27/01/2011 20:54 |
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Bailey & Pillard: lo studio sui gemelli
Lo studio di Bailey & Pillard (A genetic study of male sexual orientation, Archives of General Psychiatry 48, 1991) prendeva in esame coppie di fratelli - gemelli omozigoti, gemelli eterozigoti, altri fratelli biologici e fratelli adottivi - di cui almeno uno dei due fosse omosessuale.
Anche in questo caso i risultati vennero divulgati come prova di una base genetica dell'omosessualità.
Ma a una analisi dettagliata dei dati, l'evidenza va in tutt'altra direzione.
I gemelli identici erano entrambi omosessuali solo nel 52% dei casi con buona pace del "determinismo genetico"; i gemelli non identici erano omosessuali nel 22% dei casi; i fratelli biologici nel 9,2% dei casi, percentuale addirittura inferiore a quella dei fratelli adottivi 10,5%.
Dallo studio emergeva quindi non tanto il presunto determinismo genetico, ma piuttosto l’importanza dell’aspetto relazionale, soprattutto familiare.
Come poi ha acutamente osservato la biologa Anne Fausto Sterling, "affinché un simile studio fosse veramente significativo si sarebbero dovuti osservare dei gemelli cresciuti separatamente".
Visto, poi, che i gemelli monoovulari condividono il 100% dei geni, se uno di essi è omosessuale dovrebbe esserlo anche l'altro nel 100% dei casi.
Paradossalmente i fratelli adottivi, che non hanno geni in comune, hanno più probabilità di essere entrambi omosessuali che non i fratelli biologici!
Tra l'altro, si tenga presente che il campionamento dello studio non era stato condotto casualmente, ma attraverso inserzioni su giornali e riviste gay.
Queste elementari osservazioni hanno indotto la rivista scientifica Science a sottolineare che "non vi è nessuna componente genetica, ma piuttosto una componente ambientale condivisa nelle famiglie" (24/12/1993, n° 262).
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