Per ®@ffstef@n
“Questa votazione avvenne nonostante il parere contrario della
maggioranza degli psichiatri americani che si espressero attraverso un
sondaggio indipendente”
Altra frase che così decontestualizzata non vuol dire nulla. Infatti questa frase, presa alla lettera, non dice che gli psichiatri hanno votato contro la cancellazione dell’omosessualità dal DSM, ma dice che hanno votato contro l’idea di votare, e lo hanno fatto in un sondaggio indipendente. Ora, come già detto, l’APA voleva derubricare l’omosessualità dalle malattie per via delle carenze metodologiche già indicate degli studi che la indicavano come patologica, e furono proprio i sostenitori della patologicità dell’omosessualità a pretendere che si facesse un referendum per fermare questa decisione dell’APA. Ergo gli psichiatri intervistati nel sondaggio di cui parlano le righe quotate:
1)Non hanno votato contro la cancellazione dell’omosessualità, ma contro l’idea che la cosa dovesse essere messa ai voti.
2)Poiché coloro che vollero che si decidesse con un referendum sono però proprio i sostenitori della patologicità dell’omosessualità, allora il voto di questo sondaggio indipendente è un voto contro i sostenitori della patologicità dell’omosessualità. In effetti non è sensato mettere ai voti cosa sia malato, e l’APA voleva derubricare l’omosessualità per le motivazioni sopraindicate: il referendum è stato proprio un’idea di chi voleva opporsi alla normale prassi di stabilire per via scientifica cosa derubricare e cosa no.
“Per questo motivo ottenni il rispetto dei liberals e della comunità gay ,anche se ciò fece infuriare molti dei miei colleghi[.]. Ora, nel 2001, ho mutato opinione e questo ha fatto sì che venissi presentato come un nemico della comunità gay e così la pensano in molti all'interno della comunità psichiatrica e accademica. Io contesto la tesi secondo cui ogni desiderio di cambiamento dell'orientamento sessuale di un individuo è sempre il risultato della pressione sociale e mai il prodotto di una razionale motivazione personale.".
”
E che interesse statistico ha il fatto che una singola persona pensi una cosa quando gli Ordini dei medici e degli psichiatri di tutto l’Occidente hanno invece stabilito il contrario?
“Nei manuali diagnostici dell'APA è tuttora presente il DISTURBO
DELL'IDENTITA' NEI BAMBINI.
IL DSM -IV -TR, Criteri diagnostici, traduzione italiana, Masson,
Milano 2004, disturbo F64.2:
per esempio:"" nei bambini (..)avversione verso i giochi di baruffa e
rifiuto dei tipici giocattoli, giochi e attività maschili; nelle
femmine(..) marcata avversione verso l'abbigliamento femminile
tradizionale""
Come si può vedere, il disturbo descritto è altamente predittivo di un
futuro sviluppo dell'omosessualità.
Il Manuale Diagnostico dell'APA ha creato una contraddizione di fondo:
infatti esso considera i disordini dell'orientamento sessuale una
patologia nel bambino e, poi, considera il loro esito conclusivo nell'
adulto (come l'omosessualità) una condizione normale.”
Queste righe sono un condensato di luoghi comuni ed ignoranza. Infatti si scambia un disturbo del gender con l’orientamento sessuale. Bisogna distinguere tre cose: 1)Il sesso: l’essere anatomicamente maschi o femmine. 2)Il gender: il sentirsi maschio o femmina. 3)L’orientamento sessuale: l’essere omo, etero o bisex.
L’essere effeminati, o il sentirsi donna, non implica essere omosessuali, esattamente come l’essere omosessuali non significa essere effemminati o sentirsi donna. Qui l’articolo sta ripescando un altro stereotipo al pari di quelli sulla vicinanza tra omosessualità e pedofilia. Sciocchezze. Le argomentazioni di quest’articolo si basano infatti sul ridicolo presupposto che, siccome a loro avviso i gay sono effeminati, allora, siccome l’effeminatezza di un bimbo è vista come patologica, evidentemente dev’essere patologica anche l’omosessualità. Ma tutto questo castello di carte si regge per l’appunto sull’idea che essere gay significhi essere effeminati ed essere meno uomini. Il DSM descrive infatti un bambino che rifiuta i giochi maschili, e ne deduce che ha un disturbo del genere sessuale, cioè che forse non si sente maschio. Ma questo non c’entra nulla con l’omosessualità. Il gender non è l’orientamento sessuale. La maggior parte dei maschi omosessuali si sente perfettamente maschio e maschile, ama le stesse attività degli altri uomini eterosessuali (eccetto fare sesso colle donne ovviamente!), e non si sente diminuito nella sua mascolinità. Non c’entra dunque nulla un disturbo del gender nei bambini come quello descritto dal DSM con l’omosessualità. Il fatto che l’autore dell’articolo citato non sappia distinguere le due cose significa che non capisce niente della disciplina.
“Nella natura umana non esiste il terzo sesso omosessuale in grado di
autoriprodursi.Nessun omosessuale e mai nato da una coppia di
omosessuali.Tutti gli esseri umani sono eterosessuali: alcuni
eterosessuali hanno un problema di tipo omosessuale.”
Non si vede quale sia la connessione tra la premessa e la conclusione. Tutti nascono da un uomo e da una donna, ma questo non c’entra nulla con l’orientamento sessuale di quella coppia, che può esser benissimo formata da un uomo gay e da una lesbica. Negli States succede spesso che dei gay con l’inseminazione artificiale fecondino una madre surrogato lesbica per avere dei figli, e il figlio potrà essere o eterosessuale od omosessuale, senza nessuna correlazione con la condizione dei genitori, in modo del tutto casuale. Il fatto che i due genitori siano sempre un uomo e una donna non si vede proprio come possa escludere che esistano i gay solo perché non esiste un “sesso gay”. E cosa c’entra? “gay” è una parola che non designa una condizione anatomica ma un orientamento sessuale, quindi non esiste un sesso dei gay esattamente come non esiste un sesso degli etero.
Che poi una persona, che non è gay, possa permettersi di dire che i gay non esistono e che non esistono omosessuali ma tutti sono degli eterosessuali con un problemino di omosessualità transitoria fa alquanto ridere: e lui come fa a saperlo? Dovrebbe essere gay per sapere se davvero l’amore gay esiste.
“L DSM-IV-TR ( citato) considera ancora come disturbo sessuale un ""
persistente e intenso disagio riguardo all'orientamento sessuale""
(vedi DSM: disturbo F52.9 ). Ma questo disturbo non ben specificato è
proprio quello dell'omosessualità " egodistonica" che veniva citata nel
DSM-III,Criteri diagnostici, traduzione italiana, Masson, Milano del
1983, disturbo 302.00, ossia quella degli omosessuali che non si
riconoscono nell'identità gay”
L’esistenza di omosessuali che, spesso a causa della stigma sociale che colpisce l’omosessualità nei centri meno civilizzati, non si sentono a loro agio col loro orientamento, non c’entra nulla con una patologicità dell’omosessualità in sé.
La non accettazione dei gay deriva in gran parte comunque non dall’omosessuale stesso, ma dal marchio d’infamia che la società omofoba delle sotto-culture gli getta addosso. Se una persona nasce in un posto evoluto, tipo Boston, è probabile che non si senta in colpa ad essere gay. Ma se nasce in una piccola comunità rurale di bigotti analfabeti, è naturale che il pregiudizio altrui e l’ignoranza degli altri che lo giudicano possa spingerlo a tentare di cambiar vita (inutilmente), e pure a suicidarsi.
“Lo scorso anno, intervistato dall’importante rete statunitense Abc News, il professor Spitzer ha proposto di riconsiderare criticamente la classificazione dell’omosessualità. Fu probabilmente un errore, ha detto in sostanza il famoso psichiatra, la decisione di toglierla dall’elenco ufficiale dei disturbi psichici. “
La citazione non è virgolettata, non riporta esatte le parole dello studioso, di cui l’autore dell’articolo non ha capito niente. Spitzer ha solo sostenuto che a suo avviso non in tutti gli omosessuali la condizione di omosessualità sia irreversibile, e dunque in
alcuni casi una reversione sia possibile. Non ha detto né che sia la via per tutti, né che sia qualcosa praticabile su vasta scala, né tanto meno che si debba riclassificare l’omosessualità come malattia.
Comunque, la tesi di Spitzer, che si basava su un campione insufficiente di pazienti, è stata demolita. Ecco un intero volume che studia dal punto di vista scientifico le lacune del suo studio:
"Ex-gay research: Analyzing the Spitzer study and its relation to science, religion, politics, and culture." Edited by Jack Drescher & Kenneth J. Zucke
““Tra gli psicologi al di sopra di ogni sospetto c’è sicuramente Gerard van den Aardweg, docente di psicologia presso l’Istituto per il matrimonio e la famiglia a Medo, in Olanda.”
Al di sopra di ogni sospetto? Ma per favore. E’ uno dei più famosi omofobi della rete e tutte le sue teorie sono state screditate.
“Forse non tutti sanno che nell’Ilga è rappresentata un’organizzazione per l’emancipazione della pedofilia: la North American Man-Boy Lovers Associati0n(Nambla). “
Non è vero. Non fa più parte dell’Ilga dal 1994. Inoltre la Nambla non promuove la pedofilia, ma il sesso libero coi minori. Sono cose diverse. Pedofilia è fare sesso con chi abbia meno di 13 anni, mentre un minore può averne anche 16 o 17. E’ chiaro a tutti che fare sesso con un diciassettenne o un sedicenne non è lo stesso che fare sesso con uno di 11 anni. La legge italiana se non erro fissa l’età del consenso a 14 anni.
“
“Innanzitutto l’instabilità di queste coppie.
Due studiosi del calibro di Blumstein e Schwartz hanno scritto che"l’omosessuale momogamo è una figura così rara che gli altri omosessuali non ci credono". “
Ma che sciocchezza. Questa persona evidentemente ha parlato solo con gente che andava a curarsi da lui, e che ovviamente aveva relazioni instabili perché provenivano da un ambiente bigotto dove l’omosessualità era molto osteggiata (e infatti volevano smettere di essere gay). Il fatto che i gay per decenni non abbiano potuto vivere le loro relazioni pubblicamente, che su di loro pesasse lo stigma sociale, e che dunque non potessero costruire un rapporto alla luce del sole, ha reso certo molte coppie precarie. Ma questo non dipende dal fatto che i gay siano meno capaci di essere monogami, ma dal fatto che se una società ti osteggia, e fino a pochi decenni fa ti pestava se ti vedeva camminare per strada col tuo compagno, non aiuta certo a mantenere una coppia stabile. Una coppia gay infatti non poteva costruire una vita assieme, perché doveva nascondersi. Non potevano certo comprare casa, andare ad abitare assieme, e fare le pubblicazioni. SI pensi al solo fatto che fino al 1969 in Inghilterra l’omosessualità era addirittura illegale, e i gay erano costretti ad incontrarsi di nascosto, sempre con la paura che qualcuno li fotografasse per poi ricattarli dietro minaccia di dare le foto alla polizia. In queste condizioni, si poteva mai costruire una relazione stabile come invece era permesso fare agli etero? E dunque: non diamo alla condizione gay una colpa che invece dipende interamente dall’omofobia sociale che esisteva in passato.
“Come definire allora dal punto di vista psicologico questi rapporti?
“Sono legami neurotici, immaturi ed egocentrici.
L’affetto omosessuale non è vero amore, ma narcisismo.
Omofilia vuol dire innanzi tutto egofilia, cioè un’ansia, un’ossessione che degenera facilmente in dipendenza autodistruttiva”.
”
Che affermazioni illuminate. Dev’essere per questo che l’Ordine degli psicologi americani ha preso posizione contro questo signore, spara veramente delle boiate assurde.
““Ci sono studi molto importanti che dimostrano come la percentuale dei suicidi di gay e lesbiche è superiore alla medi
”
Probabilmente l’autore si riferisce a degli studi un tantino antiquati, dove effettivamente il suicidio risultava di maggiore incidenza tra i gay, ma questo era dovuto al fatto che allora si percepiva come vergognosa l’omosessualità, e dunque la gente tendeva a suicidarsi per il senso di colpa. Anche in questo caso la colpa ovviamente non è dell’omosessualità ma dell’omofobia.
“
“Ci sono studi molto importanti che dimostrano come la percentuale dei suicidi di gay e lesbiche è superiore alla media. E inoltre un noto psicologo come Paul Cameron - fondatore del Family Research Institute di Washington - ha dimostrato, dati alla mano, che lo stile di vita omosessuale abbrevia drasticamente la durata della vita: 39-40 anni per i gay, 44 per le lesbiche, senza considerare i morti per Aids.”
Questo cosiddetto Family Research Institute di Washington è un gruppo composto da fondamentalisti religiosi di nessuna rilevanza scientifica. American Psychological Association nel 1983 lo ha dovuto
radiare a causa delle boiate che diceva.
Ma qui continua la solita storia, il povero ®@ffstef@n non sa nulla di questi argomenti e si beve la spazzatura di qualsiasi imbonitore che trova in rete.
Le idee sociologiche di questo signore non valgono una cicca, la American Sociological Association (ASA) ha adottato una risoluzione contro la valanga di boiate scritte da costui già nel 1985 scrivendo "
Dr. PaulCameron has consistently misinterpreted and misrepresented sociological research on sexuality, homosexuality, and lesbianism" e aggiunse: "Dr. PaulCameron has repeatedly campaigned for the abrogation of the civil rights of lesbians and gay men, substantiating his call on the basis of his distorted interpretation of this research.”
La risoluzione ufficiale è reperibile qui:
psychology.ucdavis.edu/rainbow/html/ASA_resolution_1985.PDF
Nel 1986 sempre la
American Sociological Association, siccome questo losco figure continuava con le sue boiate sulla vita breve dei gay, voto una nuova risoluzione, che aggiunge questa parole:
“Th
e American Sociological Association officially and publicly states that PaulCameron is not a sociologist, and condemns his consistent misrepresentation of sociological research.”
Testo reperibile sul sito dell’Associazione dei Sociologi Americani:
www.asanet.org/footnotes/1987/ASA.01.1987.pdf#page=4
“
No, una delle cause profonde delle tendenze omosessuali è proprio l’identificazione insufficiente con il proprio ruolo sessuale. Su questo punto esiste un consenso inequivocabile da parte degli psicologi che hanno studiato il problema. “
Un consenso inequivocabile? Ma dove, sulla luna? Semmai c’è un consenso sulla tesi contraria. L'American Psychological Association nel luglio 2004 ha dichiarato:
“n
on esiste alcuna prova scientifica che l'essere dei buoni genitori sia connesso all'orientamento sessuale dei genitori medesimi: genitori dello stesso sesso hanno la stessa probabilità di quelli eterosessuali di fornire ai loro figli un ambiente di crescita sano e favorevole. La ricerca ha dimostrato che la stabilità, lo sviluppo e la salute psicologica dei bambini non ha collegamento con l'orientamento sessuale dei genitori, e che i bambini allevati da coppie gay e lesbiche hanno la stessa probabilità di crescere bene quanto quelli allevati da coppie eterosessuali.”
www.apa.org/about/governance/council/policy/parenting.aspx
Dello stesso parere la American Academy of Pediatrics:
pediatrics.aappublications.org/cgi/content/extract/118/1/349
La American Academy of Child and Adolescent Psychiatry:
www.aacap.org/cs/root/facts_for_families/children_with_lesbian_gay_bisexual_and_transgender...
Quindi, per favore, evitiamo di riportare corbellerie dette da singoli esaltati che sono i tradizionalisti religiosi più bigotti si filano e che non hanno alcuna eco nel mondo scientifico.
Bene, mi sembra di aver smantellato tutto, se ho dimenticato qualcosa fate un fischio.
Visto che demolisco tutto quello che copia&incolla, e che egli non replica mai alle cose che gli rispondo ma semplicemente cambia argomento, perché allora il buon ®@ffstef@n non decide a darsi per vinto e la smette di copiare spazzatura dalla rete? Come s’è visto dal vergognoso articolo che egli ha appena tentato di rifilarci spacciandolo per scientifico, egli non sa distinguere un articolo scientifico serio in alcun modo, e dunque copia tonnellate di letame internettiano che ogni volta gli vengono puntualmente disintegrate. Gli auguro di uscire dal tunnel della sua ignoranza e di frequentare qualche corso universitario di psicologia serio se vuole smetterla di dire vaccate, offendendo per giunta l’amore di infinte coppie gay riportando le parte di un altro ignorante come lui che le definisce “narcisismo”.
Ad maiora