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PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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Teologia Morale

Ultimo Aggiornamento: 09/07/2013 23:24
06/07/2013 19:42
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Gli atti morali
Nei vari aspetti della Teologia, ritengo molto importante la "Teologia Morale", poiché riguardano i nostri atti verso Dio, verso se stessi e verso il prossimo.

La libertà che la persona è, e che le virtù esprimono eticamente, si attualizza nelle azioni: gli atti morali. La moralità, da una parte, designa la rilevanza etica di un atto, per cui se ne devono individuare le condizioni, dall'altra, designa la bontà/malizia di un atto, per cui si devono determinare gli elementi/aspetti che concorrono a costituirla.

Condizioni della moralità di un atto

L’agire morale è agire umano. Solo l’essere umano agisce moralmente. L’animale no, l’agire dell’animale è pre-morale. Ma non ogni agire umano è morale, occorre pertanto determinare le condizioni dell’agire morale dell’uomo, ma, morale non designa qui la bontà di un atto, ma la qualità dell’agire propriamente umano, il suo contrario infatti in questo caso non è immorale ma pre-morale, cioè l’atto che sta fuori dell’agire propriamente morale e che perciò non ha rilevanza sotto il profilo etico, si tratta dunque di far emergere la linea di demarcazione tra l’agire pre-morale e quello morale.

Conoscenza e volontà

La morale tradizionale ha distinto tra actus humanus e actus hominis. Il primo è atto morale. Il secondo è atto pre-morale, l’atto umano è un agire libero e perciò propriamente umano, l’atto dell’uomo è un agire istintivo/sensitivo e perciò più simile al comportamento animale, per esempio, il grido di dolore in reazione a una scottatura.
Le condizioni della moralità, della qualità etica di un atto sono dunque quelle della libertà, e cioè, l’elemento volitivo, il consenso, il volere un’azione, preceduto dall’elemento intellettivo, la conoscenza.
Niente, infatti, può essere voluto se non è prima conosciuto, si desidera ciò che già si conosce.

La conoscenza concerne l’atto sia nella sua entità fisica sia nella sua qualità morale, si tratta cioè di sapere in che cosa realmente consiste un’azione e qual è il significato etico, ad esempio, conoscere che la sterilizzazione anti-procreativa non è un intervento terapeutico ma una menomazione dell’integrità fisica di una persona ed eticamente illecita, che l’aborto volontario è azione soppressiva di una vita umana ed è moralmente cattiva, inoltre la conoscenza comprende anche l’avvertenza, cioè l’attenzione con cui un atto è compiuto.

Ne consegue che un agire ignaro per ignoranza, in quanto ignorato, per errore o per inavvertenza ed un agire costretto per timore, per pressione o per violenza, ed in ragione dell’incidenza di questi, è un agire pre-morale.

L’agire morale è sotto l’istanza della responsabilità, il che significa che il soggetto risponde dei suoi atti, rendendone ragione e subendone le conseguenze, risponde davanti a Dio, origine prima e fine ultimo dell’essere umano, davanti a se stesso, alla propria coscienza, e davanti agli altri, su cui rimbalza il bene o il male compiuto, in ragione della responsabilità, un atto eticamente cattivo sarà sempre colpevole, ed è imputabile come male alla persona.

Segue
Tommaso de Torquemada





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