La Conversione rigenera l'uomo
Dio non è per l’uomo, ma l’uomo è per Dio, il Padre non necessita del figlio, ma il figlio necessita del Padre perché proprio in virtù dell’amore del Padre che il figlio è venuto all’esistenza.
A differenza delle creature angeliche le quali al momento della loro creazione presero immediatamente posizione se con il loro Padre o contro di lui, l’uomo ha bisogno del tempo, necessita di acquisire esperienza al fine di schierarsi, e le esperienze umane ben lo sappiamo come sono travagliate, l’uomo riesce a percorrere la strada verso il Padre tra numerose difficoltà, a volte agisce nel modo giusto a volte nel modo sbagliato, ma entrambe servono alla sua formazione di individuo, come si può pretendere un atto definitivo quando non si è padroni a volte dei propri atti, errori dovuti alle circostanze, alla poco conoscenza, al proprio carattere all’influsso degli altri, ed allora è più che giustificato una rivalutazione della propria vita, la quale rivalutazione è dovuta anche a fattori esterni imprimono nella persona una svolta, una Conversione.
Tale Conversione non può essere fine a se stessa, ma si relaziona prima con colui che ha permesso tale conversione e poi con gli altri, poiché ogni persona che lo voglia o no rimane sempre interdipendente con i suoi simili e con se stessa, con gli altri in quanto potrebbero aver fornito volontariamente o meno gli elementi per una riflessione, dipendente in se stesso in quanto l’uomo nuovo si confronterà sempre con l’uomo che era, ma tale confronto non è denigratorio ma costruttivo poiché stimola la persona convertita a perseguire quella strada che un tempo le fu occultata.
Alcuni possono dubitare di tali cambiamenti, a volte tali dubbi possono essere legittimi ma non conclusivi, suppongo che molti ricorderanno del personaggio di Manasse, re dell’antico Israele che non si esimò dall’avere le mani colme di sangue innocente, e come fece passare i suoi figli attraverso il fuoco, cioè li sacrificò bruciandoli al dio Moloc, ebbene chi avrebbe scommesso su quest’uomo per un suo pentimento? Umanamente parlando, nessuno, ma egli si penti amaramente delle sue azioni, e per questo venne da Dio perdonato, bisogna comprendere che vi sono due conversioni, la conversione di mente, e la conversione di cuore, la conversione di mente è razionale, calcolata, fredda, è per convenienza, la si prende e poi la si lascia per poi riprenderla in un altro momento più opportuno essa si basa principalmente se non unicamente per i propri interessi.
La conversione di cuore, parte dal profondo “Io”, coinvolge i propri sentimenti il proprio essere, non pensa più a ciò che più gli conviene, bensì a ciò che può dare a ciò che può fare, la pace interiore è data dalla consapevolezza di essere nell’amore del Padre cercando nei propri limiti di essergli un buon figlio, la conversione di cuore mette gli altri in una luce e in una posizione diversa da quella che avevano prima, essi sono ora considerati “fratelli”, figli del Padre Celeste e tale considerazione prescinde da come loro considerano l’altro, essi sono passati da “nemici” ad amici, questa è la vera conversione, la quale rimarrà stabile nel corso del tempo, e che farà avere a colui che la sperimenta quella pace annunciata da Gesù Cristo.
Un uomo ha avuto una Conversione!, ne siamo felici.
Tommaso