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Vorrei rispondere, se possibile, al Testimone di Geova che si firma Matteo Vicini, che, a sua volta, risponde alla Sig.ra Francesca Galvani.
Io sono stata una Testimone di Geova ed ora non lo sono più (mi sono dissociata come dicono loro). Sto vivendo un periodo agnostico della mia vita. Infatti ora sono una ex cattolica (lo sono stata fino all'età di ventidue anni) ed una ex Testimone di Geova (lo sono stata fino a due anni fa, dopo esserlo stata per sedici anni). Ora, sulla soglia della quarantina, non credo più a nulla! Comunque non è per questo che sto scrivendo.
Ho letto anch'io le lettere della Sig.ra Galvani, che condivido, e del Sig. Vicini, che non condivido, ma a differenza di quanto afferma il Sig Vicini (che, come tutti i miei "ex fratelli" è pienamente sicuro di sé e dall'alto della sua postazione giudica gli altri) la sua è una setta, perchè una religione che divide nettamente i buoni, cioè loro, dai cattivi, cioè tutto il resto del mondo, si comporta come una setta anche se forse non lo è dal punto di vista strettamente letterario del termine, ma lo è sicuramente dal lato comportamentale. Infatti i Testimoni di Geova non trattano bene quelli che escono fuori, ma li ignorano completamente, anche se sono familiari, come del resto è anche successo a me. Quindi Lei, caro Sig. Vicini, prima di giungere alle sue conclusioni avventate sarebbe meglio se riflettesse un po' e seguisse l'esempio di suo fratello che, come Lei afferma, ha fatto quello che ho fatto io, e cioè se n'è andato via (anche se mi sembra strano che i suoi familiari Testimoni di Geova continuino a trattarlo come prima, perchè a me, ed a tutti gli altri dissociati che conosco, non è capitata la stessa fortuna. Infatti i nostri familiari (per non dire gli altri Testimoni di Geova) ci trattano come se fossimo invisibili.
Franca Lupi
GdS - 30 XI 2004 -
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