Verrà un giorno in cui saremo giudicati da Dio!?

FrancoFrancoDir
00venerdì 30 marzo 2012 16:47
Incominciano a crederci pure loro.(lo zoccolo duro)

Qualcosa incomincia a cambiare nella mentalità dei testimoni di geova.
Questa nuova generazione incomincia a capire che certe direttive non sono il frutto di ispirazioni celesti, ma sono, invece, delle libere interpretazioni unilaterale da cui i vertici spirituali non hanno mai avuto nessuna investitura divina.

Dio non ha nulla a che spartire con l'ostracismo perenne e assoluto che l'organizzazione dei testimoni di geova riserva ai dissociati/disassociati.
E' sicuramente prerogativa di qualsiasi religione espellere i propri fedele, non è diritto di nessuno
ostracizzarli.

L'ostracismo posto in essere come forma non di amore ma di diabolica ritorsione, equivale alla morte sociale dell'individuo espulso.
Un ostracismo che si manifesta in diversi modi, tra cui l'interruzione non solo dei rapporti spirituali, bensì anche di quelli familiari. Ed è lì che si consuma, infatti, il dramma, nella disfatta famigliare...

La famiglia, fatta di unioni, condivisioni, amore e tutto quello che volete, è sacra.
L'effetto disgregazione,invece, determinato dalla disassociazione, è spiritualmente disastroso.
E' assurdo pensare che tutto questo possa rientrare in un disegno divino, come è assurdo pensare che il canale di Dio, il corpo direttivo, possa permettere che ciò accada sistematicamente e nell'indifferenza generale.

Ah, sapeste... ne ho lette di testimonianze che mi hanno toccato il cuore, tante, troppe, e certe volte ho spento volutamente il computer perché preso eccessivamente da empatia e rammarico.
E' Difficile rimanerne fuori, perché coinvolti emotivamente, perché quelle persone che scrivono sono le stesse che soffrono, e nessuno mai dovrebbe soffrire la mancanza dell'effetto dei propri famigliari per volere di una religione che offre apparenti gioie ma allo stesso tempo anche dolori e delusioni.

Ma voi testimoni di geova internettiani dovreste prendere in forte considerazione la possibilità di avvenimenti che hanno caratterizzato i vostri ex fratelli in fede, rivisitando passo dopo passo tutte le loro esperienze , esaminandole di fatto, immedesimandovi in un ognuna di queste vicende umane, per poi farvi un serio e concreto esame di coscienza, cosa che non è mai troppo tardi. Volete vederli soffrire?

Le crociate si possono vincere in un senso, ma anche nell'altro senso, quell'interno, quando si vuole. Oggi è toccato a loro, ma domani toccherà a voi se non porrete rimedio.
Se non lo fate per voi o per loro, fatelo almeno per i vostri figli, e allora sì che, statene certi, vi benediranno, come benediranno coloro che vi hanno/avevano preceduto.

Se il Dio della Bibbia è un Dio vero, allora state certi che è un Dio d'amore che perdonerà e comprenderà le vostre debolezze.


[SM=x2479883]
FrancoFrancoDir
00venerdì 30 marzo 2012 17:08

Sonnyp
00venerdì 30 marzo 2012 18:36
Complimenti Frà.....
Un ottimo pensiero riflessivo il tuo, oltre che una bella esortazione che però, ahimè, non troverà orecchi fra coloro a cui l'hai indirizzato.

Loro ti potrebbero rispondere che ci stanno già amando, attendendo il nostro ritorno in congregazione.

"Disciplinandoci", come loro intendono e chiamano il ricatto famigliare, sono convinti che lo fanno per il nostro bene, non rendendosi conto che diventano disumani, in nome di un dio che oltre tutto non si chiama nemmeno con quel ridicolo nome, se pur esistesse!

Comunque grazie per le tue belle parole. Shalom.
fiammaverde
00venerdì 30 marzo 2012 19:23
Re: Complimenti Frà.....
Sonnyp, 30/03/2012 18.36:



Un ottimo pensiero riflessivo il tuo, oltre che una bella esortazione che però, ahimè, non troverà orecchi fra coloro a cui l'hai indirizzato.

Loro ti potrebbero rispondere che ci stanno già amando, attendendo il nostro ritorno in congregazione.




Se rispondessero lo farebbero nel modo da te esposto. Chiaro!
Altrimenti che ci fanno lì!

