00 22/04/2012 22:02
Re:
Raffinatore, 22.04.2012 06:58]


1. Discutere con un credente irragionevole è come giocare ...


Credenti ragionevoli ce ne sono tanti, ma quando si mette in dubbio la loro credenza la ragione svanisce come nebbia al sole.



2. Discutere con un non crednte irragionevole è come giocare ...


Il non credente ad essere tale c' e' arrivato ragionando e discutendo usa la sua ragione, non vecchiume millenario.



Perché non è ciò che credi a renderti stupido


Credere non e' questione di intelligenza, altrimenti non esisterebbero piu' credenti.



ma il modo in cui decidi di credere (o non credere) ed il perché decidi di credere


Peccato pero' che di credere non l' hai deciso tu (di regola) ma ti e' stato inculcato proditoriamente fin dalla culla.

Anche a me, ma io ho deciso di non credere.

Ho deciso io che dio non esiste, non me l' ha inculcato nessuno.



Personalmente, conosco fanatici in entrambi i sensi, sia credenti che non credenti e, nella sostanza, si somigliano molto.


Non nell' oggetto del loro fanatismo.
Un conto e' essere fanatici di una delle migliaia di superstizioni organizzate, un altro e' esserlo dell' unica verita' possibile (nota la "v" minuscola).

Carissimo, stai cercando in tutti i modi di mettere atei e credenti sullo stesso piano ma e' una pretesa assurda, credimi.

In quanto alla pippa mentale del Dio amore perche' io sono amore beh, anch' io se permetti sono amore, ma in dio non credo.

Quindi dio con l' amore non ha niente a che fare, tanto piu' che la stessa Bibbia ci dice che il tuo dio e' un assassino criminale, stragista, pedofilo e rancoroso.

A dirla tutta dice anche che e' il dio di Israele.

Tu che c' entri? [SM=g7405]

Ciao
Claudio





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer