00 06/08/2011 17:48
Riflessione dopo varie letture


Una persona può decidere ad un certo punto della sua vita di poter vivere nell’illusione, nella credenza, nella fede; e questo se è frutto di una scelta e non di un'imposizione sin da neonato, saranno pure fatti suoi e della sua vita.
La fede, o comunque il ragionamento di fede, non è immediato guaio, sofferenza, tribolazione, o peggio.
Si è voro è comunque illusione, ma non necessariamente cattiveria o danno per altri.

Il problema incomincia quando quello che per me è un atto di fede diventa verità da imporre agli altri,a tutti i costi ed in ogni modo.

Uno psichiatra direbbe che di questo tipo sono le caratteristiche della fede cristiana: "quelle di un’allucinazione applicata e di un delirio strutturato non modificabile razionalmente".

Il problema incomincia quando la fede si istituzionalizza, si organizza in strutture di potere e quando pratica e impone una relazionalità autoritaria per la sua utilità.(vedi ostracismo nella WTS o Galileo Galilei x il cattolicesimo).

Questo è ciò che da sempre il cristianesimo, come tutte le religioni, ha fatto.









"La mente che rinuncia, una volta per tutte, ad una inutile speranza, riceve come ricompensa una serenità crescente".

da "Crisi di Coscienza" di Raymond Franz