Ma fra i TcD internettiani mooolti pensano che le cose non stanno come dicono i capi del loro culto.
Ma non è facile esternalo questo loro pensiero!
Troppi i contro da affrontare!
Ma col tempo...



principessac
00venerdì 30 marzo 2012 20:00
ricordati che ci sono TDG come me che non se la sentono di uscire [SM=x2479902]
FrancoFrancoDir
00venerdì 30 marzo 2012 22:05
Chi non fa più parte delle congregazione si ritrova in un contesto difficilmente gestibile dal punto di vista psicologico, specie nelle fasi iniziali in cui si fuoriesce.
La vulnerabilità, la depressione, la mancanza di autostima sommata poi alla fragilità tipica di chi ha subito la disassociazione, può portare l'escluso-a a gesti estremi e autolesionistici.

Cara principessac, ciò che oggi viene determinato per i tuoi ex fratelli in fede, domani si concretizzerà verso la tua persona.
E solo perché hanno deciso così, pensi sia giusto negare l'affetto dei propri cari e di coloro che hanno condiviso momenti speciali? Se si, sono cicatrici che non si rimargineranno più...

Ma tutto questo fa parte di un volere divino? È questo che vuole Dio? In questo modo viene fatta la sua volontà? O è l'uomo che si è sostituito a Dio nella presunzione di sapere, conoscere, giudicare e condannare?

Il punto nodale rimane il rispetto dei diritti umani che vengono meno all'atto della disassociazione.


Claudio Cava
00sabato 31 marzo 2012 07:52
Re:
FrancoFrancoDir, 30/03/2012 16.47:

Incominciano a crederci pure loro.(lo zoccolo duro)

Qualcosa incomincia a cambiare nella mentalità dei testimoni di geova.
Questa nuova generazione incomincia a capire che certe direttive non sono il frutto di ispirazioni celesti, ma sono, invece, delle libere interpretazioni unilaterale da cui i vertici spirituali non hanno mai avuto nessuna investitura divina.

Dio non ha nulla a che spartire con l'ostracismo perenne e assoluto che l'organizzazione dei testimoni di geova riserva ai dissociati/disassociati.
E' sicuramente prerogativa di qualsiasi religione espellere i propri fedele, non è diritto di nessuno
ostracizzarli.

L'ostracismo posto in essere come forma non di amore ma di diabolica ritorsione, equivale alla morte sociale dell'individuo espulso.
Un ostracismo che si manifesta in diversi modi, tra cui l'interruzione non solo dei rapporti spirituali, bensì anche di quelli familiari. Ed è lì che si consuma, infatti, il dramma, nella disfatta famigliare...

La famiglia, fatta di unioni, condivisioni, amore e tutto quello che volete, è sacra.
L'effetto disgregazione,invece, determinato dalla disassociazione, è spiritualmente disastroso.
E' assurdo pensare che tutto questo possa rientrare in un disegno divino, come è assurdo pensare che il canale di Dio, il corpo direttivo, possa permettere che ciò accada sistematicamente e nell'indifferenza generale.

Ah, sapeste... ne ho lette di testimonianze che mi hanno toccato il cuore, tante, troppe, e certe volte ho spento volutamente il computer perché preso eccessivamente da empatia e rammarico.
E' Difficile rimanerne fuori, perché coinvolti emotivamente, perché quelle persone che scrivono sono le stesse che soffrono, e nessuno mai dovrebbe soffrire la mancanza dell'effetto dei propri famigliari per volere di una religione che offre apparenti gioie ma allo stesso tempo anche dolori e delusioni.

Ma voi testimoni di geova internettiani dovreste prendere in forte considerazione la possibilità di avvenimenti che hanno caratterizzato i vostri ex fratelli in fede, rivisitando passo dopo passo tutte le loro esperienze , esaminandole di fatto, immedesimandovi in un ognuna di queste vicende umane, per poi farvi un serio e concreto esame di coscienza, cosa che non è mai troppo tardi. Volete vederli soffrire?

Le crociate si possono vincere in un senso, ma anche nell'altro senso, quell'interno, quando si vuole. Oggi è toccato a loro, ma domani toccherà a voi se non porrete rimedio.
Se non lo fate per voi o per loro, fatelo almeno per i vostri figli, e allora sì che, statene certi, vi benediranno, come benediranno coloro che vi hanno/avevano preceduto.

Se il Dio della Bibbia è un Dio vero, allora state certi che è un Dio d'amore che perdonerà e comprenderà le vostre debolezze.


[SM=x2479883]




A quanto pare quello che preme a tutti e' la conformita' alla Bibbia, cioe', detto alla coatta, che se lo dice la Bibbia e' Verita' Assoluta.

Ebbene, cio' e' assolutamente e inconfutabilmente falso.

Siccome sono stufo di ripetere sempre le stesse cose, riporto un mio recente post.


La Bibbia NON e' cio' di cui mezzo mondo e' convinto.
Inquinata o no, modificata o meno, non cambia assolutamente niente.

