Credente., 28/06/2013 10:06:
Caro Piero,
sono d'accordo con te che il divieto di trasfusione per i tdg andrebbe perseguito penalmente come un incitamento al suicidio.
E' il risultato a cui portano le erronee interpretazioni della Scrittura, che i capi della WTS fanno con gravi conseguenze per la vita delle persone, fino alla morte di migliaia di persone.
Hai per caso una stima, almeno approssimativa, di quanti sono morti per non aver accettato le trasfusioni di sangue, a seguito delle decisioni del comitato direttivo dei tdg?
Forse tu non lo sai, se da una parte le trasfusioni di sangue in molti casi sembrano essere l'unico modo per potersi salvare la vita è dall'altra parte sicuro invece che le trasfusioni non sono senza rischi:
Reazioni allergiche
Alcune persone hanno una reazione allergica al sangue ricevuto. La reazione allergica può verificarsi anche quando il sangue nuovo è compatibile con quello del paziente.
Le reazioni allergiche possono essere molto lievi oppure gravi. Tra i sintomi si possono avere:
ansia,
mal di schiena o dolore toracico,
difficoltà respiratorie,
febbre, brividi, vampate di calore e sudori freddi,
battito cardiaco accelerato o pressione bassa,
nausea,
mal di stomaco.
Al primo sintomo di reazione allergica, il medico o l’infermiere interrompono la trasfusione. L’équipe medica valuta la gravità della reazione, le eventuali terapie e se sussistono le condizioni per riprendere la trasfusione in sicurezza.
Virus e malattie infettive
Alcuni agenti infettivi, come l’HIV, possono sopravvivere nel sangue e infettare il paziente che riceve la trasfusione. Le banche del sangue controllano attentamente il sangue donato, per garantirne la sicurezza.
Il rischio di contrarre un virus durante una trasfusione di sangue è molto basso.
HIV. Tutto il sangue donato viene sottoposto all’esame per l’HIV. Per controllare i possibili donatori, vengono presi anche altri provvedimenti. Ai donatori viene chiesto se presentano i sintomi dell’HIV, se assumono comportamenti a rischio o presentano fattori di rischio per l’HIV. La percentuale di possibili donatori infetti in grado di trasmettere l’HIV è di uno su 2 milioni.
Epatite B e C. Il rischio di che una donazione di sangue sia compromessa dall’epatite B varia tra 1 su 200.000 e 1 su 360.000. Il rischio di epatite C varia tra 1 su 1 milione e 1 su 2 milioni. Se si riceve del sangue infetto dal virus dell’epatite, probabilmente ci si ammalerà.
Variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob (vCJD). Questa malattia è la variante umana del morbo della mucca pazza. Si tratta di una patologia cerebrale rara ma fatale. Il rischio di contrarla durante una trasfusione è bassissimo, ma tuttavia sussiste. Chi è stato esposto alla vCJD non può quindi donare il sangue.
Febbre
Durante la trasfusione o entro alcuni giorni dalla trasfusione il paziente può iniziare all’improvviso ad avere la febbre. Si tratta di una reazione normale dell’organismo ai globuli bianchi presenti nel sangue donato, e può essere curata con i classici farmaci da banco.
Alcune banche del sangue rimuovono i globuli bianchi o gli altri componenti del sangue, per diminuire il rischio di reazione allergica dopo la trasfusione.
Sovraccarico di ferro
Se si fanno troppe trasfusioni di sangue il ferro si può accumulare nel sangue (sovraccarico di ferro). Chi soffre di talassemia (una malattia del sangue) e ha bisogno di trasfusioni multiple è a rischio di sovraccarico di ferro. Il sovraccarico di ferro può danneggiare il fegato, il cuore e altre parti dell’organismo.
Se soffrite di sovraccarico di ferro, probabilmente dovrete ricorrere alla terapia ferrochelante, in cui viene somministrato un farmaco (tramite iniezione o per via orale) che rimuove il ferro in eccesso dall’organismo.
Lesioni ai polmoni
Anche se è molto improbabile, le trasfusioni di sangue possono danneggiare i polmoni, e causare difficoltà respiratorie. Le lesioni di norma si verificano entro sei ore dalla trasfusione.
La maggior parte dei pazienti si riprende, ma alcuni pazienti con lesioni ai polmoni muoiono, perché di solito sono già molto malati prima della trasfusione.
I medici non sanno con certezza perché le trasfusioni di sangue possono danneggiare i polmoni. Gli anticorpi (proteine) che con maggiore probabilità si trovano nel plasma delle donne che hanno avuto un figlio possono causare malfunzionamenti delle cellule dei polmoni. Proprio perché c’è questo rischio, gli ospedali stanno iniziando a differenziare l’uso del plasma degli uomini e delle donne.
Reazioni immuno-emolitiche acute
Le reazioni immuno-emolitiche sono molto gravi, ma anche molto rare. Si verificano se il tipo di sangue ricevuto durante la trasfusione non è compatibile con il sangue del ricevente. L’organismo attacca i globuli rossi trasfusi, e produce sostanze dannose per i reni.
Tra i sintomi ricordiamo: brividi, febbre, nausea, dolore al torace o alla schiena e colore scuro delle urine. Il medico interromperà la trasfusione al primo sintomo di reazione di questo tipo.
Reazioni emolitiche ritardate
Si tratta di un tipo di reazione molto più lenta rispetto a quelle acute. L’organismo distrugge i globuli rossi così lentamente che il problema può passare inosservato fino a quando la carenza di globuli rossi diventa molto forte.
Le reazioni emolitiche ritardate sono più frequenti tra i pazienti che si sono già sottoposti a trasfusioni.
Malattia del trapianto contro l’ospite
La malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD) è una malattia in cui i globuli bianchi del sangue trasfuso attaccano i tessuti del paziente che riceve la trasfusione. La GVHD di norma è letale e colpisce i pazienti con sistema immunitario molto compromesso.
I sintomi iniziano entro un mese dalla trasfusione e comprendono febbre, eruzione cutanea e diarrea. Per scongiurare la GVHD, il sangue trasfuso deve essere trattato in modo che i globuli bianchi non provochino la GVHD.
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Quindi non è affatto detto che chi riceve una trasfusione si salvi, anzì potrebbe anche morire a causa di essa oppure a causa di uno dei suoi effetti negativi e le complicazioni che ne potrebbero derivarne nel momento in cui un organismo è già indebolito per fatti suoi.
Noi viviamo in uno stato democratico dove grazie a Dio ognuno è ancora libero di scegliere il trattamento sanitario che vuole per lui.
Nessuno deve essere costretto di fare delle scelte in cui non crede anche se questo credere deriva da una convinzione religiosa.
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)