00 13/06/2012 18:31
Esiste uno schema comune a tutte le religioni, di qualunque provenienza esse siano e cioè lo schema che io chiamo dell'inversione degli effetti.

Durante la fase primitiva i seguaci del guru di turno, ebbri di fanatismo, s'immolano per la propagazione del loro credo, rinunciando alle convenzioni sociali od addirittura alla vita pur di dimostrare la fedeltà alle loro credenze. E' questa la fase del martirio, della testimonianza ad ogni costo.

Successivamente, nella malaugurata ipotesi che la loro religione diventi maggioritaria, si sviluppa l'intolleranza verso il diverso o la minoranza non credente. Allora ecco che i predominanti si alleano o sostituiscono il potere temporale e commettono, nel nome dell'onnipotente, ogni nefandezza che a loro volta avevano subìto, con in più l'anatocismo degli interessi.

Osserviamo la storia delle religioni più conosciute e più seguite.
Il cristianesimo, ad esempio, con le varie divisioni o sette createsi nel suo seno: tutte indistintamente, diventate predominanti in un dato territorio, si sono comportate allo stesso, identico modo.

La chiesa cattolica nei confronti dei pagani e dei cosiddetti eretici .
E poi gli ortodossi, i luterani, i calvinisti, gli anglicani e via discorrendo.
I mussulmani e gli stessi ebrei ancora oggi nei confronti della minoranza palestinese.

Tutti credenti nello stesso dio in comune.

Mi chiedo e chiedo: vi immaginate se dal loro piccolo i testimoni di Geova diventassero maggioranza?