Avessimo pure a disposizione la versione sicuramente originale non cambierebbe assolutamente nulla.
La Bibbia resterebbe quello che e': una raccolta di misticismi, visioni, superstizioni ed eredita' di culture precedenti.

L' ho detto e ripetuto centinaia di volte e sembra che lo dico per ridicolizzare i credenti ma e' la pura e inconfutabile verita', prova ne sia che tutti la sorvolano, senza minimamente provare a confutare (perche' e' impossibile).


L' unico a provarci fu il solito Polymetis (e te pareva) ma fu costretto a spararne una delle sue, e cioe' che vale la pena di cercare novelli profeti tra i pazzi rinchiusi nei vari manicomi.
Fu proprio in questo forum, se non ricordo male.


La Bibbia si basa sulla parola di AUTOREFERENZIATI profeti o pseudotali.
Lo dicevano loro, di parlare per bocca di Dio.
E ci si e' creduto grazie all' ignoranza abissale dell' epoca.
A quei tempi la gente credeva a TUTTO.
Ai tempi nostri, per contro, sarebbero finiti in manicomio.

Questi sono DATI DI FATTO.

Come non bastasse, altro dato di fatto e' che parla dell' epopea di un popolo, non dell' umanita' intera come ci e' stato fatto credere.

Epopea cominciata col POLITEISMO.
Jahve' non era DIo, ma uno dei tanti DEI nei quali si credeva all' epoca (a proposito, che fine hanno fatto?).

E' l' epopea di un popolo culturalmente da noi distanti anni luce.
Jahve' era il LORO dio, non il nostro.

Lo dice a chiarissime lettere la stessa Bibbia.
Quante volte ricorre "Dio di Israele"?
Centinaia, se non migliaia.

Se a Roma fossero finiti, invece di Paolo & Co, i rappresentanti di altre religioni, magari indu' o buddisti, molto probabilmente la religione dominante oggi sarebbe una di quelle.

Il Cristianesimo sarebbe solo un confuso ricordo.

Per concludere: per abbattere "Il piu' grande abominio dell' umanita'" (Nietzsche) cioe' il Cristianesimo e superstizioni organizzate collegate, bisogna abbattere la falsa idea che si ha della Bibbia e presentarla per quello che e'.

E far capire alla gente che altro non e', da 2000 anni, che uno strumento per abbioccare le masse e acquisire potere.

Ciao
Claudio

Katia-77
00sabato 31 marzo 2012 09:36
Re: Re:
Claudio Cava, 31/03/2012 07.52:




A quanto pare quello che preme a tutti e' la conformita' alla Bibbia, cioe', detto alla coatta, che se lo dice la Bibbia e' Verita' Assoluta.

Ebbene, cio' e' assolutamente e inconfutabilmente falso.

Siccome sono stufo di ripetere sempre le stesse cose, riporto un mio recente post.


La Bibbia NON e' cio' di cui mezzo mondo e' convinto.
Inquinata o no, modificata o meno, non cambia assolutamente niente.

Avessimo pure a disposizione la versione sicuramente originale non cambierebbe assolutamente nulla.
La Bibbia resterebbe quello che e': una raccolta di misticismi, visioni, superstizioni ed eredita' di culture precedenti.

L' ho detto e ripetuto centinaia di volte e sembra che lo dico per ridicolizzare i credenti ma e' la pura e inconfutabile verita', prova ne sia che tutti la sorvolano, senza minimamente provare a confutare (perche' e' impossibile).


L' unico a provarci fu il solito Polymetis (e te pareva) ma fu costretto a spararne una delle sue, e cioe' che vale la pena di cercare novelli profeti tra i pazzi rinchiusi nei vari manicomi.
Fu proprio in questo forum, se non ricordo male.


La Bibbia si basa sulla parola di AUTOREFERENZIATI profeti o pseudotali.
Lo dicevano loro, di parlare per bocca di Dio.
E ci si e' creduto grazie all' ignoranza abissale dell' epoca.
A quei tempi la gente credeva a TUTTO.
Ai tempi nostri, per contro, sarebbero finiti in manicomio.

Questi sono DATI DI FATTO.

Come non bastasse, altro dato di fatto e' che parla dell' epopea di un popolo, non dell' umanita' intera come ci e' stato fatto credere.

Epopea cominciata col POLITEISMO.
Jahve' non era DIo, ma uno dei tanti DEI nei quali si credeva all' epoca (a proposito, che fine hanno fatto?).

E' l' epopea di un popolo culturalmente da noi distanti anni luce.
Jahve' era il LORO dio, non il nostro.

Lo dice a chiarissime lettere la stessa Bibbia.
Quante volte ricorre "Dio di Israele"?
Centinaia, se non migliaia.

