27/01/2011 20:57 |
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Dean Hamer: il marcatore genetico Xq28
Secondo Dean Hamer (“A linkage between DNA markers on the X chromosome and male sexual orientation”, Science 261, 1994), 33 coppie di fratelli omosessuali su 40 condividevano, in un gruppo di 5 marcatori genetici, un marcatore specifico.
Riportando tale scoperta, la copertina di una famosa rivista strillava: "Gay si nasce: la scienza trova il collegamento genetico".
Il ricercatore, in realtà, sosteneva ben altro: nella sua pubblicazione egli sottolineava chiaramente che quel tratto genetico poteva avere "un qualche ruolo" in una minoranza di uomini omosessuali, fissata tra il 5 e il 30% (The Science of Desire, 1993).
Quale rilievo attribuire a quel "qualche ruolo" ?
Che dire del rimanente 70-95 % di uomini gay nei quali quel tratto non è presente?
Nel lavoro di Hamer manca, inoltre, un controllo basilare, e cioè lo studio del livello di condivisione degli stessi marcatori genetici in coppie di fratelli eterosessuali.
Altri studi, come quelli di George Ebers, non hanno trovato "nessuna evidenza, neanche un sospetto" per una base genetica.
Un altro studioso, Rice, con i suoi colleghi ha dichiarato che i risultati ottenuti "non avvallano l'esistenza di un gene alla base dell'omosessualità maschile" (cfr. “Male Homosexuality: Absence of Linkage to Microsatellite Markers at Xq28” in: Science 284, 1999). |
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