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PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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sette varie

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2012 09:02
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Condivido completamente quanto scritto sopra da Claudio in particolare in relazione al continuo tentativo da parte dei credenti di mettere gli agnostici, gli atei, i non credenti, sul loro stesso piano.
I credenti hanno bisogno di affermare che anche gli altri hanno una fede, diversa, ma una fede; basata su altri presupposti, ma sempre una fede.
Personalmente sono arrivato a 60 anni con una fede, fede costituita dal fatto che ritenevo vere certe asserzioni estratte da un credo codificato sulla base della bibbia ed una fede che consisteva pure nella lealtà nei confronti di una certa organizzazione religiosa.



Probabilmente molti credenti hanno bisogno di fare certe affermazioni, quelle a cui hai fatto riferimento tu. Ma non è così per tutti. Se rileggi con attenzione le cose da me postate, noterai le differenze, se non sei troppo superficiale.

Provo a fartene notare una, perché a me non piace fare affermazioni senza sostenerle con qualche tipo di prova:

"Le persone non desiderano essere manipolate. Cercano di soddisfare un bisogno innato, il bisogno di credere in qualcosa o qualcuno".
- mia ffermazione contenuta nel post del 27/04 00.45

Bisogno di credere e fede NON sono la stessa cosa. La fede è solo uno dei modi in cui provi a soddisfare il bisogno di credere, che è un bisogno innato. Vorrei specificare che, quando parlo di bisogno di credere sto parlando di qualcosa che si "accoglie nell'ambito delle proprie opinioni o convinzioni" (dizionario Devoto-Oli). Questo bisogno è innato e comune ad ogni essere umano. Chi vuole smentire questa affermazione faccia pure, se lo desidera.
Va da sé che il bisogno di credere si può soddisfare in tanti modi, sia con una fede religiosa, sia con la convinzione che Dio esista ma sia estraneo alle religioni (questa è la mia opinione), e anche con la convinzione che "tutto il soprannaturale è il prodotto dell'ignoranza umana" (convinzione di Claudio e di tanti altri atei). Guarda caso, chi sceglie questa terza opzione, non rimane senza un'opinione, ma la sostituisce, trovando qualcosa a cui appoggiarsi, e, non riuscendo ad accettare il soprannaturale cerca di soddisfare quel medesimo bisogno con qualcosa di più tangibile, fisico, che chiama razionalità.
La logica dovrebbe suggerire che il bisogno di cui ho parlato (il bisogno di credere, cioè di avere un'opinione o una convinzione) ce l'hanno tutti, pure gli atei. Finora nessuno è riuscito a dimostrarmi, coi fatti, il contrario. Lo hanno detto, ma probabilmente è solo una reazione di orgoglio. In fondo loro sono gli unici consapevoli... solo gli altri, i poveri credenti, sono degli illusi, un branco di fessacchiotti che abboccano al primo amo.

Con questo non sto difendendo la categoria dei credenti, perché sono il primo a dire che appoggiarsi in toto ad una religione, abbracciandone il credo, spesso senza nemmeno analizzarlo e, delegare così alla religione la responsabilità delle proprie azioni sia da persone irrazionali. E' comodo, perché sono in tanti a preferire la sicurazza di una prigione (quella religiosa) alla responsabilità di dover decidere in piena autonomia il proprio pensiero. Rinunciano alla libertà piuttosto che assumersi la propria responsabilità. E in questo sono pienamente d'accordo con le tesi degli atei. Almeno gli atei hanno scelto, con consapevolezza, la propria strada. E questo fa loro onore, soprattutto quando non approfittano della nuova condizione per comportarsi da incivili perché tanto Dio non esiste... Sono la dimostrazione che non è la religione a fare l'uomo buono.
Ma anche molti credenti hanno davvero scelto, con consapevolezza, la propria strada, strada che non segue il sentiero della logica umana. E' solo diversa, non sbagliata.

Ciò che, al limite, sento di poter contestare a qualche ateo, è che non ha fatto il vero cambiamento. Ha cambiato solo il soggetto della propria devozione, ma non l'approccio mentale.

Succede così che, se io cito Temistocle, Schopenhauer o Galilei allora sono solo filosofie e una perdita di tempo. Ma se si cita Freud, allora ha parlato un dio, il padre della psicanalisi. Strano che ci si dimentichi che Freud è stato smentito completamente da Jung, venuto subito dopo di lui.
Si idoleggia la scienza, e ci si dimentica che poco più di 5 secoli fa la scienza sosteneva che la Terra era piatta e che fosse sorretta da quattro elefanti appoggiati sul carapace di una testuggine. (Altro che asini che volano!) E quella, signori miei, in quel tempo, era scienza. Chi la sfidava rischiava la vita...

Ho fatto solo un esempio, molto banale, per sostenere un pensiero che non è solo mio. Henri Poincaré, matematico e fisico teorico, considerato l'ultimo universalista, uno dei fondatori dalla topologia (una branca della matematica) e il primo (prima di Einstein) a introdurre il concetto di relatività, in una delle sue opere più famose, Scienza e Ipotesi (1902) mise in guardia sull'interpretazione ingenua della scienza da parte di un osservatore superficiale, per quelli che pensano che "la verità scientifica è al riparo dagli attacchi del dubbio, la logica della scienza è infallibile e, se gli scienziati qualche volta si sbagliano è per averne mal interpretato le regole". - Introduzione, pagina 1.

Questa concezione ingenua della logica scientifica dovrebbe cedere le sue certezze ad una riflessione, cioé che è la stessa storia della scienza ad esporre tutta la fragilità e l'effimeratezza delle teorie scientifiche, destinate, presto o tardi, a crollare, lasciando il posto alla scoperta più recente, spesso capace di sovvertire la precedente "verità". Non a caso Poincaré usò spesso, per definire le tesi scintifiche, l'espressione "verità relativa". La verità assoluta, definitiva e inconfutabile non esiste, per nessuno. Non esiste per il credente e non esiste nemmeno per il non credente. Con buona pace di tutti coloro che credono di essere consapevoli e di non farsi condizionare dal razionalismo o dal materialismo.
Io invece penso che siamo tutti condizionati, la differenza è che vi sono quelli che l'hanno capito e l'ammettono, restando aperti ad ogni possibile soluzione e altri che, non volendo essere "abbassati" al livello dei poveri credenti, dimostrano lo stesso tipo di fanatismo che si riscontra in tutti quelli che non sanno essere ragionevoli. E finisce sempre nello stesso modo, che attaccano, insultando, offendendo e perfino calunniando, coloro che mettono in crisi le loro convinzioni.




[Modificato da Raffinatore 29/04/2012 17:33]



Più si è vuoti e più si ama emergere, come recipienti pieni di niente, che galleggiano sulla superficie dell’acqua.
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