Se a Roma fossero finiti, invece di Paolo & Co, i rappresentanti di altre religioni, magari indu' o buddisti, molto probabilmente la religione dominante oggi sarebbe una di quelle.

Il Cristianesimo sarebbe solo un confuso ricordo.

Per concludere: per abbattere "Il piu' grande abominio dell' umanita'" (Nietzsche) cioe' il Cristianesimo e superstizioni organizzate collegate, bisogna abbattere la falsa idea che si ha della Bibbia e presentarla per quello che e'.

E far capire alla gente che altro non e', da 2000 anni, che uno strumento per abbioccare le masse e acquisire potere.

Ciao
Claudio




[SM=g7372] [SM=g7372] [SM=g7372]

Non posso che condividere appieno quello che hai detto ...



Se non l'avete ancora fatto vi consiglio di guardare tutto il film. Notate bene cosa dice Al Pacino su dio dal minuto 1.58 in poi....


Claudio Cava
00sabato 31 marzo 2012 10:30
Re: Re: Re:
Katia-77, 31/03/2012 09.36:



[SM=g7372] [SM=g7372] [SM=g7372]

Non posso che condividere appieno quello che hai detto ...





Mi fa piacere, allora ti interessera' anche quest' altra notiziola che affretta ancora di piu' la fine.

Non la fine del mondo millantata dai vari ciarlatani cristiani, la loro.



Come fu inventato il popolo Ebraico

Noi atei definiamo da sempre il Cristianesimo con tutte le sue derivazioni "Inganno globale".
Ma lo e' anche l' Ebraismo, da cui e' nato.

Piano piano tutti i nodi vengono al pettine, cosi' come diventano sempre piu' certe e numerose le prove del fatto che ci hanno menato per il naso per 2000 anni.

Quanto segue è l’ autorevole smantellamento di un mito.
All’ annosa questio se gli ebrei formano una nazione risponde uno storico israeliano, poichè contrariamente all’opinione comune, la diaspora non nasce con l’espulsione degli ebrei della Palestina, ma da successive conversioni in Africa del Nord, in Europa del Sud ed nel Medio-Oriente. Ecco qualcosa che farà vacillare una delle basi del pensiero sionista, secondo la quale gli ebrei sono i discendenti del regno di Davide, ma non gli eredi dei guerrieri berberi o dei cavalieri kazari.
La spiegazione di Shlomo Sand, storico e professore all’ università di Tel-Aviv:


Qualsiasi Israeliano sa, senza l’ombra di dubbio, che il popolo ebreo esiste da quando ha ricevuto la Torah(1) nel Sinai e che egli è il discendente diretto ed esclusivo del popolo eletto.

Tutti noi siamo convinti che questo popolo, fuggito dall’Egitto, si stabilì “sulla terra promessa”, dove fu eretto il regno glorioso di Davide e di Salomone, diviso in seguito nei regni di Giuda e di Israele. Inoltre nessuno ignora che questo popolo ha conosciuto l’esilio due volte: dopo la distruzione del primo tempio, nel VI° secolo prima di Cristo, quindi in seguito a quella del secondo tempio, nell’anno 70 dopo Cristo.

In seguito per il popolo ebreo vi furono peregrinazioni di circa due mille anni: le sue tribolazioni lo condussero nello Yemen, in Marocco, in Spagna, in Germania, in Polonia e fino in Russia, ma riuscì sempre a preservare i legami di sangue tra le sue Comunità così lontane fra loro. In questo modo la sua unicità non fu alterata.

Alla fine del xx° secolo, le condizioni divennero propizie per il suo ritorno nell’antica patria. Senza il genocidio nazista, milioni di ebrei avrebbero ripopolato naturalmente Eretz Israel (la terra di Israele) poiché era il loro sogno da venti secoli.

Vergine, la Palestina attendeva che il suo popolo originale venisse a farla rifiorire. Dato che apparteneva a lui solo, non a questa minoranza araba, sprovvista di storia, arrivata là per caso. Giuste erano dunque le guerre condotte dal popolo errante per riprendere possesso della sua terra; e criminale l’opposizione violenta della popolazione locale.

Da dove viene quest’interpretazione della storia ebraica?

È l’opera, dalla seconda metà del xix° secolo, di rimanipolatori, di talento, del passato, la cui fertile immaginazione ha ideato, sulla base di pezzi di memoria religiosa, ebraica e cristiana, una sequenza genealogica continua per il popolo ebreo. La storiografia abbondante del giudaismo comporta, certamente, una pluralità di approcci. Ma le polemiche nel suo ambito non hanno mai rimesso in discussione l’essenzialità delle concezioni elaborate soprattutto alla fine del XIX° secolo ed all’inizio del XX°.

