00 22/07/2005 09:08
Notizie trovate in internet ,purtroppo ho perso il nome dell' autore ,che comunque ringrazio per l' articolo .

"Di casa in casa"
Gesù e i suoi discepoli predicavano "di casa in casa"?
Questo è quanto sostengono i Testimoni di Geova. Comunque non si legge da nessuna parte nella Bibbia che Gesù predicasse "di casa in casa" e la stessa cosa si può dire dell'opera compiuta dagli apostoli; mentre vi si legge chiaramente che i cristiani predicavano di città in città, di villaggio in villaggio (Luca 8:1; Matteo 9:35) e che Gesù mandava davanti a sé i discepoli (Luca 10:1), affinché annunciassero il suo arrivo. Quando poi Gesù arrivava nel villaggio o nella città, erano le persone stesse che andavano ad ascoltarlo in qualunque luogo adatto (la sinagoga, la piazza), oppure che lo invitavano nelle loro case.
Uno dei passi che i TdG citano frequentemente per sostenere la loro tesi che i cristiani compissero un'opera di evangelizzazione porta a porta è il versetto di Matteo 10:11: «In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e lì rimanete finché non partiate». Secondo i Testimoni tali "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il loro messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa". Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli. Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM, il grassetto è aggiunto). Questo non è generalmente compreso dai TdG, i quali comunemente credono, come si diceva, che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascolteranno il loro messaggio. Il Corpo Direttivo (CD) è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).

Atti 20:20,21:
"Di casa in casa"
In che modo l'apostolo Paolo compiva la sua opera di testimonianza? Atti, cap. 19, mostra che, dopo essere arrivato a Efeso, Paolo «trovò alcuni discepoli», circa dodici, che non sapevano niente dello Spirito o del battesimo cristiano, essendo stati battezzati solo con il battesimo di Giovanni. Paolo li battezzo nel nome di Gesù. Va sottolineato il fatto che quando li trovò, tali uomini erano già credenti. Egli insegno loro non come a degli estranei ignari di tutto, ma come ad uomini che erano già divenuti discepoli. Dopo il battesimo di questi uomini, il racconto di Atti continua dicendo: «Entrato nella sinagoga [Paolo] parlò intrepidamente per tre mesi, pronunciando discorsi e usando persuasione riguardo al regno di Dio. Ma quando alcuni continuarono a indurirsi e a non credere, parlando ingiuriosamente della Via davanti alla moltitudine, egli si ritirò da loro, e separò da loro i discepoli pronunciando ogni giorno discorsi nella scuola di Tiranno». Questo è il racconto del ministero di Paolo ad Efeso fatto da Luca, testimone oculare. Egli mostra che alcuni di quelli che avevano ascoltato i discorsi di Paolo nella sinagoga durante quei tre mesi erano già discepoli o lo sarebbero infine divenuti. Egli non dice che la loro adesione al cristianesimo fosse il risultato dell'"attività di predicazione di casa in casa".
In tutto il libro degli Atti troviamo numerosissimi esempi di persone che divennero credenti in seguito all'ascolto di discorsi pronunciati in luoghi pubblici o pubblicamente. I 3000 della Pentecoste si erano radunati in luogo pubblico per sentire il discorso di Pietro, e in quello stesso giorno divennero credenti. (Atti 2:1-41) Ad Antiochia di Pisidia, in seguito al discorso di Paolo nella sinagoga alcuni "seguirono Paolo e Barnaba" (Atti 13:14-16, 38-43). Ad Iconio, Paolo e Barnaba parlarono nella sinagoga e "una grande moltitudine sia di Giudei che Greci divennero credenti". A Filippi, Lidia ricevette il messaggio di Paolo lungo un fiume. Questi sono solo alcuni esempi del metodo seguito da Paolo nella sua predicazione. Tutti questi racconti precedono il racconto dell'attività di Paolo a Efeso, riportato in Atti 20:20,21. In questo passo si legge che Paolo aveva insegnato "pubblicamente e di casa in casa" agli Efesini. Se il primo termine della frase implica un insegnamento in pubblico, il secondo non può che indicare, necessariamente, un insegnamento privato. Confrontato con l'ampio e dettagliato panorama offerto dall'intero libro degli Atti, il caso di Efeso indica con molta chiarezza che egli aveva trovato dei credenti che erano divenuti tali in seguito ai suoi discorsi nella sinagoga e, successivamente, nella scuola di Tiranno, e che egli dopo di ciò si era recato nelle loro case, visitandole una dopo l'altra, insegnando loro non più pubblicamente, ma in privato. Se si attribuisce la giusta importanza ai precedenti scritturali, si deve riconoscere che questa è la spiegazione più ragionevole.

kat' òikon
Il CD attribuisce all'espressione kat' òikon un significato "distributivo". A questo proposito si può osservare che distributivo non vuol dire affatto consecutivo. Una persona, infatti, può andare "di casa in casa", recandosi da una casa che si trova in un certo luogo ad un'altra che si trova in tutt'altro luogo, proprio come un medico fa "visite a domicilio" andando da una casa all'altra. Ma questo non significa necessariamente che egli faccia delle visite una porta dopo l'altra. Asserire inoltre che il solo modo di tradurre correttamente e accuratamente la preposizione distributiva "kata" sia quello "di casa in casa" è in contraddizione con la stessa TNM. Pochi TdG si rendono conto che la stessa identica frase, (kat´òikon) tradotta "di casa in casa" nella TNM in Atti 5:42, si trova anche nel capitolo 2, vers. 46 (si veda l'immagine qui sotto). Tuttavia in Atti 2:46 non viene tradotta "di casa in casa" bensì "in case private".
Perché? Perché non è logico pensare che i discepoli prendessero i loro pasti trasferendosi da una casa all'altra della via, e poiché il CD vuol conferire all'espressione "di casa in casa" quel determinato significato (a sostegno della sua attività di porta in porta), vuole quindi evitare quei problemi che sorgerebbero se qui traducesse "di casa in casa".
In Atti 20:20 troviamo nuovamente questa frase "di casa in casa", sebbene le parole greche che indicano "casa" o "case" siano qui al plurale (kat´òikous). Anche questa volta il modo in cui questa frase greca deve essere tradotta dipende dalla scelta del traduttore. F. Franz, traduttore della TNM, mise una nota in calce a questo versetto "e in case private".
Non esistono quindi dei passi o dei versetti che forniscano una valida base scritturale al metodo di predicazione porta a porta, tanto caro ai Testimoni di Geova.



Saluti,





Renj