento psicologico... con delle notizie che mi venivano sempre propinate con un plagio sottilissimo, è come se uno si mettesse degli occhiali oscuri e non vede più nulla. Poi quando si esce... si sente come se ci si è scrollato di dosso un qualcosa».

Ripensando alla sua esperienza Umberto riferisce di non esser mai stato un vero TdG, non essendo riuscito mai del tutto ad adeguarsi alle regole, «per esempio quando si faceva rapporto di servizio non sapevo nemmeno quante ore facevo al mese».

L'unico rammarico è rappresentato dall'aver ancora una figlia all?interno del gruppo dei Testimoni di Geova che non ha alcun interesse ad abbandonarlo.

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Questa storia è simile alla mia ,è simile a quella di molti altri .
I dubbi spesso vengono da domande banali che non trovano risposta .
Grazie al Signore le nostre menti chiedono conoscenza ,la VERA CONOSCENZA , e ci è stata data in abbondanza secondo quanto scritto nella Lettera di Giacono "Chiedi e ti sarà dato ".
Perchè essere schiavi della wts? se siamo schiavi de Cristo ,possiamo avere altri padroni?
Rimane comunque l'amarezza per aver perso chi 10 chi 20 anni ,lontano dalla VERITA' , lontano ,molto lontano da Dio .

Ciao,

Renj

Sonnyp
00domenica 14 gennaio 2007 18:04
Grazie.
Grazie Renj per questa bella esperienza del nostro amico.

Sono contento per lui e sua moglie e la sua bambina, che siano tornati al mondo normale e alla vera vita.

Fagli atanti carissimi auguri anche da parte mia e di mia moglie.

Ancora grazie. Ciao. Piero Villaverde.
Daniela47
00lunedì 22 gennaio 2007 17:40
Spero di leggere tante storie come questa
Questa si che è una bellissima esperienza e vale proprio la pena averla inserita affinchè venga fatto tesoro per tanti
che ancora sono incerti e titubanti dal lasciare l'organizzazione.
Qualcuno disse fuori dell'organizazione c'è la vita, ma aggiungo c'è anche la tranquillità e la consapevolezza di riapproppriarsi della propria persona.
Grazie a Reny per averla postata.
Daniela47
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