Quando apparivano scoperte suscettibili di contraddire l’immagine di questo lineare passato, esse quasi non beneficiavano di alcun eco. L’imperativo nazionale, tale una mandibola fermamente chiusa, bloccava ogni tipo di contraddizione e deviazione rispetto alla versione dominante. Le specifiche istanze di produzione della conoscenza del passato ebreo – i dipartimenti esclusivamente dedicati “alla storia del popolo ebreo”, separati dai dipartimenti di storia (chiamati in Israele “storia generale”) – hanno in gran parte contribuito a questa curiosa “emiplegia”. Anche il dibattito, di carattere giuridico, su “chi è ebreo?”non ha preoccupato questi storici: per loro, è ebreo qualsiasi discendente del popolo costretto all’esilio due mille anni fa.

Questi ricercatori “autorizzati” del passato non parteciparono neppure alla discussione “dei nuovi storici”, iniziata alla fine degli anni 1980. La maggior parte degli attori di questo dibattito pubblico, in numero limitato, veniva da altre discipline o da orizzonti extra-universitari: sociologi, orientalisti, linguisti, geografi, specialisti in scienza politica, ricercatori in letteratura, archeologi; essi formularono nuove questioni sul passato ebreo e sionista. Si contavano anche nelle loro file laureati venuti dall’estero. Dai “dipartimenti di storia ebrea” giunsero, in compenso, soltanto degli echi apprensivi e conservatori, rivestiti di una retorica apologistica a base di idee ricevute.

Il giudaismo, religione proselitista
In breve, in sessanta anni, la storia nazionale è maturata pochissimo, e l’evoluzione improbabile nel prossimo futuro. Eppure, i fatti messi a giorno dalle ricerche pongono ad ogni storico onesto domande sorprendenti a primo acchito, ma tuttavia fondamentali.

La bibbia può essere considerata come un libro di storia?

I primi storici ebrei moderni, come Isaak Markus Jost o Léopold Zunz, nella prima metà del XIX °secolo, non la pensavano così: ai loro occhi, l’Antico Testamento è un libro di teologia che ha costituito le comunità religiose ebree dopo la distruzione del primo tempio. È stato necessario attendere la seconda metà dello stesso secolo per trovare storici, in primo luogo Heinrich Graetz, titolare di una visione “nazionale” della bibbia: hanno trasformato la partenza di Abramo per Canaan, l’uscita dell’Egitto o anche il regno unificato di Davide e Salomone in resoconti di un passato nazionale autentico. Da allora gli storici sionisti non hanno cessato di ribadire queste “bibliche verità”, diventate prodotti di consumo quotidiani dell’istruzione nazionale.

Ma ecco che nel corso degli anni 1980 questi miti fondatori vacillano. Le scoperte “della nuova archeologia” contraddicono la possibilità di un grande esodo nel XIII° secolo prima della nostra era. Inoltre Mosè non ha potuto fare uscire gli ebrei dell’Egitto e condurli verso “la terra promessa” per la semplice ragione che all’epoca questa… era nelle mani degli Egiziani. Non si trova del resto alcuna traccia di una sommossa di schiavi nell’impero dei faraoni, né una conquista rapida del paese di Canaan perpetrata da elementi stranieri.

Non esiste neppure un segno dei sontuosi regni di Davide e di Salomone. Le scoperte del decennio passato mostrano l’esistenza, all’epoca, di due piccoli regni: Israele, più potente, e Juda, la futura Giudea. Gli abitanti di quest’ultimo regno non subirono nessun esilio nel VI° secolo prima della nostra era: solo l’élite politica ed intellettuale dovettero installarsi a Babilonia. Da questo decisivo incontro con i culti persiani sorgerà il monoteismo ebreo.

L’esilio dell’anno 70 della nostra era, ha effettivamente avuto luogo?

Paradossalmente, questo “evento fondatore” nella storia degli ebrei, da cui la diaspora trae la sua origine, non ha dato luogo al minima ricerca. Per una semplice ragione: i Romani non hanno mai esiliato nessun popolo su tutto il lato orientale del Mediterraneo. Ad eccezione dei prigionieri ridotti in schiavitù, gli abitanti della giudea continuarono a vivere sulle loro terre, anche dopo la distruzione del secondo tempio.

Una parte di loro si convertì al cristianesimo nel IV° secolo, mentre la grande maggioranza si congiunse all’Islam in occasione della conquista araba al VII° secolo. La maggior parte degli ideatori sionisti lo sapevano: come Yitzhak Ben Zvi e David Ben Gourion, rispettivamente il futuro presidente e il fondatore dello Stato di Israele; lo hanno scritto fin nel 1929, anno della grande sommossa palestinese. Tutti e due citano più volte il fatto che i contadini della Palestina sono i discendenti degli abitanti dell’antica Giudea(2).

Poiché non c’è mai stato un esilio dalla Palestina romanizzata, da dove vengono i numerosi ebrei che popolano il bacino del Mediterraneo fin dall’antichità?

Dietro la cortina della storiografia nazionale si nasconde una stupefacente realtà storica. Dalla sommossa dei Maccabei, nel II° secolo prima della nostra era, alla sommossa di Bar-Kokhba, al II° secolo dopo G.C., il giudaismo fu la prima religione proselitista. Gli Asmonei avevano già convertito di forza gli Idumenei del sud della Giudea ed gli Itureeni di Galilea,e annessi al “ popolo di Israele”. Sulla base di questo regno giudeo-ellenico, il giudaismo si espanse in tutto il Medio-Oriente e il Mediterraneo. Nel primo secolo della nostra era apparve, nell’attuale Kurdistan, il regno ebreo di Adiabène, e non sarà l’ultimo regno a “giudea-dizzarsi”: altri lo faranno successivamente.

Gli scritti di Flavio Giuseppe non costituiscono la sola testimonianza dell’ardore proselitista degli ebrei. Da Orazio a Seneca, da Giovenale a Tacito, molti autori latini ne esprimono il timore. Il Mishna e il Talmud(3) autorizzano questa pratica della conversione – anche se, di fronte alla pressione ascendente del cristianesimo, i saggi della tradizione talmudica esprimeranno riserve al suo riguardo.

La vittoria della religione di Gesù, all’inizio del IV° secolo, non mette fine all’espansione del giudaismo, ma rilega il proselitismo ebreo ai margini del mondo culturale cristiano. Nel V° secolo appare così, nei territori dell’attuale Yemen, un regno ebreo vigoroso dal nome di Himyar, i cui i discendenti conserveranno la loro fede dopo la vittoria dell’islam e fino ai tempi moderni. Inoltre i cronisti arabi ci danno la notizia dell’esistenza, nel VII° secolo, di tribù berbere giudaizzate: di fronte alla spinta araba, che raggiunse l’Africa del Nord alla fine di questo stesso secolo, appare la figura leggendaria della regina ebrea Dihya el-Kahina,che tentò di fermarla. Alcuni Berberi giudaizzati prenderanno parte alla conquista della penisola iberica, che pose le basi della particolare simbiosi tra ebrei e musulmani, caratteristica della cultura ispano-araba.

La conversione di massa più significativa si verifica tra il Mar Nero ed il Mar Caspio: riguarda l’immenso regno kazaro, nel VIII° secolo. L’espansione del giudaismo, dal Caucaso all’Ucraina attuale, genera comunità multiple, che le invasioni mongole del XIII°secolo respingono in gran numero verso l’est dell’Europa. Là, con gli ebrei venuti dalle regioni slave del Sud e degli attuali territori tedeschi, porranno le basi della grande cultura yiddish(4).

Questi resoconti delle origini plurali degli ebrei appaiono, in modo più o meno titubante, nella storiografia sionista verso gli anni 1960; sono in seguito gradualmente rese marginali prima di scomparire dalla memoria pubblica in Israele. I conquistatori della città di Davide, nel 1967, avrebbero dovuto essere i discendenti diretti del suo regno mitico e non gli eredi di guerrieri berberi o di cavalieri kazari. Gli ebrei fanno allora figura di “etnie” specifiche che, dopo due mila anni d’esilio e d’erranza, ha finito per ritornare a Gerusalemme, la sua capitale.

Ma i fautori del resoconto lineare ed indivisibile non mobilitano soltanto l’insegnamento della storia: fanno appello anche alla biologia. Dagli anni ‘70, in Israele, una successione di ricerche “scientifiche” cerca di dimostrare, con tutti i mezzi, la prossimità genetica degli ebrei del mondo intero. “La ricerca sulle origini delle popolazioni” rappresenta ormai un campo legittimato e popolare della biologia molecolare, mentre il cromosoma Y maschile ha conquistato un posto d’onore al fianco di una Clio ebrea(5) nella ricerca sfrenata dell’unicità dell’origine “del popolo eletto”.

Questa concezione storica costituisce la base della politica identitaria dello Stato di Israele, ma è là che il dente duole! Essa dà infatti luogo ad una definizione esistenzialista ed etnocentrica del giudaismo, che alimenta una segregazione che mantiene divisi gli ebrei dai non ebrei -sia gli Arabi, che gli immigranti russi o i lavoratori immigrati-.

Israele, sessanta anni dopo la sua fondazione, rifiuta di concepirsi come una repubblica che esiste per i suoi cittadini. Circa un quarto di loro non sono considerati come ebrei e, secondo lo spirito delle sue leggi, questo Stato non è loro. In compenso, Israele si presenta sempre come lo Stato degli ebrei del mondo intero, anche se non si tratta più di profughi perseguitati, ma di cittadini che di diritto vivono in piena uguaglianza nei paesi in cui risiedono. In altre parole, una etnocrazia senza frontiere giustifica la discriminazione rigorosa che pratica nei confronti di una parte dei suoi cittadini invocando il mito della nazione eterna, ricostituita per raccogliersi “sulla terra dei suoi antenati”.

Scrivere una storia ebrea nuova, oltre il prisma sioniste, non è dunque cosa facile.la luce che vi viene divisa si trasforma in forti colori etnocentrici. Ora,gli ebrei hanno sempre formato comunità religiose costituite, generalmente da conversioni, in diverse regioni del mondo: non rappresentano dunque “un etnos” fautore di una stessa origine unica e che si sarebbe spostato al seguito di un’erranza di venti secoli.

Lo sviluppo di qualsiasi storiografia come, più generalmente, il processo della modernità passa in un dato momento, si sa, per l”invenzione della nazione. Questa fu il sogno di milioni di esseri umani nel XIX° secolo e durante una parte del XX°. La fine di quest’ultimo secolo ha visto questi sogni iniziare a rompersi. I ricercatori, in numero sempre crescente, analizzano, dissecano e smantellano i grandi resoconti nazionali, ed in particolare i miti dell’origine comune care alle cronache del passato. Gli incubi d’identità di ieri faranno posto, domani, ad altri sogni d’identità. Sul modello di ogni personalità fatta di identità fluide e variate, la storia è anch’essa un’identità in movimento.

(1)Testo fondatore del giudaismo, la Torah — la radice ebraica yara significa insegnare — è composta dai primi cinque libri della Bibbia, o Pentateuco : Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.
(2) Cf. David Ben Gourion e Yitzhak Ben Zvi, « Eretz Israël » nel passato e nel presente (1918, in yiddish), Gerusalemme, 1980 (in ebraico) e Ben Zvi, La Nostra popolazione nel paese (in ebraico), Varsavia, Comitato esecutivo dell’Unione della giovinezza e Fondo Nazionale ebreo, 1929.
(3) La Mishna, considerata come la prima opera della letteratura rabbinica, è stata completata nel secondo secolo DC. Il Talmud riassume tutte le diserzioni rabbiniche sulla legge, i costumi e la storia degli ebrei. Esistono due Talmud: quello della Palestina scritto tra il terzo e il quinto secolo, e quello babilonese, terminato alla fine del quinto secolo AC.
(4) Parlato dagli ebreo dell’Europa Orientale, lo yiddish è una lingua slavo-tedesca che comprende alcune parole derivanti dall’ebreo.
(5)Nella mitologia greca, Clio era la musa della storia.

Titolo originale:Comment fut inventé le peuple juif di Shlomo Sand.


Da: www.monde-diplomatique.fr/2008/08/SAND/162

Traduzione di Giuditta.

Tratto da:

tuttouno.blogspot.com/
FrancoFrancoDir
00sabato 31 marzo 2012 15:48
Re: Re:
Claudio Cava, 31/03/2012 07.52:




A quanto pare quello che preme a tutti e' la conformita' alla Bibbia, cioe', detto alla coatta, che se lo dice la Bibbia e' Verita' Assoluta.

Ebbene, cio' e' assolutamente e inconfutabilmente falso.

Siccome sono stufo di ripetere sempre le stesse cose, riporto un mio recente post.


La Bibbia NON e' cio' di cui mezzo mondo e' convinto.
Inquinata o no, modificata o meno, non cambia assolutamente niente.

Avessimo pure a disposizione la versione sicuramente originale non cambierebbe assolutamente nulla.
La Bibbia resterebbe quello che e': una raccolta di misticismi, visioni, superstizioni ed eredita' di culture precedenti.

L' ho detto e ripetuto centinaia di volte e sembra che lo dico per ridicolizzare i credenti ma e' la pura e inconfutabile verita', prova ne sia che tutti la sorvolano, senza minimamente provare a confutare (perche' e' impossibile).


L' unico a provarci fu il solito Polymetis (e te pareva) ma fu costretto a spararne una delle sue, e cioe' che vale la pena di cercare novelli profeti tra i pazzi rinchiusi nei vari manicomi.
Fu proprio in questo forum, se non ricordo male.


La Bibbia si basa sulla parola di AUTOREFERENZIATI profeti o pseudotali.
Lo dicevano loro, di parlare per bocca di Dio.
E ci si e' creduto grazie all' ignoranza abissale dell' epoca.
A quei tempi la gente credeva a TUTTO.
Ai tempi nostri, per contro, sarebbero finiti in manicomio.

Questi sono DATI DI FATTO.

Come non bastasse, altro dato di fatto e' che parla dell' epopea di un popolo, non dell' umanita' intera come ci e' stato fatto credere.

Epopea cominciata col POLITEISMO.
Jahve' non era DIo, ma uno dei tanti DEI nei quali si credeva all' epoca (a proposito, che fine hanno fatto?).

E' l' epopea di un popolo culturalmente da noi distanti anni luce.
Jahve' era il LORO dio, non il nostro.

Lo dice a chiarissime lettere la stessa Bibbia.
Quante volte ricorre "Dio di Israele"?
Centinaia, se non migliaia.

Se a Roma fossero finiti, invece di Paolo & Co, i rappresentanti di altre religioni, magari indu' o buddisti, molto probabilmente la religione dominante oggi sarebbe una di quelle.

Il Cristianesimo sarebbe solo un confuso ricordo.

Per concludere: per abbattere "Il piu' grande abominio dell' umanita'" (Nietzsche) cioe' il Cristianesimo e superstizioni organizzate collegate, bisogna abbattere la falsa idea che si ha della Bibbia e presentarla per quello che e'.

E far capire alla gente che altro non e', da 2000 anni, che uno strumento per abbioccare le masse e acquisire potere.

Ciao
Claudio





Quello che preme è la libertà di essere credenti nel rispetto dei diritti umani. La fede non è un merce, acquistabile o vendibile, e se c'è va rispettata, come va rispettato l'ateo che non crede...
Sempre la fede non è racchiusa, solo, nelle tavole di Mosè o nella Bibbia, ci sono pure i miracoli, le apparizioni, la presenza, gli avvenimenti.
Claudio, vallo a spiegare ai credenti che sei ateo, non ti crederebbero :-)

Ma sai quanto mi possa interessare entrare in contraddittorio con te. Ho stima di te e so perfettamente qual è il tuo punto di vista che rispetto.
Il mio discorso va contestualizzato e non è certamente indirizzato al credente o all'ateo in quanto tale, e nemmeno è mio interesse lesinare critiche alla santa romana chiesa, figurati.
L'interrogazione retorica chiama in causa il testimone in senso lato. Lasciamo perdere, tanto non avrò mai quelle risposte (riflessive) che vorrei.




[SM=x2479898]



Claudio Cava
00sabato 31 marzo 2012 16:53
Re: Re: Re:
FrancoFrancoDir, 31/03/2012 15.48]


Quello che preme è la libertà di essere credenti nel rispetto dei diritti umani. La fede non è un merce, acquistabile o vendibile, e se c'è va rispettata, come va rispettato l'ateo che non crede...


Quale sarebbe la religione che antepone i diritti umani ai propri interessi, alle proprie dottrine e ai propri dogmi?

Il rispetto di cui parli va accordato entro certi limiti, come la liberta' di culto, per esempio, ma non certo a chi diffonde idiozie provatamente tali con la scusa della fede.
Ehm, sia ben chiaro che non sto insinuando niente a tuo carico.

Come ateo del rispetto nei miei confronti me ne frego altamente, basandomi su dei fatti concreti e comprovati non ne ho nessun bisogno.

Fatti che come al solito nessuno confuta, come adesso.
Se sono inconfutabili vuol dire che dico la verita'.
E se la verita' offende la fede di qualcuno, beh, la conclusione da trarre mi sembra ovvia.



Sempre la fede non è racchiusa, solo, nelle tavole di Mosè o nella Bibbia, ci sono pure i miracoli, le apparizioni, la presenza, gli avvenimenti.


Il Cicap paga un milione di dollari a chiunque riesca a dimostrarne anche una sola, di queste cose.

Il milione e' ancora li'.
Da almeno 20 anni.



Claudio, vallo a spiegare ai credenti che sei ateo, non ti crederebbero :-)


questa non l' ho capita. [SM=g7350]



Ma sai quanto mi possa interessare entrare in contraddittorio con te.


Hai forse pensato che volessi provocarti?
Guarda che ti sbagli di grosso.



Ho stima di te e so perfettamente qual è il tuo punto di vista che rispetto.



Ti ringrazio sinceramente ma credo che tu del mio punto di vista, o meglio, dei fatti che mi hanno portato a formarmelo conosca ben poco. [SM=x2479877]



Lasciamo perdere, tanto non avrò mai quelle risposte (riflessive) che vorrei.


Chiedete e vi sara' dato. [SM=x2477906]

Ma non dirmi che in quanto ho postato non c' e' niente su cui riflettere.

Forse non c' e' niente su cui ti interessa riflettere.
O magari niente che ti piaccia vedere.
E' ben diverso.

E per carita', non c' e' niente di male, in questo.
Anzi, per un credente e' assolutamente normale.

Ciao
Claudio
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